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[TESTIMONIANZE]PAG.1 |
Questa
è una delle rubriche più visitate di IDS. Il materiale pubblicato
in queste pagine è stato inviato da persone che hanno deciso di
rendere pubblica la loro storia. Purtroppo non ci è possibile pubblicare
tutte le Testimonianze che arrivano, sono tantissime, quasi duecento ad
oggi. Con la nuova veste del Sito, abbiamo deciso di pubblicarne solo alcune
di queste, con le quali intendiamo rappresentarle tutte. Se ti fa piacere
inviarci la tua testimonianza compila questo breve questionario
on-line. |
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ciao
a tutti!!!! sono Silvia da milano! tante volte da 6 mesi a questa parte
ho pensato di scrivervi ma non l'ho mai fatto ... non so per quale motivo,ma
ora ho deciso! ho 28 anni e da 2 anni soffro di ansia,attacchi e di panico
ma ora ne sono praticamente guarita! volevo dirvi che si riesce a uscirne.come
ho fatto? le ho provate un pò tutte:yoga,agopuntura,psicoterapia
froidiana niente... poi ho deciso di fare le cose seriamente,ho deciso
che volevo riprendermi in mano la mia vita,di tornare a sorridere,di decidere
da sola della mia vita e spt di non pensare sempre agli altri,a quello
che vogliono o si aspettano da me... ho iniziato una psicoterapia con una
dottoressa mitica che una delle prime volte mi disse:" NON SEI PAZZA, TUTTO
QUELLO CHE TI STA SUCCEDENDO CAPITA ALLE PERSONE SENSIBILI E INTELLIGENTI,
è UN CAMPANNELLO D'ALLARME MA SE NE ESCE"... da allora ,grazie anche
all'aiuto di un farmaco sto decisamente meglio,ho capito cosa non andava
nella mia vita e ho trovato il coraggio di cambiare le cose:ho lasciato
il fidanzato dopo 9 anni, ho sciolto una società che mi toglieva
la vita ed ho iniziato a guardare avanti.... oggi 4/1/2002 dopo 8 mesi
sono ancora in terapia ma non prendo più le pillole e NON HO PIU'
ALCUN ATTACCO... abbiate fede, siete grandi,siamo grandi e se gli altri
non ci capiscono sono affari loro, noi abbiamo almeno il coraggio di ammettere
di avere un problema e la forza di risolverlo... è dura ma quando
ne esci vivi finalmente tutto quello che ti capita e assapori ogni piccola
cosa che ti succede... ed è trutto meraviglioso! un bacione e in
bocca al lupo |
Ciao
a tutti !!! Mi chiamo Barbara ..qualcuno di voi mi conosce, ma mi presento
agli altri perchè tengo molto a raccontare la mia esperienza su
questa malattia (sempre nel rispetto di tante altre)!Soffro(o meglio soffrivo)
di attacchi di panico da circa quattro anni, cioè da quando avevo
22 anni . Ricordo ancora il primo attanco con terrore a cui seguirono tutti
gli altri contornati da derisioni , da critiche etc. Sono stata sempre
da sola , nemmeno i miei genitori o il mio ragazzo mi sono stati vicini
, nessuno! Così ho dovuto affrontare tutto con me stessa ,
cercando di capire , ma soprattutto di "sopravvivere" alle crisi sempre
più atroci. Il primo anno è stato il più brutto, la
mia vita sembrava arrivata alla fine , tutto era un incubo ..anche chiudermi
in bagno. Non potere parlare con nessuno, non riuscire soprattutto a trovare
nessuno con chi parlare, sempre da sola a piangere!!!Si ci sente diversi
, come fuori dalla normalità si ha paura di impazzire , di non potere
ritornare più alla quotidianità, ma voglio dare una speranza
a tutti , perchè nonostante la mia atroce esperienza a poco a poco
ne sto uscendo. Adesso la mia vita è uguale agli altri, finalmente
non devo rendere conto a nessuno, e sono fiera di avere fatto tutto da
sola. Mi sostengo solo con un farmaco preso la sera ma che a poco a poco
diminuisco , ma so di poterlo interrompere da un momento all'altro. Il
Dap è un disturbo facilmente risolvibile, qui non c'entra la volontà,
serve solo un pò di tempo, aspettando un domani per tutti sicuramente
più roseo e sereno!!! Auguro a tutti buon anno ricco solo di belle
sennsazioni e nuove emozioni, lo so per adesso cancellate ... ma fa parte
della malattia non preoccupatevi!! |
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Sono
Dagmar, ho già scritto qui nel gennaio del 1998. Sono passati due
anni, che hanno cambiato un po' di cose, quindi pensavo possa essere interessante
un'aggiornamento. Ero rimasta a una vita resa praticamente invivibile dagli
attacchi di panico, dalla claustrofobia, agorafobia e dal mio principale
incubo, la emetofobia (paura del vomito). Nel maggio del 1998 mi sono finalmente
decisa di affrontare una cura farmacologica, seguita dal Dott. Bertani
del San Raffaele di Milano con molta gentilezza e perizia. Si trattava
di un SSRI, il Seroxat, che durante il primo mese di assunzione ha messo
a dura prova la mia sopportazione, in particolare per la nausea che causava.
