Varianti normali dell'elettrocardiogramma


Verranno descritti di seguito alcune particolari morfologie elettrocardiografiche ritrovabili nel soggetto normale che per alcune loro caratteristiche possono essere correlabili con l'elettrocardiogramma patologico.
Esse vanno conosciute per evitare di incappare in eclatanti errori diagnostici.


PQ apparentemente corto
Soprattutto nella popolazione giovane è possibile ritrovare un tempo di conduzione atrio ventricolare particolarmente corto (circa 120 msec); tale reperto, rientra nella normalità e, nei casi in cui sia presente anche un concomitante ritardo della deflessione intrinsecoide, può contribuire alla erronea sensazione di trovarci in presenza di una preeccitazione ventricolare da fascio di Kent. Una attenta analisi dell'intervallo PQ (non inferiore a 120 msec) e del QRS (non superiore a 120 msec) permette di escludere la presenza di una preeccitazione da via accessoria atrio ventricolare anche se non esclude completamente la presenza di una fibra fascicolo ventricolare solitamente a ponte tra la branca destra ed il miocardio ordinario; tale diagnosi può essere effettuata solo mediante l'ausilio di mappaggio durante studio elettrofisiologico endocavitario.


Onda Q in D3
Una onda Q strettamente limitata a D3 pu= porre dei problemi di diagnosi differenziale con una pregressa necrosi miocardica inferiore pur in completa assenza di precedenti ischemici. Tale onda Q solitamente scompare con i profondi movimenti respiratori che peraltro positivizzano completamente il ventricologramma o ne evidenziano una piccola onda R iniziale.


(Figura 56)
Aspetto RSR' in V1
Una morfologia del ventricolograma con aspetto a tipo blocco di branca destro,


(Figura 57)
inserita in un QRS la cui durata è ben al disotto dei 120 msec si ritrova in circa il 2-3% della popolazione generale sana. La presenza della R' è dovuta alla depolarizzazione di zone del ventricolo destro già in condizioni normali attivate in maniera ritardata rispetto alla globalità della massa ventricolare sinistra va ritenuta una variante normale dell' elettrocardiogramma.
Aspetto S1, S2, S3
La presenza di onde S profonde e larghe più della precedente onda R può ritrovarsi sia in caso di ipertrofia ventricolare destra o enfisema che in circa il 20% della popolazione sana. In questa ultima eventualità il reperto S1, S2, S3 è espressione di una attivazione delle zone basali in direzione caudo craniale e da sinistra a destra.
ST sopraslivellato persistente
Alcuni soggetti, soprattutto maschi giovani, possono presentare un importante sopraslivellamento rettilineo del tratto ST (fino a 3-4 mm) in completa assenza di una cardiopatia.



(Figura 58)
Tale reparto, denominato anche ripolarizzazione precoce, pone dei problemi di diagnosi differenziale con la cardiopatia ischemica, con la pericardite acuta e con la recentemente descritta Sindrome di Brugada



(vedi anche Figura 71).
In alcuni casi l'ipertono vagale si rende responsabile di sopraslivellamento del tratto ST con concavità rivolta verso l'alto, tanto da poter dare dei problemi di diagnosi differenziale con la pericardite acuta e con la fase 0 dell'infarto acuto del miocardio.
Anomalie isolate dell'onda T
Anomalie morfologiche dell'onda T possono essere evidenti e porre dei problemi di diagnosi differenziale con tutta una serie di patologie compromettenti la morfologia dell'onda T.
Onde T bifide sono soprattutto ritrovabili in età pediatrica.


(Figura 59)
In età adulta è più frequente ritrovare delle T negative in precordiali anteriori soprattutto nelle donne


(Figura60),
spesso incostanti e variabili con i pasti, la ingestione di acqua fredda o la posizione del torace.

 

  Giuseppe Bagliani
Elettrocardiologia alle "soglie" del 2000