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Pubblicità e educazione all’immagine

(Dall’esperienza al metodo)

1. Premessa

Gli esiti di un percorso realizzato qualche anno fa con una prima media mi hanno convinto della necessità di andare oltre i materiali e le sollecitazioni, che i libri di testo in genere forniscono sull’educazione all’immagine.

In genere si intende per questa una unità didattica o un percorso preciso, cui dedicano più o meno spazio i libri di testo di Educazione Artistica , Antologie di Italiano e a volte di Educazione Tecnica e di Lingua Straniera. Ma è evidente che i contenuti che in genere sono proposti sono così limitati da impedire, se acquisiti "sic et simpliciter", il sorgere di un reale interesse e l’acquisizione di una concreta competenza.

Queste infatti possono sorgere solo in un percorso, in cui al principio –è la mia particolare esperienza e certamente possono darsene altre e diverse- il docente, da un lato, sia interessato ad affrontare un argomento che lo incuriosisca, dall’altro sia disposto ad imbattersi nell’avventura di spostare i riferimenti tradizionali dal libro al campo dell’esperienza comune e alle infinite possibilità che questa propone (ad esempio nei vissuti davanti al televisore a casa).

I libri di testo o le tradizionali videocassette didattiche, che sono spesso obsolete in confronto ai molteplici materiali video facilmente acquisibili dalle programmazioni televisive con un videoregistratore, possono costituire comunque un semplice punto di partenza del lavoro e di informazione di base.

Questa però, è evidente, da sola non può condurre, pur con una buona capacità di animazione del docente, al sorgere di interesse e di competenze negli alunni.

Queste, è l’ipotesi di fondo che vorrei sostenere, necessitano di una esperienza in cui accada qualcosa di preciso riconducibile, grossomodo, ai seguenti passaggi:

L’importante è:

  1. il percepire cosciente che qualcosa, anche di piccolissimo, sia cambiato nella propria vita attraverso un modo di guardare a ciò che accade, rilevando il significato dell’esperienza che si sta vivendo;
  2. rendersi conto che il vissuto con i compagni e col docente sono stati importanti perché il loro punto di vista, le loro intuizioni, capacità di comprendere, creatività hanno arricchito le mie e, in qualche misura, le mie hanno arricchito le loro;
  3. che verso l’insieme dell’esperienza vissuta, specie se protrattasi nel tempo, si nutre una certa "simpatia" perché si ripensano con "piacere" gli sforzi, le difficoltà, le conquiste e l’apertura alla realtà, che sole possono rendere vero il vissuto a scuola.

Nelle pagine successive la descrizione del percorso da me seguito è un esempio concreto, che può essere applicato alla lettera oppure adattato –e questa forse sarebbe l’idea migliore- in qualsiasi classe della scuola dell’obbligo.

Sono necessari:

Le attenzioni che consiglio di tener presenti nella elaborazione di un percorso "personalizzato" sono:

 componenti,

 struttura,

 finalità e filosofia,

 interpretazione propria e degli altri;

 di brainstorming (affinchè emergano nella massima libertà idee, desideri, intuizioni), seguiti subito dopo da:

 un esame attento e di razionalizzazione (guidato energicamente dal docente per evitare dispersioni) delle diverse idee, strutturandole e scegliendo in modo motivante per il gruppo le migliori.

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2. Materiali concetti e procedure

Il mio primo approccio allo studio dell’immagine ha preso in considerazione i materiali offerti dall’antologia di Italiano, rivelando immediatamente l’inadeguatezza rispetto alle aspettative mie e dei miei alunni, che insieme decidevamo di avviare un vero e proprio laboratorio di educazione all’immagine (con tanto di videoregistratore, televisore e telecamera) all’interno delle 6 ore di italiano e tornando a scuola il pomeriggio nei momenti di maggior necessità.

Decisi di utilizzare, per acquisire le indispensabili nozioni tecniche di base, diversi materiali tra cui una utilissima videocassetta e manuale, dal titolo "Il linguaggio del cinema", prodotta dalla Regione Lombardia con il patrocinio del MPI nel 1992.

Quest’utilissimo materiale, che consiglio a chiunque intenda accostarsi ad attività non estemporanee di educazione all’immagine, si compone di due videocassette con relativi opuscoli: la prima "Lo sguardo immaginario" sulle nozioni tecniche di base e la seconda "Lo spazio immaginario, luci e colori" su alcuni contenuti più avanzati quali appunto lo spazio, le luci e i colori.