Ma dopo, la mia vita è cambiata totalmente. Già a 30 mg giornalieri,
riuscivo di nuovo a uscire di casa per piu' di un'ora! E dopo i primi due
mesi, nessun attacco di panico, niente ansia, niente ossessioni! Per un
anno, praticamente settimo cielo, facevo di tutto, a tutte le ore, mangiavo
quel che mi sentivo di mangiare, uscivo con estranei, viaggiavo.. tutte
cose che prima mi sembravano impossibili. Poi, verso la primavera del 1999,
in accordo con il mio medico, si era decisi che era ora di abbassare progressivamente
il dosaggio della medicazione. E cosi', il 1. novembre del 1999, ho preso
l'ultima mezza pasticca di Seroxat. Già durante i mesi precedenti,
a dosaggio ridotto, avevo sentito un leggero ritorno di alcuni sintomi,
piu' che altro una piu' facile eccitabilità e un po' di ossessioni.
Il mese di novembre, molte paure si sono ripresentate. Ma questo, un po'
era previsto, e quando al cinema mi prendevano i "soliti" presagi di un
attacco di panico, qualcosa in me è scattato e mi ha detto: NO!
Non è possibile che ricominci! E, seppure con un po' di batticuore
e sudore, il cinema è andato, ed è stata come una battaglia
vinta. Già il sapere che una vita senza attacchi di panico esiste,
qualcosa ha cambiato, mi ha dato una forza diversa per affrontarli. Poi
qualcuno in Germania mi ha parlato dell'iperco. L'ho comprato in farmacia,
e per un mese fedelmente assunto, senza apparenti risultati. Ma mi avevano
detto che ci voleva tempo.. e ora qualche risultato si vede! Anche se lontano
mille miglia dalla serenità indotta dal Seroxat, l'angoscia è
limitata a momenti particolarmente affollati, altrimenti mi sembra che
riesco ad affrontare quasi tutto, un po' nervosa, apprensiva, ma senza
svenire nè estraniamento. Chissà se continua cosi? Questo
è quanto, giusto a testimoniare un percorso chimico, e poi un piccolo
successo "alternativo". Un abbraccio Dagmar |
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Ora
mi chiedo: se vivessimo in una citta', paese o qualsivoglia, popolato da
"dappisti", come si sentirebbe ognuno di noi?! Insomma, non sarebbe tutto
+ facile...?! Entrare in un supermercato, sentire la tachicardia che avanza,
quella stronzissima stretta al petto + tutta l'allegra compagnia di sintomi
e poterlo dire tranquillamente al primo che passa..."sono sull'orlo di
un attacco di panico..." e ricevere in cambio, non uno sguardo imbecillito
che non capisce, ma il sorriso di chi sa alla perfezione quello che stai
passando e che magari è nella tua stessa situazione... Quello che
cerco di dire è che io credo che uno dei nostri maggiori problemi
sia quello di sentirci soli, noi nella nostra bolla di sapone. Per questo
trovo che l'idea di questo sito sia assolutamente positiva. Scusate, mi
presento. Chiara, 19 anni studentessa di psicologia(guarda guarda) a Milano.
