ansia, dap (attacchi di panico), disturbo ossessivo compulsivo, depressione, agorafobia, claustrofobia, anoressia, bulimia.....
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Questa è una delle rubriche più visitate di IDS. Il materiale pubblicato in queste pagine è stato inviato da persone che hanno deciso di rendere pubblica la loro storia. Purtroppo non ci è possibile pubblicare tutte le Testimonianze che arrivano, sono tantissime, quasi duecento ad oggi. Con la nuova veste del Sito, abbiamo deciso di pubblicarne solo alcune di queste, con le quali intendiamo rappresentarle tutte. Se ti fa piacere inviarci la tua testimonianza compila questo breve questionario on-line.

ciao a tutti!!!! sono Silvia da milano! tante volte da 6 mesi a questa parte ho pensato di scrivervi ma non l'ho mai fatto ... non so per quale motivo,ma ora ho deciso! ho 28 anni e da 2 anni soffro di ansia,attacchi e di panico ma ora ne sono praticamente guarita! volevo dirvi che si riesce a uscirne.come ho fatto? le ho provate un pò tutte:yoga,agopuntura,psicoterapia froidiana niente... poi ho deciso di fare le cose seriamente,ho deciso che volevo riprendermi in mano la mia vita,di tornare a sorridere,di decidere da sola della mia vita e spt di non pensare sempre agli altri,a quello che vogliono o si aspettano da me... ho iniziato una psicoterapia con una dottoressa mitica che una delle prime volte mi disse:" NON SEI PAZZA, TUTTO QUELLO CHE TI STA SUCCEDENDO CAPITA ALLE PERSONE SENSIBILI E INTELLIGENTI, è UN CAMPANNELLO D'ALLARME MA SE NE ESCE"... da allora ,grazie anche all'aiuto di un farmaco sto decisamente meglio,ho capito cosa non andava nella mia vita e ho trovato il coraggio di cambiare le cose:ho lasciato il fidanzato dopo 9 anni, ho sciolto una società che mi toglieva la vita ed ho iniziato a guardare avanti.... oggi 4/1/2002 dopo 8 mesi sono ancora in terapia ma non prendo più le pillole e NON HO PIU' ALCUN ATTACCO... abbiate fede, siete grandi,siamo grandi e se gli altri non ci capiscono sono affari loro, noi abbiamo almeno il coraggio di ammettere di avere un problema e la forza di risolverlo... è dura ma quando ne esci vivi finalmente tutto quello che ti capita e assapori ogni piccola cosa che ti succede... ed è trutto meraviglioso! un bacione e in bocca al lupo 
Ciao a tutti !!! Mi chiamo Barbara ..qualcuno di voi mi conosce, ma mi presento agli altri perchè tengo molto a raccontare la mia esperienza su questa malattia (sempre nel rispetto di tante altre)!Soffro(o meglio soffrivo) di attacchi di panico da circa quattro anni, cioè da quando avevo 22 anni . Ricordo ancora il primo attanco con terrore a cui seguirono tutti gli altri contornati da derisioni , da critiche etc. Sono stata sempre da sola , nemmeno i miei genitori o il mio ragazzo mi sono stati vicini , nessuno! Così ho dovuto affrontare  tutto con me stessa , cercando di capire , ma soprattutto di "sopravvivere" alle crisi sempre più atroci. Il primo anno è stato il più brutto, la mia vita sembrava arrivata alla fine , tutto era un incubo ..anche chiudermi in bagno. Non potere parlare con nessuno, non riuscire soprattutto a trovare nessuno con chi parlare, sempre da sola a piangere!!!Si ci sente diversi , come fuori dalla normalità si ha paura di impazzire , di non potere ritornare più alla quotidianità, ma voglio dare una speranza a tutti , perchè nonostante la mia atroce esperienza a poco a poco ne sto uscendo. Adesso la mia vita è uguale agli altri, finalmente non devo rendere conto a nessuno, e sono fiera di avere fatto tutto da sola. Mi sostengo solo con un farmaco preso la sera ma che a poco a poco diminuisco , ma so di poterlo interrompere da un momento all'altro. Il Dap è un disturbo facilmente risolvibile, qui non c'entra la volontà, serve solo un pò di tempo, aspettando un domani per tutti sicuramente più roseo e sereno!!! Auguro a tutti buon anno ricco solo di belle sennsazioni e nuove emozioni, lo so per adesso cancellate ... ma fa parte della malattia non preoccupatevi!!

