FIORETTA

A Ormanico viveva un tempo una pastorella di nome Fioretta, ammirata a benvoluta da tutti, che nella bella stagione portava a pascolare le sue caprette nella Val Canali dove vi era il palazzo incantato delle Guane, le belle streghette con i piedi rivolti all'indietro.
Casimira, la Regina delle guane, teneva Fioretta sotto la sua protezione, mentre tutte le altre guane la aiutavano insegnandole tante cose e svelandole i loro segreti.
La Val Canali era dominata, nell'altro versante, da un feudatario che viveva in LAGHETTO WELSPERG un castello turrito sovrastante le Osne e che aveva un figlio, Vilifredo, il quale, invaghitosi di Fioretta, voleva farla sua nonostante la protezione delle guane.
Architettò quindi un piano servendosi della principessa Stelluta, regina delle fate e amica di Casimira, che viveva nel regno di Cogn, nella Valle del Male ai piedi del Sass Maòr. Con la scusa di avere campo libero per riprendersi un suo cervo bianco fuggito nel territorio delle guane, pregò Stelluta di invitare Casimira nel suo palazzo e di distrarla finché egli non avrà recuperato il suo cervo.
La principessa Stelluta, divertita dall'idea di giocare un piccolo scherzo all'amica Casimira, invitò dunque la regina delle Guane nel Regno di Cogn.
Non appena la regina delle guane e le sue streghette preferite si fu messa in viaggio per raggiungere Stelluta, Vilifredo fece catturare Fioretta dai suoi armigeri e la fece portare nel suo castello. E poiché Fioretta gli resisteva, fece trasportare la fanciulla di notte sul masso che si trovava nella valle di San Martino, oltre la Valle del Male, sulla sponda destra del Cismon, dove nell'ora magica si radunavano le streghe per celebrare il Sabba e dove sostava la "cazza Beatrich" che terrorizzava i valligiani in certe notti. Con l'aiuto di falsi testimoni, Vilifredo convinse le Autorità che la fanciulla era una strega e come tale condannata al rogo.
L'esecuzione avvenne sul greto del torrente Cismon, dove fu accatastata la legna e issato il palo al quale la fanciulla venne legata. Prima di morire Fioretta lanciò un grido acutissimo che echeggiò in tutta la valle fino a raggiungere la Corte di Cogn.
Casimira si precipitò sul luogo dell'esecuzione, dove Fioretta era già ridotta in cenere, pronta a vendicare la sua protetta. Lanciò allora la sua maledizione su Vilifredo; al suo ritorno al castello sarebbe stato colpito da un fulmine e trasformato in pietra, mentre i suoi 12 armigeri si sarebbero trasformati in corvi, condannati a nutrirsi di vermi. Non appena Casimira se ne fu andata sdegnata, si scatenò un furioso temporale. Un fulmine colpì il maniero di Vilifredo distruggendolo fin dalle fondamenta. I valligiani accorsi sul luogo del disastro trovarono il sentiero ostruito da un masso che non avevano mai visto e dodici corvi intenti a cercare qualche verme sul luogo dove era bruciata la pastorella.



la canzone in sottofondo: alles im leben braucht seine Zeit

 


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