Ho iniziato a soffrire di attacchi di panico e stati di ansia feroce 2
anni fa, nel bel mezzo di un'adolescenza spensierata, quando niente sembrava
spaventarmi. Ero una ragazzina stravagante, entusiasta, che godeva della
vita al 100%, ne assaporava fino in fondo il gusto, dolce o amaro che fosse.
Poi il primo attacco e da quel giorno, il tormento. E' nata in me un'insicurezza
di fondo, che ha cambiato la luce dei miei pensieri. Ma io credo che nulla
sia x caso, tantomeno un attacco di panico, segnale manifesto lanciato
dal nostro + profondo io. Partendo da questo presupposto mi sono decisa
ad iniziare una psicoterapia-sett.99- che spero mi aiuti a capire le cause
di questo mio male di vivere. Non prendo farmaci-anche se non potrei uscire
di casa senza il mio fedele lexotan-, ma mi capita spesso di trovare una
sorta di aiuto nell'alcool...grande errore, lo so(alcool, ansiolitico ipocrita).
! Mi sembra di non riuscire + a vivere senza "protezioni", anche i rapporti
con gli altri sono sempre + difficili, come glielo spieghi a loro?!? Cammino
in questo lungo tunnel che chi mi circonda non riesce a vedere, cammino
e non vedo luci in fondo, ma continuo a crederci, continuo a credere che
esista un'uscita, ci credo, cazzo, in nome dei miei 19 anni, in nome di
una vita che pretendo, che voglio abbracciare e godere fino in fondo. Chiara |
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Innanzitutto,
volevo complimentarmi con gli autori di questo sito, sicuramente farà
comodo a tantissime persone. Mi chiamo Paolo, 31 anni e sono della prov.
di Brescia. Circa 3 anni ho conosciuto Paola, 31 anni della prov. di Viterbo,
se non è stato amore a prima vista, è stato comunque qualcosa
di molto forte e profondo. Direi anche abbastanza traumatico: di ragazze
ne ho conosciute tante, ma l'emozione che ho provato con lei è indescrivibile.
Da qui vi sarete accordi che ne sono innamorato. Lei, era reduce da una
storia di 10 anni con un ragazzo del suo paese, ed era in un periodo di
rivoluzione generale e drastica della sua vita. Per circa 3 mesi, vi lascio
immaginare la felicità dei momenti passati insieme. Man mano i giorni
passavano, il nostro sentimento diventava sempre più forte. Una
mattina d'estate, si svegliò con una espressione non sua, non l'avevo
mai vista così. Decise che doveva tornare subito a casa, dove si
trovava, non stava bene. Tornò con il suo ex, passarono 15 giorni
e mi chiamò: mi manchi da morire!! Non credetti alle mie orecchie,
dentro di me avevo già costruito in nostro futuro.I giorni passavano,
ma lui c'era sempre, in casa non la prendevano in considerazione, le persone
che frequentava non le piacevano, il paese non gli piaceva e tante altre
cose che sembravano molto strane. Ogni tanto, circa 3/4 mesi, riusciva
a prendere coraggio e ci incontravamo Le prime ore, fantastiche, poi, forse
i rimorsi di coscienza, succedeva che lei si irrigidiva. Capivo che aveva
qualcosa, non sapevo cosa fosse. Allora, con tanta calma, mi feci spiegare
cosa avesse. Attacchi di panico, tachicardia, mancanza di sicurezza, giramenti
di testa.Questa ragazza insomma, viveva giornalmente con questa bestia
dentro di se e la cosa brutta è che le persone che frequentava,
genitori e ragazzo, non prendevano seriamente in cnsiderazione le sue problematiche,
anzi facevano e fanno tuttora finta di niente. I suoi genitori, conoscono
perfettamente la situazione, sanno che esisto anche io, io gli ho spiegato
cosa avesse la figlia ma sembra che non vogliano rendersene conto. Lui,
nonostante uno strano rapporto con lei, non si pone nemmeno il problema
preso da 1000 impegni di lavoro. Secondo il mio punto di vista, a lui non
gli frega più di tanto. Insomma, intorno a lei esiste l'indifferenza
assoluta. In questi tre anni, credetemi ho fatto di tutto. Meno male che
al suo paese, ha un'amica che ogni tanto la sostiene, se no lei, è
arrivata anche al pensiero ultimo.... Adesso la situazione è peggiorata,
anche di molto. In questi giorni, esattamente il 23/12/99,ha deciso di
ricorrere ad uno psicologo, spero che la aiuti. Il nostro rapporto, è
ormai diventato telefonico. I dubbi e le paure sono tante, credetemi, ma
non riesco a staccarmi da lei. Ho tanta rabbia con le persone che gli stanno
vicino e non si rendono conto che la mia bimba ha bisogno di aiuto. Io
sono bloccato da lei, andrei a prenderla di corsa se solo me lo chiedesse.