Sono Dagmar, ho già scritto qui nel gennaio del 1998. Sono passati due anni, che hanno cambiato un po' di cose, quindi pensavo possa essere interessante un'aggiornamento. Ero rimasta a una vita resa praticamente invivibile dagli attacchi di panico, dalla claustrofobia, agorafobia e dal mio principale incubo, la emetofobia (paura del vomito). Nel maggio del 1998 mi sono finalmente decisa di affrontare una cura farmacologica, seguita dal Dott. Bertani del San Raffaele di Milano con molta gentilezza e perizia. Si trattava di un SSRI, il Seroxat, che durante il primo mese di assunzione ha messo a dura prova la mia sopportazione, in particolare per la nausea che causava. Ma dopo, la mia vita è cambiata totalmente. Già a 30 mg giornalieri, riuscivo di nuovo a uscire di casa per piu' di un'ora! E dopo i primi due mesi, nessun attacco di panico, niente ansia, niente ossessioni! Per un anno, praticamente settimo cielo, facevo di tutto, a tutte le ore, mangiavo quel che mi sentivo di mangiare, uscivo con estranei, viaggiavo.. tutte cose che prima mi sembravano impossibili. Poi, verso la primavera del 1999, in accordo con il mio medico, si era decisi che era ora di abbassare progressivamente il dosaggio della medicazione. E cosi', il 1. novembre del 1999, ho preso l'ultima mezza pasticca di Seroxat. Già durante i mesi precedenti, a dosaggio ridotto, avevo sentito un leggero ritorno di alcuni sintomi, piu' che altro una piu' facile eccitabilità e un po' di ossessioni. Il mese di novembre, molte paure si sono ripresentate. Ma questo, un po' era previsto, e quando al cinema mi prendevano i "soliti" presagi di un attacco di panico, qualcosa in me è scattato e mi ha detto: NO! Non è possibile che ricominci! E, seppure con un po' di batticuore e sudore, il cinema è andato, ed è stata come una battaglia vinta. Già il sapere che una vita senza attacchi di panico esiste, qualcosa ha cambiato, mi ha dato una forza diversa per affrontarli. Poi qualcuno in Germania mi ha parlato dell'iperco. L'ho comprato in farmacia, e per un mese fedelmente assunto, senza apparenti risultati. Ma mi avevano detto che ci voleva tempo.. e ora qualche risultato si vede! Anche se lontano mille miglia dalla serenità indotta dal Seroxat, l'angoscia è limitata a momenti particolarmente affollati, altrimenti mi sembra che riesco ad affrontare quasi tutto, un po' nervosa, apprensiva, ma senza svenire nè estraniamento. Chissà se continua cosi? Questo è quanto, giusto a testimoniare un percorso chimico, e poi un piccolo successo "alternativo". Un abbraccio Dagmar

Ora mi chiedo: se vivessimo in una citta', paese o qualsivoglia, popolato da "dappisti", come si sentirebbe ognuno di noi?! Insomma, non sarebbe tutto + facile...?! Entrare in un supermercato, sentire la tachicardia che avanza, quella stronzissima stretta al petto + tutta l'allegra compagnia di sintomi e poterlo dire tranquillamente al primo che passa..."sono sull'orlo di un attacco di panico..." e ricevere in cambio, non uno sguardo imbecillito che non capisce, ma il sorriso di chi sa alla perfezione quello che stai passando e che magari è nella tua stessa situazione... Quello che cerco di dire è che io credo che uno dei nostri maggiori problemi sia quello di sentirci soli, noi nella nostra bolla di sapone. Per questo trovo che l'idea di questo sito sia assolutamente positiva. Scusate, mi presento. Chiara, 19 anni studentessa di psicologia(guarda guarda) a Milano. Ho iniziato a soffrire di attacchi di panico e stati di ansia feroce 2 anni fa, nel bel mezzo di un'adolescenza spensierata, quando niente sembrava spaventarmi. Ero una ragazzina stravagante, entusiasta, che godeva della vita al 100%, ne assaporava fino in fondo il gusto, dolce o amaro che fosse. Poi il primo attacco e da