Appunti di viaggio è una sorta di album dove abbiamo collezionato, pur alla rinfusa, alcune tracce significative del nostro cammino: ritagli di giornali, lettere, estratti da depliant e volantini dei nostri spettacoli, progetti ecc. Ciascuna tessera, ordinata cronologicamente, racconta una specifica realtà che, se non sempre riesce a spiegare i fatti, può tradurli e rappresentarli metaforicamente.  Ognuna, assieme alle altre, costituisce la tessera di mosaico ancora più grande in cui si profila una sorta di autobiografia di gruppo. Rileggerla ogni tanto ci aiuta a riflettere per capire quali cose sono state importanti e quali no; ciò che è contato e la piega che hanno preso certi incontri, che rapporto hanno assunto non solo rispetto al caso ma anche alle scelte fondamentali che poi abbiamo fatto. E ci stimola,– cosa quanto mai incoraggiante, dopo più di vent’anni di attività – a voler fare altre esperienze.



APPUNTI DI VIAGGIO

Diari di Parigi 25/27 maggio 2007

 

LO SPECCHIO DELLA CAMERA NUMERO 106

Di Ermanna Scarcello

 

 

Eccomi di nuovo in via Pintor n. 5.  Ecco che il vortice quotidiano tenta di riprendermi: Montecucco- spettacolo di fine anno- ancora Montecucco- circuito perenne “ protezione mamma” ecc..ecc...

Che strano! Non ce la fa!  Si avvicina….qualcosa lo respinge…

E’ lo specchio della stanza n.106 ( il codice meglio non dirlo, non si sa mai…)!

Che meraviglia! Era magico! E, ancora più strabiliante, deve aver trasmesso la magia anche allo specchio di casa mia ( rima non voluta)! Spero proprio che duri…

Vi è mai capitato di essere così stanchi, alla sera, da passare veloci davanti allo specchio per non essere costretti a guardare l’immagine riflessa e  dover esclamare

“ Oh mio Dio!” ?

Bè, nella stanza numero 106 (codice segreto) c’era uno specchio magico.

26 maggio- sabato sera- giornata densa e vissuta

Mi guardo, e lo specchio mi rimanda un’immagine felice. No, non sono le parole generose e rassicuranti di Lucia:- Hai una bella pelle abbronzata…non hai molta cellulite…

Mi sento bella perché sono parte di un tutto armonico: i gargarismi di Lucia che mi svegliano all’alba;  il mercato che ci avvolge ( e ci sconvolge) con i suoi odori; questi francesi sorpresi e increduli che, e non potrebbe essere altrimenti, pian piano si scalderanno (ore 8 e 30…gradi…); Angela e Giorgia già pronte alle spese parigine; la dolce e divertita riservatezza di Gianluca; …e quella voglia di “PARIGI INSIEME” che ci fa dimenticare le regole della buona educazione ( quanti di noi saprebbero raccontare cosa hanno visto al museo?) e ci porta, i posteri stenteranno a crederlo, a ballare il saltarello sotto la torre Eiffel (  sotto l’occhio vigile di Jacques e Georges); …e ancora Gianni e company che tentano di sfuggire a quell’occhio vigile, cercano di prender tempo, per regalare un ultimo canto a Parigi, mentre il povero Erriques gira disperatamente in tondo con il pullman.

SIAMO BELLISSIMI.

Mi guardo: una piccola ruga ancora la vedo, ma lentamente si distende ( a casa mi ci vogliono quintali di creme!) e scomparirà: dai Gualtiero! L’aereo ci ha visti separati, l’arrivo sì, è stato forse un po’ deludente, Jacques e Georges ci hanno scrutati per un po’ ( abituati a Svizzeri e Tedeschi hanno bisogno  di tempo!) e questi mercati indifferenti e frettolosi… ma  decolliamo, e tu lo sai!

27 maggio- domenica sera- giornata superdensa e stravissuta- freddo glaciale

Incredibile, i miei occhi brillano ancora delle immagini della giornata. La piccola ruga è scomparsa.

