Proprietà elettrofisiologiche generali del cuore


Nonostante che nel cuore siano presenti delle strutture cellulari con funzioni quanto mai diversificate, si possono identificare delle caratteristiche elettrofisiologiche generali delle cellule miocardiche che, seppur con diversa espressione, possono essere identificate in ogni porzione cardiaca. Tali proprietà elettrofisiologiche sono:
- Automatismo
- Eccitabilità
- Refrattarietà
- Conduzione

Automatismo

L'automatismo è la proprietà di particolari cellule cardiache di generare degli impulsi elettrici, cioè dei potenziali di azione propagabili da una cellula ad un'altra.
Le cellule dotate di automatismo sono in grado di depolarizzarsi ciclicamente funzionando quindi da "segnapassi". Cellule dotate di attività segnapassi si trovano in corrispondenza del nodo del seno, del nodo atrio ventricolare, negli anelli mitralico e tricuspidale e nel sistema di His Purkinje. La frequenza di depolarizzazione spontanea di tali segnapassi diminuisce man mano che dal nodo del seno ci si avvicina ai ventricoli;
Frequenza dei vari segnapassi:
nodo seno atriale : 50 - 100
nodo atrio ventricolare: 40 - 60
sistema di Purkinje: 30 - 40
In base a quanto esposto, in condizioni normali il nodo del seno (segnapassi primario) finisce per sopprimere l'automatismo degli altri siti dotati di automatismo (segnapassi sussidiari); in condizioni di alterato automatismo del nodo del seno altri segnapassi possono emergere alla loro frequenza intrinseca.
Basi elettrogenetiche dell'automatismo
In ogni cellula miocardica il potenziale di azione si genera quando il potenziale di membrana diventa meno negativo e raggiunge il valore di soglia.
Mentre nelle fibrocellule del miocardio di lavoro non si assiste alla depolarizzazione spontanea, nelle cellule dotate di automatismo intrinseco durante la fase 4 si realizza una depolarizzazione spontanea che porta il potenziale transmembrana fino al valore di soglia con conseguente generazione di un potenziale di azione.
La depolarizzazione spontanea delle cellule dotate di automatismo è dovuta a particolari caratteristiche strutturali della loro membrana cellulare che durante la fase diastolica presenta sia una certa permeabilità per il Sodio che una minore attività rettificante per il Potassio (la corrente che portando K all'esterno della cellula facilita il mantenimento della elettronegatività endocellulare). Entrambi queste caratteristiche strutturali portano ad una progressiva perdita del potenziale diastolico fino al raggiungimento della soglia diastolica a cui consegue la generazione di un potenziale di azione (Vedi la figura 2 qui sotto)


A differenza delle fibrocellule di miocardio ordinario che presentano una elevata pendenza della fase 0 derivante dalle correnti del Sodio, le cellule segnapassi presentano una fase O con ascesa molto lenta dovuta alla liberazione di ioni Calcio.
Le cellule del miocardio contrattile non presentano alcuna depolarizzazione diastolica spontanea e pertanto non presentano automatismo.
Regolazione dell'automatismo delle cellule segnapassi
La frequenza di depolarizzazione delle cellule segnapassi rappresenta il meccanismo mediante il quale viene regolata la frequenza cardiaca alle esigenze metaboliche istantanee dell'organismo.
La ricca innervazione sia simpatica che parasimpatica del nodo del seno e del nodo atrio ventricolare garantisce un aumento della frequenza in caso di ipertono simpatico ed una diminuzione in caso di ipertono vagale. Il meccanismo ionico di tale meccanismo si basa sulla possibilità di modulare la permeabilità per il Potassio della membrana cellulare: agendo su particolari proteine G di membrana, l'acetilcolina è in grado di determinare aumento della permeabilità al potassio, iperpolarizzazione di membrana e ridotta pendenza della fase 0 del potenziale di azione; è con tale meccanismo che l'ipertono vagale riduce la frequenza cardiaca. Un effetto opposto si ottiene invece con l'ipertono simpatico che porta a riduzione della permeabilità di membrana per il potassio, ed aumentata tendenza alla depolarizzazione spontanea di membrana.

