L'Uva Grisa - banda di navigazione



COSA FACCIAMO

 

 

  Testo del libretto allegato al CD:

 

Il Veglione di Sant’Apollonia

E’ Vigliòun dla Pulógna 

Musiche tradizionali da ballo della Romagna.

 

L’Uva Grisa (uva aspra). Siamo nati a Bellaria Igea Marina (RN) nel 1981, come esperienza artistica, d’aggregazione e ricerca permanente intorno alla cultura tradizionale della Romagna. Ci siamo formati come gruppo di “radicamento”, con l’intento di scoprire  taluni valori essenziali della nostra cultura di appartenenza, da condividere e far condividere. Abbiamo svolto svariate indagini sui vissuti popolari privilegiando le narrazioni orali, i luoghi della socialità e le forme dell’espressività popolare, in particolare il repertorio dei canti contadini (canti rituali, narrativi, ecc.) e quello urbano dei canti d’osteria, che abbiamo raccolto direttamente dagli anziani pescatori bellariesi. La rielaborazione dei materiali raccolti ha dato luogo, via via, a manifestazioni musicali anche a carattere teatrale.  La nostra matrice, come gruppo musicale, si riallaccia ai modi acquisiti andando nelle osterie, e soprattutto nelle case a cantare la Pasquella,  il canto rituale di questua dell’Epifania. Per questo da sempre privilegiamo le situazioni di  strada a contatto ravvicinato con la gente. Ci piace anche suonare per far ballare. Dai primi anni ‘90, grazie alle ricerche etnomusicali e coreutiche avviate in tutta la Romagna da Pino Gala e Gualtiero Gori, ed anche ai contributi di Roberto Bucci, il nostro gruppo ha esteso la propria attività alla riproposta di balli etnici come saltarelli, furlane, manfrine, ecc. rimasti vivi nella cultura contadina fino agli anni ’50. Assieme a questi balli abbiamo ripreso il vecchio repertorio da sala: valzer, polke, mazurche, marce, scotis, ecc., composti da autori locali, spesso sconosciuti, dalla fine dell’Ottocento alla metà del Novecento.

 

Componenti

Formazione vocale e strumentale

Giuliano Albini detto Julko (voce/chitarra).

Domenico Bartoli (voce).

Gilberto Casali (fisarmonica).

Antonio Coatti (trombone).

Emanuela Di Cretico (flauti dolce e traverso/ocarine).

Gualtiero Gori (voce/mandolino/percussioni).

Mirco Malferrari (voce/chitarra/cucchiai).

Lucia Mazzotti (voce).

Pierluigi Ottaviani (voce).

Mario Venturelli (violino).

 

Gruppo di danza: Roberto Bianchini, Luca Fantini, Dianella Gori, Angela Leardini, Nino Montanari, Giorgia Nespoli, Giuseppe Scandiffio, Ermanna Scarcello, Catia Talacci.

 

 

Hanno collaborato

 

Silvia Benvenuti (violino), brani 15, 16.

Barbara Gobbi (violino), brani  15,16.

Gianluca Ravaglia (contrabbasso), brani 1,2,3,4,5,6,9,16.

 

 

“E’ Vigliòun dla Pulogna”,  è una festa da ballo che abbiamo ad organizzare da ormai tredici anni.  Era la festa con la quale Bellaria, borgata metà contadina e metà marinara, nei pressi di Rimini, celebrava la ricorrenza di Apollonia, la sua Santa Patrona. Fin dai primissimi anni del ‘900 Il “Veglione”  attirava tutta la gioventù dei paraggi. A ricordarlo nella memoria del paese è rimasto ancora il detto: “Chi vuol veder le donne belle di Bellaria venga (o vada) alla Festa di Santa Apollonia, ...ch’al porta la bàorga, ...che portano la bàorga ovvero il vistoso bordo di pizzo col quale le giovani abbellivano le sottogonne.

A suonare nel veglione c’era Carlo Brighi, detto Zaclòin, l’Anatroccolo, (1853-1915), violinista, compositore e capo della più rinomata orchestra da ballo della Romagna. Brighi era andato ad abitare a Bellaria dalla vicina Fiumicino, frazione compresa fra Savignano sul Rubicone e Gatteo, dove era nato, per allestirvi una sala da ballo stabile, o meglio: “Il Capannone Brighi”, che il periodico “La Vita Nuova” del 13 agosto 1899 descrive come “una semplice struttura coperta da un tendone dove suona un’orchestra degna di una sala dorata”. Quel capannone è rimasto immortalato da una foto scattata al suo interno nel pieno di una festa da ballo. Carlo Brighi frequentava Bellaria da prima, durante la stagione estiva veniva a suonare per il divertimento della cosiddetta  “colonia bagnante”, ovvero i villeggianti.