Il nostro sentimento, strano ma vero, sembra assurdo ma si è rafforzato.
Giornalmente facciamo progetti, ma poi subentra l'angoscia di non poterli
realizzare e allora cerchiamo di cambiare discorso. Più volte abbiamo
provato a staccarci: inutile, 3/4 giorni e ricominciamo. Le rare volte
che ci siamo visti in quest'anno, abbiamo fatto l'amore piangendo, sembra
un film, ma è la realtà. Nuovamente, ha deciso che non è
giusto che io soffra e che devo vivere la mia vita non pensando a lei.
Io posso anche provarci, ma è molto, molto dura: ci amiamo. Non
so cosa devo fare, AIUTATEMI e AIUTATELA. Abbiamo bisogno entrambi di stare
insieme, io per aiutare lei, lei per aiutare me nella mia vita e nel ragiungere
i miei obbiettivi. Grazie a tutti quelli che mi daranno il loro aiuto. |
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Mi
risulta assai difficile tornare indietro per rievocare i momenti di assoluto
terrore che ho vissuto per circa un anno in cui sono stata vittima di attacchi
di panico. La cosa più difficile è stato stabilire di cosa
si trattava; come tutti ho dovuto passare da un medico all'altro per poi
capire alla fine (e da sola) che si trattava di attacchi di panico... Adesso
sto molto meglio, mi sto curando con lo Seroxat (che ha fatto miracoli)
ma non smetto di informarmi sul disturbo che mi ha colpita perchè
non ho ancora capito se questi disturbi mi accompagneranno o si ripresenteranno
quando meno me lo aspetto (visto che si sono presentati in un periodo
di assoluta tranquillità e felicità)... Voglio salutarvi
e abbracciarvi virtualmente ...mandandovi un messaggio di speranza...ne
usciremo ragazzi, non vi preoccupate... |
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Ciao
a tutti. la mia e una lunga storia che ancora oggi ne porto addosso le
conseguenze se pur lievi rispetto al passato. Tutto comincio all'età
di 18 anni quando su invito di amici mi costrinsero a fumare uno spinello.
non l'avessi mai fatto. Mi rovino la vita. la paura prese sia la mia mente
che il mio corpo, non riuscivo a fermare i pensieri, leggevo e non ricordavo,
mi sembrava d'impazzire, un fruscio invase le mie orecchie e tuttora lo
porto sempre con me. Andai dal medico curante, mi diede dei tranquillanti,
ma niente. Aspettai due anni per ribellarmi al qullo stato di cose rivolgendomi
al un neuropschiatra, costandomi una fortuna e togliendomi la paura che
il mio corpo aveva somatizzato. Lui mi consiglio dopo tre anni di cure
e di farmaci di fare delle sedute di pscoterapie, e cosi comiciai le sedute
che portarono a dei ottimi risultati, ma ancora oggi avendo terminato la
psicoterapia ho problemi a socializzare, e qualche complesso di inferiorità.
Tutte le notti prima di addormentarmi il fruscio mi ricorda che qualcosa
non mi permette di guarire totalmente. Ho fatto degli accertamenti per
questo disturbo che secondo me si manifeta nelle orecchie ma ha origine
nel cervello, ma tutti i dottori se ne sono lavate le mani. Ora ci convivo
con questo disturbo volente o nolente e chissa un giorno forse passerà,
aspettando magari un miracolo di Dio. Ancora oggi prendo farmaci, sia anti-depressivi,
tranquillanti, e psicomotori. Questa e la mia storia in grandi linee chi
si riconoscesse e vorrebbe un amico per discuterne, mi farebbe molto piacere.
