L'Uva Grisa - banda di navigazione



 

La Borgata che danza  2004

alle radici della musica popolare XIIa edizione

Bellaria Igea Marina (RN) 14-15-16 maggio 2004

 

La festa che cos’è…

 

“La borgata che danza”, conosciuta anche come Festa della Borgata, è dedicata alle radici della musica popolare; si tiene ogni anno, il terzo fine settimana di maggio alla Borgata Vecchia di Bellaria, nelle vie Ionio e Romea. E’ nata nel 1993 con l’intento di creare un forte momento di socializzazione nel paese nel suo “passaggio” alla stagione estiva, che riportasse alla luce l’antico nucleo urbano e si legasse al suo tessuto umano.

La manifestazione, infatti, coinvolge ogni spazio domestico; i cortili interni si trasformano in osterie (La Speranza, da Guiròin, da Magnùl, da Marascòun) dove le famiglie del posto cucinano cibi tradizionali. Gruppi spontanei di suonatori popolari che provengono da tutt’Italia, e sono espressione delle diversità e della ricchezza delle nostre culture tradizionali, si muovono nelle strade e nelle osterie dove improvvisano canti ed eseguono balli in piena libertà fra la gente.

I momenti principali della festa sono: Festadaballo (16 maggio), il “ballonzolo di primavera” che apre la festa con un programma musicale dedicato al più antico repertorio da ballo della Romagna; Girotondo e Borgosteria (17 e 18 maggio) sono un invito a bisbocciare in allegria;  a bere e  mangiare nel fragore delle cantate e delle suonate; a tutto ciò fa da contrappeso, alla mezzanotte del sabato (17 maggio), la dolce Inserenata, quando i suonatori accordano gli strumenti e le voci e inversano canti d’amore alle ragazze compiacenti e alle dame di passaggio; Balloinpiazza (17 e 18 maggio) si svolge nello slargo dell’antica via Romea, ed è il luogo più adatto per ascoltare, uno di seguito all’altro, i cantanti e i suonatori che partecipano alla festa; Inmostra, comprende due piccoli spazi espositivi messi a disposizione di artisti, artigiani o collezionisti per presentare le proprie opere; Primisuoni e Primipassi sono brevi itinerari didattici per conoscere da vicino i gruppi ospiti ed apprendere direttamente da loro i primi elementi tecnici degli strumenti tradizionali e i passi base di alcune delle danze eseguite durante la manifestazione.

La “borgata che danza” è anche un’occasione di incontro e di confronto fra culture e generazioni diverse; un luogo nel quale si realizza un felice connubio in cui gli studi, le ricerche, la didattica sulla musica popolare prodotti dal Laboratorio di documentazione e ricerca sociale del Comune di Bellaria Igea Marina, trovano un contesto ideale per mettersi alla prova e dare nuova vita a linguaggi e forme espressive che appartengono a quei vissuti popolari in cui tutti affondiamo le radici.

 IL PROGRAMMA DELLA FESTA

Venerdì 14 maggio

Festadaballo

Ore 21: Osteria Da Marascòun (Arena Olimpia) Danze etniche e tradizionali della Romagna e dintorni con L’Uva Grisa (RN)

Inmostra

Poco dopo la mezzanotte alla Torre Saracena (Via Torre 75),  inaugurazione di IN SOSPENSIONE, allestimento di Nicolatta Casali

Sabato 15 maggio

Primisuoni: Stages di musica etnica di 6 ore (Prima parte)

Ore 15 -18: La vocalità nel Salento, a cura di Anna Cinzia Villani (quota di iscrizione Euro 30,00).

Ore 15 -18: L’ocarina, a cura di Emanuela Di Cretico (quota di iscrizione Euro 50,00).

 Primipassi

Ore 18 - 19.30: I balli piemontesi e occitani, a cura del gruppo Viouloun d’Amoun

 Girotondo

Ore 20 – 24: Nelle osterie incontri in libertà con: Trio Organetti di Montalto; La Compagnia del Saltarello Ascolano (Marche); L’Uva Grisa; Luigi Mellini & Paolo Giorgini (Romagna), Miriam Scarcello e Gianni Savarese; Anna Cinzia Villani e Valentino Santagati (Puglia e Calabria), Viouloun d’Amoun (Piemonte).

