Il 19 maggio del 1900 Lou si trova a Jasnaja Poljana assieme a
Rilke. Qio incontrano per la prima volta Tolstoj, scrittore amato e
ammirato per il quale hanno compiuto il lungo viaggio in treno. Dirà di lui
Lou:
"Ha la figura curva e sottile nel panciotto giallo di maglia, sulla
testa un copricapo alto da cui sbucano i capelli bianchi e gli occhi chiari nel
viso vivo e infelice, occhi che guardano limpidi al di sopra di tutto e dentro
tutto. Un piccolo contadino fatato, un essere magico".(Dal libro di Lou, In
Russia con Reiner)
Lev Tolstoj tende la mano ai due visitatori. Un giovane Rilke
ancora lontano dalle Elegie duinesi ma già conosciuto per le sue intense
e romantiche poesie che introducono, nell'eleganza di una lingua fluida e
dialettica, un elemento di verità quotidiana, inusuale per la letteratura
tedesca. Lei, Lou Salomé, intelligente e volitiva, accompagnata da un alone di
scandalo per aver convissuto con due uomini famosi, Nietzsche e Rée,
lei che ha fatto sdegnare i bempensanti di tutta Europa, ora in viaggio con un
poeta di 14 anni più giovane di lei.
Tolstoj li invita a casa, li fa sedere alla grande tavola...
"Nella grande casa appariva solitario, come fosse completamente e profondamente solo in un mondo estraneo, del tutto estraneo".
Dopo pranzo lo scrittore li conduce in giardino dove
"... si chinava di tanto in tanto a cogliere un fiore con un rapido movimento della mano curvata, quasi fosse un falcetto, per sentire il profumo che esalava dal gambo ferito, lo odorava intensamente accostando i fiori al viso, li consumava, per così dire e poi li lasciava cadere".
Lou, pur non essendo una
narratrice di professione, era molto brava a scrivere, la sua scrittura era
critica, tendente al ragionamento e alla osservazione analitica, una scrittura
vicina alla filosofia ma soprattutto alla psicanalisi che più avanti, grazie
alla sua amicizia con Freud, eleggerà a
professione.
Non sappiamo che abbia pensato di lei Tolstoj. Lou non vide più il vecchio
poeta, che morì qualche anno più tardi.