quel giorno, il tormento. E' nata in me un'insicurezza di fondo, che ha cambiato la luce dei miei pensieri. Ma io credo che nulla sia x caso, tantomeno un attacco di panico, segnale manifesto lanciato dal nostro + profondo io. Partendo da questo presupposto mi sono decisa ad iniziare una psicoterapia-sett.99- che spero mi aiuti a capire le cause di questo mio male di vivere. Non prendo farmaci-anche se non potrei uscire di casa senza il mio fedele lexotan-, ma mi capita spesso di trovare una sorta di aiuto nell'alcool...grande errore, lo so(alcool, ansiolitico ipocrita). ! Mi sembra di non riuscire + a vivere senza "protezioni", anche i rapporti con gli altri sono sempre + difficili, come glielo spieghi a loro?!? Cammino in questo lungo tunnel che chi  mi circonda non riesce a vedere, cammino e non vedo luci in fondo, ma continuo a crederci, continuo a credere che esista un'uscita, ci credo, cazzo, in nome dei miei 19 anni, in nome di una vita che pretendo, che voglio abbracciare e godere fino in fondo. Chiara

Innanzitutto, volevo complimentarmi con gli autori di questo sito, sicuramente farà comodo a tantissime persone. Mi chiamo Paolo, 31 anni e sono della prov. di Brescia. Circa 3 anni ho conosciuto Paola, 31 anni della prov. di Viterbo, se non è stato amore a prima vista, è stato comunque qualcosa di molto forte e profondo. Direi anche abbastanza traumatico: di ragazze ne ho conosciute tante, ma l'emozione che ho provato con lei è indescrivibile. Da qui vi sarete accordi che ne sono innamorato. Lei, era reduce da una storia di 10 anni con un ragazzo del suo paese, ed era in un periodo di rivoluzione generale e drastica della sua vita. Per circa 3 mesi, vi lascio immaginare la felicità dei momenti passati insieme. Man mano i giorni passavano, il nostro sentimento diventava sempre più forte. Una mattina d'estate, si svegliò con una espressione non sua, non l'avevo mai vista così. Decise che doveva tornare subito a casa, dove si trovava, non stava bene. Tornò con il suo ex, passarono 15 giorni e mi chiamò: mi manchi da morire!! Non credetti alle mie orecchie, dentro di me avevo già costruito in nostro futuro.I giorni passavano, ma lui c'era sempre, in casa non la prendevano in considerazione, le persone che frequentava non le piacevano, il paese non gli piaceva e tante altre cose che sembravano molto strane. Ogni tanto, circa 3/4 mesi, riusciva a prendere coraggio e ci incontravamo Le prime ore, fantastiche, poi, forse i rimorsi di coscienza, succedeva che lei si irrigidiva. Capivo che aveva qualcosa, non sapevo cosa fosse. Allora, con tanta calma, mi feci spiegare cosa avesse. Attacchi di panico, tachicardia, mancanza di sicurezza, giramenti di testa.Questa ragazza insomma, viveva giornalmente con questa bestia dentro di se e la cosa brutta è che le persone che frequentava, genitori e ragazzo, non prendevano seriamente in cnsiderazione le sue problematiche, anzi facevano e fanno tuttora finta di niente. I suoi genitori, conoscono perfettamente la situazione, sanno che esisto anche io, io gli ho spiegato cosa avesse la figlia ma sembra che non vogliano rendersene conto. Lui, nonostante uno strano rapporto con lei, non si pone nemmeno il problema preso da 1000 impegni di lavoro. Secondo il mio punto di vista, a lui non gli frega più di tanto. Insomma, intorno a lei esiste l'indifferenza assoluta. In questi tre anni, credetemi ho fatto di tutto. Meno male che al suo paese, ha un'amica che ogni tanto la sostiene, se no lei, è arrivata anche al pensiero ultimo.... Adesso la situazione è peggiorata, anche di molto. In questi giorni, esattamente il 23/12/99,ha deciso di ricorrere ad uno psicologo, spero che la aiuti. Il nostro rapporto, è ormai diventato telefonico. I dubbi e le paure sono tante, credetemi, ma