L’IMPIEGO
DEI CANI DA SALVAVATAGGIO NAUTICO PER LA
RESPIRAZIONE ARTIFICIALE IN ACQUA (a cura del C.C. Corrado Gamberini, ufficiale della Guardia Costiera, comandante del CP 401) Gli “addetti ai lavori” sanno quanto sia importante che un “annegato”
possa mantenere il respiro o riprenderlo al più presto se questo
è già cessato. Generalmente le cellule del corpo umano possono
rimanere “senza ossigeno” per pochissimi minuti e ad alcuni tipi di cellule
(ad esempio quelle cerebrali o dell’occhio) si producono danni irreversibili.
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Foto storica. 1992. Il Terranova Mas dopo essere stato calato col verricello dall’elicottero soccorre dei naufraghi rimorchiando il loro gommone semiaffondato a riva |
Purtroppo in molti casi di principi di annegamento il bagnino di salvataggio (anche se velocissimo nel nuoto) arriva in soccorso del malcapitato quando questo ha già cessato di respirare. E le tecniche di respirazione non possono essere eseguite fintanto che l’annegato non sia stato riportato a terra, quindi con un ulteriore ritardo d’intervento medico. Per questo è stata sperimentata (per ora in esercitazione, per fortuna…) la respirazione artificiale in acqua, avvalendosi dei cani addestrati alla Scuola Cani da Salvataggio di Seriate (BG). Per meglio comprendere i vantaggi della particolare tecnica, simuliamo per un attimo un intervento di salvataggio effettuato da un bagnino, con medie condizioni di mare ed afa estiva, confrontandolo poi con lo stesso intervento eseguito da una unità cinofila di salvataggio nautico, analizzando la cronologia delle operazioni e chiamando momento X l’attimo in cui l’annegato beve e cessa di respirare. Intervento con Bagnino momento X - 1 minuto: il bagnino si lancia in acqua, partendo
da una spiaggia, in soccorso di un
momento X: l’annegato beve, introduce acqua nei polmoni e cessa di respirare; momento X + 1 minuto: il bagnino arriva sull’annegato ed
inizia il trasporto in acqua verso la riva con il
momento X + 7 minuti: il bagnino raggiunge la riva (dopo
6 minuti di nuoto-trasporto) ed inizia le
Intervento con Unità Cinofila momento X - 1 minuto: l’unità cinofila si lancia
in acqua, partendo da una spiaggia in soccorso di un
momento X: l’annegato beve, introduce acqua nei polmoni e cessa di respirare; momento X + 1 minuto: il conduttore arriva sull’annegato
ed inizia il trasporto in acqua verso la riva
momento X + 1,5 minuti: il cane raggiunge il conduttore
che, infilato il braccio sinistro nell’imbragatura di
momento X + 5 minuti: l’unità cinofila raggiunge
la riva e, se necessario, proseguono le operazioni di
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Doppia presa al polso di Alyssha e Mafalda. In due si fatica meno |
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