 BalloinpiazzaVia Romea

Ore 20.30 – Trio di Organetti di Montalto (AP)

Ore 21.15 –  Anna Cinzia Villani e Valentino Santagati (Puglia e Calabria)

Ore 22.30 – Viouloun d’Amoun (CN)

 L'inserenata

Ore 24 circa: canti d'amore notturni

 

Domenica 16 maggio

Primisuoni: Stages (seconda parte)

Ore 10 - 13: La vocalità nel Salento a cura di Anna Cinzia Villani.

Ore 10 - 13: L’ocarina, a cura di Emanuela Di Cretico.

 Primipassi

Ore 16: Il saltarello marchigiano, a cura della Compagnia del Saltarello Ascolano.

Circolazioni circoliniche

Dalle ore 17 Il Circolino presenta  uno spettacolo clawnesco itinerante per i bambini

 Primidischi

Ore 17.30: Presentazione di “Alzati su belin che il giorno è chiaro” e “Il Veglione di Santa Apollonia”, a cura del Gruppo dell’Uva Grisa 

Girotondo

Ore 20 - 24 N’Ddjae (Romagna-Senegal); Trio Organetti di Montalto e La Compagnia del Saltarello Ascolano (Marche), Miriam Scarcello e Gianni Savarese; Anna Cinzia Villani e Valentino Santagati; (Puglia e Calabria), Viouloun d’Amoun (Piemonte); Francesco Cavuoto (Puglia).

 Balloinpiazza: Via Romea

Ore 20 - Francesco Cavuoto (Carapelle FG)

Ore 20.45 – La Compagnia del Saltarello Ascolano (Ascoli Piceno)

Ore 21.45 – Cheneparlammoaffa’ (Calabria e Campania)

Ore 22.45 – N’Ddjae (Rimini-Dakar)

 

Inmostra

Le ocarine di Giorgio Pacchioni, costruttore

Le bici dei vecchi mestieri ambulanti di Maurizio Urbinati

In Sospensione, allestimento di Nicoletta Casali alla Torre Saracena (Via Torre, 75)

 

Si ringraziano le donne della Borgata per le decorazioni floreali

 Direzione artistica, Gualtiero Gori (Tel. 0541 343746)

 Segreteria organizzativa, Antonella Montanari (Tel. 0541 – 343747)

e-mail g.gori@comune.bellaria-igea-marina.rn.it

Coordinamento osterie Bramante Vasini 0541 344777

 Info. dettagliate sul programma: www.comune.bellaria-igea-marina.rn.it/laborgata

 

COMUNE DI BELLARIA IGEA MARINA

ASSESSORATO ALLA CULTURA

LABORATORIO DI DOCUMENTAZIONE E RICERCA SOCIALE

COMITATO DELLA BORGATAVECCHIA

 

Schede Suonatori

 

L’UVA GRISA - uva aspra (RN) musiche etniche e tradizionali della Romagna

Giuliano Albini (Julko) (voce/chitarra), Domenico Bartoli (voce), Gilberto Casali (fisarmonica), Antonio Coatti (trombone), Emanuela Di Cretico (flauti dolce e traverso/ocarine), Gualtiero Gori (voce/mandolino/percussioni), Mirco Malferrari (voce/chitarra/organetto/cucchiai), Lucia Mazzotti (voce), Pierluigi Ottaviani (voce), Gianluca Ravaglia (contrabbasso), Mario Venturelli (violino) , Aldo Veronesi (Violino).

Gruppo di danza: Roberto Bianchini, Luca Fantini, Dianella Gori, Angela Leardini, Nino Montanari, Giorgia Nespoli, Giuseppe Scandiffio, Ermanna Scarcello, Catia Talacci.

