Arringa ai musulmani: terrorizzare è un dovere In una videocassetta, in vendita al Centro islamico, da l'Avvenire, Organo della Conferenza Episcopale Italiana - Febbraio 2001 __________________________di Camille Eid__________________________
MILANO. "Si sbaglia chi pensa che il conflitto tra l'Islam e gli altri riguardi problemi di frontiera o questioni strategiche ed economiche. Il movente sta nella stessa natura della nostra religione: l'Islam deve dominare".
Simili affermazioni non si fanno più soltanto ad Algeri o a Kabul, ma anche a Milano. Come a dimostrare che l'arruolamento nelle reti terroristiche di immigrati musulmani è fattibile in Italia. Nel mondo islamico sono presenti differenti scuole e questa non è certo la più seguita. Restano comunque episodi che, anche se marginali, destano preoccupazione. La cassetta che riprende un incontro pubblico, in vendita al Centro islamico di viale Jenner, s'intitola "terrorizzare è dovere religioso, assassinare è tradizione" e mostra un relatore sulla quarantina, dalla lunga e incolta barba nera, seduto accanto all'imam del centro. Alle loro spalle, uno striscione in arabo augura buone feste ai musulmani di Milano e della Lombardia. "Tutti i nostri nemici sono terroristi, afferma il nostro uomo. Basta rendere i loro testi religiosi o leggere la loro Storia per convincersi. E dire che i nostri ignoranti imam, non appena si sentono accusare che l'Islam si era diffuso con la spada, si affrettano a negarlo per affermare che la nostra è una religione di pace". E qui si infervora. "L'Islam è la religione della forza e il musulmano ha il dovere di essere terrorista, nel senso che deve terrorizzare i nemici di Allah, ed essere sicurezza e pace per i fedeli". Le sure del Corano sono citate a raffica. "Combattete coloro che associano altri a Dio; Allestite contro di loro forze e cavalli quanto potete, per terrorizzare il nemico di Dio e vostro. Avete sentito? Per terrorizzare". Con una scrupolosa metodologia si applica poi a dimostrare che, sin dai tempi degli "Stati Uniti romani", le motivazioni sono sempre quelle: "Non credono né in Dio né nell'Ultimo giorno; dicono che il Cristo è figlio di Dio; che Dio è Trinità. Violano la nostra religione, profanano le nostre terre, e noi, anziché ascoltare l'invito di Allah, preferiamo i piaceri della terra". La foga di parlare lo porta ad asciugarsi continuamente la fronte. "Vi scongiuro fratelli, esiste forse nella nostra epoca un linguaggio più comprensibile di quello della forza?
È l'unica che la gente capisca. I nostri governanti apostati lascerebbero forse pacificamente i loro incarichi?". "No, per Allah", gridano in piedi i più esaltati tra i presenti. "Negli anni Ottanta, continua, uno solo si è immolato a Beirut costringendo i Marines americani al ritiro. Un solo uomo ha cambiato il corso della Storia. La Jihad ci è prescritta - rincara - anche quando l'azione del singolo non potrà servire davanti alle micidiali armi del nemico perché, oltre ad ottenere il martirio, i non musulmani saprebbero che tra di noi c'è gente pronta a sacrificarsi". 17 settembre 2002 - L'Unione Musulmani d'Italia ha chiesto e quasi ottenuto che negli uffici pubblici vengano rimosse in fretta le "macabre raffigurazioni del cosiddetto crocefisso". |