CONDANNATO IN VIA DEFINITIVA, DALLA SUPREMA CORTE DI
CASSAZIONE, IL PILOTA POZZOLI MATTEO, PER OMICIDIO COLPOSO E DISASTRO
AEREO:
Nel 2006 la
Suprema Corte ha confermato la condanna del pilota
Pozzoli Matteo per omicidio colposo e disastro aereo colposo.
Il pilota Pozzoli è stato condannato, dalla Corte di Cassazione, in un
altro processo, anche per ingiuria nei confronti del padre della vittima.
MATTEO POZZOLI ERA STATO CONDANNATO AD 1 ANNO e 6 MESI DALLA CORTE
d'APPELLO DI ROMA, PER OMICIDIO COLPOSO E DISASTRO AEREO COLPOSO.
****************************************************************************************************************************
ATTUALMENTE IN CORSO AL TRIBUNALE DI ROMA IL PROCESSO PER
"INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO" AI RESPONSABILI DEL
SOCCORSO AEREO DI CIAMPINO, ufficiali e sottufficiali dell’Aeronautica Militare: il comandante
Bagnati Renato, Manduzio Riccardo, Florissi Marco e Cappellano Maurizio,
perché, l'8-8-97 “ in qualità di
ufficiali in servizio presso l’RSC di Ciampino, in concorso tra loro
decidevano di interrompere al crepuscolo le ricerche del volo oggetto della
missione 933 dell’AMI di Pratica di
Mare, disperso fin dalla tarda mattinata”.
In relazione al Processo presso il Tribunale di Roma, per
"interruzione di pubblico servizio", nei confronti del Soccorso
Aereo di Ciampino, il quadro che sta emergendo è quello di un'operazione
di "Searche and Rescue" (Ricerca e Soccorso) gestita in maniera
impropria, ed inidonea e senza alcun criterio tanto da poter ritenere
quanto successe l'8 e 9 agosto un FALLIMENTO TOTALE delle operazioni di
ricerca e soccorso.
Ciò che risulta inaccettabile è che il ritrovamento del relitto sia
avvenuto a 24 ore dall'impatto, in un luogo nè isolato nè impervio, ma
classificato come turistico e praticabile da chiunque!
Le disposizioni vigenti all'epoca ed oggi (Norme per il Soccorso
Aeroterrestre adottate dal MInistero della Difesa) impongono di procedere
ad una integrazione tra ricerche aeree e ricerche terrestri, proprio
perchè il sorvolo solo con gli elicotteri (come avvenne l'8-8-97) può
rivelarsi infruttuoso in zona di vegetazione, boschi o montagne.
Il Soccorso dell'aeronautica ha l'esclusiva non solo del SOCCORSO
(RESCUE) quando deve soccorrere un mezzo o personale in difficoltà o un
aereo caduto (CIVILE O MILITARE), bensì ha il dovere anche della RICERCA
(SERCH) che può e deve avvenire attraverso un'attività tipica delle FORZE
ARMATE , cioè la ricognizione e perlustrazione attraverso personale
(dell'Esercito) a terra!
Come ha confermato l'audizione del generale dell'esercito BRUNO GARASSINO
che aveva offerto la disponibilità di uomini dell'esercito da inviare su
Monte Lupone la sera dell'8-8 (e che il Soccorso Aereo di Ciampino rifiutò).
Dagli atti del Processo risulta che un elicottero (con equipaggio Col. DE
Clara e cap. Villi) decollato per le ricerche da Pratica di Mare, atterrò
a Norma e chiese ad un gruppo di parapendisti se avesse visto un velivolo
di caratteristiche (forme e colore) analogo a quelledel SIAI 208 e i
parapendisti confermarono che il SIAI 208 si era diretto da Norma, prua a
Nord, cioè verso Cori (MOnte Lupone)!!
TALE AVVISTAMENTO VENNE COMUNICATO PRONTAMENTE AL SOCCORSO AEREO DI
CIAMPINO , QUINDI IL SOCCORSO AEREO DI CIAMPINO ED IL SUO COMANDANTE,
TEN. BAGNATI, SAPEVANO DOVE ERA CADUTO L'AEREO, CHE FU INFATTI RITROVATO,
IL GIORNO DOPO, ALL' INTERNO DELLE COORDINATE DATE!
QUESTA SEGNALAZIONE, ASSIEME AD ALTRI DATI ( rotta, autonomia del
velivolo, orario dell'ultimo contatto radio) avrebbero dovuto
necessariamente far ricavare la conclusione agli attuali imputati che
l'aereo era caduto sugli UNICI RILIEVI BOSCOSI PRESENTI NELLA ZONA, E
CIOE' PROPRIO SUL MONTE LUPONE E COLLINE CIRCOSTANTI!
LE FORZE DI TERRA POTEVANO PERTANTO TRANQUILLAMENTE OPERARE IN UNA SERENA
E STELLATA NOTTE D'AGOSTO, QUALE QUELLA DELL'8-8-1997, MA IL SOCCORSO
AEREO DI CIAMPINO GLIELO HA IMPEDITO!!!
