STORIA DI LUCERA |
Adagiata su tre colli, a circa 230 metri al
di sopra del livello del mare, in una posizione che consente allo sguardo
d'incontrare verso sud-est il Tavoliere delle Puglie,
verso ovest la catena dei Monti Subappeninici e verso
nord-est il Promontorio del Gargano, troviamo Lucera.
Questa città ha rivestito un ruolo di primaria
importanza politica, culturale ed economica, nella storia
del Mezzogiorno, a partire dall'antichità classica fino
a quasi tutto il XIX secolo. Il suo nome ha origine
etrusca, consiste nell'accostamento delle parole luc (bosco)
ed eri (sacro): pare, infatti, che il territorio su cui
sorge la città si trovasse in prossimità di un bosco
sacro. In epoca romana, Lucera occupava una porzione di
territorio molto vasta, che dai colli si estendeva fin
oltre l'attuale Porta Foggia. Sul Monte Albano era
situata l'Acropoli, sul colle del Belvedere si trovava il
Foro, mentre sul Monte Sacro sorgeva il Tempio dedicato a
Cerere. Le mura della città romana si snodavano seguendo
la conformazione del terreno, al loro interno la pianta
della città si strutturava in modo ortogonale, e
le insulae erano orientate in modo da opporre la minor
resistenza possibile ai venti dominanti. La Lucera romana
ebbe proprie leggi e magistrati, godette del diritto di
conio e durante l'Impero di Costantino fu capoluogo della
provincia d'Apulia. Con la dominazione bizantina (663),
la città romana andò per buona parte distrutta. I suoi
resti furono utilizzati come materiale di spoglio negli
anni seguenti. Oggi, la principale testimonianza della
Lucera romana è rappresentata dall'Anfiteatro.
Intitolato a Cesare Augusto, esso riflette le
contaminazioni tra cultura romana ed ellenistica. I
portali, ad esempio, pur essendo di tipologia romana, non
sono inseriti in un arco, bensì in un architrave con
timpano triangolare, sorretto da due colonne ioniche.
Esso è situato in una depressione naturale ed ha forma
ellittica. Dopo esser stato utilizzato come cava per
secoli, nel 1932, l'Anfiteatro è stato fatto oggetto di
un'importante opera di recupero. Anzitutto, si è
proceduto alla ricostruzione dei due ingressi principali
situati lungo l'asse maggiore e di quelli posti lungo
l'asse minore. Inoltre i lavori di restauro hanno
consentito di rilevare con apprezzabile chiarezza quella
che fu l'organizzazione logistica dell'Anfiteatro.
All'inizio del XIII secolo, Lucera fu meta di un
imponente flusso migratorio, che ebbe come protagoniste
le popolazioni saracene di Sicilia. Per volontà di
Federico II, migliaia di famiglie saracene si stabilirono
a Lucera per evitare ulteriori conflitti con le genti
sicule. Federico teneva molto ai soldati saraceni
dell'esercito imperiale, i quali rappresentavano l'arma
più potente per combattere le velleità temporaliste del
papa. L'arrivo degli arabi fu seguito da un'opera di
ristrutturazione urbanistica della città. Furono costruite molte moschee e
due harem. All'esatta squadratura dell'impianto
geometrico della città romana, si sostituì la struttura
quasi labirintica della città musulmana. Federico II
fece anche costruire un castello, che comprendeva il palazzo reale, la zecca,
la caserma ed abitazioni per duecento saraceni. Quando
alla fine del secolo il dominio angioino sostituì quello
della casata di Svevia, la città venne, in un primo
momento, divisa in due: nell'area del castello si
stabilirono le genti venute dalla Provenza, mentre gli
arabi furono confinati nel nucleo urbano. Poi nel 1300,
Carlo II d'Angiò, per compiacere Bonifacio VIII, ordinò
a Giovanni da Barletta di sterminare, con le sue truppe i
saraceni rimasti, divenendo così, agli occhi della Santa
Sede, campione e difensore della fede. Carlo II volle
restituire a Lucera un volto cristiano. Furono avviati i
lavori per la costruzione della Cattedrale dell'Assunta,
che sorse al posto della grande moschea. Vennero,
inoltre, aperti alcuni conventi e consacrate molte chiese.
S. Domenico fu eretta laddove si
trovavano i magazzini musulmani e S. Antonio Abate al
posto di un harem. La struttura urbana romana tornò ad
essere quella dominante. Chiese e conventi individuarono
i luoghi centrali della vita cittadina, secondo un
preciso ordinamento gerarchico. Questo rimase l'impianto
urbanistico della città nei secoli successivi. Tra il
XVI ed il XVII secolo, molte famiglie nobili del regno
stabilirono a Lucera la propria residenza, arricchendo la
città di eleganti palazzi. Lucera godeva dello status di
capitale culturale della regione, e conservò questo
status fino a tutto l'800. Lucera ha iniziato ad
espandersi oltre lo spazio disegnato in età angioina,
durante il '900. Porta Troia, il principale elemento
architettonico d'epoca angioina della città, è il punto
ideale per incominciare una passeggiata all'interno del
centro storico di Lucera. Lungo la cinta muraria,
conformemente al disegno urbanistico angioino, le case ed
i giardini si collocano all'altezza degli antichi
bastioni. Invece, al di là della Porta, in posizione
opposta rispetto ai bastioni, è possibile osservare
l'intricata trama urbanistica saracena. In via IV
Novembre si trova il Convitto Nazionale, che anticamente
fu Convento dei padri Celestini e del quale restano la
Chiesa di S. Bartolomeo ed il Chiostro. Poco distante, è
situato il Duomo, costruito per volontà di Carlo II
d'Angiò nel 1300, anno del primo Giubileo della storia.
Esso rappresenta il frutto della virtuosa interazione fra
maestranze francesi e pugliesi. Elementi gotici si
ritrovano nei contrafforti della parte absidale, nei
costoloni interni delle absidi e nelle alte monofore.
Invece, il portale ogivale e il soffitto a capriate sono
elementi tipici dell'architettura pugliese in epoca
federiciana. L'interno del Duomo si presenta molto
luminoso, ricco d'affreschi ed opere d'arte, tra cui
citiamo la statua lignea della "Madonna con bambino"
databile XIV secolo, ed il pregevole crocefisso
quattrocentesco di scuola renana. Gli archi ogivali
poggiano su dodici colonne di marmo verde, le quali
appartenevano alla moschea. Di fronte al Duomo v'è la
sede del palazzo Vescovile, invece alla sua destra si
trova palazzo Lombardi. Meritevole d'esser visitata è
anche la chiesa di S. Domenico, situata nell'omonima via,
la quale pur avendo origine medievale, si presenta ricca
d'elementi barocchi dovuti a restauri secenteschi. In
piazza del Tribunale, oltre al Palazzo di Giustizia ha
sede la piccola Chiesa di S. Francesco risalente,
anch'essa, agli inizi del XIV secolo. Molto
caratteristica è la zona di piazza Oberdan. Qui
l'impianto viario romano è rimasto intatto: tutti gli
interventi urbanistici in quest'area sono stati
realizzati in piena conformità al criterio di
lottizzazione delle insulae. Oltre a numerosi edifici
storici, in questa zona ha sede il Museo Civico "Giuseppe
Fiorelli". Infine, in corso Garibaldi, una delle più
belle ed eleganti strade di Lucera, si trova Palazzo
Mozzagrugno, che è sede del Municipio, del Teatro
Garibaldi e la splendida Biblioteca "Ruggero Bonghi".
testo: Nicola Di Molfetta |