(sembra che questo fruscio in tutto il mondo c'e l'abbia solo io) |
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Ciao
a tutti, mi chiamo Silvano e da quando ho scoperto questo sito sono stato
rinfrancato dalla mia convinzione d'essere una sorta di bestia rara in
quanto da parecchi anni,in fasi altalenanti,sono soggetto a crisi d'ansia
specialmente in luoghi chiusi ed affollati. Credetemi, non pensavo che
il "mio disturbo" potesse avere una così larga diffusione. L'ideatore
di questo sito ha dato la possibilità a numerose persone d'emergere
dalla loro solitudine e dall'incomprensione che a tutt'oggi circonda questo
disturbo,anche se attualmente qualcosa, nel verso giusto, si stà
muovendo.Dunque,dovrei parlarvi un pò di me e di come oggi,alla
tenera età di 44 anni, continui a convivere con le mie fobie. Incominciò
nel 78, allora ero un ragazzo degli anni Settanta (qualcuno se li ricorda?)
improvvisamente una sera una sensazione di morte imminente, corsa verso
il pronto soccorso da cui venni congedato con la diagnosi di "neurodistonia",
allora così erano definiti quello che attualmente é conosciuto
come DAP. Da allora fino ad oggi, sebbene con fasi d' alti e bassi, ho
sempre avuto il mio da fare con ansia e la conseguente depressione che
questo situazione ti crea. Certamente sono ricorso a cure farmacologiche
e psicoterapeutiche le quali mi hanno aiutato a riconquistare spazi di
libertà e, talvolta, di serenità dovuti anche all'instaurazione
di alcuni buoni rapporti interpersonali. Durante tutti questi anni ho dovuto
faticare non poco per mantenere salde le conquiste, riuscendo a lavorare
a contatto con la gente io che non riesco a salire su un'autobus. C'è
sempre stata in me una certa ritenzione nel parlarne liberamente con altri
di tutto ciò, perchè pensavo(e penso) come sia difficile
capire, per una persona qualunque, cosa possa accadere nella testa e nel
corpo di chi subisce questi attacchi. Talvolta avevo l'impressione d'essere
considerato uno stravagante quando riferivo a certi medici delle mie crisi.
Tuttavia vorrei qui dire, a tutti quelli che si trovano nella mia
stessa situazione ,di non avere paura o vergogna d'esprimere il proprio
disagio, di renderci visibili anche se ci saranno sempre quelli che recepiranno
superficialmente il nostro problema. Utimamente sono ricorso alle cure
psichiatriche in quanto visitando questo sito sono venuto a conoscenza
che il trattamento farmacologico per questi disturbi ha fatto notevoli
passi avanti; vorrei sperare che questo, unito ad una breve psicoterapia,
mi faccia fare un'ulteriore passo avanti. |
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Ciao
Paolo, mi chiamo Claudio e prima di tutto ti volevo fare i complimenti
per la tua iniziativa. Ho scoperto IDS solo pochi giorni fa grazie ad un
articolo pubblicato sulla Repubblica, ma da quel poco che ho visto posso
dire che il tuo sito, a mio parere, può essere di grande aiuto a
chi come me soffre di disturbi dell'umore. Come seconda cosa volevo raccontarmi
la mia storia. Ho 20 anni e dall'età di 17 soffro di attacchi di
panico e agorafobia. Sin dai primi sintomi ho cercato di porvi rimedio
andando da uno psichiatra, ma data la mia tenera età ho fatto un
grande sbaglio dicendomi, dopo solo poche sedute, che quello era il dottore
dei matti e io proprio non lo ero. Così ho lasciato perdere e per
un anno e mezzo ho convissuto con il mio stato senza pormi grandi problemi.
Solo che dall'estate del 1998 il mio stato è peggiorato decisamente:
avevo attacchi di panico quasi tutti i giorni, non riuscivo a stare ne
con gli amici ne con altra gente e fuggivo da queste situazioni rinchiudendomi
in casa. Ero messo proprio male, avevo ed ho, anche se adesso in maniera
meno preoccupante, paura a stare con altra gente perché mi sentivo
strano, avevo paura di avere qualche comportamento fisico fuori dalla norma
ed ero fissato che il resto della gente mi guardasse in malo modo e ciò
mi causava attacchi di panico. Finalmente dopo aver trovato il coraggio
di parlarne con i miei genitori ho deciso di tornare dallo psichiatra e
dopo averne cambiati alcuni perché non mi infondevano fiducia ho
trovato un medico con cui riesco a parlare. Costui mi ha somministrato
dei farmaci tra cui SEROPRAM, ANAFRASIL e EFEXOR. All'inizio prendevo due
compresse di seropram da 20 mg e una di anafrasil. Oggi la mia cura è
a base di due capsule di Efexor da 75 mg a rilascio prolungato. Oltre alla
cura farmacologica faccio anche psicoterapia con il metodo cognitivo (esercizi
di respirazione lenta, rilassamento attivo-progressivo ed esercizi isometrici).