non riesco a staccarmi da lei. Ho tanta rabbia con le persone che gli stanno vicino e non si rendono conto che la mia bimba ha bisogno di aiuto. Io sono bloccato da lei, andrei a prenderla di corsa se solo me lo chiedesse. Il nostro sentimento, strano ma vero, sembra assurdo ma si è rafforzato. Giornalmente facciamo progetti, ma poi subentra l'angoscia di non poterli realizzare e allora cerchiamo di cambiare discorso. Più volte abbiamo provato a staccarci: inutile, 3/4 giorni e ricominciamo. Le rare volte che ci siamo visti in quest'anno, abbiamo fatto l'amore piangendo, sembra un film, ma è la realtà. Nuovamente, ha deciso che non è giusto che io soffra e che devo vivere la mia vita non pensando a lei. Io posso anche provarci, ma è molto, molto dura: ci amiamo. Non so cosa devo fare, AIUTATEMI e AIUTATELA. Abbiamo bisogno entrambi di stare insieme, io per aiutare lei, lei per aiutare me nella mia vita e nel ragiungere i miei obbiettivi. Grazie a tutti quelli che mi daranno il loro aiuto.

Mi risulta assai difficile tornare indietro per rievocare i momenti di assoluto terrore che ho vissuto per circa un anno in cui sono stata vittima di attacchi di panico. La cosa più difficile è stato stabilire di cosa si trattava; come tutti ho dovuto passare da un medico all'altro per poi capire alla fine (e da sola) che si trattava di attacchi di panico... Adesso sto molto meglio, mi sto curando con lo Seroxat (che ha fatto miracoli) ma non smetto di informarmi sul disturbo che mi ha colpita perchè non ho ancora capito se questi disturbi mi accompagneranno o si ripresenteranno quando meno me lo aspetto (visto che si sono presentati  in un periodo di assoluta tranquillità e felicità)... Voglio salutarvi e abbracciarvi virtualmente ...mandandovi un messaggio di speranza...ne usciremo ragazzi, non vi preoccupate...

Ciao a tutti. la mia e una lunga storia che ancora oggi ne porto addosso le conseguenze se pur lievi rispetto al passato. Tutto comincio all'età di 18 anni quando su invito di amici mi costrinsero a fumare uno spinello. non l'avessi mai fatto. Mi rovino la vita. la paura prese sia la mia mente che il mio corpo, non riuscivo a fermare i pensieri, leggevo e non ricordavo, mi sembrava d'impazzire, un fruscio invase le mie orecchie e tuttora lo porto sempre con me. Andai dal medico curante, mi diede dei tranquillanti, ma niente. Aspettai due anni per ribellarmi al qullo stato di cose rivolgendomi al un neuropschiatra, costandomi una fortuna e togliendomi la paura che il mio corpo aveva somatizzato. Lui mi consiglio dopo tre anni di cure e di farmaci di fare delle sedute di pscoterapie, e cosi comiciai le sedute che portarono a dei ottimi risultati, ma ancora oggi avendo terminato la psicoterapia ho problemi a socializzare, e qualche complesso di inferiorità. Tutte le notti prima di addormentarmi il fruscio mi ricorda che qualcosa non mi permette di guarire totalmente. Ho fatto degli accertamenti per questo disturbo che secondo me si manifeta nelle orecchie ma ha origine nel cervello, ma tutti i dottori se ne sono lavate le mani. Ora ci convivo con questo disturbo volente o nolente e chissa un giorno forse passerà, aspettando magari un miracolo di Dio. Ancora oggi prendo farmaci, sia anti-depressivi, tranquillanti, e psicomotori. Questa e la mia storia in grandi linee chi si riconoscesse e vorrebbe un amico per discuterne, mi farebbe molto piacere. (sembra che questo fruscio in tutto il mondo c'e l'abbia solo io)

