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Dalla Gazzetta dello Sport

I ragazzi dell'80/ La prossima stagione chiama alla ribalta una nuova generazione

Brighi si riprende la sua Juventus

"Moggi e Trapattoni mi fanno sentire un giocatore importante"

TORINO. Si sta godendo nella sua Rimini gli ultimi spiccioli di vacanza. Tra pochi giorni, Matteo Brighi si ripresenterà accompagnato dal fratello Marco, diventato bianconero anche lui. Stavolta però non è più il ragazzino promettente che viene dalla C2: ha alle spalle un campionato di A (32 presenze) con la maglia del Bologna, un Europeo Under 21 disputato sino alla finale, la fiducia indiscriminata della Juve che non l'ha voluto inserire come contropartita in nessuna trattativa, infine con la freschissima benedizione del Trap, che, a corto di cervelli, gli raccomanda di far presto.
   
    "Le parole di Trapattoni - esordisce Matteo Brighi - mi hanno fatto un immenso piacere. Il fatto che il ct parli di me in questi termini rappresenta innanzitutto un grosso motivo di orgoglio e poi uno stimolo a fare sempre meglio e a cercare di ritagliarmi, come dice lui, il mio spazio, a trovare una collocazione. Per ora io sono ancora arrabbiato per come siamo usciti in semifinale nell'Europeo Under21 e non vedo l'ora di ricominciare il prossimo. Se poi dovesse venire qualcos'altro, tanto di guadagnato".

   - Intanto, per tenerla, la Juve, come aveva fatto l'anno scorso per Trezeguet, ha rinunciato a grossi obiettivi di mercato: che effetto le fa?
  
"Mi ha fatto sentire importante, inutile negarlo. Mi ha fatto molto piacere sentirmelo dire direttamente dal direttore Moggi. Ovviamente questa situazione accresce la responsabilità che pesa sulle mie spalle".

   - E' pronto per l'anno della verità?
  
"Credo di sì, sono consapevole che questo per me è un anno molto importante e farò di tutto per non tradire le attese".

   - Un anno a Bologna a cosa le è servito, cosa le ha insegnato?
  
"Mi ha consentito di capire meglio la Serie A, di conoscerla da dentro il campo e con continuità. Mi ha insegnato a stare meglio in campo, ad assumermi le mie responsabilità".

   - Giocare nella Juve non è come farlo in una squadra come il Bologna.
  
"Certo. Nella Juve hai sempre molti più occhi puntati addosso, tutti si aspettano che faccia qualcosa più degli altri, non puoi sbagliare perchè, se no, rischi il posto e poi la pressione esterna, durante la settimana, è fortissima".

   Un campionato di A da titolare e l'Europeo Under 21 come hanno cambiato la sua estate?
  
"Niente di sostanziale: magari mi riconosce e mi ferma qualcuno in più per strada, tutto qui".

   Che differenza c'è fra il Matteo Brighi di due anni addietro e quello di oggi?
  
"Ho una discreta esperienza in più. Prima magari nello spogliatoio restavo in un angolo per ascoltare, capire e imparare, ora credo di poterne far parte più compiutamente".

   - La Juve ha pensato bene di assicurarsi anche suo fratello Marco: che significato ha per lei?
  
"Una grossa soddisfazione ma non so se resteremo a lungo insieme. Marco farà il ritiro con noi, poi decideranno se tenerlo o mandarlo a giocare da qualche parte. Ha disputato un ottimo campionato, anche se non molto pubblicizzato, l'anno scorso. E' centrocampista come me, un po' più piccolo fisicamente, ma più aggressivo. Per lui questo è un buon trampolino di lancio".

   - Seguendo il Mondiale a distanza, cosa l'ha colpita di più?
  
"La freschezza di squadre come Usa, Senegal, la squadra che ha fatto divertire di più, forse, e Corea, che hanno dato filo da torcere a grandi avversarie, la solidità della Germania, la fantasia del Brasile".

   - Ma cosa è mancato all'Italia?
  
"Arbitri e guardalinee all'altezza della situazione e il tempo per smaltire le tossine del nostro campionato. Anche le altre grandi con molti giocatori impegnati in serie A hanno pagato la durezza di un torneo dispendioso come il nostro".

   - E il fatto che ci mancano i creatori di gioco.
  
"Già, dopo Albertini e Di Biagio c'è una generazione intermedia che non ha espresso molti talenti, purtroppo".

   - Per fortuna ora irrompono i ragazzi degli Anni '80, quelli della sua generazione.
   
"Quella che comprende anche Blasi, Maresca e Gatti, che ha ottimi piedi, a me piace molto".

   - Trap ha parlato anche di Blasi, con cui lei ha giocato nell'Under. Che tipo è il perugino?
  
"Si esprime bene in tutti i ruoli del centrocampo, sia giocando a quattro che a tre, da centrale o da esterno. E' uno che fa un gran movimento".

   - Dopo Ancelotti e Guidolin, a Torino adesso trova Lippi.
  
"Guidolin è quello che mi ha dato più fiducia, ma nell'anno di Ancelotti devo dire che, usciti da Champions League e Coppa Italia, sono venute meno le occasioni. Di Lippi so quello che ha fatto e soprattutto quello che ha vinto. E' considerato il migliore. Io finora l'ho sentito solo al telefono".

   - Che Juve si aspetta nella prossima stagione?
  
"Quella che si aspettano tutti: una Juventus forte, impegnata su tre fronti, favorita per quello scudetto che ha appena vinto, vogliosa di continuare a vincere in Italia e in Europa".

   - Chi conosce fra i nuovi arrivati?
  
"Con Fresi ho giocato a Bologna: ha disputato una stagione splendida, è molto maturato rispetto al passato. Moretti l'ho conosciuto nei ritiri della Under: è eclettico e pur essendo giovanissimo ha già una discreta esperienza. Baiocco l'anno scorso ci ha creato molte difficoltà, Chimenti ci ha parato un rigore a Lecce".

   - Marcello Lippi vorrebbe la sua seconda Champions League: e lei?
  
"Vorrei riuscire a rendermi utile, ripagare la fiducia che la Juve ripone in me e magari trovare quella collocazione cui allude Trapattoni. Sarebbe davvero il massimo".


(di Salvatore Lo Presti)

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