 Il gruppo nasce a Bellaria Igea Marina (RN) nel 1981, come esperienza artistica, d’aggregazione e ricerca permanente intorno alla cultura tradizionale della Romagna. Si costituisce come gruppo di “radicamento”, con l’intento di scoprire  taluni valori essenziali della propria cultura di appartenenza, da condividere e far condividere. Ha svolto svariate indagini sui vissuti popolari privilegiando le narrazioni orali, i luoghi della socialità e le forme dell’espressività popolare, in particolare il repertorio dei canti contadini (canti rituali, narrativi, ecc.) e quello urbano dei canti d’osteria, che ha raccolto direttamente dagli anziani pescatori bellariesi. La rielaborazione dei materiali raccolti ha dato luogo, via via, a manifestazioni musicali anche a carattere teatrale.  La sua matrice, come gruppo musicale, si riallaccia ai modi acquisiti andando nelle osterie, e soprattutto nelle case a cantare la Pasquella,  il canto rituale di questua dell’Epifania. Per questo da sempre preferisce le situazioni di  strada a contatto ravvicinato con la gente. Ama anche suonare per far ballare. Dai primi anni ‘90, grazie alle ricerche etnomusicali e coreutiche avviate in tutta la Romagna da Pino Gala e Gualtiero Gori, ed anche ai contributi di Roberto Bucci, il gruppo ha esteso la propria attività alla riproposta di balli etnici come saltarelli, furlane, manfrine, ecc. rimasti vivi nella cultura contadina fino agli anni ’50. Assieme a questi balli ha ripreso il vecchio repertorio da sala: valzer, polke, mazurche, marce, scotis, ecc., composti dalla fine dell’Ottocento alla metà del Novecento da autori locali, spesso sconosciuti.

 GRUPPO Organetti di Montalto (AP)

Giuseppe Ubaldi: organetto 2 bassi e cembalo

Nello Polini: organetto 2 bassi

Lino Gabrielli: organetto gnacchere e cembalo

Terenzio Orazi: organetto e bassi

Gabriele Rossi: voce

 I suoi componenti,   che provengono in gran parte da Montalto (AP), vivono ormai stabilmente in Romagna, dove sono immigrati sul finire degli anni ’50. Il gruppo presenta un repertorio tradizionale strumentale da ballo proveniente dalle vallate del Piceno: dai saltarelli, ai valzer, alle polche, alle mazurche, fino al repertorio vocale di canzonette,  stornelli e canti rituali.

 ANNA CINZIA VILLANI E VALENTINO SANTAGATI musica salentina e ritmi calabresi

Anna Cinzia Villani: voce, organetto e tamburello

Valentino Santagati:voce, chitarra battente e tamburello

 

Cinzia e Valentino  si dedicano da tempo alla conoscenza dei repertori vocali e strumentali negli ambienti contadini e pastorali dei rispettivi luoghi di provenienza: Salento e Calabria. Insieme propongono un repertorio che non è la fusione delle due tradizioni musicali, bensì un tentativo di raccontarle nelle loro caratteristiche, differenze e similitudini, attraverso gli strumenti tipici: voci, chitarre battenti, fischiotti, lira calabrese, tamburi a cornice e organetto. Anna Cinzia Villani ha al suo attivo collaborazioni con numerosi gruppi salentini tra cui il Canzoniere Grecanico Talentino, Striare, Ensamble Terra d’Otranto. Con quest’ultimo nel febbraio 2003 si è esibita nell’ambito dei concerti del Quirinale. Nel 2000 è’ stata tra i protagonisti della Notte della Taranta di Melpignano, e si è esibita a fianco di artisti come Joe Zawinul (Water Report) e Stewart Copeland (ex Police).

 VIOULOUN D'AMOUN, musiche delle vallate piemontesi e occitane

 Gabriele Ferrero, Luca Baldazzi, Mauro Scalise, Roberto Degregorio, Elisa Finotti, Chiara Cesano, Davide Vergnano, Giovanni Ciavarella, Manrico Papi, Enrico Salvetti, Amelia Saracco, Maurizio Pistone, Marco Ghezzo, Federico Rosa, Daniela Marchisio, Riccardo Picco, Gilberto Scarpa, Stefano Guagnini. 

Questo gruppo nasce nel 2001 sotto la direzione di Gabriele Ferrero. Qui si riuniscono una quindicina di violinisti (professionisti e non) accomunati dalla passione per il violino tradizionale occitano.

