NOTE ESPLICATIVE

Il Terranova Dakota insieme alla sua istruttrice
Elsa Bertini presso il presidio di salvataggio di
Marina di Massa sotto uno spettacolare arcobaleno
   A cura dell’Ufficiale Responsabile dell’Unità Soccorso - Scuola Italiana Cani Salvataggio Nautico Ferruccio Pilenga

Premessa
   La stesura del Brevetto di Salvataggio Nautico - Protezione Civile Volontariato, è il frutto dell’esperienza acquisita.
   Nell’ultimo quinquennio, durante il quale numerosissime esercitazioni di salvataggio sono state effettuate col coordinamento della Guardia Costiera.
   Le specifiche operative di intervento hanno portato alla stesura di un elenco di prove teso all’abilitazione operativa delle Unità Cinofile da Salvataggio. Sottolineiamo che un ringraziamento particolare va agli Ufficiali Comandanti i Rescue-Cruiser della guardia Costiera e agli Ufficiali Piloti degli HH3F Pelican del S.A.R. Soccorso Aereo, che oltre ad aver suggerito particolari esercizi particolarmente efficaci, hanno offerto agli istruttori della Scuola il loro enorme ba-gaglio
di esperienze REALI di Salvataggi.
   Tutto ciò ha reso possibile il raggiungimento di un Brevetto di Salvataggio Operativo il più confacente alla realtà.
   Riteniamo che il frutto di tutte queste esperienze ha potuto ottimizzare le performances delle equipes cinofile di salvataggio.
   Andiamo ora ad analizzare nei particolari le singole prove che portano al conseguimento del Brevetto di salvataggio operativo:

Prova di resistenza - A
   Viene chiesto al conduttore ed al cane di effettuare a nuoto una distanza superiore al chilometro. I due devono nuotare insieme, normalmente viene effettuata la traversata di un lago, al fine di verificare sia il reale affiatamento che esiste tra il Terranova ed il padrone, che la capacità di mantenere un ritmo di nuoto armonico. La prova non viene effettuata a tempo, poiché non viene chiesta una prestazione da sprinter, ma viene valutata la capacità dei due di affrontare un percorso considerevole insieme, con tranquillità e in sintonia. Normalmente si verifica, cosa che è altrimenti auspicabile, che i due nuotino insieme, fianco a fianco, e che il ritmo di nuoto naturale del cane venga fatto proprio dal conduttore. Quest’ultimo indossa normalmente una muta da subacqueo, comprese le pinne. Riteniamo poco credibile ed efficace al contempo la tecnica che vede invece il conduttore nuotare innanzi al cane. Questo nella maggior parte dei casi tende ad affaticare eccessivamente il cane, che continua a nuotare con lo scopo di raggiungere il padrone che gli sta davanti. In questo caso avremmo un cane che facilmente non è in grado di nuotare insieme al conduttore. Vediamo infatti che molti dei cani allenati in tal modo, come anche quelli che vengono allenati facendoli nuotare dietro un gommone che vada a motore, sono solitamente troppo agitati per poter poi nella realtà operare con tranquillità e sicurezza durante un salvataggio.
   Scopo della prova di nuoto per più di un chilometro insieme al conduttore tende invece ad affiatare i due, tende a far acquisire al cane acquaticità, sicurezza nel nuoto e tranquillità nell’elemento liquido. Tende insomma a far instaurare un rapporto di fiducia, sicurezza e complicità tra i due, oltre che a verificare effettivamente le performances atletiche dell’Unità Cinofila.

Tuffo da grande altezza - B
   Viene chiesto che l’Unità Cinofila sappia tuffarsi con sicurezza e tempestività da minimo due metri di altezza, in modo da poter intervenire con efficacia anche nell’eventualità che il luogo di partenza da cui iniziare un’azione di salvataggio sia una zona sopraelevata dall’acqua, come sovente troviamo in zone portuali o in zone di scogliera.
   Viene valutata la tecnica del tuffo, la sicurezza con cui esso viene portato a compimento. Viene valutato l’affiatamento tra i due, uomo-cane, in un’operazione sufficientemente delicata come questa.
   Il tuffo inoltre non è fine a sé stesso, ma viene abbinato all’esercizio C, cioè al salvataggio di una persona che si trova a grande distanza dalla riva. Si tende insomma a valutare il reale grado delle possibilità di intervento dell’Unità Cinofila.