Poi a Bellaria nel Novecento si costruiranno nuovi locali da ballo; fino al 1940 i più famosi saranno: il “Circolo Bagnanti” e  Il “Cinema Teatro Apollo”, entrambi  ad opera dell’eclettico Erardo Lugaresi di origine Cesenate. Questi locali progettati per il divertimento dei bagnanti nella stagione balneare, durante l’inverno saranno frequentati dai residenti. Dopo la prima guerra mondiale a succedere a Carlo Brighi, nella direzione dell’orchestra, sarà il figlio Emilio, che nel 1924 chiamerà con sé Secondo Casadei (1906-1971), il giovane astro nascente del “liscio” romagnolo.

Già da qualche anno si era trasferito a Bellaria da Savignano sul Rubicone il Maestro Andrea Legni (1897-1945) detto E’ Sgus, violinista, compositore, diplomato al conservatorio di Pesaro. Andrea Legni risiederà a Bellaria fino ai primi anni ’30 lasciandovi tracce significative: avvierà corsi di musica, creerà e dirigerà una formazione bandistica e un’orchestra da ballo, con suonatori locali, che diverrà rinomata in tutta la zona. Poi si trasferirà a Rocca San Casciano (FC) vincitore del concorso di maestro della banda cittadina.

La Riviera romagnola, da Cattolica a Cervia, è stata, fino agli anni ‘60 del Novecento, ed è ancora oggi,  un luogo di forte attrazione e grande mercato stagionale per innumerevoli suonatori ed orchestrine da ballo. Piccole e grandi formazioni strumentali di professionisti e semiprofessionisti si sono esibite ovunque: sulle piattaforme di legno sul mare, sulle piste di terra battuta delle trattorie, nei cortili delle pensioni, nelle verande dei caffè, sulle terrazze degli alberghi, nelle balere i dancing. In questo fertile ambiente musicale numerosissimi sono stati i suonatori, talvolta dilettanti, che hanno suonato e scritto musica da ballo, magari per regalarla, o barattarla a cifre irrisorie alle più rinomate orchestre, e che sono rimasti sconosciuti, o comunque dimenticati.  

 

Questo disco è un omaggio a questi suonatori e al loro repertorio “dimenticato”, ed anche un piccolo tributo al nostro violinista Mario Venturelli, che di questo repertorio è figlio, per averci aiutato, poco a poco, a riscoprirlo.

 

Mario Venturelli

 

Mio babbo Francesco, che suonava il violino

Mio babbo Francesco (1908 – 1982) ha imparato il Violino dal Maestro Andrea Legni, che allora viveva a Bellaria (RN), nella zona della Cagnona. Avrà avuto circa 14 anni. In casa c’era suo zio che suonava il violino. Mio babbo nella vita ha fatto diversi mestieri: il fabbro, poi il meccanico di biciclette, poi l’operaio alla FRO (una fabbrica che produceva ossigeno), ed infine  all’AMIA di Rimini. La prima esperienza da orchestrale l’ha fatta all’età di 18 anni. Erano gli anni ’20 e andava al Cinema Teatro “Apollo” di Bellaria; con lui c’era un certo Manghin di Torre Pedrera che suonava la batteria e Alessandro Sacchini detto Malèt, che suonava il contrabbasso. Mi raccontava che ogni tanto veniva a sentirli Secondo Casadei. Mio babbo gli diceva: “Dai Secondo, vin’ fe ‘na sunèda!” Vieni a fare una suonata!. Allora nei locali suonavano fino a mezzanotte, i carabinieri andavano sempre a controllare. Per fare tardi, ai veglioni, ci voleva un permesso speciale. Ricordo che quando gli organizzatori del ballo lo venivano ad ingaggiare a casa, lui gli diceva: “Alora a mezanota se cha sfée, un brudin...?!” - Allora, a mezzanotte cosa ci preparate, un brodino?! A mezzanotte i suonatori si  fermavano, cenavano e dopo riprendevano a suonare. Era un brodo per mettere a posto lo stomaco. Mio padre tornava a casa dalle feste alla mattina che era giorno; ci portava una cassetta piena di ciambella; in casa nostra purtroppo non c’era niente, allora avevamo tutti la miseria. Appena passato il Fronte era stato Costantino, Costante Cicolla (1910–1987), a proporre a mio padre di fare un’orchestra. Da noi  c’erano i soldati polacchi che cercavano dei suonatori per le loro feste. Formarono così “L’Orchestra Azzurra” con: Costante Cicolla (piano), mio babbo Nino Venturelli (violino), Vittorio Parma ad Zanzanòun (batteria), Balducci (tromba), Pari (chitarra), Piva (sax e clarinetto), Tino (contrabbasso), Leo Della Rocca (sax tenore e violino). Delle volte li andavo a vedere, i soldati ballavano in continuazione, a volte succedevano tafferugli. E’ durato fino a che i soldati sono andati via. Poi l’orchestra si è sciolta. In seguito mio babbo ha continuato a suonare solo in occasione di qualche festa.