Il violino è stato per secoli lo strumento principe della tradizione musicale orale delle vallate piemontesi e dell'occitania d'oltralpe. La tecnica del violino "popolare" è molto diversa da quella del violino "classico": accentuazione ritmica molto marcata, diverso uso dell'arco, tecnica dei bordoni, il tutto anche in funzione di accompagnamento alla danza. Anche il repertorio per questo strumento ha delle caratteristiche proprie spesso di derivazione molto antica. Queste differenze traspaiono anche nel suono di insieme di questo gruppo. Il repertorio del gruppo è costituito principalmente da musica da danza dei due versanti delle alpi occidentali: courente delle valli occitane d'Italia, rigodon del Delfinato per fare un esempio. Non mancano però riferimenti specifici alle altre regioni occitane dove la tradizione violinistica è ancora viva, o ad alcune melodie del repertorio piemontese. Alcune melodie non specificatamente da danza possono anch'esse far rivivere la memoria dei vecchi violinisti tradizionali e del mondo che li circondava.

 Mellini e Giorgini (Montegelli – FC)

 Luigi Mellini: voce

Paolo Giorgini: voce e fisarmonica

 Luigi Mellini è nato 1937 a Montegelli (Sogliano al Rubicone – FC). E’ un cantore solitario, che canta per passatempo, mentre lavora la terra inerpicato sui greppi fra l’Uso e il Rubicone. E’ contadino da sempre; per passione si è specializzato nella coltivazione delle piante officinali, arrivando a coltivarne  fino a 68 specie diverse. Bisogna andare a trovarlo a giugno, quando i suoi monti si riempiono di fiori e di odori. Il suo repertorio canoro è originale: nasce dalla reinvenzione dei modi vocali contadini tradizionali, soprattutto stornelli e canti a serenata. In pubblico ha rotto il ghiaccio per la prima volta nel 1991, trovandosi  a tavola con una comitiva di turisti tedeschi giunti da Bellaria alla festa del suo paese; cantò il suo primo componimento “Io faccio il contadino” appena scritto. Da allora ha continuato a produrre canzoni tutte sue.

Paolo Giorgini è nato a Montegelli; oggi fa il giardiniere e vive a Gatteo (FC). I primi rudimenti della fisarmonica li ha imparati all’età di otto anni da Ivo Castellani di Strigara, poi all’età di undici anni è andato a scuola a Mercato Saraceno dal M° Vittorio Borghesi, vi si recava a piedi, di venerdì, quando dava lezione nei giorni di mercato. La fisarmonica l’ha sempre suonata alle feste di famiglia, alla pasquella, per  carnevale, nei piccoli paesi della Valle dell’Uso. E oggi continua a suonare in occasione di cerimonie come battesimi e matrimoni, e soprattutto nelle minuscole sagre estive e nelle feste patronali.

 FRANCESCO CAVUOTO (Carapelle - FG) Fisarmonica

 Francesco Cavuoto è nato a Carapelle (FG) nel 1928. Ha iniziato lo studio della fisarmonica all'età di otto anni da Vincenzo Ruggeri di Trinitapoli imparando alcuni ballabili (valzer, polke, mazurche). "La fisarmonica mi piaceva da matti, - racconta - il giorno lavoravo la terra e la sera studiavo". A tredici anni si unisce ad una orchestrina di coetanei fra i quali Renzo Arbore (sax e clarino) e Gianni Boncompagni (batteria), diretta dal maestro Errico Garofalo (pianista e compositore), coi quali si esibisce in occasione di feste private e specialmente quelle di matrimonio. Nel 1950 si trasferisce per lavoro a Cesenatico. La riviera romagnola è una grande opportunità, "d'estate è possibile trovare da suonare anche tutte le sere". Dapprima si aggrega ad alcune formazioni orchestrali, poi si esibisce come solista, o in duo, nelle festicciole delle pensioni e degli alberghi. A Bellaria Igea Marina, dove risiede dalla fine degli anni '60, è conosciuto da tutti ed è facile incontrarlo sorridente con la sua fisarmonica. Del repertorio antico della sua terra di origine conserva la memoria delle quadriglie di Barletta e di Manfredonia e delle tarantelle dei paesi montani di Monte S. Angelo, Ascoli Sadriano, Ordone (FG), che ballerini virtuosi ritmavano con le nacchere e il battito degli zoccoli.

