Avevo da poco finito il mio panino con il salame
quando avevo ripreso a dipingere. Dalla finestra
vedevo il cielo azzurro e sentivo il rumore di raggi
protonici. Forse c'era in giro Jeeg che stava
combattendo contro i meganoidi... ah, i meganoidi,
i peggior clienti di Daitarn III. Ma dove cazzo era
Daitarn ? Cercavo di non pensarci e mi concentravo
sul quadro. Sentivo di avere l'ispirazione e di
poterla trasmettere sulla tela. Intanto controllavo
i colori mentre il mio piede destro si lanciava
con frenesia su quel quadro, cercando di tirar
fuori il meglio.
Ad un certo punto faceva capolino una mosca. Questa
gironzolava divertita vicino il quadro e, quando si
appoggiava vicino alle sponde del letto, faceva il
saluto di Hitler. Mentre la mosca intonava canzoni
filonaziste, sentivo di là in sala le effusioni
amorose della colf e del maggiordomo. Li sentivo
urlare e saltare da una parete all'altra. Sentivo
scricchiolare il letto, sbattere le antine dell'armadio.
Sentivo addirittura il rumore degli zoccoli di un cavallo
zompettare in tutta la sala. La colf urlava "apparecchiami,
dai! e il maggiordomo ripeteva "siiii... te lo parcheggio
nel culo!". Io iniziavo a sentirmi male. Hitler reincarnato
in una mosca, quei due che trombavano di là in sala,
Jeeg che stava combattendo in cielo e tra un raggio
protonico e una bestemmiava perchè faceva cilecca, mi
stavano angosciando di brutto. Ad un certo punto pure la
televisione si era accesa, come se qualcosa non volesse
che il mio fantastico piede non dovesse compiere l'opera
d'arte che volevo realizzare.
Dallo schermo appariva il faccione superabbronzato,
la dentiera bianchissima e i capelli contonati di quel
simpatico servo di Berlusconi, Emilio Fede. Stava dando
alcune notizie dal suo fantasico TG quando dalla sua
bocca uscivano centinaia di peli. Con disinvoltura li
toglieva ad uno ad uno ridendo. Poi ogni tanto si voltava
verso la telecamera e diceva: "Sono di Silvio". Disgustato
mi voltavo verso la sponda del letto e trovavo quella
mosca che frustava le formichine. Urlava: "Lavorate,
negri! Lavorate!". Col piede cercavo di mandarla via
e lei ripeteva: "Sei un partigiano di merda!".
Qualcuno bussava alla porta. "Chi è ?" domandavo.
"Sono Goldrake, aprite o continuo a bussare!". Dalla
sala la colf urlava: "Sto venendo! Sto venendo!".
Contento che la colf aveva finito di trombare col
maggiordomo, aspettavo che andasse ad aprire, ma
la colf ripeteva ancora: "siiii, sto venendo!".
Mi lasciavo prendere dal panico perchè nulla attorno
a me era razionale. Avevo ancora quella mosca che
mi insultava "Partigiano di merda!" e poi cantava
"Bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao!".
La colf e il maggiordomo che stavano venendo di là
in sala e nessuno dei due andava ad aprire la porta
a Goldrake il quale, non so perchè, voleva entrare
in casa. Emilio Fede in questo momento si toglieva
i capperi dal naso e diceva: "questo è un prodotto
genuino" e infine c'era Jeeg che bestemmiava come
un turco perchè non gli funzionava più il raggio
protonico. E ora sentivo il bisogno di prudermi
il piede, l'unico arto che riuscivo a muovere.
Mi sentivo perso e tutto quello che stavo vivendo
mi sconvolgeva. Stavo scoppiando.
Un urlo poderoso usciva dalla mia bocca. Emilio
Fede era caduto dalla poltrona e la tv si era
successivamente spenta. Il pavimento della sala
era crollato portandosi con se la colf e il maggiordomo.
Goldrake era scappato dalla paura. Jeeg era invece
morto dalla disperazione, il suo raggio protonico
gli aveva bruciato il fegato. Attorno a me era
tornata la calma, il cielo era tornato azzurro.
Il mio piede, sentendo tutta quella pace, aveva ripreso
in mano il pennello. Ad un certo punto, però, qualcosa
tornava a mancare. Infatti, da dietro la sponda del
letto usciva la mosca di prima e, con tono minaccioso,
mi urlava dietro: "bastardo terrorista, ora vado a
chiamare bush!".