Pertanto, integrando i materiali che progressivamente acquisivamo, ci avventurammo in uno studio articolato entrando "dentro lo schermo" per identificare anche in modo critico gli elementi fondamentali del linguaggio:

E’ interessante come in tale fase del percorso c’è già una fusione tra:

Ed è utilissimo ribadire continuamente la centralità dei fattori umani quali la scelta, la responsabilità e la libertà.

L’acquisizione di questa "alfabetizzazione" cinematografica ci ha consentito di inventare una serie di divertentissimi esercizi, occasione creativa di rinforzo di quanto appreso e di verifica.

In questa fase il mio ruolo di insegnante non si è limitato a svolgere, come spesso avviene con gli audiovisivi, una funzione di stimolo e di proposta, ma ha guidato (oltre la continua riflessione critica) l’invenzione e la scelta più appropriata degli esercizi, la loro strutturazione e il livello di difficoltà.

Gli esercizi più importanti (elaborati dopo la visione di alcune sequenze di film o di spot pubblicitari) da segnalare sono stati:

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3. La pubblicità: perché e come?

Acquisita "la strumentazione di base" ci siamo posti il problema di quale direzione dare alle attività di laboratorio. Dopo un primo tentativo di analizzare dei film, magari previsti in programmazione televisiva, che solo alcuni potevano registrare e che risultavano estremamente difficoltosi da studiare (dividendoli in sequenze spazio-temporali, individuando inquadrature e movimenti della macchina da presa) abbiamo di comune accordo scelto di analizzare alcuni pubblicitari. E ciò sia perché più brevi e perciò facili da smontare, sia perché più "aggressivi" e rischiosi, quindi più raffinati nella, loro capacità di condizionare il pubblico.

La domanda che i ragazzi si ponevano (e che io sollecitavo a porsi) era: "A che cosa ci serve questo lavoro?".

Dalle diverse risposte possibili fra le più importanti individuavamo le seguenti:

Non avendo io per primo un’esperienza precedente, sono partito in questo modo:

ALUNNO

DATA ORA

DURATA

PRODOTTO

MARCA

PUBBLICO DESTINATARIO

OSSERVAZIONI

SESSO

ETA’

LIVELLO SOCIALE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Scheda di rilevazione spot

sequenze

durata

n°inquadrature

luoghi

personaggi

azioni

colori

musiche.

osservazioni

Scheda analisi singolo spot

E’ evidente come in un percorso così articolato risultava quasi superflua una mia interpretazione critica del significato del singolo spot pubblicitario in quanto gli alunni stessi, grazie ai risultati dell’analisi dettagliata, individuavano immediatamente dei diversi spot gli scopi prefissi e le tecniche adottate.

D’altro canto un lavoro così articolato non sacrificava altre abilità, tipo capacità di analisi e sintesi, osservazione, attenzione, lavorare in gruppo, esposizione scritta e orale. Anzi richiedeva necessariamente l’elaborazione di testi descrittivi, interpretativi e di relazioni (attenzione: senza che queste calassero freddamente da un testo di grammatica, magari spiegate con forzosi esempi).

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4.Che farne? Analisi comparativa spot dentifrici.

Il lavoro sin qui svolto aveva certamente raggiunto gli obbiettivi prefissi che erano sottesi alle domande iniziali che ci eravamo posti (a che serve la pubblicità? come funziona? come condiziona il pubblico? Quale la differenza tra il mondo reale e il mondo rappresentato?).

Il clima e il metodo di lavoro, che si era creato, era chiaro a tutti:

[Penso che questi quattro aspetti possano in modo flessibile essere esportati in tutte quelle attività che si propongono a scuola secondo una modalità aperta o di laboratorio].

Avevamo davvero svolto un lavoro molto articolato ed interessante, che però desideravamo tutti portare ancora avanti sia per il valore delle acquisizioni, che per l’atmosfera di lavoro che ci appassionava. Per qualche giorno discutemmo su quale direzione orientarci: pensammo alla possibilità, visto che avevamo analizzato le diverse tecniche, di elaborare uno spot su un tema che avevamo a cuore, magari sulla solidarietà o contro i rischi della pubblicità. Ci rendemmo subito conto delle enormi difficoltà tecniche e del dislivello tra la parte analitica fin lì svolta, valida e di cui in un certo qual modo eravamo orgogliosi, e gli sviluppi incerti di una elaborazione a cui non ci sentivamo tecnicamente pronti.