 

 

Il primo mandolino, le serenate, il violino

Sono nato a Torre Pedrera, frazione di Rimini, nel 1933; avrò avuto quindici anni quando sono andato a Bologna in treno a comprare il mio primo strumento, un mandolino a banjo. Mi aveva accompagnato Vito Mazzotti di Torre Pedrera, che aveva il cinema, e andava a Bologna ad affittare le pellicole; io allora ero il suo operatore. A quel primo mandolino ci avevo messo dentro una lampadina che di notte quando andavo a fare le serenate s’illuminava. Ho cercato di imparare ad orecchio le suonatine che erano di moda: “Siciliana bruna”, “Stornello a pungolo”. Avevamo formato un gruppo di amici per fare le serenate, c’era Bruno Semprini che suonava il mandolino e leggeva col sistema dei numeri, faceva il barbiere, allora i barbieri suonavano tutti il mandolino; poi c’era  Mario Sammaritani che suonava la chitarra, e delle volte assieme a noi si univa qualcuno che cantava.

A me piaceva molto il violino. Ma mio padre non voleva che glielo toccassi; così lo suonavo di nascosto. Poi sono andato a scuola da Serino Giorgetti di Santarcangelo, che era cattivo come una peste, un carattere difficile, sono andato un po’ poi ho smesso. Mio babbo preferiva che imparassi la tromba, diceva che era uno strumento che rendeva di più. Un giorno l’ho convinto a comprarmi un violino e siamo andati dal liutaio Lepri di Santarcangelo, ne aveva uno molto antico fabbricato in Germania, che è il violino che continuo ad usare ancora oggi, quando devo suonare all’aperto, come quando siamo alla Pasquella. Avrò avuto 17 anni quando ho capito che avevo le qualità. Le note le ho imparate a leggere alle scuole industriali di Rimini dal Maestro Pazzini, che era mio insegnante di musica.  Il violino l’ho imparato da solo con del grande esercizio. Le prime suonate sono state i vecchi ballabili che mio padre suonava all’Apollo di Bellaria; erano valzer  tipo “Galèt”, “Balsimelli”, “Fremito d’amore”, “Primo Maggio”. Più suonavo e più mi veniva voglia di suonare, e quando mi son messo a suonare con Costantino Cicolla mi ha preso una passione “esasperata”.

Avevo anche incominciato a suonare in chiesa alle messe, ai matrimoni e ai funerali; allora si usava suonare anche le litanie. Eseguivo anche le musiche di Secondo Casadei, andavo direttamente da lui a prendere gli spartiti; mi diceva: “Quando vieni non serve che mi chiedi le musiche, vai da solo in cantina e prendi quello che ti bisogna”. Casadei lo avevo conosciuto da Arturo Fracassi (1899-1973), un liutaio di Sant’Angelo di Gatteo (FC) suo compaesano, ero amico con entrambi; Secondo Casadei aveva un violino “Fracassi”. Dopo un po’ andai da Fracassi a chiedergli un violino per me. Mi disse che non stava troppo bene e non aveva molto tempo. Così andai dal vecchio liutaio Marino Capicchioni di San Marino, gli raccontai quello che volevo, e lui mi disse che me lo avrebbe fatto, chiedendomi solo avere pazienza. E me lo fece nel 1973, adesso ce l’ha mio figlio Fabrizio, violinista. In seguito, nel 1989, ne feci costruire un altro da Mario Capicchioni, figlio di Marino, anche lui bravo liutaio, che è quello che continuo a suonare ancora oggi.

 

