Le Aritmie


Definizione di aritmia
Genericamente si definisce aritmia ogni alterazione della normale attivazione elettrica del cuore generante una compromissione dell'attivazione spazio- temporale del cuore in toto.
Elementi pratici per l'inquadramento elettrocardiografico delle aritmie cardiache
Da un punto di vista pratico per inquadrare correttamente sia l'attivazione cardiaca normale che ogni aritmia si ricorre ad uno schema in cui l'attivazione elettrica del cuore viene scomposta in 3 segmenti funzionali fondamentali:

(Figura 72)

1)A: gli Atri
2) G : la Giunzione (Nodo Atrio Ventricolare e Fascio di His)
3) V : i Ventricoli (branche, rete di Purkinje e miocardio ventricolare)
L'approccio all'analisi del ritmo cardiaco sia esso normale che alterato, richiede l'applicazione di un metodo di lavoro semplice, affidabile e che permetta di risalire al meccanismo elettrogenetico dell'aritmia stessa rappresentandone le sequenze di attivazione attraverso i diagrammi a scala. Da un punto di vista pratico i momenti fondamentali nell'inquadramento elettrocardiografico di una aritmia sono:
1) Identificare i QRS
2) Identificare le P
3) Stabilire i rapporti tra le P ed i QRS
Amalgamando tutte le informazioni ottenute dall'analisi di tali punti avremo a disposizione la maggior parte dei dati utili per effettuare la diagnosi dell'aritmia e solo raramente si renderà necessario ricorrere allo studio elettrofisiologico per avere la diagnosi certa di un meccanismo elettrogenetico.
Da un punto di vista pratico è consigliabile seguire il seguente un metodo di lavoro razionale e ripetibile che preveda in successione l'analisi dei seguenti punti:
Analisi dei QRS
L'attività elettrica dei ventricoli (QRS) è la più grande componente elettrica dell' elettrocardiogramma e pertanto di solito risulta di facile identificazione. Nell' analisi dei QRS devono essere presi in considerazione degli elementi di particolare rilievo:
Ritmicità dei QRS
I QRS possono essere ritmici come avviene di solito nel ritmo sinusale regolare o presentare una completa aritmicità come avviene in caso di fibrillazione atriale. In alcuni casi di ritmo sinusale è possibile riscontrare una fasica aritmicità del ritmo di fondo a causa di una spiccata aritmia sinusale respiratoria.
Morfologia dei QRS
Da un punto di vista morfologico i QRS possono essere "stretti" oppure "larghi" a seconda che la loro durata sia inferiore o superiore a 120 millisecondi. Un QRS che in corso di una aritmia si presenti "largo" comporta importanti implicazioni elettrocardiografìche e conseguentemente cliniche, principalmente finalizzate a differenziarne l'origine tra una sede sopraventricolare ed una ventricolare.
Andrà notato se la durata del QRS largo arrivi a superare i 140 o i 160 millisecondi. Ad una analisi grossolana un QRS largo può presentarsi con una morfologia monofasica, bifasica o trifasica.
Di una certa utilità può rivelarsi il ricondurre la morfologia in VI di un QRS largo ad un pattern tipo blocco di branca destro o sinistro.
Prendendo in considerazione la morfologia del QRS largo su tutte le derivazioni precordiali definiamo una morfologia concordante quando i QRS hanno la stessa polarità (positiva o negativa) sia in precordiali destre che sinistre, mentre definiamo discordante una situazione in cui la polarità del QRS sia opposta tra precordiali destre e sinistre .
Di particolare utilità nell' inquadramento di una aritmia a QRS anomalo può essere il paragone di tale QRS con la morfologia del complesso ventricolare durante il normale ritmo sinusale o durante una aritmia a genesi nota.
Alcune variazioni morfologiche del ventricologramma possono comparire in seguito a variazioni del ciclo di base (intervallo tra i vari QRS), acquistando un significato diverso a seconda che compaiano con l'accorciamento o con l'allungamento del ciclo di base. Andranno pertanto accuratamente valutate anche le più piccole variazioni di ciclo cardiaco.
Alcune morfologie di QRS anomalo, valutate su tutte le dodici derivazioni, sono patognomoniche di particolari aritmie; è questo il caso ad esempio dei battiti ectopici ad origine dal tratto di efflusso ventricolare destro e delle tachicardie ventricolari fascicolari.
Analisi delle P
Identificazione delle onde P
Identificare la depolarizzazione elettrica degli atri all'ECG è un momento fondamentale nell'inquadramento di una aritmia.
L'onda P va sempre ricercata in tutte le 12 derivazioni ed al di fuori del QRS; non appare corretto ricercare la P all'interno di un QRS in quanto le grandi forze elettriche ventricolari non permettono una affidabile identificazione dell'onda P al loro interno.
