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Il nuovo organo della chiesa di N.S. di Fatima a Pinerolo

di Federico Borsari




 Organo di Pinerolo La realizzazione di un nuovo organo, soprattutto in questi tempi in cui l'attività organaria italica notevolmente langue, è sempre una buona notizia. Ma il dover parlare di un altro strumento "straniero" in terra italica e, per di più, realizzato da una casa organaria italiana, ci spiace in modo particolare.
In effetti il moltiplicarsi ormai incontrollato ed incontrollabile in Italia di organi che nulla hanno in comune, nè storicamente nè musicalmente, con la nostra splendida e quasi bimillenaria storia organistica sta assumendo dimensioni assai preoccupanti. Abbiamo già trattato più volte in passato questo argomento e per non tediare ulteriormente i nostri amici lettori con argomentazioni già esposte, ci limiteremo a fare riferimento a quanto scritto, non molto tempo fa, sulla nostra pagina dal titolo "L'erba del vicino", che potete trovare e rileggere con comodo qui. Aggiungiamo solamente una considerazione ulteriore circa il fatto che sia stata una casa organaria italiana a realizzare questo strumento. Il fatto che organari italiani, che dovrebbero perpetuare e valorizzare la tradizione organaria del nostro Paese, della quale sono eredi, custodi e discendenti, volgano i loro interessi ad orizzonti stilistici e musicali molto distanti dai nostri (e che non ci rappresentano) ci addolora moltissimo, non tanto per ciò che riguarda la loro arte, in cui sono e rimangono tra i migliori al Mondo, quanto per il voler indulgere sempre più spesso alle voglie di una filologia che travalica le sue ispirazioni ed i suoi fini per divenire un esercizio di stile meramente autoreferenziale.
Sia ben chiaro, un organaro che si rispetti deve essere in grado di padroneggiare alla perfezione tutta l'arte organaria e, quindi, saper realizzare strumenti di qualsiasi tradizione e scuola. Ma mentre riteniamo questo aspetto fondamentale per le attività di restauro, molto meno fondamentale lo riteniamo per la costruzione di organi nuovi, soprattutto se localizzati sulla nostra penisola. Ovviamente, nel contempo, non sottovalutiamo l'aspetto della committenza, che è il "datore di lavoro" degli organari. Sotto questo punto di vista molti nostri organisti si estasiano di fronte a strumenti, spesso mediocri, di altri Paesi e buttano nell'immondizia non solo il nostro organo classico, ma anche tutto un periodo assolutamente speciale dell'organo italiano (l'Ottocento ed il Novecento) che solo in sparuti e singoli casi viene valorizzato e considerato con la dovuta attenzione. Molti di costoro, cresciuti a "pane e Sweelinck" sull'onda di una moda "koopmaniana" che spesso discende direttamente dagli insegnamenti ricevuti in Conservatorio, farebbero carte false pur di mettere le mani su di uno Schnitger o su di un Silbermann e quando si prospetta l'occasione di gestire e curare la realizzazione di un nuovo organo, ecco che si tolgono la soddisfazione di procurarsi il "loro" Schnitger personale. Non ci risulta che gli organisti degli altri Paesi europei "bràmino" allo stesso modo di suonare organi italiani nè che se li facciano appositamente costruire, perchè essi -al contrario di noi- si tengono ben strette la loro storia e la loro tradizione e le valorizzano non solo tramite gli strumenti, ma anche tramite le musiche che eseguono.
Detto questo, andiamo a vedere più da vicino questo nuovo organo che, a parte il discorso appena fatto, si dimostra uno strumento di buon interesse.
 Organo di Pinerolo Lo strumento di cui parliamo oggi, con le sue torri di pedale, la trasmissione meccanica, l'assenza di qualsiasi combinazione, l'accordatura antica, la scomoda pedaliera retta, le canne intonate col transitorio d'attacco "a sputazzo" ed il fiato corto dei suoi mantici, nasce vecchio di quattrocento anni ed è assolutamente avulso dalle nostre tradizioni e realtà organarie. Su questo organo si suona solo ed esclusivamente uno ed un solo tipo di musica, quella barocca. Non stupisce, quindi, che per l'inaugurazione sia stato scomodato Ton Koopman, considerato ormai come il più grande interprete bachiano dei nostri tempi ma sulla cui "genuinità" della filologia interpretativa nutriamo, personalmente, forti dubbi.
Inaugurato il 2 Dicembre dello scorso anno 2011, questo organo si trova nella chiesa di N.S. di Fatima a Pinerolo, in provincia di Torino. Realizzato da Dell'Orto e Lanzini, è un tipico organo barocco nordico. Presenta tre tastiere di 54 tasti ed una pedaliera retta di 30 note. La trasmissione è, come filologia comanda, esclusivamente meccanica e non prevede alcun tipo di combinazione. I comandi dei registri sono a tirante e sono presenti le classiche unioni tra la prima e la seconda tastiera (azionata "a cassetto") e tra la pedaliera ed il secondo manuale. La consolle è a finestra mentre la disposizione fonica è direttamente ispirata dagli organi del grande Arp Schnitger; la tavolozza timbrica è abbastanza ricca ed assai variegata e comprende anche i super-classici "Vogelgesang" e "Cimbelstern" con relativa stella rotante in facciata del Positivo. L'accordatura, pur basandosi sul moderno La a 440 Hz, è inequale e presenta un tono medio ad un quinto di comma.
Alla vista questo strumento si presenta con la classica impostazione nordica, con le imponenti torri di pedale laterali ed i corpi fonici perfettamente inquadrati nella tradizione classica barocca del Nord Europa. Di seguito la disposizione fonica:

Tastiera I

Holfloit 8
Quintadena 8
Principal 4
Rohrfloit 4
Gemshorn 2
Scharf 2 kor
Sesquialtera
Dulcian 16
Trompet 8
Tastiera II

Quintadena 16
Principal 8
Spitzfloit 8
Octava 4
Floit 4
Nasat 2-2/3
Octava 2
Mixtur 5 kor
Trompet 16
Vox Humana 8
Tastiera III

Gedackt Bass 8
Gedackt Diskant 8
Holzprincipal Diskant 8
Blockfloit 4
Octava 2
Quinta 1-1/3
Regal 8
Pedale

Principal 16
Octava 8
Octava 4
Nachthorn 2
Mixtur 4 kor
Posaun 16
Trompet 8
Cornet 4



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