Suonare con Cicolla

Costante Cicolla era un pianista diplomato, era stato un ragazzo prodigio, aveva un carattere dimesso che gli ha impedito di fare carriera; era un nobiluomo e viveva facendo lezioni di musica. Prima della guerra si era trasferito da Rimini, dove abitava in piazza Cavour, a Viserba poi a Torre Pedrera, vicino a casa mia, perché ha sposato Tullia Venturelli, cugina di mio padre. Subito dopo la guerra avevo comprato un pianoforte d’occasione e lui veniva a suonarlo per stare in compagnia. Ci trovavamo un paio di volte a settimana. Costantino portava i suoi spartiti, le sue composizioni, provavamo assieme; una suonata la potevamo provare anche venti volte di seguito. Cicolla era un bravo compositore, di notte non riusciva a dormire e componeva. In gioventù, negli anni Trenta, aveva composto anche diversi ballabili fra i quali ricordo: “Dammi i tuoi baci Fernanda”, valzer lento, dedicato a sua moglie,  la cantava con noi Valderico Mazzotti, il poeta dialettale di Torre Pedrera. Poi ricordo: “Bella Venezianina”, valzer; “Primo Valzer”; “Pina” one step; “Triste bivacco”, tango; “Vieni”, valzer lento; “Ascolta Amor”, tango; “Valzer dei cappelletti”; “Valzer romagnolo”; “No, non voglio, no”, one step. Questi ballabili avevano anche le parole e si potevano cantare, alcuni testi li ha scritti Costantino, altri il geometra Cumo di Rimini. Nel 1929, l’anno del nevone, a Rimini ci fu un nubifragio, fra i pescatori vi furono numerose vittime, morirono interi equipaggi di Bellaria e di Riccione e Cicolla compose “Triste destino” una suonata struggente per violino; poi “Serenata triste”, una romanza, “Moto perpetuo” per orchestra. Cicolla amava comporre soprattutto musica sacra: era molto devoto di S. Francesco; fra le sue opere ricordo “Meditazione Francescana”, “Credo”, “Mater Admirabilis”, “La Vergine del Carmelo” che scrisse per la nostra parrocchia di Torre Pedrera intitolata alla Madonna del Carmine. Tutti gli anni il 16 di luglio per la commemorazione della Madonna del Carmine abbiamo continuato a vederci e a fare i concerti in chiesa. Io e Cicolla abbiamo suonato assieme vent’anni, di tutto. D’estate, la sera, suonavamo da me nella pensione al mare per i clienti: ballabili, motivi classici, brani d’opera, romanze, canzoni napoletane. Lui era un genio, quando mi accompagnava al pianoforte con i suoi arpeggi variava ogni volta, si sbizzarriva, era padrone della tastiera; aveva mani grandi che prendeva due ottave ciascuna.

 

Gli A.D.A.M

Nei primi anni Settanta composi una mazurca, e la che suonai per la prima volta in duo con Cicolla;  non sapevo come chiamarla, e fu lui a suggerirmelo: “Oggi è la festa di Santa Cecilia, chiamiamola Mazurca Cecilia”. Eravamo in vena di composizioni, facevamo parte entrambi del complesso A.D.A.M. Amanti dell’Arte Musicale, che comprendeva oltre a noi due, Nino Venturelli  (violino), Mario Sammaritani (chitarra), Elio Berardi, allievo di Cicolla, (fisarmonica), Otello Mondaini (batteria), Gino Achille Bottini, che suonava ad orecchio sia il mandolino che il violino, quest’ultimo nella tonalità della viola. Con noi si univano anche Tonino Bucolli (organo e piano) e Narciso Pacini (organo). Il gruppo si era formato così: una sera,  dovevano fare una festa da ballo all’hotel Acapulco di Torre Pedrera; un certo Rossi, che era l’organizzatore, ha ingaggiato alcuni suonatori per formare un’orchestra per il Capodanno. Dopo di allora ci siamo ricostituiti in occasione di altre feste, eravamo più o meno gli stessi; ci davamo nomi diversi come: “Danzando all’antica”, “Gli Esquimesi”. Una sera per festeggiare con tutti questi suonatori  siamo andati a mangiare a Montebello di Torriana (RN) al ristorante “Da Pacini”, lì abbiamo saputo che Narciso Pacini, il proprietario, era musicista. Ci accompagnò al piano di sotto dove teneva un pianoforte con tantissima musica scritta. Anche lui componeva, ha composto l’inno religioso di Santa Cecilia ed altre musiche sacre. Da quel momento abbiamo continuato ad andare da Pacini tutti i giovedì, per mangiare e per suonare. Poi a Cicolla venne l’idea di incidere su un disco a 45 giri il fox trot “Ippocampo”, una delle sue vecchie composizioni. Ci siamo rivolti a Branzanti che aveva uno studio di registrazione a Gatteo Mare (FC), e abbiamo fatto il disco, come “souvenir della riviera romagnola”, in versione di canzone, cantata da Lena Carti.  (Rimini, 18 ottobre 2003.)

