ULTERIORI CONSIDERAZIONI SULLE ATTREZZATURE
Parlando dell’addestramento dei Terranova per il Salvataggio abbiamo
sempre sostenuto l’importanza dell’istinto. Bisogna ora puntualizzare un
aspetto molto importante. Lavorando con cani “molto istintivi” si può
presentare il problema di poter “controllare” il cane. Ciò è
particolarmente evidente ipotizzando il lavoro in acque pericolose, come
canali, fiumi, in vicinanza di scogli o altro.
È sicuramente un compromesso non facile da ottenere. Da un lato
un cane suffi-cientemente motivato tanto da poter vincere la paura di un
salto, dall’altro un cane che non rischi di “saltare in acqua” dove ciò
rappresenti un pericolo. A questo problema oltre che con l’addestramento
specifico effettuato presso la scuola, che vede i cani impiegati in molteplici
modi, in maniera tale da essere sicuri che il cane sappia lavorare “ogni
tempo”, viene in aiuto la particolare attrezzatura di sicurezza comunemente
utilizzata dai nostri cani sia nella fase di addestramento che in quelle
operative.
Il Terranova dispone infatti di una speciale imbragatura da salvataggio
che oltre ad essere completamente galleggiante serve per molteplici usi.
Il cane che indossi detta imbragatura può essere molto più
agevolmente issato a bordo di una imbarcazione, su una scogliera o su alte
sponde di un canale. Quest’imbragatura è costruita in modo tale
da poter essere utilizzata comodamente al posto del classico collare e
guinzaglio, diventando praticamente di quotidiana utilizzazione. Diventerà
familiare al cane che sarà felice di indossarla anche per le passeggiate.
Al momento del bisogno il cane già la indosserà, cosa altrimenti
impossibile con le vecchie imbragature in cuoio, pesanti, di difficile
manutenzione, che non sostituivano collare e guinzaglio.
L’altro attrezzo tecnico di comune utilizzo alla scuola è la
cima galleggiante da salvataggio. È particolare poiché, come
dice anche il nome, è costruita in maniera tale da poter comodamente
galleggiare. In tal modo non rischia di finire sotto le zampe del cane
impedendogli quindi di nuotare. È indispensabile in un intervento
reale poiché il cane verrebbe altrimenti “fatto annegare” da colui
che stava annegando. Il pericolante non si attaccherebbe ad alcunché,
preferendo di gran lunga il cane. L’apporto del salvagente effettuato dal
Terranova, esercizio “toccasana” additato da molti, è lungo, lento
ed il cane fa una notevole fatica a rimorchiare pericolante e salvagente.
Con l’uso della cima i tempi sono più che dimezzati e si possono
vincere correnti che altrimenti
impedirebbero il porsi in salvo del cane e di colui che il cane è
andato a salvare. Nostre prove effettuate al mare con una mareggiata hanno
dimostrato perfettamente ciò. Il cane imbragato e vincolato alla
cima raggiungeva, dopo aver superato agevolmente le onde che si frangevano,
aiutato dal conduttore per la scelta del momento
ideale per partire, il figurante che fingeva una persona semplicemente
stanca. Attaccatosi al cane, il conduttore a riva agevolava il rientro
dei due grazie alla trazione che veniva effettuata sulla cima.
Provando lo stesso esercizio senza cima, il cane raggiungeva ugualmente
il figurante, che simulando una persona stanca, non metteva in difficoltà
il cane. Il cane a questo punto iniziava il rientro con solo le sue forze.
La presenza di una piccola corrente contraria alla direzione verso la quale
nuotava il cane, vanificava il suo lavoro. Dopo alcuni minuti, durante
i quali il cane aveva vigorosamente nuotato verso riva portando con se
il figurante, in realtà si era allontanato dalla riva avvicinandosi
pericolosamente alle scogliere.
Solo il “rinvenimento” del figurante che iniziava a pinneggiare permetteva
il rientro dei due. Tutto questo sta sicuramente a dimostrare che le possibilità
di intervento dei cani di Terranova da Salvataggio, senza l’apporto e la
collaborazione del conduttore, non sono in grado di risolvere tutte le
situazioni che spesso si vengono a creare.
Purtroppo molti appassionati lavorano solamente con condizioni di mare
favorevoli, non rendendosi perciò conto che ciò che è
possibile normalmente col mare calmo, non lo è più non appena
il “vento si alzi e cambi di direzione”. Molte volte parlando con appassionati
ci si è resi conto che avevano pochissima esperienza di mare e quasi
quasi sostenevano che per governare un battello pneumatico con a bordo
sei persone sarebbe stato sufficiente un motore da due, tre o quattro cavalli.
Ciò sarebbe stato possibile per manovre in porto, non per navigare
con mare duro. Tutto quello che è stato sino ad ora detto serve
per far comprendere all’allievo che il lavoro che egli dovrà svolgere
dovrà essere affrontato con serietà, aiutato dal rapporto
di amicizia che si instaura
tra gli allievi e gli istruttori, che è insito nella filosofia
della scuola. Tutti gli istruttori posseggono un Terranova e lo addestrano
personalmente. Ognuno di essi è un appassionato delle discipline
nautiche.
Annoveriamo tra i nostri istruttori comandanti di motovedette di salvataggio,
piloti elicotteristi del soccorso aereo, specializzati in operazioni in
mare, istruttori subacquei, assistenti bagnanti, medici, veterinari. La
passione del mare e dell’acqua accomuna tutti noi. È una “malattia”
che tutti abbiamo, che speriamo vi “contagi” presto. |