 LA COMPAGNIA DEL SALTARELLO ASCOLANO, cantastorie e ballerini piceni, La CSA è un gruppo di circa 15 elementi composto da suonatori, cantori e ballerini della autentica tradizione popolare della provincia di Ascoli Piceno. Esso è infatti imperniato su alcuni autentici portatori di un autoctono sapere musicale legato un tempo specialmente ai principali momenti dell'attività agricola come la mietitura, la scardozzatura, la vendemmia, la raccolta delle olive ecc.

La compagnia, perché in sostanza formata da buoni amici, si è costituita all'interno della omonima associazione di volontariato che ha tra i suoi scopi principali quello della ricerca sul campo e far conoscere specialmente alle nuove generazioni, il patrimonio della cultura tradizionale di questo territorio, con particolare riferimento agli aspetti della musica e della danza. Artefice di tale formazione è l'etnomusicologo dilettante, Carlo Cruciani che da tempo svolge ricerche accurate nelle nostre campagne e che è riuscito a mettere insieme alcuni tra i suoi migliori e straordinari informatori. La CSA è convinta che occorre mettere un freno alla eccessiva e dilagante proposta, nelle feste e sagre popolari di spettacoli dove imperano basi musicali e balli esotici. Ciò può avvenire soltanto incoraggiando la riproposta e la pratica della danza, del canto e della musica strumentale etnica e di tradizione, capace di creare dei veri momenti di socializzazione e che purtroppo la nostra civiltà ha liquidato troppo in fretta. Per questi motivi il gruppo cerca di evitare i palchi, non vuole suonare per la gente, ma con la gente, cercando di coinvolgerla nel ballo. Per fare questo, il repertorio è composto dall'immancabile saltarello con stornelli amorosi(rispetti) e ingiuriosi(dispetti),  valzer, polke, mazurche tradizionali(quelle cioè antecedenti alla contaminazione del cosiddetto liscio),canti d'osteria, canti di questua, serenate, ballate epico-liriche sette- ottocentesche. Tra gli strumenti figurano: l'organetto diatonico a due bassi, la fisarmonica, la chitarra, il basso tuba, il serpentone, la zampogna, i flauti e alcuni a percussione come il cembalo, le nacchere, la grancassa il rullante, il tamburo a frizione, il violino dei poveri ed altri ancora. La CSA è disponibile per lezioni nelle scuole di ogni grado e per Feste, Sagre,Fiere, Convegni, Inaugurazioni, Matrimoni, Serenate e ovunque si voglia riassaporare lo star bene insieme con la genuina vitalità della autentica musica tradizionale picena.

 I "Cheneparlammoaffa’" Viaggio nella storia della canzone e della canzonetta, tra il serio e il faceto attraverso la musica etnica e spassionatissime macchiette napoletane.

Gianni Savarese:  voce, chitarra

Miriam Scarcello: voce, chitarra, tamburello

Gianni Savarese è cabarettista, cantante chitarrista. Ha svolto ricerche sulla “Posteggia” e gli antichi posteggiatori napoletani dei primi anni del ‘900 (Libero Bovio, Franco Capaldo, Vittorio Parisi). Laureato in storia dell’Arte e diplomato all’Accademia di Belle Arti e di Pittura, diplomato inoltre in Regia, Storia della Musica con Roberto De Simone e Teoria e Tecnica del Cinema e Mass-Media. Fondatore nel 1997 del “Woody Cabaret” e della Compagnia Stabile di Roma.

Miriam Scancello è originaria di Maierà (CS), e da anni è impegnata in una ricerca per l’interpretazione del repertorio di autori dell’entroterra tirrenico calabrese. Nel Duo “cheneparlammoaffà” col chitarrista e cabarettista napoletano Gianni Savarese,  il suo repertorio ripercorre le tradizioni musicali del Sud, da Napoli alla Sicilia. Ultimamente è impegnata  al recupero ed alla valorizzazione del repertorio tradizionale di Rosa Balestrieri. Miriam è diplomata in Canto e Pianoforte al Conservatorio di Reggio Calabria ed è docente di Educazione Musicale. Ha vinto il 1° Premio per la più bella voce Calabrese in un concorso regionale indetto da Rai 1 e Rai 2. Ha svolto attività musicali durante convegni e congressi di ordine culturale ed artistico presso l’Università della Calabria. E’ cantante, chitarrista e pianista, ed esprime nel suo repertorio originalissime sonorità mediterranee.

