Politica, Sociale, Cultura

29 Novembre 2005 - Basta ingerenze.

Oggi è uscito il messaggio della Cei per la giornata della vita, ed ancora una volta la Conferenza si propone come organo supplementare, sovrapponendosi alle due Camere (le uniche, tra l'altro, previste dalla Costituzione). Fatto salvo il riconoscere che l'Italia non è mai stato quello che propriamente è uno stato laico, e fatto salvo il diritto di ognuno di eprimere la propria opinione, mi sembra che ancora una volta si sia di fronte ad una ingerenza notevole negli affari legali e istituzionali del nostro paese. Ed è inutile che si ripeta che ognuno ha diritto di esprimersi, che i cattolici sono discriminati, etc etc... I cattolici non sono discriminati (nè tantomeno perseguitati), mentre questi interventi della Santa Sede sono dei veri e propri diktat su come deve o non deve essere la nostra legislazione. Un'altra prova? E' ovvio che la Chiesa ha il diritto di dare direttive morali ai propri discepoli, ma da quando in qua ha il diritto di emanare sentenze su materie come le riforme costituzionali (fatto accaduto pochi giorni fa)?. Veniamo ora al sodo dell'articolo.
Nel messaggio si legge "La Vita precede il creato e l'uomo: l'uomo e con lui ogni realtà vivente è reso partecipe della vita per un gesto di amore libero e gratuito di Dio. Ogni uomo è riflesso del Verbo di Dio [...]". Permettetemi di dissentire. Tutti questi verbi essere in accento imperativo mi creano qualche problema. Questa è la visione della Chiesa, non certo quella di uno stato (a meno che non sia teocratico). Per cui queste affermazioni non possono essere accettate supinamente, perchè quello che viene detto deriva da un credo religioso e non rappresenta assolutamente una visione del reale condivisibile da chi non professa tale credo. La Chiesa può, se vuole, agire sulla morale, ma i giochi democratici e di governo di una moderna democrazia rappresentativa devono essere giocati dai rappresentanti eletti dal popolo, e non da una conferenza religiosa. Inoltre, nel messaggio non mancano, come al solito, riferimenti all'aborto come mera soppressione della vita dei più indifesi. Ma forse non ci rendiamo conto delle situazioni che stanno dietro all'aborto: storie di violenze, di errori, di degradazione, ma soprattutto di vite impossibili risparmiate. Perchè se noi dobbiamo amare la vita fino in fondo, dobbiamo anche essere pronti a prendere delle decisioni per chi ancora non le può prendere. Perchè devo far nascere un bambino con delle menomazioni gravi? Giusto per il gusto di vederlo morire agonizzante dopo pochi giorni? E poi il decidere se avere figli o meno è un diritto di cui uno stato democratico e liberale non può privarsi.

La vita a tutti i costi non è il valore da perseguire in maniera assoluta, a volte bisogna anche fare delle scelte per evitare inutili sofferenze. Le persone che urlano in faccia "assassini" a chi decide per l'aborto, farebbero meglio a pensare alle vicende che stanno dietro queste situazioni. Perchè qui mi pare che si faccia confusione, offuscati forse dal voler controllare la legislazione statale: per una donna non è piacevole abortire, anzi. E non raccontiamoci che nei consultori si prende con leggerezza l'argomento.

 

 

 

 

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