Usanze e tradizioni

 

 

La saggezza della vecchiaia

Tra le virtù più importanti di un essere umano, una delle più rispettate era senza dubbio la saggezza e gli anziani della comunità venivano considerati saggi e come tali erano i custodi di tutte le tradizioni, dei canti, delle storie, dei miti, e per questo erano ascoltati e venerati. Dato che tutto era tramandato oralmente, un anziano era, forzando un po' il paragone, come una nostra biblioteca: il ricettacolo del sapere della società. E il suo compito era trasmettere ai giovani tutta la sua conoscenza, affinché la tradizione, e quindi la tribù stessa, potesse sopravvivere.


L'organizzazione sociale

Una cosa che stupì i primi bianchi giunti dall'Europa, fu la mancanza di uno Stato simile a quello che c'era nel vecchio continente. Malgrado la vastità del territorio, le tante tribù, la zona estremamente ricca di risorse naturali, non esisteva un'organizzazione statale centrale che comandava sugli altri. Le popolazioni indiane vivevano la loro particolar "democrazia" alla base della quale c'era la famiglia, e quasi sempre la famiglia era quella della donna. Le tribù eleggevano un capo (a volte due: uno civile e uno per la guerra) scelto per il suo valore e il coraggio dimostrati in guerra. Ma il potere decisionale era in mano al Consiglio degli Anziani, eletto democraticamente da tutti gli adulti della comunità, che si riuniva per discutere sulle questioni più importanti, e ogni decisione doveva ottenere la piena unanimità.  Un capo doveva essere gentile, buono, generoso e altruista, ma contemporaneamente gli si richiedeva fermezza , autorità e autocontrollo. Era visto come un "padre" e in questa veste interveniva come un mediatore nei conflitti personali tra i membri della tribù. Le infrazioni alle leggi tribali erano piuttosto rare; questo perché la paura di perdere prestigio agli occhi della comunità e sopratutto l'emarginazione e la cacciata da essa, significava la morte, sia morale che fisica, per le enormi difficoltà che un individuo doveva affrontare per poter sopravvivere da solo.

...Tra genitori e figli c'era un solido rapporto, che aveva le sue basi nei sistemi educativi, con cui i ragazzi venivano cresciuti. Infatti anche da adulti noi Sioux avevamo un profondo rispetto nei confronti dei nostri padri e delle nostre madri. Non li abbiamo mai abbandonati, anzi era una gioia occuparsi di loro quando erano vecchi, ricambiando così tutto l'amore che ci avevano dato quando eravamo bambini. Provvedere agli anziani perciò era per noi una gioia, non certo un dovere.

  (Orso in piedi)

 

La guerra

La guerra era per gli Indiani una cosa ben diversa da ciò che pensiamo e facciamo noi Occidentali. Non avevano un esercito organizzato , c'era un capo , ma aveva la funzione di essere, con l'esempio, una guida per tutti i guerrieri e infatti veniva scelto per la sua audacia e il suo coraggio. Un'altra cosa impensabile per gli Indiani era una guerra fatta di masse di soldati mandati al massacro e che durasse anni. Le guerre fra tribù, per quanto cruente, il più delle volte duravano poco tempo e avevano come scopo quello di mettere il nemico in condizione di inferiorità e di dimostrare il coraggio dei guerrieri. Non c'era lo sterminio dell'avversario, anzi l'uccisione del nemico in genere non era un'azione molto apprezzata. Non era considerato onorevole uccidere un nemico, l'importante era "il toccarlo" con un bastone o con le mani e nulla valeva di più, per provare il coraggio di un uomo nel corso di una battaglia, del conteggio dei "conps" dei colpi. Un'altra differenza tra l'indiano e l'uomo bianco riguarda la causa o le cause che potevano scatenare una guerra: quelle dei bianchi hanno sempre avuto una causa economica anche se la si travestiva con motivazioni religiose o etniche. Nel popolo indiano, il nomadismo poteva essere una delle cause scatenanti di una guerra, perché poteva succedere che nello stesso pezzo di territorio si trovassero tribù diverse. Ma poteva essere anche un torto subito, il desiderio di provare il proprio valore con atti di coraggio o la razzia di cavalli.