 N'DADJE Musica africana tra Dakar, Ziguinchor e Rimini

 As Niang:  Tama  Massamba Niang Sabar

As Niang: Ciol

Emanuela Di Cretico:  Flauti, Ocarina

Francesco Pesaresi: Basso elettrico

Cristiano Urbinati: Chitarra

Il gruppo N'DADJE nasce dall'incontro, a Rimini, di musicisti senegalesi, provenienti da Dakar, nel nord del Senegal, con musicisti riminesi che hanno avuto la fortuna di vivere un'esperienza interessantissima in Senegal nella città' di Ziguinchor. Emanuela e Francesco all'inizio del 2000 hanno partecipato, grazie all'opportunità offerta loro  dall'Amministrazione Comunale di Rimini, a "Z'ARTS - 2° Rencontre Internationale des Arts", a Ziguinchor, la capitale della Casamance a sud del Senegal, gemellata con Rimini. In questo incontro hanno suonato il basso e la romagnolissima  ocarina con il gruppo di musica africana 'Casamance', provando e studiando insieme ai musicisti senegalesi ed esibendosi con loro in due concerti pubblici in un clima di creatività, amicizia e scambio che hanno voluto ricreare qui a Rimini con il gruppo N'DADJE. In wolof N'DADJE significa incontro, unione e anche festa ed infatti il gruppo N'DADJE suona all'insegna dell'unione di Senegal e Italia e anche di Senegal del nord con Senegal del sud. Infatti suonano brani creati e cantati in wolof da As Niang che, come i suoi cugini As e Massamba, proviene da Dakar nel nord del Senegal,  insieme a brani che Emanuela e Francesco hanno imparato dalla 'Casamance band' e che i wolof di Dakar non conoscono. In Casamance vivono infatti numerose etnie con lingue (creolo, manding, djola e balant), strumenti e tradizioni diverse tra loro che i musicisti riminesi, singolari tramiti tra cultura del sud e cultura del nord del Senegal, hanno 'importato' da Ziguinchor. Contatti: Emanuela Di Cretico, via Plava 14 - 47900 Rimini Tel./Fax.: 0541/742399 e-mail: manudic@libero.it

 

PRIMISUONI

 Stage di canto tradizionale LA VOCALITA’ NEL SALENTO

a cura di Anna Cinzia Villani

Sabato 15 maggio dalle ore 15 alle ore 18 e Domenica 18 maggio dalle ore 10 alle ore 13

Costo € 30,00 Informazioni: Tel. 0541 343746 - E mail  g.gori@comune.bellaria-igea-marina.rn.it

Fino a pochi decenni fa il canto e la musica erano utilizzati come forme di comunicazione che regolavano i rapporti sociali o scandivano la vita quotidiana o lavorativa delle società contadine. La vita moderna conduce ben altri modi per aggregarsi e comunicare, ed è per questo che è molto difficile riappropriarsi delle tecniche vocali e strumentali arcaiche. Il seminario di Anna Cinzia Villani ha come obbiettivo principale, quello di stare in compagnia ascoltando le voci dei cantori tradizionali  familiarizzando con i vari stili. Dopo pochi consigli su come usare la voce si cercherà di cantare insieme. Il seminario può essere frequentato da tutti coloro che sono interessati alla musica tradizionale, senza essere necessariamente musicisti o cantanti.

 Stage di OCARINA

a cura di Emanuela Di Cretico

Sabato 15 maggio dalle ore 15 alle ore 18 e Domenica 18 maggio dalle ore 10 alle ore 13

Costo: € 50,00 Informazioni: Tel. 0541 742399 - E mail manudic@libero.it

 L'ocarina di terracotta è stata molto probabilmente inventata a fine '800 da Giuseppe Donati di Budrio (BO), per questo è conosciuta anche come "ocarina di Budrio". La tecnica costruttiva manuale di questo strumento, si avvale di un
semplice cono di legno, al quale si avvolge una pastella di argilla dello spessore di 5-7 mm. fino a creare un cono che si chiude creando quella caratteristica cupoletta, utilissima per l'esecutore.  L’installazione del fischietto completa l'assemblaggio, cui seguiranno, di pari passo con l'essiccazione, le procedure di intonazione e ottimizzazione del canale dell'aria al fine di produrre quel caratteristico suono limpido, gaio e schietto tipico di questo strumento.