 

I brani del CD comprendono un primo corpus di musiche tratte dal repertorio di Francesco Venturelli, padre di Mario,  che risale agli anni Venti e Trenta. Numerose partiture, fra queste il “Valzer n. 16”, recano impresso, sulle trascrizioni, il timbro di “Cinema Teatro Apollo Bellaria”, il locale dove erano eseguite.  Altri brani dello stesso periodo, suonati ad orecchio da Mario Venturelli, sono Galèt, valzer e la Pula, polka. Più recente, anche se in stile tradizionale, è  la  mazurca “Cecilia” composta da Mario Venturelli nei primi anni ’70. Altri brani: Marsigliesa,  Saltarello di Bellaria, Scotis di Premilcuore, Quadriglia-Ballarella, Galop Fuggi fuggi, sono rielaborati da documenti originali reperiti attraverso il lavoro di ricerca sul campo condotto in Romagna da Giuseppe Michele Gala e  Gualtiero Gori,  nel corso degli anni ’90, parzialmente pubblicato in 2 CD intitolati "Vecchi balli di Romagna" nella collana Ethnica a cura delle edizioni TARANTA di Firenze. Nella seconda parte vi sono i valzer lenti “Dammi i tuoi baci Fernanda” e “Vieni” composti da Costante Cicolla negli anni Trenta, e “Sulle Onde del Mar Rosso” di Achille Gino Bottini, composto in condizione di prigionia in Africa durante la seconda guerra mondiale. Queste musiche sono eseguite dal complesso amatoriale “A.D.A.M.” durante le “prove”. Le registrazioni sono state effettuate negli anni 1970/1971 da Achille Gino Bottini utilizzando un registratore a bobine Grundig a quattro tracce. Vi sono  “Farfalla rossa”, one step, e “Ricordo di Bussecchio”, polka, che appartengono al repertorio da ballo mandolinistico diffuso a stampa negli anni fra le due guerre.

 

1.        Fremito d’amore, Valzer, Tradizionale / Autore: Alfredo Barbirolli.

 

Mario Venturelli: violino; Giuliano Albini (Julko): chitarra; Mirco Malferrari: chitarra; Gianluca Ravaglia: contrabbasso.

 

Valzer lento, edito in Francia; sulla copia dello spartito è appuntata la data 1936, probabile anno d’edizione. Il brano appartiene al repertorio di Francesco Venturelli (1908-1982). Questo valzer è stato rilevato anche nel repertorio d’altri violinisti popolari dell’area sud della Romagna: Antonio Cellarosi di Pietracuta PU (1915-1995) e Giuseppe Marchini di San Giovanni in Marignano RN (n. 1912).

 

2.        Cecilia, Mazurca, Tradizionale / Autore: Mario Venturelli.

 

Mario Venturelli: violino; Giuliano Albini (Julko): chitarra; Mirco Malferrari: chitarra; Gianluca Ravaglia: contrabbasso.

 

Unico ballabile composto da Mario Venturelli.

Discografia: Giuseppe Michele Gala e Gualtiero Gori (a cura di), Vecchi balli di Romagna, Ethnica n. 17, Firenze Ed. Taranta, 1998. brano n. 12. Esecutori: Mario Venturelli (violino) e Piero Neri (chitarra).

 

3.        La Pula, Polka, Tradizionale / Autore: Sconosciuto.

 

Mario Venturelli: violino; Giuliano Albini (Julko): chitarra; Mirco Malferrari: chitarra; Gianluca Ravaglia: contrabbasso.

 

Uno dei primi brani appresi al mandolino da  Mario Venturelli in gioventù. Suo informatore, il violinista Leo Della Rocca, di Viserbella di Rimini.

Discografia: Gualtiero Gori e Giuseppe Michele Gala (a cura di), Vecchi balli di Romagna, Ethnica n. 9, Firenze Ed. Taranta, 1994. brano n. 31. Esecutori: Antonio Giampaoli (mandolino), Enzo Antinori (chitarra); si tratta della polka “Briosa”, cavallo di battaglia del mandolinista Giampaoli, che presenta caratteri simili a “la Pula”. Cfr. anche la “Polka ‘D Lanzarén” eseguita da Melchiade Benni (violino) e Bruno Zanella (chitarra) nelle due registrazioni contenute in: Placida Staro (a cura di), I Suonatori della Valle del Savena, Concerto a Bologna, Udine, NOTA, CD 389, anno 2002, brano n.27;  e in: Placida Staro (a cura di) CD 2 allegato a Le Vie del Violino, Udine, NOTA CD book 2002, brano n. 16.

 

 

4.        Galèt, Valzer, Tradizionale / Autore: Sconosciuto.

 

Mario Venturelli: violino; Giuliano Albini (Julko): chitarra; Mirco Malferrari: chitarra; Gianluca Ravaglia: contrabbasso.

 

Valzer di tradizione orale dal repertorio di Francesco Venturelli (1908-1982).

Discografia: Gualtiero Gori e Giuseppe Michele Gala (a cura di), Vecchi balli di Romagna, Ethnica n. 9, Firenze Ed. Taranta, 1994. brano n. 8. Esecutori: Mario Venturelli (violino), Mario Arlotti (mandolino), Gianni Fattini (fisarmonica), Mirco Malferrari (chitarra).

