Il cardinale Giacomo Biffi,
arcivescovo di Bologna, ad un centinaio fra sacerdoti e
volontari convenuti ad un seminario organizzato dalla "Fondazione
Migrantes", svoltosi il 30 settembre 2000.
Appello allo Stato...
« Lo Stato dovrebbe consentire ai
mussulmani in Italia, sul piano delle istituzioni da autorizzare, solo ciò che
nei Paesi mussulmani è effettivamente consentito agli altri. [...] Lo Stato se
è davvero interessato a promuovere le libertà umane faccia laicamente quello
che la Chiesa, impegnata dal Vangelo e coerentemente preoccupata della carità
("prima ancora" dell'evangelizzazione), non può fare: adottare il
"piccolo strumento" della reciprocità come pressione dell'Islam. La
Chiesa può solo rivolgere appelli alla libertà religiosa nei Paesi islamici,
ma "chiedere serve a poco". [...] Nella stragrande maggioranza,
vengono da noi risoluti a restare estranei alla nostra "umanità",
individuale e associata, vengono ben decisi a rimanere sostanzialmente
"diversi", in attesa di farci diventare tutti sostanzialmente come
loro. »
In campo ecclesiale la "dottrina" del cardinale Biffi ha trovato il sostegno dei cardinali Sodano e Ruini.
Non è sportivo
invocare i gendarmi quando fino ad un minuto prima ne hai parlato malissimo.
(Michele Serra, "OCCHIO
PER OCCHIO", La
Repubblica, 1 ottobre 2000)
~ L'inferno
sono gli altri ~
(Sartre)
Se parla
«le lingue degli uomini», la carità cristiana diventa,
come ammonisce San Paolo,
«un bronzo sonante o un cembalo squillante»
(Leonardo
Zega, La Stampa, 2 ottobre 2000)
« Ho
anche altre pecore, che non appartengono a quest'ovile »
(Giov 10:16)
Con
i nostri fratelli musulmani vorremmo continuare a dar vita al sogno di una
umanità riconciliata, dove ogni persona sia aiutata ad amare anche il proprio
nemico. Da parte nostra dobbiamo fare in modo che essi possano vivere la loro
fede nell'attuale contesto storico e costituzionale della Repubblica Italiana.
Ai fratelli musulmani chiediamo perdono per le offese che subiscono dai
cosiddetti cristiani.
(«Noi siamo
Chiesa», Roma 2 ottobre 2000)
IL CARDINAL BIFFI,
UN NEMICO DELLA PACE
COMUNITÀ CRISTIANA DI BASE DI SAN PAOLO
(Roma, 3 ottobre 2000)
Per ragioni etiche, e per ragioni evangeliche, siamo rimasti sbalorditi per le reiterate affermazioni del l'arcivescovo di Bologna, cardinale Giacomo Biffi, che chiede al governo italiano di "selezionare" gli immigrati, in modo da favorire i cattolici (filippini o latino americani che siano) e scoraggiare invece i musulmani.
1) Biffi è intervenuto una prima volta il 13 settembre e una seconda volti il 30. Per quanto preannunciata, questa seconda esternazione e arrivata in concomitanza con le tragiche notizie che arrivavano da Gerusalemme ove, innescati dalla provocazione del capo del Likud Ariel Sharon, deplorato per il suo gesto in Italia dal rabbino-capo di Roma Elio Toaff, erano scoppiati incidenti tra israeliani e palestinesi (in stragrande maggioranza musulmani) così aspri da provocare una spirale che, in pochi giorni, ha messo in gravissimo pericolo il processo di pace tanto faticosamente avviato, ed aperto una ferita profonda nel gia fragile tessuto del Medio Oriente.2) Ma noi contestiamo le
dichiarazioni di Biffi non solo per motivi di opportunità, ma proprio nella
loro sostanza civile ed ecclesiale. Dal punto di vista evangelico l'argomentare
dell'arcivescovo ci pare semplicemente scandaloso, e rimaniamo sgomenti al
vedere, a parte la latitanza del Vaticano e della dirigenza della Conferenza
episcopale italiana, quanto poche siano le parole di denuncia che si levano
dall'interno della Chiesa cattolica italiana, a tutti i livelli, contro il
cardinale.