Molto spesso in corso di una aritmia le onde P possono cadere subito dopo la fine di un QRS o all'interno di una onda T mimando rispettivamente un blocco di branca o una T di morfologia anomala (ad esempio bifida).
Nella eventualità in cui le onde P non siano chiaramente evidenti ci troveremo in una delle seguenti eventualità:
1) le onde P sono assenti per mancanza di attività sinusale (arresto sinusale o blocco seno atriale)
2) le onde P sono nascoste all'interno di altre onde (soprattutto il QRS o la T).
3) le onde P sono sostituite da altri tipi di onde (fibrillazione o flutter)
Nei casi dubbi in cui l'ECG di superficie non fornisca dati sufficienti per un chiaro inquadramento elettrogenetico, l'attività atriale può essere registrata direttamente dall' interno dell'atrio mediante particolari cateteri introdotti attraverso una vena periferica. Una valida alternativa all'approccio endocavitario è costituita dalla registrazione atriale mediante una derivazione transesofagea, ottenibile attraverso appositi cateteri introducibili fino alla porzione terminale dell'esofago dove ci si trova a diretto contatto con la parete posteriore dell'atrio sinistro.
Morfologia delle onde P
Va tenuto presente che una P positiva in derivazioni inferiori implica una attivazione atriale concentrica di tipo cranio-caudale analoga a quella del ritmo sinusale ; viceversa una P negativa in derivazioni inferiori generalmente indica una attivazione atriale pur sempre concentrica ma di tipo caudo-craniale tipica dei ritmi giunzionali e di quelli ventricolari quando retrocondotti agli atri.
Attivazioni atriali eccentriche si hanno nella eventualità in cui un atrio venga attivato in anticipo rispetto all'altro. E' questo il caso delle forme di tachicardia atriale ectopica e dei rientri atrio ventricolari utilizzanti delle vie accessorie laterali soprattutto sinistre.
Rapporto numerico tra P e QRS
Una volta che si siano identificati chiaramente sia i QRS che le P, va stabilito il rapporto numerico tra i due eventi elettrici; tale tipo di analisi può rivelarsi particolarmente utile nella identificazione del meccanismo elettrogenetico di una aritmia in particolare nella diagnosi differenziale tra origine sopraventricolare o ventricolare. Saranno pertanto possibili quattro eventualità:
1) Rapporto P/QRS maggiore di 1
Indica che il numero delle onde P è superiore a quello dei QRS (ad esempio un rapporto P/QRS=4 indica che
ogni 4 onde P una è associata ad un QRS). Genericamente tale eventualità esprime una azione di filtro del
nodo atrio ventricolare nei confronti della attività atriale e può realizzarsi sia per eccessiva tachicardia di
quest'ultima che per problemi intrinsechi alla conduzione del nodo atrio ventricolare medesimo. In ogni
caso trovare un rapporto P/QRS maggiore di 1 è espressione di una origine sopraventricolare del ritmo in
esame.
2) Rapporto P/QRS inferiore ad 1
Indica che ci troviamo in presenza di un numero di QRS che è superiore a quello delle onde P; tale condizione indica chiaramente che il ritmo dei ventricoli non può essere correlabile in alcun modo con l'attività atriale ma che viceversa il ritmo ventricolare origina nei ventricoli medesimi e viene retrocondotto agli atri con un particolare rapporto di conduzione.
3) Rapporto P/QRS=1
Sta ad indicare che ogni onda P è collegata ad un QRS. Tale condizione, ritrovandosi sia nei ritmi
sopraventricolari (ogni P riesce ad arrivare ai ventricoli) che in quelli ventricolari (ogni QRS viene stabilmente retrocondotto agli atri), non può essere usata nella diagnosi differenziale tra origine sopraventricolare e ventricolare di una aritmia.
4) Le P ed i QRS sono dissociati (dissociazione Atrio-Ventricolare) In tale eventualità non esiste alcuna associazione tra attività atriale e ventricolare ed i due ritmi procedono autonomamente. Una dissociazione atrio-ventricolare può avvenire o per una turba della conduzione atrio ventricolare che impedisce alle depolarizzazioni atriali di raggiungere i ventricoli o per un ritmo a carattere tachicardico originante nei ventricoli con blocco retrogrado della conduzione agli atri.
Intervalli tra le P ed i QRS
In caso di rapporto di conduzione 1:1 tra le P ed i QRS, altri elementi di estrema utilità possono essere dedotti dall'analisi degli intervalli di tempo intercorrenti tra attività atriale e ventricolare. Andranno misurati sia l'intervallo P-QRS che l'intervallo QRS-P.
Elementi aggiuntivi possono essere dedotti dal calcolo del rapporto tra i due intervalli tenendo presente che:
1) un rapporto P-QRS/QRS-P = 1 identifica una situazione in cui la P è al centro tra due QRS
2) un rapporto P-QRS/QRS-P > 1 si ha quando la P è più vicina al QRS precedente
3) un rapporto P-QRS/QRS-P < 1 si ha quando la P è più vicina al QRS successivo

 

  Giuseppe Bagliani
Elettrocardiologia alle "soglie" del 2000