Ciao a tutti, mi chiamo Silvano e da quando ho scoperto questo sito sono stato rinfrancato dalla mia convinzione d'essere una sorta di bestia rara in quanto da parecchi anni,in fasi altalenanti,sono soggetto a crisi d'ansia specialmente in luoghi chiusi ed affollati. Credetemi, non pensavo che il "mio disturbo" potesse avere una così larga diffusione. L'ideatore di questo sito ha dato la possibilità a numerose persone  d'emergere dalla loro solitudine e dall'incomprensione che a tutt'oggi circonda questo disturbo,anche se attualmente qualcosa, nel verso giusto, si stà muovendo.Dunque,dovrei parlarvi un pò di me e di come oggi,alla  tenera età di 44 anni, continui a convivere con le mie fobie. Incominciò nel 78, allora ero un ragazzo degli anni Settanta (qualcuno se li ricorda?) improvvisamente una sera una sensazione di morte imminente, corsa verso il pronto soccorso da cui venni congedato con la diagnosi di "neurodistonia", allora così erano definiti quello che attualmente é conosciuto come DAP. Da allora fino ad oggi, sebbene con fasi d' alti e bassi, ho sempre avuto il mio da fare con ansia e la conseguente depressione che questo situazione ti crea. Certamente sono ricorso a cure farmacologiche e psicoterapeutiche le quali mi hanno aiutato a riconquistare spazi di libertà e, talvolta, di serenità dovuti anche all'instaurazione di alcuni buoni rapporti interpersonali. Durante tutti questi anni ho dovuto faticare non poco per mantenere salde le conquiste, riuscendo a lavorare a contatto con la gente io che non riesco a salire su un'autobus. C'è sempre stata in me una certa ritenzione nel parlarne liberamente con altri di tutto ciò, perchè pensavo(e penso) come sia difficile capire, per una persona qualunque, cosa possa accadere nella testa e nel corpo di chi subisce questi attacchi. Talvolta avevo l'impressione d'essere considerato uno stravagante quando riferivo a certi medici delle mie crisi. Tuttavia  vorrei qui dire, a tutti quelli che si trovano nella mia stessa situazione ,di non avere paura o vergogna d'esprimere il proprio disagio, di renderci visibili anche se ci saranno sempre quelli che recepiranno superficialmente il nostro problema. Utimamente sono ricorso alle cure psichiatriche in quanto visitando questo sito sono venuto a conoscenza che il trattamento farmacologico per questi disturbi ha fatto notevoli passi avanti; vorrei sperare che questo, unito ad una breve psicoterapia, mi faccia fare un'ulteriore passo avanti.

Ciao Paolo, mi chiamo Claudio e prima di tutto ti volevo fare i complimenti per la tua iniziativa. Ho scoperto IDS solo pochi giorni fa grazie ad un articolo pubblicato sulla Repubblica, ma da quel poco che ho visto posso dire che il tuo sito, a mio parere, può essere di grande aiuto a chi come me soffre di disturbi dell'umore. Come seconda cosa volevo raccontarmi la mia storia. Ho 20 anni e dall'età di 17 soffro di attacchi di panico e agorafobia. Sin dai primi sintomi ho cercato di porvi rimedio andando da uno psichiatra, ma data la mia tenera età ho fatto un grande sbaglio dicendomi, dopo solo poche sedute, che quello era il dottore dei matti e io proprio non lo ero. Così ho lasciato perdere e per un anno e mezzo ho convissuto con il mio stato senza pormi grandi problemi. Solo che dall'estate del 1998 il mio stato è peggiorato decisamente: avevo attacchi di panico quasi tutti i giorni, non riuscivo a stare ne con gli amici ne con altra gente e fuggivo da queste situazioni rinchiudendomi in casa. Ero messo proprio male, avevo ed ho, anche se adesso in maniera meno preoccupante, paura a stare con altra gente perché mi sentivo strano, avevo paura di avere qualche comportamento fisico fuori dalla norma ed ero fissato che il resto della gente mi guardasse in malo modo e ciò mi causava attacchi di panico. Finalmente dopo aver trovato il coraggio di parlarne con i miei genitori ho deciso di tornare dallo psichiatra e dopo averne cambiati alcuni perché non mi infondevano fiducia ho trovato un medico con cui riesco a parlare. Costui mi ha somministrato