Lo stage di ocarina si dividerà in due sessioni. La prima sessione sarà basata sulla conoscenza dei basilari problemi tecnici legati all'emissione del suono e alla diteggiatura. Nella seconda sessione si affronteranno le musiche dei balli saltati quali Monferrina, Saltarello e Galoppa, arrangiati per diverse ocarine. I partecipanti allo stage avranno la possibilità di conoscere e suonare diversi tipi di ocarina, dalla prima, adatta alle parti solistiche, alla quinta, sesta e
settima, adatte a parti di accompagnamento.

 Emanuela Di Cretico si è diplomata in flauto dolce presso il Conservatorio G.B. Martini di Bologna, sotto la guida del M°. G. Pacchioni. Nel 1993 ha conseguito il diploma presso il 3° Corso Musicale Europeo di Alto Perfezionamento in Prassi Esecutiva Antica. E' laureata al D.A.M.S. con indirizzo musicologico. Si è esibita in numerosi concerti in Italia e all'estero, suonando per importanti enti, associazioni e festivals. Con il gruppo "Aulos Consort” ha inciso musiche del 600 per le case discografiche TACTUS di Bologna e Videoradio di Milano. Oltre alla passione per la musica antica coltiva quella per la musica popolare, innamorandosi delle musiche e dei vari flauti che incontra nei suoi viaggi, così oltre al flauto dolce suona i flauti e la musica irlandesi, i flauti indiani e la più vicina ocarina. Ama unire le sue variegate esperienze inserendo i flauti popolari e l'ocarina in gruppi di vari generi musicali e si è addirittura esibita con l'ocarina in Senegal con il gruppo di musica 'mb alax' 'Casamance'. In particolare suona l'ocarina nel gruppo di riscoperta e riproposta della musica tradizionale romagnola 'L'Uva Grisa' con cui nel 2004 ha inciso due CD per la NOTA music, nel settimino di ocarine 'Ensemble 900' che ripropone il repertorio storico dell'ocarina, con il quale nel 1994 ha inciso un CD per la casa discografica Robi Droli e nel trio di ocarine 'Amici miei' fondato da Giorgio Pacchioni. Collabora con la rivista di danza popolare italiana  ‘Choreola' per la quale fornisce trascrizioni ed articoli sulla musica popolare. 

INMOSTRA

 “Le ocarine” di Giorgio Pacchioni

Giorgio Pacchini è nato a Soliera (MO) 1947. Oggi vive a San Pietro in Casale. E’ docente di ruolo al Conservatorio G. B. Martini di Bologna per la cattedra di Flauto Dolce. Inizia a costruire ocarine di terracotta nel 1985 come autodidatta, studiando gli strumenti dei maestri budrieri del secolo scorso, dallo studio ne scaturisce una tecnica costruttiva desunta dall’analisi dei manufatti ed attrezzi di lavorazione dell’epoca. Gli strumenti sono costruiti interamente a mano arrotolando una pastella di argilla ad un cono di legno. Ha inciso tre cassette musicali (Emilia 9033, 9034, 9036) dedicate in gran parte all’ocarina e un CD di musiche originali per “Concerto a sette” (NewTone NT 6728). Ha composto un gran numero di sonate e balli per ocarina e per complesso di ocarine, oltre un manuale di base per l’carina. Oltre a produrre l’intera gamma delle ocarine (con e senza pompa di intonazione) ha all’attivo una nutrita serie di modelli curiosi, fantasiosi e di rara fattura: Ocarina dritta (a forma di flautino), Ocarina Zampogna (a doppia voce accordate in settime), Ocarina a doppia voce (in terze gemelle), MicrOcarina (in SOL un’ottava sopra la 2 in SOL, in DO un’ottava sopra la 1 in DO), Ocarina doppia dentro all’altra estensione 2 ottave), Flauto a tre fori in terracotta, Ocarina Cornetta (a due canne di canto) che riproduce la scala musicale utilizzante gli armonici naturali in un tubo sonoro. In collaborazione con Luce Lanzone produce fischietti di terracotta in forme zoomorfe. 

