Le vittime


Gli assassini di capre trovano sempre una capra da uccidere.

(proverbio corso)

I catari
Costituivano un movimento religioso, diffuso nel mezzogiorno della Francia (da cui anche il nome di albigesi, dalla città Albi), che propugnava una dottrina fondata sulla contrapposizione di due poteri: il Bene (luce e spirito) e il Male (materia e tenebre) che domina il mondo. Per sfuggire al male (attraverso successive reincarnazioni), bisogna distaccarsi dal mondo per mezzo di una rigorosa vita ascetica, con il digiuno, la continenza sessuale, l'astensione dal mangiare la carne degli animali (che, d'altra parte, essi non uccidevano a ragione della loro fede nella reincarnazione). Respingevano la concezione di un Dio buono e creatore, l'incarnazione salvatrice di Cristo e la validità del giuramento. Si riteneva che, pertanto, tutto ciò rappresentasse una seria minaccia per il cristianesimo. I catari erano organizzati in una sorta di contro-Chiesa che aveva diaconi, vescovi, concili e missionari.
A Verona, nel febbraio del 1278, 200 di essi finirono sul rogo.
I Valdesi
Pietro Valdes o Valdo, fondatore del movimento, si era auto proclamato predicatore itinerante, contravvenendo alla regola della Chiesa che riserva tale autorizzazione al vescovo. Poiché quest'ultimo gli aveva denegato tale possibilità, egli si rivolse al papa che confermò il divieto. Valdo e i suoi seguaci si rifiutarono di conformarsi a tale decisione papale. Il concilio di Verona del 1184 li scomunicò insieme ai catari. Essi continuarono a predicare nella clandestinità richiamandosi alla sola autorità della Scrittura e denunciando il malcostume del clero. Dopo aver in parte aderito ai principi della riforma protestante, i valdesi costituirono in Piemonte una nuova chiesa che ancora esiste.
In origine i valdesi si riconobbero nella dottrina cristiana cattolica senza preoccuparsi di elaborare una dottrina propria; tutto ciò che credeva la Chiesa cattolica faceva parte della loro dottrina.
Per loro il problema non era costituito dalla dottrina ma dalla chiesa, che aveva abbandonato la vita evangelica dell'umiltà e della povertà lasciandosi corrompere dalle tendenze del mondo. Elemento caratteristico del valdismo medievale era il netto rifiuto del costantinianesimo: i cristiani, sotto l'impero di Costantino, hanno disatteso la loro missione, abbandonando la povertà e accettando il potere politico.
I critici e i dissidenti

come Girolamo Savanarolafrate domenicano, nato a Ferrara nel 1452, muore impiccato e bruciato il 23 maggio 1498... E' messo a morte come eretico e scismatico (n.d.r. per essersi scagliato contro i vizi dei tempi e soprattutto contro la mondanizzazione scandalosa del clero e del papato), lui che negli anni immediatamente successivi sarà riconosciuto campione di ortodossia dalla stessa Roma.
Ma tant'è: un potere impaurito dal soffio dello Spirito ha sempre dalla sua la violenza dei codicilli...
Il Savanarola resta un inquieto che inquieta... A cinquecento anni dalla morte, occorre riconoscergli nella Chiesa la verità di una vita ammirabile. (da Evangelizzare - EDB edizioni)
Dopo essere stato torturato e impiccato, il suo cadavere sconsacrato fu bruciato sul rogo dell'inquisizione.
Oggi, il domenicano Savanarola si trova ora ...in odore di santità.
L'ordine domenicano che prepara il dossier in vista di un processo di beatificazione presenta di lui l'immagine di un santo martire, con il contrario avviso dei gesuiti i quali, nella loro pubblicazione "Civiltà Cattolica", definiscono il frate un "cattivo esempio di ribellione contro l'autorità ecclesiale".
(Actualitè des religions, 1999).

Come Arnaldo da Brescia, canonico e riformatore religioso, impiccato e arso come eretico a Roma nel 1155;
Giordano Bruno, domenicano e filosofo, tra i massimi rappresentanti del pensiero del Rinascimento, accusato di eresia e bruciato sul rogo a Roma nel 1600.;
Gioacchino da Fiore, teologo e filosofo, fondatore dell'ordine florense,  ispiratore della corrente degli "spirituali", le sue posizioni teologiche furono condannate dal Concilio Lateranense del 1215 e
Jan Hus, riformatore boemo di grande rigore e moralità, attirato al concilio di Costanza con la promessa solenne di un salvacondotto, fu proditoriamente bruciato vivo per eresia nel 1415, sulla piazza di Costanza, per volontà di Santa Romana Chiesa.