Adesso sono in una fase di stallo della mia malattia, ma a causa di quest'ultima
l'anno scorso ho vissuto rinchiuso in casa. Ora invece riesco a frequentare,
anche se non assiduamente, il quinto anno di ragioneria. Nonostante ciò
però non riesco ancora ad uscire di casa se non con la presenza
della mia ragazza, perché ho sempre la paura di avere qualche cosa
di strano e la sensazione che tutti mi osservino e mi deridano. Ho cercato
di raccontarti un po' la mia situazione anche se, come avrai capito, non
è che sia un grande narratore. Se tu decidessi di pubblicare la
mia lettera vorrei, se posso, dare un consiglio a chi come me soffre di
queste malattie: lo so che ci si sente molto male e che l'unica cosa che
riusciamo a fare è fuggire, ma io lo ho provato sulla mia pelle,
fuggire non è un bene, anzi peggiora solo la situazione. Bisogna
prendere atto del nostro stato e cercare di parlarne con uno specialista
che di sicuro ne sa più di noi. E anche se al primo, al secondo
o al centesimo tentativo non troviamo la persona giusta, non dobbiamo perderci
d'animo; lo so che è difficile, ma è meglio per noi. Ora
vi saluto e vi lascio il mio indirizzo E-Mail:xxxxxxxx Se c'è qualcuno
che ha voglia di scrivermi ne sarei ben felice perché ho bisogno
di poter parlare con qualcuno che è nella mia stessa situazione
e che mi possa comprendere davvero. Grazie e ciao Claudio |
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Ciao,
mi chiamo Alberto, ho 38 anni, vivo in provincia di Belluno e faccio l'insegnante.
Prima di quella maledetta domenica di febbraio 1993 ero un ragazzo che
faceva alpinismo, andava in giro da solo per intere giornate senza problemi.
Poi quel giorno: giramenti di testa, nausea, tremori, gambe che cedevano
dopo essere stato nell'edicola del mio paese ( che dista solo 150 metri
da casa mia)e l'impossibilità di tornare a casa. Per fortuna mia
moglie mi ha dato una mano sorreggendomi ( sia psicologicamente che fisicamente)
fino all' ospedale dove sono stato ricoverato per esami. Ho firmato per
uscire il giorno successivo in quanto non volevo sottopormi a gastroscopie,
analisi di ogni tipo. Sono stato mesi a cercare di capire che cosa poteva
essermi successo, studiandomi in ogni sintomo diverso dal solito. Non capivo
perchè non riuscivo più ad uscire da solo, perchè
tremavo solo all'idea di salire sulla corriera per andare a scuola. Ho
insegnato prendendo solo qualche giorno di permesso, anche se vi posso
garantire che ho passato ( e passo tuttora) intere mattinate con capogiri
e sensazioni di svenire in classe. Qualcuno potrebbe pensare che sono impazzito,
ma grazie a questo sito Internet ho trovato la forza per la prima volta
di fare sapere come si vive in certi momenti. I medici mi hanno classificato
ansioso e Stop. Qualsiasi cosa abbia, ho delle "balle". Anni fa ho letto
un articolo sugli attacchi di panico e da allora ho finalmente (si
fa per dire) capito cosa c'è all'origine del mio malessere. Un medico
mi ha dato, su mia indicazione, Xanax, che ho preso rendendommi conto di
essere nervosissimo sia in famiglia che sul lavoro, e non ho mai capito
se sia servito o meno in quanto continuo a vivere in una situazione di
tensione pazzesca, con gambe che tremano, bisogno assoluto di avere qualcuno
vicino nei momenti in cui mi sentirò male. Bel quadretto, vero?