E' stato anche ascoltato il sig. Raniero PAOLETTI, in gita con la moglie
e la figlia Mariangela il giorno 9-8-97 e che ritrovò fortuitamente
l'aereo in una zona definita dall'Aeronautica militare
"impervia" e che invece è meta di itinerari turistici e dove
gli elicotteri atterrano senza alcuna difficoltà!!!.
L’aereo SIAI 208
pilotato da Matteo Pozzoli (poi condannato in primo grado ed in appello,
per omicidio colposo e disastro aereo) fu ritrovato per caso, da una
famiglia in gita, il 9 agosto 1997, 24 ore dopo la caduta, con la
conseguente morte del capitano Maurizio Poggiali, che era a bordo
dell'aereo e a cui non fu prestato soccorso.
**************************************************************
LA STORIA, LE
INCHIESTE, LE PERIZIE
Venerdì 8-8-1997, ore 10:47. Dall’aeroporto
militare di Pratica di Mare, in provincia di Roma, decolla un
vecchio aereo militare: è un SIAI Marchetti 208 M, un velivolo
monomotore ad elica costruito negli anni ‘60. Alla guida dell’aereo il Cap. pilota Matteo Pozzoli, 30
anni. A bordo, seduto alla sua destra il Cap. Maurizio Poggiali 32 anni,
navigatore "combat ready" di Tornado, collaudatore di
sistemi avionici, esperto di guerra elettronica ed armamento, considerato
uno dei "Top-gun" dell’aeronautica
militare italiana. Con loro il maresciallo motorista Ermenegildo
Franzoni, 24 anni, seduto nei sedili posteriori.
Per un Capitano navigatore di Tornado come Poggiali, il volo su un
vecchio SIAI 208 è una curiosa eccezione inserita nel piano giornaliero
solo all’ultimo momento. Il programma di
volo redatto il giorno prima dalla base di Pratica di Mare prevedeva,
infatti, per lui una missione a bordo di un G222 con destinazione Genova.
Qualcosa, comunque, manda all’aria il
programma e Poggiali si ritrova a bordo del SIAI 208. Lo scopo della
missione è "l’addestramento alla navigazione in un volo a
vista". La rotta prestabilita è di breve impegno: "Pratica di
Mare - Aprilia - Pratoni del Vivaro - Pratica di Mare". Poche
centinaia di chilometri sulla campagna laziale, da coprire in poco meno
di un’ora, in condizioni climatiche
perfette.
Tre minuti dopo il decollo, però, il SIAI 208 avverte il Centro di
Controllo di Ciampino di un cambiamento del programma di volo e comunica
l’intenzione di dirigersi verso
Norma. L’operatore non capisce bene il nome della cittadina laziale e
trascrive Norba.
Alle 11:03 l’operatore del centro
di controllo di Ciampino chiama il SIAI 208M senza ottenere risposta;
riprova più volte ed, alla mancata risposta, avvia una serie di contatti
telefonici con enti ed aeroporti limitrofi. Nonostante la gravità della
situazione, il Centro di Controllo di Ciampino non rispetta le procedure
d’emergenza previste: comunica
con 1 ora e quindici minuti di ritardo il messaggio di fase d’incertezza
che dovrebbe scattare 30 minuti dopo l’ultimo contatto radio con
l’aeromobile scomparso; non emette il comunicato di fase
di allarme che scatta quando i tentativi di collegamento con l’aeromobile e la richiesta di notizie presso altre fonti non
hanno dato risultati; comunica con trenta minuti di ritardo la fase di
pericolo che scatta allo scadere dell’autonomia de velivolo.
Alle ore 13 l’incidente è ormai
considerato certo. Le operazioni di Soccorso prendono il via
ufficialmente, ma dall’ultimo messaggio radio sono già passate due ore.A
questo punto, la responsabilità delle operazioni passa, per competenza territoriale, al
Coordinamento Soccorso di Ciampino, dell’Aeronautica Militare.
I documenti raccolti dalla Procura di Latina, che sull’incidente aereo ha condotto un’inchiesta, rivelano una lunga
serie di ritardi, leggerezze e decisioni sbagliate in cui accade di tutto: a
45 minuti dall’incidente - ancora
prima, quindi, dell’inizio ufficiale dei soccorsi -, uno degli elicotteri
giunti nell’area corrispondente all’ultimo contatto radio con il SIAI
208, raccoglie la testimonianza di un gruppo di parapendisti che aveva
avvistato l’aereo dirigersi da Norma verso
Cori ed indica le coordinate della possibile area di ricerca sui Monti
Lepini.