Gli scienziati
come Copernico, che vide la sua opera messa all'indice nel 1616 per aver sostenuto che la terra gira intorno al sole;
Galileo Galilei, deferito nel 1633 davanti al Tribunale dell'Inquisizione, colpevole di aver sostenuto nel "Dialogo dei massimi sistemi" le tesi copernicane condannate dalla Chiesa. "La teologia non deve abbassarsi fino alle umili speculazioni delle scienze inferiori. Perciò i suoi ministri e professori non devono attribuirsi il diritto di decidere su discipline che non hanno studiato né esercitato." (Galileo Galilei);
Keplero che scoprì, nello stesso periodo, le leggi dei movimenti dei pianeti;
Isaac Newton che alla fine del 1600 fece sensazione con la legge sull'attrazione universale; 
Gli Spirituali
ossia, i francescani seguaci intransigenti dello spirito del fondatore. Influenzati dagli scritti di Gioacchino da Fiore, furono condannati dal Concilio di Vienne del 1311 per essersi rifiutati di fare atto di sottomissione alla Chiesa, anche dopo che quattro di loro erano stati bruciati come eretici nel 1318. Scomunicati, furono perseguitati e sterminati dall'Inquisizione nel corso del XV secolo.

I santi
Giovanna D'Arco nacque nel 1412 nel piccolo paese francese di Domrémy.
G.D'arco.jpg (14873 bytes)Per la prima volta, a 13 anni riferì di aver sentito delle "voci" e di aver assistito all'apparizione di S. Michele, di S. Margherita d'Antiochia e di S. Caterina d'Alessandria.
Nell'assedio di Compiègne, cadde prigioniera del Duca di Borgogna, alleato degli inglesi e dopo una serie di negoziati, venne venduta agli inglesi per diecimila scudi d'oro.
Fu giudicata da un tribunale inquisitoriale riunitosi
 a Rouen, presieduto dal vescovo Pierre Cauchon. Fra le numerose colpe contestatele, la più grave era il suo rifiuto di sottomettersi alla Chiesa.
Negli interrogatori dimostrò una forza di carattere che confuse la malafede e l'astuzia dei giudici.
In un primo tempo rinnegò le "voci" (24.5.1431), poi si riprese e affermò nuovamente il carattere ispirato della propria missione.
Dopo un anno di prigionia, il 30 maggio 1431,  venne messa al rogo con l'accusa di essere eretica recidiva, apostata e idolatra. La sua richiesta di appello all'inquisizione romana era stata, infatti, disattesa dal tribunale criminale.

Considerata "martire della fede",
venne beatificata nel 1909 e canonizzata nel 1920 dalla stessa istituzione che l'aveva condannata. Dal 1918,  la Repubblica francese festeggia la "Pulzella di Orleans" come eroina nazionale.  
Le "streghe"
Dopo il peccato di Lucifero, l’operato delle streghe supera tutti gli altri peccati [...] le streghe meritano pene gravissime, peggiori di quelle inflitte a tutti gli infami del mondo.
[...] Perché nel sesso tanto fragile delle donne si trova un numero di streghe tanto maggiore che fra gli uomini? [...] La ragione naturale è che essa è più carnale dell’uomo, come risulta in molte sporcizie carnali. [...] Considerato che le donne non possiedono né le forze dell’anima né quelle del corpo, non c’è da meravigliarsi se operano tante stregonerie contro gli uomini, che esse vogliono emulare [...] Quali donne sono più contaminate dalla superstizione e dalla stregoneria? [...] Quelle dominate da tre vizi: l’infedeltà, l’ambizione e la lussuria. [...] Tutta la stregoneria deriva dalla lussuria della carne che nella donna è insaziabile.
[...] Si stabilisce la pena dell’esilio unitamente alla perdita di tutti i beni per tutti coloro che le consultano e le ricevono. Si proibisce inoltre che le si frequenti, pena il supplizio.
[...] I peccati di incontinenza sono vari anche tra gli sposati, come si legge nel testo di Girolamo: «E’ adultero verso la propria donna chi la ama troppo ardentemente».
(dal
Malleus maleficarum, dei domenicani Heinrich Institor e Jakob Sprenger, Strasburgo 1486)
Le streghe sono le puttane del diavolo [...] esse inducono la gente all’amore carnale e all’immoralità.
(Martin Lutero, 1522)
Dietro e dentro la violenza del potere, da secoli e secoli c’è sempre tanto sesso "andato a male". Sesso che non si è potuto semplicemente e gioiosamente vivere.
(G. Orwell)

E, inoltre,
... gli Ebrei
... i moriscos musulmani
... i conversos ebrei
... i marranos ebrei e mussulmani convertiti
... i protestanti
... i templari

 Gli altri « Protagonisti »

Extra Ecclesiam, nulla salus!