Per fortuna ho passato anche anni in cui sono migliorato, anche se non
ho capito come ho fatto, in quanto sono riuscito a fare vacanze all'estero,
guidando per migliaia di chilometri senza problemi, sempre però
con mia moglie di fianco per qualsiasi evenienza. Ultimamante però
mi accorgo che la tensione aumenta e che starò per tornare a rivivere
quei momenti di alcuni anni fa.Vorrei comunque ringraziare chi ha avuto
l'idea di creare questo sito ed i medici on-line che mi hanno mandato del
materiale. Vi posso garantire che molti miei colleghi, da quando ne parlo,
mi hanno confidato di avere sintomi simili ai miei, per cui, magra consolazione,
ho la certezza di non essere l'unico. Finirà mai questo maledetto
disturbo? troverò qualche medico o qualche lettore che potrà
darmi una mano per ritornare quello che ero prima? Grazie a tutti. Alberto |
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Ciao
mi chiamo Giancarlo e ho 25 anni. Ho avuto modo di leggere e di condividere
le sofferenze di tutti coloro che hanno lasciato la loro testimonianza.
La mia storia ha sicuramente un lieto fine: infatti dopo circa 5 anni posso
dire che stò veramente bene. Non solo sono riornato alla mia vita
ma adesso sono sicuramente più forte di prima. Perchè vedete
dal "male oscuro" si esce e si esce consapevoli della sofferenza a da questo
punto di vista più maturi e forti. La mia non è una speranza
ma una certezza che vorrei comunicare: quella che dai disturbi di dap e
dep si guarisce2 o per lo meno si acquisisce la facoltà di poterli
controllare per svolgere una vita normale. La mia storia inizia circa 5
anni fa: durante un esame di Economia all'università avvertì
un forte brivido dietro la schiena e mi mozzava il fiato. Non lo sapevo
ma sarebbe stato l'inizio di un incubo e l'interruzione momentanea dei
miei studi. L'università, le amicizie, gli svaghi, i divertimenti,
lo sport diventarono pura utopia e lontani anni luce da me. Tutti i sintomi
che ho letto nelle varie testimonianze coincidevano con i miei. Una depressione
che ti rende inappetente e senza voglia di vivere ma solo di dormire per
allontanarsi dalla realtà e entrare nel mondo dei sogni. Quegli
attacchi di panico che di colgono qualora cerchi di allontanarti da casa,
che ti tolgono il rspiro, ti fanno uscire il cuore dal petto, ti fanno
sudare e non avere più saliva per deglutire e l'unica cosa che vuoi
e scappare e ritornare a casa. Alle volte riuscivo ad arrivare al primo
incrocio sotto casa e mi sembrava già una conquista. Non uscivo
se non accompagnato e il mio incubo era sempre lo stesso: se mi viene un
attacco cosa faccio? Dove scappo? La mia ansia era una diretta conseguenza
della depressione e mi imnpediva di deglutire il civo e alle volte la mia
stessa saliva. Alle volte ero presso da attacchi di panico con conati di
vomito e allora era come morire. Ad ogni modo come tutti gli attacchi!
durava qualche minuto ma la paura che si sarebbe ripresentato era dietro
l'angolo. Forse la mia testimonianza è un po' forte ma reale
e anche per impedire che qualcuno possa pensare "la mia depressione è
più forte". La depressione è uguale per tutti ma si presenperchè
la depressione è soprattutto una malattia dell'anima prima che della
mente. Quello che noi dobbiamo fare è avere tanta pazienza: la guarigione
è per gradi e alle volte molto lenta e bisogna cercare di ricominciare
a fare ! e cose di prima con gradualità e tentare anche di buttarsi
e rischiare un po' anche se non siamo sicuri. Ricordate che nulla ci può
accadere. Oggi anche se continuo una cura di mantenimento (Seroxat e Faverin)
ho ripreso l'università con eccellenti risultati, la mattina lavoro,
faccio nuto e tante altre cose. Sono sicuro che la guarigione esiste per
chiunque, bisogna solo crederci e volerlo. Spero di essere stato esauriente
e chiaro avrò piacere di ricevere le vostre lettere. Un bacio a
tutti |
TESTIMONIANZE
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