Il Galileo di Brecht
La paura ] L'autodenuncia ]

 

No, no, per carità, Galileo fermati!

Il libero pensiero è attaccaticcio

Come un'epidemia.

Ognuno ha da serbare il proprio rango

Chi in vetta e chi nel fango

Brecht affidò alla Vita di Galileo il proprio testamento spirituale, egli infatti morì mentre stava lavorando alla messinscena che poi non vide. L'opera, che affronta il tema della responsabilità dello scienziato di fronte alla realizzazione e all'uso delle sue scoperte, è il testo più tormentato e complesso dello scrittore, al di là del registro realistico con cui è affrontato.

Di questo testo teatrale esistono tre redazioni diverse.

  • Prima redazione - 1937-1939 (rappresentata a Zurigo nel 1943) viene scritta in Danimarca, subito dopo che i giornali avevano diffuso la notizia che i fisici erano giunti alla scissione dell'atomo dell'uranio. Qui Galilei viene descritto come un vecchio astuto e la sua abiura è una "capitolazione al servizio della verità", un modo dunque per continuare a lavorare indisturbato. E cosa possono fare gli antinazisti, esuli in patria, sotto Hitler?

  • Seconda redazione - 1945-1946 viene realizzata negli Stati Uniti insieme a Charles Laughton che ne fu anche il protagonista nella rappresentazione californiana del 1947. E' il periodo della realizzazione e del lancio dell'atomica. Galileo qui assume caratteri diversi rispetto alla prima redazione e ha una funzione diversa: ha abiurato senza che ce ne fosse la necessità e perciò deve essere condannato dal lettore e dallo spettatore. Qui è presente, nella parte finale una forte autodenucia da parte del protagonista come reo di tradimento nei confronti della scienza.

  • Terza e ultima redazione del 1957 si rifà alla precedente per quanto riguarda la soluzione finale dell'autodenuncia di Galileo ma recupera, con qualche variante, alcune scene tagliate dalla prima versione.

La storia della tre redazioni ci dimostra la complessità del ruolo dello scienziato di fronte al potere e come sia altrettanto temibile la questione della apocalittica minaccia di distruzione incombente sull'umanità che l'applicazione della scienza porta con sé.

E' un'ipoteca quella che pesa sull'avvenire della cultura e della scienza.

Non credo che la scienza possa proporsi altro scopo che quello di alleviare la fatica dell'esistenza umana; ma se apre la strada alla coercizione, la scienza può rimanere fiaccata per sempre. Ogni nuova macchina non sarà che l'incentivo a nuovi triboli per l'uomo. E quando, nei tempi dei tempi, tutto lo scopribile sarà scoperto, il progresso finirà col distogliersi dal bene delle moltitudini. Peggio ancora, tra voi scienziati e l'umanità si scaverà un abisso così grande, che ad ogni vostro Eureka risponderà un grido di orrore universale.

Ecco quindi come per il Galileo brechtiano, che è tutto novecentesco, il problema dell'esercizio del libero pensiero assuma caratteri diversi rispetto ai secoli passati. Le questioni ora si complicano, emergono le contraddizioni e Brecht, lontano dal fornire soluzione, propone dubbi, interrogativi.

 

 

Home ] Su ] Niccolò Machiavelli ] Giordano Bruno ] Galileo Galilei ] I libertini ] Sfondamenti cronologici ] Informazioni ]