torqu.jpg (8853 bytes)"Cinquecento anni fa, il 16 settembre 1498, moriva un uomo che fu ed è rimasto un simbolo. Era
Tomas de Torquemada, primo Inquisitore di Spagna, organizzatore di un tipo di tribunale che - con alcune varianti - avrebbe operato per secoli anche in Italia. Ma chi era veramente questo "Grande Inquisitore" che le ombre della storia ci restituiscono con una parvenza al limite con il demoniaco? Era alto, magro e austero. Dormiva su una semplice panca e non mangiava mai carne. Fu il confessore di Isabella di Castiglia, ma anche il persecutore di migliaia di condannati che urlano ancora vendetta dal limbo della storia.
Secondo il massimo studioso italiano dell'Inquisizione, Adriano Prosperi, docente di Storia moderna e contemporanea all'università di Pisa, "Fu lui il primo a formare e gestire un tribunale centrale, di natura religiosa ma al servizio del potere politico. Nel senso che i giudici dell'Inquisizione spagnola, di cui egli era a capo, venivano sì nominati dal Papa, ma su indicazione della monarchia spagnola. Torquemada fu lo strumento straordinariamente duttile ed efficace al servizio di questa operazione voluta da Ferdinando d'Aragona, il Cattolico, e da sua moglie Isabella di Castiglia. A quest'opera Torquemada dedicò la vita. Anche correndo forti rischi".
(...) L'Inquisitore era un uomo ieratico. Severo erga omnes. Nei documenti d'epoca lo si descrive disposto a sacrificare la vita per la sua missione. (...) Torquemada operava in base a regole precise da lui stesso dettate. Era suo compito scegliere i commissari dell'Inquisizione da impiegare nelle varie province. Si adoperò a tessere questa rete fino al 1495, tre anni prima di morire. (...) Inquisizione equivale a ricerca della verità. Dovunque la si trovi. Ecco la consegna cui Torquemada obbediva.
(...) Uno studioso francese, Francois Dedieu, ha calcolato che durante il dominio di Torquemada, per il solo tribunale di Toledo, gli inquisiti erano varie centinaia. Trattandosi di una comunità abbastanza ristretta, si arriva a circa metà della popolazione".(...)
L'Inquisizione spagnola è caratterizzata dalla persecuzione giudiziaria degli ebrei. "Fu un'azione sistematica, di grande portata anche economica. I condannati appartengono a comunità ricche e potenti. Perseguitarli può impoverire intere città. Requisendo i loro beni, la struttura capeggiata da Torquemada non solo arricchisce la monarchia, ma si autofinanzia. L'azione antiebraica assume aspetti atroci. Inflessibile è il meccanismo attraverso il quale si ricostruiscono le genealogie dei cristiani spagnoli, divisi in 'vecchi' e 'nuovi'. Basta avere un antenato ebreo per vedersi sistemare nella seconda categoria".
(Prof. Adriano Prosperi, docente di storia moderna e contemporanea all'Università di Pisa, La Repubblica del 6 settembre 1998)
Nicolau Eymerich
teologo e filosofo spagnolo (1320-1399). Appartenente all'ordine domenicano, rivestì le funzioni di grande inquisitore, distinguendosi per la sua efferatezza. Scrisse il Directorium inquisitorum (Manuale dell'inquisitore).
La lettura di questo trattato, era riservato, in origine, ai soli vescovi e inquisitori.  Fu pubblicato per la prima volta nel 1503 e poi altre cinque volte su mandato del Senato dell'Inquisizione romana nel corso del XVI e XVII secolo. Il manuale dell'inquisitore, con il sigillo dell'ufficialità, segna il diritto, stabilisce la procedura (delazione, processo, tortura, confessione, supplizio) e fornisce, sulla base dei testi delle Scritture o dei Padri della Chiesa, una risposta chiara a tutti i problemi che i servitori più devoti dell'ordine cattolico romano dovevano risolvere.
Bernard Gui
teologo esperto in materia inquisitoriale, scrisse la celebre Practica Inquisitionis pravitatis (ca. 1320)
I
Domenicani Domenicani
(frati predicatori), comunità fondata, nel 1215, a Tolouse da Domenico di Guzman (1170-1221), riconosciuta dal papa Innocenzo III. Gli appartenenti a questo Ordine, sono dediti ad una vita rude, fatta di preghiere notturne e di lunghe prediche secondo la regola di S. Agostino, particolarmente orientata alla predicazione itinerante e all'insegnamento. La vita religiosa non si svolge più nell'isolamento di in un monastero, ma a stretto contatto della gente. I conventi non sono concepiti come luoghi di residenza, ma di studio. Sei anni dopo la morte di Domenico, essi sono presenti in tutta l'Europa. Ne farà parte, tra gli altri, Tomaso D'Aquino. L'Ordine svolse un ruolo di primaria importanza nell'ambito dell'Inquisizione. Domenicani furono i più grandi inquisitori, tra i quali, Torquemada, Eimerich e Gui.
I Francescani
(frati minori), Ordine fondato da Francesco d'Assisi (1182-1226), basato sulla povertà e la predicazione popolare, nato in contrapposizione al lusso e al potere del clero. Nel 1210, viene riconosciuto da Innocenzo III, mentre la sua regola viene ammessa da Onorio III nel 1223.  Furono associati ai domenicani nello svolgimento delle funzioni inquisitoriali.


           Ikthys