dei farmaci tra cui SEROPRAM, ANAFRASIL e EFEXOR. All'inizio prendevo due compresse di seropram da 20 mg e una di anafrasil. Oggi la mia cura è a base di due capsule di Efexor da 75 mg a rilascio prolungato. Oltre alla cura farmacologica faccio anche psicoterapia con il metodo cognitivo (esercizi di respirazione lenta, rilassamento attivo-progressivo ed esercizi isometrici). Adesso sono in una fase di stallo della mia malattia, ma a causa di quest'ultima l'anno scorso ho vissuto rinchiuso in casa. Ora invece riesco a frequentare, anche se non assiduamente, il quinto anno di ragioneria. Nonostante ciò però non riesco ancora ad uscire di casa se non con la presenza della mia ragazza, perché ho sempre la paura di avere qualche cosa di strano e la sensazione che tutti mi osservino e mi deridano. Ho cercato di raccontarti un po' la mia situazione anche se, come avrai capito, non è che sia un grande narratore. Se tu decidessi di pubblicare la mia lettera vorrei, se posso, dare un consiglio a chi come me soffre di queste malattie: lo so che ci si sente molto male e che l'unica cosa che riusciamo a fare è fuggire, ma io lo ho provato sulla mia pelle, fuggire non è un bene, anzi peggiora solo la situazione. Bisogna prendere atto del nostro stato e cercare di parlarne con uno specialista che di sicuro ne sa più di noi. E anche se al primo, al secondo o al centesimo tentativo non troviamo la persona giusta, non dobbiamo perderci d'animo; lo so che è difficile, ma è meglio per noi. Ora vi saluto e vi lascio il mio indirizzo E-Mail:xxxxxxxx Se c'è qualcuno che ha voglia di scrivermi ne sarei ben felice perché ho bisogno di poter parlare con qualcuno che è nella mia stessa situazione e che mi possa comprendere davvero. Grazie e ciao Claudio

Ciao, mi chiamo Alberto, ho 38 anni, vivo in provincia di Belluno e faccio l'insegnante. Prima di quella maledetta domenica di febbraio 1993 ero un ragazzo che faceva alpinismo, andava in giro da solo per intere giornate senza problemi. Poi quel giorno: giramenti di testa, nausea, tremori, gambe che cedevano dopo essere stato nell'edicola del mio paese ( che dista solo 150 metri da casa mia)e l'impossibilità di tornare a casa. Per fortuna mia moglie mi ha dato una mano sorreggendomi ( sia psicologicamente che fisicamente) fino all' ospedale dove sono stato ricoverato per esami. Ho firmato per uscire il giorno successivo in quanto non volevo sottopormi a gastroscopie, analisi di ogni tipo. Sono stato mesi a cercare di capire che cosa poteva essermi successo, studiandomi in ogni sintomo diverso dal solito. Non capivo perchè non riuscivo più ad uscire da solo, perchè tremavo solo all'idea di salire sulla corriera per andare a scuola. Ho insegnato prendendo solo qualche giorno di permesso, anche se vi posso garantire che ho passato ( e passo tuttora) intere mattinate con capogiri e sensazioni di svenire in classe. Qualcuno potrebbe pensare che sono impazzito, ma grazie a questo sito Internet ho trovato la forza per la prima volta di fare sapere come si vive in certi momenti. I medici mi hanno classificato ansioso e Stop. Qualsiasi cosa abbia, ho delle "balle". Anni fa ho letto un articolo sugli attacchi di panico e da allora  ho finalmente (si fa per dire) capito cosa c'è all'origine del mio malessere. Un medico mi ha dato, su mia indicazione, Xanax, che ho preso rendendommi conto di essere nervosissimo sia in famiglia che sul lavoro, e non ho mai capito se sia servito o meno in quanto continuo a vivere in una situazione di tensione pazzesca, con gambe che tremano, bisogno assoluto di avere qualcuno vicino nei momenti in cui mi sentirò male. Bel quadretto, vero?  