 

La religione 

Gli Indiani avevano una profonda spiritualità, vissuta in tutte le cose ogni giorno. Credevano che ogni essere vivente e tutti gli oggetti possedessero uno spirito e che l'uomo avesse il dovere di vivere in armonia con tutto quello che lo circonda: l'uomo non sta un gradino più su rispetto alle altre creature, ma insieme con esse fa parte del creato. 

 

"La religione...non è un'occupazione per la domenica mattina: è la vita stessa"

Per l'Indiano le cattive azione, comprese quelle peggiori, sono espiate sulla terra e nessuna colpa viene portata con se dopo la morte: invece di raggiungere il Grande Spirito, il malvagio sarà costretto a starsene sulla terra, vagando e cercando l'armonia e la propria coscienza. 

Lo sciamano

Nella religione dei Pellerossa, la parola sciamano indicava l'uomo sacro (chiamato anche uomo medicina o peggio stregone dai bianchi) e ricopriva il ruolo di guida spirituale all'interno della tribù. Gli uomini e le donne sacre dirigevano le cerimonie della collettività, propiziavano il successo nelle battute di caccia e in guerra infondendo fede e coraggio nei guerrieri, potevano trovare persone  e oggetti perduti, istruivano coloro che cercavano una visione. Come la maggior parte degli Indiani, gli sciamani erano esperti botanici e utilizzavano erbe medicinali durante i riti di guarigione.

 

 

"Quando ti svegli al mattino, si riconoscente per la luce dell'aurora, per la vita che possiedi e la forza che ritrovi nel tuo corpo. Sii riconoscente anche per il cibo che ricevi e per la gioia di essere in vita. se non trovi un motivo per elevare una preghiera ringraziamento, allora sei sicuramente in errore."

                              (Tecumensch)

Lo spirito creatore si chiama Wankan Tanka o Manitou, a seconda delle popolazioni. Si poteva manifestare in particolare e dare loro un potere specifico in qualche animale come l'aquila, l'orso, il falco, il daino, il bisonte...La mediazione fra il Grande Spirito e l'uomo veniva fatta dallo sciamano che sapeva comunicare con gli spiriti e interpretare le visioni e i sogni.

Le penne

Non possedendo nessun tipo di scrittura, gli Indiani d' America si avvalsero di un complesso universo fatto di simboli grafici e resi noti a tutti i membri attraverso la memoria passata di generazione in generazione attraverso il racconto. Ma anche le penne d'uccello che rappresentavano un elemento importantissimo dell'abbigliamento indiano, oltre ad un ruolo decorativo servivano soprattutto per segnalare le  imprese, in particolare di guerra, di chi le portava.

Una macchia rossa = nemico ucciso

Una piuma divisa in due = numerose ferite

Una piuma tinta di rosso = ferito in battaglia

Una piuma con una tacca = scalpo del nemico

Una piuma con bordo dentellato = numerosi nemici abbattuti

La morte

L'atteggiamento delle popolazioni indiane nei confronti della morte era uguale a quello che avevano nei confronti della vita: la morte era considerata un fatto naturale, cioè sacro, da accettare come tutte le altre cose che avvenivano nell'esistenza. Non era "la fine", ma una tappa nel cerchio sacro, l'inizio di un'altra vita molto simile a quella già vissuta, ma senza affanni, dolori o bisogni. Anche la terra muore ciclicamente per poter rinascere e lo stesso succede all'uomo. La morte in battaglia era considerata molto onorevole e i riti prima di un combattimento avevano anche questa funzione: purificarsi, vestirsi con gli abiti più belli, intrecciarsi i capelli proprio per essere pronti all'eventuale "lungo viaggio". I rituali della sepoltura erano molto vari e diversi da una popolazione all'altra, ma in linea di massima si svolgevano con la preparazione del morto con grande cura: veniva vestito con gli abiti più belli e poi avvolto in pelli o coperte. Poi il corpo veniva esposto su un'alta piattaforma ricoperta di pelli, per evitare che venisse assalito da animali predatori. L'impalcatura veniva eretta a ovest rispetto al tepee del defunto ed era orientata in tale direzione per facilitare il viaggio verso il regno dei morti, che per gli Indiani era situato ad Occidente.