 

5.        Marsigliesa,T’atcurte Marièta”, Tradizionale / Autore: Sconosciuto

 

Mario Venturelli: violino; Emanuela Di Cretico: flauto dolce; Gilberto Casali: fisarmonica; Gerard Antonio Coatti: trombone; Giuliano Albini (Julko): chitarra; Mirco Malferrari: chitarra.

 

Questa danza è stata riscontrata a Modigliana e a Tredozio in forma sia cantata che strumentale.

Informatori: Paolo Assirelli (n. Modigliana FC 1924). Caterina Linari (nata a Modigliana FC 1907) Registrazione effettuata  a Modigliana da Giuseppe Michele Gala e Gualtiero Gori il 31.8.1993.

Bibliografia: Francesco Balilla Pratella (a cura di) Etnofonia di Romagna, Udine, 1938. pp. 195-196

Discografia: Giuseppe Michele Gala e Gualtiero Gori (a cura di), Vecchi balli di Romagna Ethnica n. 17, Firenze Ed. Taranta, 1998. brano n. 17. Esecutori: Roberto Bucci (violino) e Gualtiero Gori (chitarra).

 

T’arcurte Marièta ca somia te pre

Saltamia balamia a zugamia a tajé

 

Te rat e’ bicir

Tu ci t’ bu tot e ven

 

T’arcurte Marièta che  a que u se sta bon

T’arcurte Marièta che a  que u se sta bon

 

 

Ti ricordi Marietta quando erevamo sul prato

Ballavamo, saltavamo giocavamo a tagliare

 

Hai rotto il bicchiere

Ti sei bevuta/o tutto il vino

 

Ricordi Marietta che qua si sta bene

Ricordi Marietta che qua si sta bene

 

 

 

6.        Balsimelli, Valzer, Tradizionale / Autore: Sconosciuto.

 

Mario Venturelli: violino; Emanuela Di Cretico: flauto dolce; Giuliano Albini (Julko): chitarra; Mirco Malferrari: chitarra; Gianluca Ravaglia: contrabbasso.

 

Valzer di tradizione, con apposto sulla  trascrizione la data  24.11.1931, dal repertorio di Francesco Venturelli (1908-1982)

Discografia: Gualtiero Gori e Giuseppe Michele Gala (a cura di), Vecchi balli di Romagna, Ethnica n. 9, Firenze Ed. Taranta, 1994. brano n. 26. Esecutori: Mario Venturelli (violino), Giuliano Albini (chitarra), Mirco Malferrari (chitarra).

 

7.        Scotis di Premilcuore, Tradizionale / Autore: Sconosciuto.

 

Mario Venturelli: violino; Emanuela Di Cretico: ocarina; Gilberto Casali: fisarmonica; Gerard Antonio Coatti: trombone; Giuliano Albini (Julko): chitarra; Mirco Malferrari: chitarra.

 

Informatore: Gino Mainetti.

Registrazione effettuata  a Premilcuore FC da Giuseppe Michele Gala il 27.2.1994

Discografia: Gualtiero Gori e Giuseppe Michele Gala (a cura di), Vecchi balli di Romagna, Ethnica n. 9, Firenze Ed. Taranta, 1994. brano n. 22. Esecutore: Gino Mainetti (fisarmonica).

 

8.        Saltarello di Bellaria, Tradizionale / Autore: Sconosciuto.

 

Mario Venturelli: violino; Emanuela Di Cretico: ocarina; Gilberto Casali: fisarmonica; Gerard Antonio Coatti: trombone; Giuliano Albini (Julko): chitarra; Mirco Malferrari: chitarra.

 

Informatore: Marco Scarpellini detto Marcòti (n. San Mauro Pascoli 1931); il brano, racconta Scarpellini, di averlo appreso da  ragazzo all’armonica a bocca dal fisarmonicista Egidio Lazzarini detto Gin ad Camór  (1893-1958) di Bellaria RN. Questa versione di saltarello è attestata in tutti i paesi dell’entroterra bellariese: San Mauro Pascoli, Gatteo, Savignano, Santarcangelo, Poggio Berni, Borghi.

Registrazione effettuata  a Bellaria (RN) da Mario Arlotti e Gualtiero Gori il 5.12.1986

Discografia: Gualtiero Gori e Giuseppe Michele Gala (a cura di), Vecchi balli di Romagna, Ethnica n. 9, Firenze Ed. Taranta, 1994. brano n. 11. Esecutori: Marco Scarpellini (fisarmonica) e Mirco Malferrari (chitarra); cfr. anche il  brano n. 1 eseguito alla fisarmonica da Mario Casadei.

 

 

9.        Valzer n. 16, Tradizionale / Autore: Sconosciuto.

 

Mario Venturelli: violino; Giuliano Albini (Julko): chitarra; Mirco Malferrari: chitarra; Gianluca Ravaglia: contrabbasso.