Alla fine decidemmo di approfondire il percorso su un’analisi comparativa di spot di diverse marche dello stesso prodotto. E dopo aver pensato a diversi prodotti scegliemmo i dentifrici perché ci rendemmo conto dell’estrema differenza d’approccio pubblicitario tra i diversi spot di questo prodotto. E questo costituiva per noi un’interessante possibilità di sviluppo del percorso intrapreso.

Dopo avere esaminato quasi tutti gli spot di marche di dentifrici in onda in quel periodo, decidemmo di approfondire l’analisi su tre che erano veramente molto diversi tra loro ed eravamo molto incuriositi da questa diversità:

  1. "Colgate Total",
  2. "Mentadent P",
  3. "Antica Erboristeria".

Procedemmo con gli schemi d’analisi delle sequenze e delle inquadrature in modo da analizzare ciascuno spot in tutti i dettagli e in particolare il testo, lo scenario, le musiche e il ritmo e il messaggio centrale.

Esito della fase analitica

COLGATE TOTAL: tutto lo spot con le sue nove inquadrature, che scandiscono il fluire della giornata, dal risveglio alla serata al concerto, è accompagnato da un’unica frase, continuamente scandita dal ticchettio di un orologio e dal rumore dello spazzolino: "Colgate Total continuerà a proteggerti contro la placca, carie tartaro, disturbi gengivali per tutto il giorno. Anche quando avrai finito di lavarti i denti la protezione continua".

L’impostazione di questo spot che è abbastanza semplice –si rilevava- ha qualcosa di ironico e di assurdo. Infatti è impossibile che si possa continuare a sentire il rumore dello spazzolino per tutta la giornata, anche se questa assurdità ribadisce il messaggio:l’azione del dentifricio è continua: Questo poi è ulteriormente rinforzato dall’orologio, che scandisce il tempo della giornata. Lo stesso aggettivo "total" insiste sul medesimo concetto.

ANTICA ERBORISTERIA: lo spot è tutto percorso da una atmosfera molto dolce, perché si vuole dare la sensazione di trovarsi immersi nella natura; per questo motivo le inquadrature non sono staccate bruscamente: ogni inquadratura si dissolve nell’inquadratura successiva dando una sensazione di dolcezza, che viene sostenuta da una musica rilassante di sottofondo.

Il colore dominante è il verde, che insieme ad uno scenario naturale (boschi e sentieri di montagna) rinforzano quella piacevole sensazione di fiducia verso un prodotto naturale.

MENTADENT P: si tratta dello spot più elaborato; in una saletta di proiezione davanti ad un attento pubblico un conduttore rileva che di fronte ai tanti nemici della nostra bocca un "semplice riparo" non basta; per questo motivo Mentadent P avrebbe unito l’azione di due potenti antiplacca. Il discorso, di per sé poco convincente, è reso accattivante dall’accompagnamento di un disegno animato, in cui una famiglia esposta alle intemperie del tempo (i nemici dei denti) trova "riparo" sotto un ombrello che però "non basta" e vola via. Ecco che al semplice nominarsi dei due potenti antiplacca, compaiono due scatole di dentifrici che si trasformano in un tetto stabile e sicuro sotto cui trovano riparo i sorridenti personaggi dell’animazione. E’ quindi inquadrata un’attenta ascoltatrice nella saletta di proiezione mentre il conduttore sottolinea che prevenire è meglio che curare. Lo spot chiude con un ammiccante, robusto e rumoroso morso ad una mela verde da parte di una giovane donna, che ci ripropone i vantaggi di una sana e robusta dentatura.

Conclusioni e interpretazioni

"Colgate Total" ha una impostazione umoristica e si rivolge a un pubblico che voglia gradire l’ironia del messaggio, che comunque insiste sul concetto preciso dell’azione prolungata, giocandoci su; "Antica Erboristeria" vuol raggiungere il pubblico più sensibile agli argomenti naturistici pertanto colori, scenari, musiche e ritmo dello spot vanno tranquillamente in questa direzione sottolineata dal messaggio centrale: "naturale è sano".