Nessuno aspettava Biffi per sapere che il problema dell'immigrazione è molto
intricato, e non solo in Italia, ma in tutti i Paesi che, nelle loro specifiche
situazioni, debbono affrontarlo. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno il problema
degli immigrati latino-americani, che pure sono quasi tutti cristiani! Dunque, i
modi con cui il cardinale vorrebbe che lo Stato italiano risolvesse questi
problemi non farebbero che aggrovigliare la situazione, anziché sciogliere in
modo equo i suoi nodi.
Il problema dell'immigrazione musulmana in Italia - problema dello Stato laico,
sia ben chiaro - si può risolvere non con anatemi aprioristici, ma con
l'applicazione della Costituzione repubblicana, con la pazienza, con la ricerca,
e lo studio delle soluzioni, che a questioni nuove o nuovissime, hanno
dato Paesi europei culturalmente "cristiani" che hanno una presenza
musulmana molto più rilevante della nostra, come la Francia, la Germania e il
Regno Unito.
D'altronde, se molte persone scappano dai loro Paesi d'origine per trovare pace
e lavoro in Europa, questo continente "cristiano" dovrebbe forse
interrogarsi pure sulle sue responsabilità storiche anche per storture
obiettive che vi sono in Paesi musulmani. Non è stata anche l'Italia
"cattolica" (così ci assicura Biffi che essa sia nelle sue radici),
del resto, ad armare, per il suo proprio tornaconto economico, regimi islamici
antidemocratici? Nel silenzio complice di troppi, Vaticano e Chiesa cattolica
italiana compresi.
Noi chiediamo scusa alle sorelle ed ai fratelli musulmani che vivono in Italia
(molti come immigrati, ma un crescente gruppo gia come cittadini a tutti gli
effetti di questo Paese) dell'ignoranza che Biffi dimostra dei valori storici
portati dalla civiltà musulmana in Occidente, e del contributo che
obiettivamente il cardinale porta a quelle forze politiche e culturali che si
nutrono di tesi xenofobe, quando non apertamente razziste. E cerchiamo di
sostenere quanti sono impegnati a risolvere in modo pacifico, soddisfacente,
franco e giusto i problemi che inevitabilmente si pongono ad una Società che
sempre più diviene multietnica e multiculturale.
Del resto, già oggi molti gruppi cattolici ed evangelici - consapevoli
che il cristiano è cittadino del mondo, e che "ogni uomo è mio
fratello" - fanno un lavoro prezioso a favore degli immigrati, e dunque a
favore della fratellanza. Questi generosi, d'altra parte, sanno bene che non sarà
certo combattendo l'Islam qui da noi che si favorirà la liberta delle Chiese
cristiane in quei Paesi islamici nei quali esse si trovano in difficoltà.
Cristiani e musulmani possono invece combattere insieme l'unica ''guerra
santa'' oggi concepibile: quella contro la poverta, l'ingiustizia, lo
sfruttamento e l'ignoranza.
Biffi, invece, solleva il polverone di una possibile instaurazione della "Sharia"
(legge islamica) in Italia; ma, forse, il suo vero scopo è quello di
restaurare il principio dei Patti lateranensi del '29, annullato nell'84, e cioè
che la religione cattolica, apostolica e romana è la sola religione
dello Stato italiano.
Nella mia esperienza della chiusura, poi della crisi e
dell'emergere dell'individuo, sono giunto alla convinzione personale che non c'è
umanità se non al plurale e che quando pretendiamo (all'interno della Chiesa
cattolica ne abbiamo triste esperienza nel corso della storia) di possedere la
Verità o di parlare in nome dell'umanità cadiamo nel totalitarismo e
nell'esclusione.
Nessuno possiede la Verità. Ognuno la ricerca.
Ci sono certamente verità oggettive ma che vanno al di là di noi tutti e alle
quali non si può accedere che attraverso un lungo cammino, componendole poco a
poco, prendendole da altre culture e da altri gruppi umani, quello che altri
hanno acquisito e hanno cercato nel loro cammino verso la verità. Io sono
credente, credo che c'è un Dio, ma non ho la pretesa di possederlo né
attraverso Gesù, né attraverso i dogmi della mia fede.
Dio non si possiede.
Non si possiede la Verità e io ho bisogno della Verità degli altri.
(Pierre Claverie, vescovo di Orange in
Algeria, ucciso da una bomba nel 1996)
LETTERA
APERTA A BIFFI
Khaled Fouad Allam
Docente di Sociologia del mondo musulmano all'Università di
Trieste