“Le bici dei vecchi mestieri ambulanti” di Maurizio Urbinati

Dopo la mostra del “pane artistico” Maurizio Urbinati mantiene la promessa di tornare alla “borgata  che danza” con l’altra sua passione, una collezione di bici d’epoca dei mestieri ambulanti. Sono 23 biciclette provenienti da tutta Italia; uniche nel loro genere, ogni volta che ci si imbatte in loro non cessano di stupire e meravigliare; appaiono completamente trasformate, riadattate, accessoriate degli strumenti indispensabili all’esercizio dei vari mestieri artigiani ambulanti. Dai primi del ‘900  fino agli anni ‘50, la bicicletta serviva agli artigiani, senza fissa dimora, che svolgevano il proprio lavoro direttamente a domicilio, casa dopo casa, nelle campagne, nelle strade, o nelle piazze nei giorni di fiera. Il lavoro a volte consisteva nel restauro di oggetti, utensili, d’uso quotidiano, vendita o piccoli servizi ed era ripagato in natura, talvolta del solo vitto e ricovero notturno. Fra gli esemplari esposti vi sono quelle dell’arrotino-ombrellaio, panettiere, maniscalco, falegname, ciabattino, straccivendolo, cantastorie, burattinaio, barbiere, meccanico di biciclette, ciabattino, pescivendola, lattaio.

 IN SOSPENSIONE

Di Nicolatta Casali

Inaugurazione venerdì 14  a mezzanotte circa

Allestimento alla Torre Saracena, Via Torre 75

...sono tentativi di volo e contengono all'interno una serie di contraddizioni. Le ali sono sospese, ma non possono volare perché sono in ferro e quindi si sorreggono solo grazie al sostegno. Le piume, quelle vere, che permettono il volo sono a  terra, scomposte e quindi inutili. Le piume sono cadute e hanno lasciato intravedere le vere ali in lega pesante. L'idea del volo, della possibilità di fuggire, partire, elevarsi magari anche ad una visione superiore e più alta, viene negata. I disegni  ribadiscono tentativi di volo o di fuga. Nei pochi segni appena accennati ci sono figure che cadono, che sbandano, non riescono a mantenere la strada. Strade sospese nel vuoto e piccole figure che precipitano. Soggetti che hanno tentato il volo.

 

borgosteria Nei cortili,  angoli di gastronomia domestica a cura del Comitato Borgatavecchia

 

Venerdì 14 Maggio dalle ore  20  alle ore 24 e’ in funzione  l’Osteria da Marascòun 

Sabato 15 Maggio e Domenica 16 Maggio tutte le osterie sono aperte dalle ore 19 alle ore 24 (Domenica 16 Maggio alL’Osteria da Marascòun si può anche pranzare)

 Menù

 Osteria La Speranza

Sópa si fasùl (zuppa di fagioli)

Sunzéza (salsiccia)

Casùn s’agl’érbi (cassoni con le erbe)

Tòn fasùl e zvòla (tonno, fagioli e cipolla)

Radécc sla zvòla (radicchi e cipolla)

Sóipi si fasùl (seppie coi fagioli)

Pida e vòin (piada e vino)

 

Osteria da Magnùl

Pulénta sla sunzéza o sla sóipa e i bsarél (polenta con salsiccia o seppia)

Fartura ad pès (pesce fritto)

Sunzéza (salsiccia)

Rustóida ad sardùn e saragòina (sardoni e saraghina sulla graticola)

L’insalèda ad Maloùra (insalata mista di campo con sardoncini marinati)

Radécc sla zvòla (radicchi e cipolla)

Pida e vòin (piada e vino)

 

Osteria da Marascòun

Strozaprit si zis o se ragù (strozzapreti coi ceci o ragu)

Sipulòin se rimpìn (seppiolini ripieni)

Sóipi si bsarél (seppie coi piselli)

Trépa ad bagòin (trippa)

Radécc sla zvòla (radicchi e cipolla)

Pida e vòin (piada e vino)

 

Osteria da Guiròin

Cantarèli e zambèla (cantarelle e ciambella)

Albèna (albana dolce)

E altre dolci sorprese…

 

 

 

 

 

 

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