"Mentadent P", infine, fondendo uno scenario di dimostrazione scientifica, con un banale ma efficace disegno animato (che smussa le pretenziose scene dell’avvio scientifico), ripropone l’intramontabile e perciò efficace "prevenire è meglio che curare".

Individuate le diverse impostazioni (ironica, naturistica e pseudoscientifica), è risultato facile rivederne la coerenza interna, e darsi una spiegazione degli elementi fondamentali dello spot quali la scelta degli scenari, delle musiche, dei colori, dei personaggi, del ritmo e del tipo di montaggio delle inquadrature. [Feedback di ricostruzione dell’identità della struttura e delle finalità dello spot].

Per cui, partendo soltanto da una semplice cognizione delle tecniche di base della cinematografia e pur non avendo alla base del lavoro svolto una cognizione preliminare sulle tecniche pubblicitarie, grazie ad una meticolosa osservazione dei singoli spot e ad un’analisi accurata delle inquadrature, dei ritmi, delle musiche degli scenari, è stato possibile per ciascuno ricostruirne la logica ispiratrice, il messaggio centrale, la tecnica seguita e il settore di pubblico da raggiungere.

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5. Sbocchi: inventiamo un testo rap ironico e drammatizziamolo.

Essendo giunta la fine dell’anno scolastico, i ragazzi si ponevamo il problema di che cosa farne di tutto questo percorso. Per quanto mi riguardava, io ero completamente soddisfatto perché la ricca esperienza che avevamo fatto mi convinceva sia per gli apprendimenti "disciplinari" che per quelli educativi, anche se nell’esperienza facevano tutt’uno, ed era giusto che così fosse. Comunque decidemmo di presentare in qualche modo il lavoro svolto alla scuola: non doveva trattarsi di qualcosa di esclusivamente "didattico", come un cartellone o una pedissequa illustrazione delle tappe del percorso e dei materiali elaborati, perché ci sembrava noioso proporre contenuti tanto dinamici e "aggressivi" come spot pubblicitari in una modalità "scientifica" ma alla fin fine spenta per chi avrebbe ascoltato.

Pensammo perciò di elaborare un testo divertente da cantare a ritmo "rap", che ben si presta a esprimere contenuti "alternativi o sociali" e i ragazzi ne erano consapevoli attraverso le canzoni di autori famosi e di moda (Jovanotti, Articolo 31 ecc.).

Dopo una laboriosa attività per piccoli gruppi riuscimmo a stendere questo testo, che poi è stato chiaramente cantato:

Ritornello

La pubblicità oggi è importante

da mattina a sera ce ne son tante

grandi e piccini che incoscienti

rischian di diventare più deficienti

perciò famiglie state attente

se vogliam salvare la nostra mente

se stiam di più in compagnia

facciam a meno di questa mania

per le strade preferiam giocare

piuttosto che la tivù guardare

e se non puoi farne a meno

guardala con intelligenza se no sei scemo

Prima strofa

Sugli spot pubblicitari abbiamo lavorato sodo

li abbiamo analizzati almeno in qualche modo

ce l'abbiam fatta ed ora attenzione

ne abbiamo scelti tre con precisione

Colgate Total Azion Totale

per la rima totale azione,

Antica Erboristeria, natura verde contro distruzione,

Mentadent P sotto un tetto che protezione,

guardiamoli insieme, concentrazione.

Seconda strofa

Colgate Total che magia

funziona sempre con fantasia

durante il giorno il tempo corre

la sua azione non s'interrompe,

nel silenzio del concerto

il suo disturbo davvero è certo,

Colgate Total azione totale

ma non è vero non ci cascate.

Terza strofa

Se vuoi una vita meno dura

scegli un prodotto tutto natura

così vedrai senza paura

la tua famiglia sana e pura

Antica Erboristeria se vuoi campare

solo lui dovrai comprare,

foglie verdi di salvia e menta

nella tua bocca il sapor ti tenta.

Quarta strofa

Mentadent P è un nuovo dentifricio

certamente non lo trovi in panificio

l' azione protettiva è cos' immediata

che la tua bocca è assicurata.

Ti protegge dalle malattie

ma non credete alle bugie

sotto un tetto tutta la famiglia

sorride allegra che meraviglia.