 

Dal repertorio del violinista Francesco Venturelli (1908-1982). Trascrizione originale: Archivio priv. Mario Venturelli.

 

 

10.     Dammi, Fernanda, i tuoi baci!..., Valzer lento / Autore: Costante Cicolla.

 

Mario Venturelli: 1°violino; Francesco Venturelli:  2°violino; Gino Achille Bottini: mandolino; Costante Cicolla: pianoforte; Elio Berardi: fisarmonica; Mario Sammaritani: chitarra; Otello Mondaini: batteria.

 

Registrazione di Achille Gino Bottini, anni 1970/1971

Archivio priv. Vincenzo Bottini.

Di questo valzer, Cicolla (1910 – 1987), è autore anche dei versi:

 

Se tu mi guardi, Fernanda,

con quei lucenti occhi blu,

un desiderio m’invade...

non so resistere più...

 

Dammi, Fernanda, i tuoi baci!...

Ti darò in cambio l’amor:

Voglio baciar la tua bocca,

vedere i tuoi occhi brillar come il sol

Come il profumo d’un fior

Spargi l’ebbrezza d’amor...

Dammi, Fernanda, il tuo cuor,

dammi la felicità

 

 

Quando ti sogno, Fernanda,

ti sento tutta per me,

ma poi tremendo è il risveglio

e cerco in van chi non c’è

 

(Orchestra)

Come il profumo di un fior

Spargi l’ebbrezza d’amor...

Dammi, Fernanda, il tuo cuore

dammi la felicità.

 

 

 

 

11.     Farfalla rossa, One step, / Autore: G. Dimasi

 

Mario Venturelli: violino; Emanuela Di Cretico: flauto dolce; Gilberto Casali: fisarmonica; Gerard Antonio Coatti: trombone; Giuliano Albini (Julko): chitarra; Mirco Malferrari: chitarra.

 

Pubblicata nel periodico Il Mandolino, Giornale di Musica Quindicinale, Torino, A XXXIX n. 12 30.6.1930 Partitura originale, Archivio priv. Stefano Zuffi.

Discografia: Suonatori della Valle del Savena, I rest d’la sòzia, Udine, NOTA, CD 387, anno 2002, brano n.18. Cfr. anche la “Farfallina rossa” eseguita da Melchiade Benni (violino) e Bruno Zanella (chitarra) in Placida Staro (a cura di) CD 2 allegato a Le Vie del Violino, Udine, NOTA CD book 2002, brano n. 10.

 

12.     Sulle Onde del Mar Rosso, Valzer / Autore: Achille Gino Bottini.

 

Gino Achille Bottini: 1° violino; Mario Venturelli: 2° violino; Francesco Venturelli: 2° violino; Costante Cicolla: pianoforte; Mario Sammaritani: chitarra; Otello Mondaini: batteria.

 

Gino Achille Botttini, (Viserba di Rimini 1906 – 1991), era un raffinato suonatore di violino, che suonava accordato a viola, e di mandolino. Non sapeva leggere la musica e suonava ad orecchio. Negli anni della prigionia in Africa, durante la seconda Guerra mondiale, compose questo valzer. Ha lasciato varie registrazioni in cui suona vari strumenti in sovra incisione. Al violino o mandolino sovrappone seconde voci suonate col violino accompagnandosi con la chitarra acustica e talvolta con quella elettrica. Il repertorio spazia da ballabili a brani classici fino alle canzonette.

 

Registrazione di Achille Gino Bottini, anni 1970/1971

Archivio priv. Vincenzo Bottini.

 

Discografia Gualtiero Gori e Giuseppe Michele Gala (a cura di), Vecchi balli di Romagna, Ethnica n. 9, Firenze Ed. Taranta, 1994. brano n. 7- Esecutori (in sovra incisione) Gino Achille Bottini (violino 1°, violino 2°[accordato a viola]  e chitarra).

 

 

 

13.     Ricordo di Bussecchio, Polka / Autore: Francesco Tentarelli.

 

Mario Venturelli: violino; Emanuela Di Cretico: flauto dolce; Gilberto Casali: fisarmonica; Gerard Antonio Coatti: trombone; Giuliano Albini (Julko): chitarra; Mirco Malferrari: chitarra.

 

Dedicata dall’autore all’Esimo M° Domenico De Giovanni, Prop. Ditta F.lli Cocchi - Bologna. Partitura originale a stampa: Archivio priv. Stefano Zuffi.

 

14.     Vieni! Valzer lento – barcarola / Autore: Costante Cicolla

 

Mario Venturelli: 1°violino; Francesco Venturelli: 2°violino; Gino Achille Bottini: mandolino; Costante Cicolla: pianoforte; Elio Berardi: fisarmonica; Mario Sammaritani: chitarra; Otello Mondaini: batteria.