Per fortuna ho passato anche anni in cui sono migliorato, anche se non ho capito come ho fatto, in quanto sono riuscito a fare vacanze all'estero, guidando per migliaia di chilometri senza problemi, sempre però con mia moglie di fianco per qualsiasi evenienza. Ultimamante però mi accorgo che la tensione aumenta e che starò per tornare a rivivere quei momenti di alcuni anni fa.Vorrei comunque ringraziare chi ha avuto l'idea di creare questo sito ed i medici on-line che mi hanno mandato del materiale. Vi posso garantire che molti miei colleghi, da quando ne parlo, mi hanno confidato di avere sintomi simili ai miei, per cui, magra consolazione, ho la certezza di non essere l'unico. Finirà mai questo maledetto disturbo? troverò qualche medico o qualche lettore che potrà darmi una mano per ritornare quello che ero prima? Grazie a tutti. Alberto

Ciao mi chiamo Giancarlo e ho 25 anni. Ho avuto modo di leggere e di condividere le sofferenze di tutti coloro che hanno lasciato la loro testimonianza. La mia storia ha sicuramente un lieto fine: infatti dopo circa 5 anni posso dire che stò veramente bene. Non solo sono riornato alla mia vita ma adesso sono sicuramente più forte di prima. Perchè vedete dal "male oscuro" si esce e si esce consapevoli della sofferenza a da questo punto di vista più maturi e forti. La mia non è una speranza ma una certezza che vorrei comunicare: quella che dai disturbi di dap e dep si guarisce2 o per lo meno si acquisisce la facoltà di poterli controllare per svolgere una vita normale. La mia storia inizia circa 5 anni fa: durante un esame di Economia all'università avvertì un forte brivido dietro la schiena e mi mozzava il fiato. Non lo sapevo ma sarebbe stato l'inizio di un incubo e l'interruzione momentanea dei miei studi. L'università, le amicizie, gli svaghi, i divertimenti, lo sport diventarono pura utopia e lontani anni luce da me. Tutti i sintomi che ho letto nelle varie testimonianze coincidevano con i miei. Una depressione che ti rende inappetente e senza voglia di vivere ma solo di dormire per allontanarsi dalla realtà e entrare nel mondo dei sogni. Quegli attacchi di panico che di colgono qualora cerchi di allontanarti da casa, che ti tolgono il rspiro, ti fanno uscire il cuore dal petto, ti fanno sudare e non avere più saliva per deglutire e l'unica cosa che vuoi e scappare e ritornare a casa. Alle volte riuscivo ad arrivare al primo incrocio sotto casa e mi sembrava già una conquista. Non uscivo se non accompagnato e il mio incubo era sempre lo stesso: se mi viene un attacco cosa faccio? Dove scappo? La mia ansia era una diretta conseguenza della depressione e mi imnpediva di deglutire il civo e alle volte la mia stessa saliva. Alle volte ero presso da attacchi di panico con conati di vomito e allora era come morire. Ad ogni modo come tutti gli attacchi! durava qualche minuto ma la paura che si sarebbe ripresentato era dietro l'angolo. Forse la mia testimonianza  è un po' forte ma reale e anche per impedire che qualcuno possa pensare "la mia depressione è più forte". La depressione è uguale per tutti ma si presenperchè la depressione è soprattutto una malattia dell'anima prima che della mente. Quello che noi dobbiamo fare è avere tanta pazienza: la guarigione è per gradi e alle volte molto lenta e bisogna cercare di ricominciare a fare ! e cose di prima con gradualità e tentare anche di buttarsi e rischiare un po' anche se non siamo sicuri. Ricordate che nulla ci può accadere. Oggi anche se continuo una cura di mantenimento (Seroxat e Faverin) ho ripreso l'università con eccellenti risultati, la mattina lavoro, faccio nuto e tante altre cose. Sono sicuro che la guarigione esiste per chiunque, bisogna solo crederci e volerlo. Spero di essere stato esauriente e chiaro avrò piacere di ricevere le vostre lettere. Un bacio a tutti
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