Ritornello

La pubblicità oggi è importante

da mattina a sera ce ne son tante

grandi e piccini che incoscienti

rischian di diventare più deficienti

perciò famiglie state attente

se vogliam salvare la nostra mente

se stiam di più in compagnia

facciam a meno di questa mania

per le strade preferiam giocare

piuttosto che la tivù guardare

e se non puoi farne a meno

guardala con intelligenza se no sei scemo.

Elaborato il testo e provato numerose volte a cantarlo a ritmo rap, i ragazzi mi hanno proposto di portarlo in scena nel teatro della scuola nelle manifestazioni di fine anno. Perciò per concludere tutto il lavoro abbiamo deciso di accompagnare la canzone con un semplice ma efficace balletto che riprendeva i movimenti tipici dei balli giovanili. E per illustrare, nel dettaglio, tutto il lavoro svolto si è inventata una introduzione in cui una alunna (Valeria), accuratamente preparata (in estenuanti prove come gli altri) introduceva ironicamente il balletto presentando con l’ausilio di un grande televisore e di un videoregistratore i tre spot e il lavoro svolto.

Il testo recitava:

"Signore e signori buonasera, qui dipartimento scuola-educazione, questa sera vi presentiamo uno spettacolo, che é il risultato di un lungo lavoro della prima F della Zingarelli di Bari sull'educazione all'immagine.

Questi ragazzi all'inizio dell'anno hanno studiato gli elementi basilari per capire come é fatto un film, un documentario, uno spot pubblicitario.

Avrebbero voluto produrre loro un video contro la violenza e la guerra, oppure sulle condizioni di vita dei bambini nel mondo occidentale e nei paesi del terzo mondo. Purtroppo non ne hanno avuto né il tempo né la capacità forse; magari riproveranno l'anno venturo.

Per non lasciare campate in aria le conoscenze acquisite hanno realizzato uno studio sulla pubblicità.

In particolare hanno scelto tre spot sui dentifrici, li hanno catturati dal televisore col videoregistratore, li hanno analizzati dettagliatamente nelle inquadrature, nei testi e negli altri aspetti tecnici. RIGUARDIAMOLI INSIEME."

La tivù manda in onda i tre spot in successione……

Attenzione: precedentemente utilizzando due videoregistratori collegati avevamo montato in sequenza i tre spot. E tra uno spot e l’altro avevamo deciso di inserire (per vivacizzare il tutto) una brevissima comparsa di Valeria stessa, che avevamo ripreso con la telecamera e che brevissimamente prendeva in giro lo spot appena visto. Per cui il televisore proponeva in sequenza:

  1. lo spot di Colgate Total,
  2. Valeria televisiva: "Ma che forte questo dentifricio, la sua azione dura per tutta la giornata!".
  3. Lo spot di Antica Erboristeria,
  4. Valeria televisiva: "Tutto verde! stavo per addormentarmi tra il verde della natura con quella musica così rilassante…Guardiamo il terzo".
  5. Lo spot Mentadent P,
  6. Valeria televisiva: "ma che simpatico questo spot! Mentadent ti protegge come un tetto che ripara le famiglie dalle intemperie."
  7. Pausa
  8. Dialogo tra Valeria televisiva (VT)e Valeria reale(VR):
    • V.R.: "Ohh! Ancora lì?"
    • V.T. : " Oh!..scusa sono sempre un po’ invadente. Che faccio? Continuo io?"
    • V.R.: "No! Grazie".

Subito dopo Valeria, spegne il televisore e riprende:

"Come avete visto uno stesso prodotto può essere presentato in maniera completamente diversa.

Capire tutto questo in maniera non generica ma nella analisi concreta degli spot li ha, almeno in parte, vaccinati dalla dipendenza dalla pubblicità.

Lo spettacolino che vi presentiamo ha come unico scopo divertire voi e noi e invitare tutti a diventare un pubblico televisivo più libero"

Parte la base ritmica rap e subito dopo il balletto e la canzone.

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6.Considerazione finali

Partendo dall’esperienza vissuta con quei ragazzi, in queste brevi note conclusive vorrei proporre alcune riflessioni di carattere generale e di metodo sui diversi temi collegati all’educazione all’immagine e in particolare al rapporto tra bambini, televisione e pubblicità.

 

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