 

Registrazione di Achille Gino Bottini, anni 1970/1971

Archivio priv. Vincenzo Bottini.

 

 

15.     Quadriglia-Ballarella / Autore: Cesario Mazza

 

Emanuela Di Cretico: flauto dolce; Mario Venturelli: violino; Silvia Benvenuti: violino; Barbara Gobbi: violino; Gilberto Casali: fisarmonica; Gerard Antonio Coatti; trombone; Giuliano Albini (Julko): chitarra; Mirco Malferrari: chitarra.

 

Cesario Mazza ha composto questo brano ispirandosi alle atmosfere musicali dei suoi viaggi, da camionista, nel Sud Italia

Informatore: Cesario Mazza (13.1.1934, Torriana RN)

Registrazione effettuata  a Villa Verucchio RN da Gualtiero Gori il 6.5.1996

Discografia: Giuseppe Michele Gala e Gualtiero Gori (a cura di), Vecchi balli di Romagna Ethnica n. 17, Firenze Ed. Taranta, 1998. brano n. 22. Esecutore: Cesario Mazza (fisarmonica).

 

16.     Fuggi fuggi, Galoppo, Tradizionale / Autore: Anonimo

 

Mario Venturelli: violino principale; Silvia Benvenuti: violino; Barbara Gobbi: violino; Emanuela Di Cretico: ocarina; Gilberto Casali: fisarmonica; Gerard Antonio Coatti; trombone; Giuliano Albini (Julko): chitarra; Mirco Malferrari: chitarra; Gianluca Ravaglia: contrabbasso.

 

Informatore: Vincenzo Rossi detto “Cencio” (S. Sofia FC, 17.3.1918 ).

Registrazione effettuata  a Strada S. Zeno di Galeata FC da Gualtiero Gori il 29.7.1993

Discografia Gualtiero Gori e Giuseppe Michele Gala (a cura di), Vecchi balli di Romagna, Ethnica n. 9, Firenze Ed. Taranta, 1994. brano n. 27. Esecutore: Vincenzo Rossi (fisarmonica).

 

 

Realizzazione, esecuzione e arrangiamenti: L’Uva Grisa

 

Registrato in presa diretta al Teatro Petrella di Longiano (FC) nei giorni 7, 8, 9 aprile 2003 da Paolo Zavaglia e Daniele Torri

 

I brani 14,15,16 sono stati registrati da Achille Gino Bottini a Montebello di Torriana RN  e a Rimini nel 1970/1971. Acquisizione digitale 24bit/96kHz da bobine: Paolo Zavaglia

 

Editing e mixaggio: Paolo Zavaglia presso FABRICA SONORA (Rimini)

 

Mastering: Bob Fix

 

Fotografie:

 

1.        In copertina: “Ballata”, di Romano Buratti, cm. 29X48 - olio su tela, anno 2001

2.        Mario Venturelli alla rassegna dei canti della pasquella.  Motecarotto (AN), 1990. Foto: Danilo Antolini.

3.        Da sinistra: Mario Arlotti (mandolino), Mario Venturelli (violino), Mirco Malferrari (chitarra) ad “Aspettando il maggio”. Polverigi (AN), 1991 Foto: Danilo Antolini.

4.        Gli ADAMS, Festa da ballo a Torre Pedrera, primi anni ’70. Da sinistra: Francesco Venturelli (violino), Costante Cicolla (pianoforte), Mario Venturelli (violino),  Elio Berardi (fisarmonica), Mario Sammaritani (chitarra). Foto: Archivio Mario Venturelli.

5.        I suonatori dell’Uva Grisa al Teatro Petrella di Longiano durante le registrazioni di questo disco, 9.4.2003. Foto: Viterbo Fotocine-Longiano

6.        I ballerini dell’Uva Grisa a “Bacco, Tartufo e Venere”. Mondaino 16.1.2003. Foto: Gualtiero Gori

 

Ringraziamo

 

Il Comune di Longiano e Stefano Bellavista, per avere messo a disposizione il Teatro Petrella per le registrazioni.

Vincenzo Bottini, per le registrazioni di Achille Gino Bottini.

 

Progetto: Musiche etniche e tradizionali della Romagna. Vol. 2

a cura di Gualtiero Gori

 

L’Uva Grisa Associazione culturale

Via Wally, 1

47900 Rimini RN

 

Info. 0541 - 727644

uvagrisa@tin.it

http://space.tin.it/musica/gualgori 

 

Distribuzione NOTAmusic  WWW.NOTA.IT
p.o. box 187 - 20/9 v. cuneo - 33100 UDINE (Italy)
tel.&fax. 00 39 0432 582001

 

 

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