Conduzione


Conduzione Sodio dipendente

La proprietà di condurre un fronte di depolarizzazione da una cellula ad un altra e da una porzione di cuore ad un'altra con eccezionale rapidità è una delle proprietà fondamentali del cuore.
Questo può accadere grazie alla presenza di particolari strutture di giunzione intercellulare (GAP Junction) che mettono in diretta connessione elettrica i citoplasmi di cellule attigue. E' attraverso queste connessioni che si ha la formazione di un sincizio funzionale tale per cui la depolarizzazione di una cellula porta alla istantanea depolarizzazione di tutte le altre cellule elettricamente contigue.
Le giunzioni intercellulari non sono delle strutture statiche di passiva interconnessione ma sono sottoposte ad una fine regolazione delle loro proprietà da parte dell'ambiente intracellulare; in particolare aumenti della concentrazione di sodio, idrogenioni o magnesio che si verificano per insulti di tipo ischemico portano a perdita della permeabilità delle giunzioni, evitando così che tali pericolose alterazioni si propaghino alle cellule adiacenti con conseguente diffusione del danno ischemico.
La distribuzione spaziale delle giunzioni intercellulari finisce per determinare la direzione preferenziale di propagazione del fronte di depolarizzazione.
La propagazione spaziale del fronte di attivazione all'interno del miocardio avviene preferenzialmente in direzione longitudinale grazie ad un maggior numero di giunzioni poste sulla direzione longitudinale rispetto a quella trasversale.
Il differente rapporto tra giunzioni longitudinale e trasversali spiega anche le diversità di capacità conduttive esistenti tra le varie strutture cardiache:
- Atrio: 1000 mm/sec
- Ventricolo: 400 mm/sec
- Purkinje: 4000 mm/sec
Le fibre di miocardio atriale, avendo anche una funzione di interconnessione tra i due nodi presentano capacità conduttive longitudinali nettamente superiori rispetto alle fibre del miocardio ventricolare che viceversa devono avere una buona capacità di conduzione laterale per assicurare l'attivazione a tutto spessore della parete ventricolare; queste diversitÓ conduttive sono rese possibili da un diversa distribuzione tra giunzioni longitudinali e rasversali il cui rapporto è di 10:1 per l'atrio e di 3:1 per il ventricolo.
La distribuzione spaziale delle giunzioni è alla base delle elevatissime capacità conduttive delle fibre del sistema His-Purkinje; a tale livello sono presenti fittissime interconnessioni longitudinali; le giunzioni laterali sono solo presenti tra le varie fibre dei fasci di conduzione ma non con il circostante miocardio di lavoro.
Tale struttura impedisce la perdita di cariche elettriche in direzione laterale e trasforma l'insieme di tutte le fibre in un unico corpo conduttore simile in tutto e per tutto ad un cavo elettrico; giunzioni intercellulari in direzione trasversale tra fibre del sistema His-Purkinje e miocardio di lavoro compaiono solo a livello delle diramazioni terminali garantendo una depolarizzazione dei singoli settori di parete miocardica estremamente programmata.
La conduzione longitudinale è favorita anche dalla presenza di setti di tessuto fibroso che dividono il miocardio in toto in fasci di fibre pressochè elettricamente isolate; questo tipo di sepimentazione è particolarmente evidente a livello del miocardio atriale ed aumenta nell'età avanzata.
Conduzione Calcio dipendente
A livello del nodo atrioventricolare, sono presenti delle zone di conduzione estremamente rallentata 20 mm/sec; tale tipo di conduzione è dipendente dalla liberazione di ioni calcio. Le correnti depolarizzanti legate al calcio sono circa 10 volte pi¨ basse rispetto a quelle legate al sodio e questo rende conto della lenta ascesa della fase 0 di tali cellule e della lenta velocità di conduzione delle strutture costituite da cellule calcio dipendenti.
Una conduzione di tipo calcio dipendente può anche aversi in cellule primitivamente sodio dipendenti il cui canale rapido del sodio sia stato inattivato da un calo di potenziale diastolico come può verificarsi in corso di ischemia.


