CSI abum


I C.S.I. al completo



Intro


Se la penetrazione di un segmento dell'arte raggiunge il suo massimo splendore con la comparsa di entitý pensanti, che cercano di catturare l'essenza di questa impalpabile anima vagante tra mille sensazioni e centinaia di risvolti, il messaggio del Consorzio Suonatori Indipendenti Ë penetrato superando i primi strati di pelle, per andare ad incunearsi tra le cellule cerebrali di tanti esseri che nel C.S.I. hanno trovato la risposta alle proprie paure ed ansie. Uno scenario apocalittico Ë quello che il Consorzio ci propone, una vita fatta soprattutto di dolore Ë l'istantanea che il Consorzio Suonatori Indipendenti ci porge con un sorriso beffardo sulle labbra, scene di distruzione e violenza si mescolano a momenti di dolce tenerezza mistica. Una bella favola. Una bella favola originale. In un mondo costruito sulla clonazione non solo fisica, ma anche mentale, il Consorzio Suonatori Indipendenti Ë uno squarcio di luce in una giornata plumbea che non fa presagire nulla di buono. Una escalation di emozioni, una malinconica atmosfera, un elettrizzante coacervo di scatti muscolari, un condensato di strappi, un bolo musicale da assimilare con l'aiuto di menti pronte a recepire nuovi input. Sferzate. Vergate. Scudisciate. Il Consorzio Suonatori Indipendenti Ë il cantore di un'epoca confusa, votata ad una inevitabile e prematura fine. Shock. Una pistola col colpo in canna puntata in faccia ed una tremenda voglia di fare fuoco. Punk minimale. Rabbia su profili taglienti e strumenti lancinanti. Il Consorzio, strano a dirsi, produce musica che per essere compresa occorre ascoltarla. Musica per supermercati sotterranei scavati nella profonditý della Terra, brulicanti di automi comandati a distanza. Musica che pretende attenzione. Musica che lacera. La pallottola sibila nel vuoto, la sua folle corsa Ë contro il tempo, il suo capolinea reciderý muscoli, arterie ed organi, per poi andare a conficcarsi su una parete ricoperta di velluto a coste. Fotofinish. Sul filo di lana il Consorzio si volta per misurare la distanza dell'avversario. Il vuoto. Ombre minacciose si addensano. Incurante del pericolo il Consorzio continua a visitare gli anfratti dell'animo. Lampi accecanti. Fosforo a cubetti. Napalm a colazione. Non c'Ë salvezza, non c'Ë tregua, non ci sono accordi. La mente spazia ed il cuore pulsa. Le parole sembrano sassate, la musica assomiglia a perturbazioni ancestrali. Il Consorzio si chiude in difesa pronto a sferrare l'attacco. Nessun prigioniero sarý fatto, nessuna titubanza. Pensiamo a carni strappate, a brandelli tumefatti del nostro inconscio. Un brivido lungo la schiena come un lampo. Una luce accecante ci indica un impervio sentiero. Il Consorzio Suonatori Indipendenti Ë un cavallo libero di galoppare senza briglie, senza nessuno che lo obblighi ad innaturali movenze. Uno spirito capace di vagare ed esplorare. La storia del Consorzio Ë una bella favola. Una bella favola originale con l'ultimo capitolo ancora tutto da scrivere.

Andrea Tinti


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