LE STORIE minime DELLE grandi FAVOLE

Sono le storie di animali, cose o persone che hanno la funzione di "spalla"
dei personaggi "grandi" delle fiabe; come succede in teatro questi
personaggi di spalla hanno fatto grandi i grandi attori e le grandi storie;
troppo spesso ci si dimentica di loro e sarebbe ora di rendere giustizia al
merito di questi grandi misconosciuti.

Non si vuole dire, qui, la storia del coniglio bianco di Alice o di Mastro
Ciligiegia di Pinocchio che, se pur secondari, rimangono comunque dei
personaggi; si vorrebbe invece raccontare la storia di personaggi ancora
più "piccoli" nello svolgimento dell'intera storia; chi era, per esempio,
il carabiniere che arrestò Pinocchio? Quanti figli aveva? Pagava le tasse?
E la moglie da quale famiglia discendeva? Era illibata o libertina e perciò
il carabiniere era un frustrato?
Chi conosce la vera storia della mela che addentò Biancaneve?
Chi ci può raccontare la storia della mucca che produsse il latte dal quale
fu ricavata la famosa ricottina che portava in capo la bambina?
E la ricottina era salata ( e quindi dura e quindi recuperabile) o era fresca,
molle, sciapa e si spappolò im maniera irrecuperabile sul terreno?
Saperlo cambierebbe le favole!

Nel riferire queste "storie minime" però, per non tediare il lettore tutto
preso dalla storia GRANDE dalla quale il personaggio minimo proviene,
si citeranno solo i capitoli di cui è composta la storia dando un breve
riassunto degli accadimenti.

Potrei raccontare, ad esempio, la storia della pecora che produsse la lana
con la quale fu confezionato il cappuccetto rosso di Cappuccetto Rosso o
del suo proprietario (della pecora) ma comincerò, invece, ad elencare i vari
capitoli della

STORIA DELLA FIGLIA DELLA SARTA
che confezionò il cappuccetto rosso di Cappuccetto Rosso.
In questo capitolo si narra di come la figlia della sopradetta sarta
ebbe in regalo il cappuccetto roso da un boscaiolo che lo aveva fatto
confezionare dalla sarta (la madre) per donarlo
alla propria figlia (del boscaiolo).

Capitolo seguente:
Si narra la triste storia della fanciulla (figlia della sarta che
conf. il cap. ros. di Cap.Ros) che, rimasta incinta dopo avere ricevuto
in dono il cappuccetto rosso di Cap. Ros., partorì prematura
(sette mesi e pochi giorni) una bimba che fu poi chiamata
CAPPUCCETTO ROSSO.
A margine di questo capitolo, si potrebbero suggerire al lettore
alcune riflessioni riguardanti il successivo carattere immaturo della
bimba da collegare, forse, con la sua stessa nascita prematura.

Capitolo dopo:
Storia delle frequenti e quanto mai snervanti malattie in cui cadeva
la sarta che confezionò il cap.ros. di Cap.Ros. e della loro unica
causa: Il suo (della sarta) frettoloso trasferimento in una casetta nel
bosco ogni qualvolta che il boscaiolo (quello che le aveva ordinato
di confezionare il cappuccetto rosso) andava a trovare sua figlia
(della sarta) per discutere -a suo dire- sul fatto che la figlia della sarta
meritasse davvero quel regalo e cioè il cappuccetto rosso di Cap.Ros.

Altro capitolo:
Storia di come la piccola Cappuccetto Rosso tornò -raffreddata e
febbricitante- dalla capanna della nonna insieme alla nonna ed alla
torta che le aveva portato ma...
SENZA il cappuccetto rosso che la nonna aveva mangiato durante
due giorni passati a condire piccoli e grandi pezzi di cappucceto rosso
in tutte le salse e mangiarlo poi avidamente
sproloquiando parole incomprensibili.

Capitolo successivo (dal quale si potrebbe evincere -chi vuole- che
tutte le storie, le GRANDI e le minime, hanno una sola madre).

Storia del pappataceo (detto blatta-a-palla in quanto ha l'abitudine
di confezionare palline di sterco ovunque lo trovi) che confezionò
una pallina stranamente rossa confezionata con sterco ritrovato nei
pressi della capanna dove veniva relegata la nonna di Cappuccetto
Rosso tutte le volte che il boscaiolo andava a trovare la figlia della
sarta, (la nonna di Cap.Ros.)

Capitolo seguente:
Storia del piccolo pappataceo dal piccolo cappuccetto rosso;
ma questa potrebbe essere un'altra GRANDE storia e far parte
delle FAVOLE GRANDI e ci è vietato, quindi, raccontarla qui.

G. O.

continua (cenerentola)