Siamo Spagnoli? Siamo Baschi? Siamo Gitani? Cosa importa? La nostra presenza ai mercati si sente! Gli ambulanti sorridono, questi francesi metodici, ordinati e programmati si fermano, qualcuno si lascia coinvolgere, Jacques e Georges ormai sono irrimediabilmente contagiati ( poteva essere altrimenti?), Angela avrà provato almeno due vestiti.

Verranno in tanti alla Promenad des Anglais?

Andiamo a pranzo con il sindaco di Rimini. A parte il messaggio di mia figlia “ Che culo mamma! Vai a Parigi per ritrovarti…..”, la serenata di Pierluigi per l’intera delegazione, tra luci soffuse e poltroncine rosse, è veramente coinvolgente.

Fuori piove e fa un freddo cane, ma dentro l’atmosfera è tutta nostra.

Niente festa. Niente promenad. Ma l’Uva grisa, tutta pigiata sul piccolo palco ( Dio come traballa!) riesce a vincere la pioggia e a far sembrare mille i pochi ombrelli aperti: una bella vinchia sotto la pioggia, il sindaco di Saint Maur  che sorride dall’alto dei suoi ottantadue anni e perché no un saltarello?

E via verso Monmartre! L’orecchio mi fa male, mi manca il mio specchio magico. Incredibile però, non sono più tanto sorda se riesco, in macchina a conversare con Julco (non sei tu Julco a non farti capire, è il tuo timbro di voce che non funziona con la mia sordità ). Parliamo di gemellaggio.Se ne potrebbe fare una ricerca, magari romanzata. Perché con Saint Maur? Questi francesi faticosi…in Belgio sì, bellissimo gemellaggio! Ma sarà domani a fugare definitivamente tutte le ultime nostre piccole perplessità. Lieviteremo con passi leggeri sui tappeti dell’Hotel De Ville, non saremo Baschi, o Gitani, o Spagnoli, saremo L’UVA GRISA e Gualtiero,  nell’esprimere le nostre emozioni, il nostro vissuto, riuscirà a mettere in difficoltà  le ottime capacità di interprete di Katia.

Questo piccolo bar dalle vetrate di plastica a Monmartre risuona delle nostre risate: chissà se in una serata almeno un po’ più tiepida quei pittorucoli sarebbero riusciti a cogliere lo sguardo impresario di Giuseppe, la voce imponente di Gianni, il sorriso delicato e curioso di Angela!

Ancora freddo cane. Accidenti, con le sue vie degli artisti Monmartre era proprio per noi!

Le stradine avrebbero visto Giorgia e Roberto ballare il tango, seguiti da Venturelli e Aldo con il suo boemienne impermeabile bianco; Angela girare misteriosa tra le bottegucce; Pierluigi e Gianni  cantare qualche dolce serenata alle pittrici sperando così di addolcirne la mano e… il nostro portafoglio; Julco far mostra della sua splendida cravatta rosa e momento magico… dalla torre Eiffel a Monmartre  : SALTARELLO!

Katia avrebbe camminato chiacchierando allegramente con Jacques e Georges

 ( ormai l’adorano!) e chissà se l’ultimo metrò…

L’ultimo metrò! Specchio magico! Se è vero che una sana risata ringiovanisce, ormai siamo diventati lattanti. Se contagia, domani questa metropolitana solitaria e intricata (.. M3..no A3..ascensore sì, ascensore no..spingiamo il pulsante,no, si aprirà da solo….non trovo più il mio biglietto, esco appiccicata a Lucia…) questa Vincennes deserta ( ore 2, Pierluigi non demorde” ..ci siamo fermati qui a visitare questo castello, peccato per voi che non possiate…), questi taxi dell’ultima ora(…scusi, sa dove ci deve portare? Le passo Jacques, così glielo spiegherà….) rimbomberanno ancora delle nostre risate.

Ormai siamo bellissimi. Grazie UVA GRISA.

NOTA BENE     Lo specchio della stanza numero 106 non mi rimanda neppure un’occhiaia o un leggero mal di schiena dopo la nottata

FOLLE….passionale…..travolgenteimpetuosa

focosa

indimenticabile      con….

SOS   AIUTO! Il vortice tenta di riprendermi! Uva grisa, partiamo ancora!!!!!

 

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