Eccitabilità


La eccitabilità è la capacità di una fibrocellula muscolare cardiaca di rispondere con un potenziale di azione ad uno stimolo depolarizzante esterno.
Tale stimolo proviene generalmente da una cellula attigua ma artificialmente può provenire anche da un generatore artificiale di impulsi e deve essere in grado di ridurre il potenziale transmembrana ad un valore critico denominato soglia di stimolazione, raggiunto il quale si attivano i canali voltaggio dipendenti del Sodio (cellule a risposta rapida) o del Calcio (cellule a risposta lenta). La necessità di raggiungere un valore li depolarizzazione critico spiega il tipo di risposta denominato "tutto o nulla" in base al quale stimoli sottoliminari non producono alcuna risposta mentre qualunque stimolo al disopra della soglia produce una risposta massima costituita dal potenziale di azione.
L'entità della risposta ottenuta (in particolare il Vmax cioè il potenziale all'apice della fase 0) dipende dal potenziale diastolico di membrana: tanto maggiore è la negatività del potenziale diastolico transmembrana tanto maggiore sarà la relativa risposta evocata per una maggiore attivazione dei canali del sodio. Da questo deriva come variazioni elettrolitiche modificanti il potenziale diastolico di membrana sono in grado di modificare l'ampiezza e la pendenza della fase 0 così come la morfologia del potenziale di azione. Le variazioni della concentrazione di potassio nel mezzo extracellulare giocano il ruolo maggiore nel determinare la eccitabilità cellulare.


Refrattarietà


Si definisce refrattarietà la capacità della cellula miocardica di rendersi ineccitabile a qualunque stimolo esterno per un periodo di tempo immediatamente successivo ad una depolarizzazione.
La cellula miocardica esce dalla fase di refrattarietà e riacquista la completa eccitabilità nel momento in cui recupera un determinato potenziale diastolico transmembrana.
La refrattarietà è un meccanismo attraverso il quale la cellula miocardica si autoprotegge dalle elevate frequenze di stimolazione.
L'alternarsi di periodi di refrattarietà a periodi di completa eccitabilità si realizza grazie alla capacità dei canali del Sodio di assumere 3 diverse configurazioni strutturali a seconda del potenziale transmembrana; a queste 3 configurazioni spaziali corrispondono 3 stati funzionali del canale medesimo: Stato di riposo: corrisponde alla fase 4 del potenziale di azione; il canale è chiuso ma ha la capacità di aprirsi non appena il potenziale transmembrana diminuisce per arrivare a quello di soglia.
stato di apertura: non appena viene raggiunto il potenziale soglia si ottiene l'apertura del canale che viene attivato con conseguente ingresso di ioni Sodio ed inversione della polarità endocellulare; tale stato corrisponde alla fase 0 del potenziale di azione.
Stato di inattivazione: la completa depolarizzazione cellulare porta ad un ulteriore cambio strutturale del canale che diventa inaccettabile a qualunque sollecitazione elettrica. Tale stato è responsabile della refrattarietà della cellula miocardica. Con la ripolarizzazione della cellula il canale del sodio ritorna dalla configurazione di inattivazione a quella di riposo permettendo alla cellula di uscire dal proprio periodo refrattario e di riacquistare eccitabilità.
Nel potenziale di azione standard è possibile identificare una prima fase in cui nessuno stimolo è in grado di depolarizzare la cellula (periodo refrattario assoluto: P.R.A.) seguita da una seconda fase (periodo refrattario relativo: P.R.R.) in cui solo stimoli di entità superiore a quelli usuali possono depolarizzare la cellula.
Alla fase del periodo refrattario relativo segue una fase denominata supernormale in cui si assiste ad un abbassamento della soglia di stimolazione rispetto alla restante fase 4.

 

  Giuseppe Bagliani
Elettrocardiologia alle "soglie" del 2000