Nascosto dalla boscaglia, l’aereo non
viene invece individuato dagli elicotteri inviati sul posto nelle prime
ore del pomeriggio, ma nonostante le dichiarate ed evidenti
difficoltà di avvistamento, il Coordinamento del Soccorso di Ciampino
decide di non avviare operazioni di ricerca via terra e, contrariamente a
quanto stabilito dalle "Norme per il Soccorso Aereo adottate dal
Ministero della Difesa" rifiuta, nel pomeriggio di quell’8-8-1997, l’impiego di reparti terrestri messi a
disposizione dalla Regione Militare, la disponibilità degli uomini del
Soccorso Alpino e, il mattino successivo, anche l’offerta di squadre di
soccorso della Prefettura di Latina.
Le ricerche via terra vengono escluse in considerazione delle impervie
condizioni del terreno; decisione presa però senza una sufficiente
conoscenza dell’area, per il semplice
motivo che il Coordinamento Soccorso di Ciampino - contrariamente a
quanto previsto dal Ministero della Difesa - non è in possesso delle
carte geografiche (!) delle zone nelle quali dovrebbe coordinare le
ricerche.
Persa di vista la segnalazione più importante, l’area di ricerca viene allargata, senza logica, a chilometri
di distanza. Aerei, elicotteri e mezzi navali cercano il SIAI 208 al
Circeo, a Ponza o a Civitavecchia, dove non c’è ragione che sia arrivato.
E, mentre si continua a perdere tempo prezioso, nonostante la gravità
della situazione, l’aeroporto di
Grazzanise, in Campania, rifiuta la disponibilità di un elicottero AB212,
adatto alle ricerche in montagna ed alle ricerche notturne, perché
impegnato in una esercitazione di boy-scouts!
Intorno alle 21 di quell’8-8-1997,
le ricerche vengono sospese: da oltre dieci ore di un aereo militare
e di tre uomini non si sa più nulla, ma per il Coordinamento Soccorso di
Ciampino si può anche andare a dormire.
Alle prime luci dell’alba di
Sabato 9-8-1997, sulle montagne presso Cori e Norma, l’aereo ed i tre a bordo sono
ricercati - via terra - esclusivamente da generosi volontari e pastori
della zona, senza mezzi né addestramento, nonché da alcuni familiari del
Cap.Poggiali (il fratello ed il cugino) che rimangono sbigottiti dalla
disorganizzazione, dalla impreparazione, e dalla assenza di chi di dovere
per le ricerche.
Difatti, a ritrovare il relitto del SIAI 208, poco dopo le 10 del
mattino, trascorse 24 ore dalla caduta, non sono una delle due squadre
impegnate "ufficialmente" nei soccorsi, ma un gruppo di gitanti
di cui fanno parte anche alcune signore ed una bambina di undici anni!
La decisione presa venerdì pomeriggio di rinunciare alle ricerche via
terra, in considerazione di un area eccessivamente impervia, si rivela
così una imperdonabile superficialità. Il gruppo dei gitanti, infatti, è
impegnato in una tranquilla passeggiata nei boschi del Monte Lupone,
lungo la catena dei Monti Lepini, a pochi chilometri da Norma, proprio
nella zona suggerita dai parapendisti, già 45 minuti dopo la scomparsa
dell’aereo.
La zona suggerita dai parapendisti e le coordinate trasmesse dal R.S.V
(Cap.Cabiati) risultano, pertanto, essere esatte, ma ormai è troppo
tardi. Quando il primo elicottero dell'Aeronautica Militare, avvisato dal
112, fa scendere, sulla zona, l'unico giovane medico inviato per prestare
soccorso a tre probabili moribondi, sono passate 24 ore dall'incidente.
Il Cap. Pozzoli ed il M.llo Franzoni vengono trasportati, in elicottero,
al Policlinico Gemelli di Roma, ma per il Cap. Poggiali Maurizio non c'è
più nulla da fare. Il giovane medico si assume la responsabilità di
dichiararlo morto, senza neanche la disperata corsa all'ospedale che pure
qualcuno, sul posto, osa proporre .
Il corpo del Cap. Poggiali viene lasciato a fianco dell'aereo per altre
cinque ore in attesa dell'arrivo del magistrato che darà, solo nel tardo
pomeriggio del 9-8-1997, il permesso di rimozione della salma.
Altra gravissima anomalia riguarda la relazione tecnica e le modalità per
le quali si è pervenuti alla stesura da parte del C.T. (Francesco
Martone) della Procura, che si è avvalso della collaborazione dell’ing.Guido Tartamella. Il sig. Martone è stato. ufficiale
pilota dell’Aeronautica Militare Italiana fino al grado di Ten.
Colonnello ed è, attualmente, “in
riserva”. Non risulta che abbia o abbia avuto esperienze di perizie
tecniche per incidenti aerei, né che abbia una laurea in ingegneria
aeronautica, ma è opportuno ricordare che egli è stato istruttore di volo
del pilota Pozzoli Matteo che era ai comandi dell’aereo SIAI 208 precipitato. Il sig. Martone ha presentato
una relazione di parte, incompleta e non veritiera, tesa unicamente a
tutelare gli interessi dell’A.M.I ed a ridurne e/o escluderne le
responsabilità. Non si è svolta, difatti, alcuna indagine o
inchiesta del magistrato di Latina:
1) per accertare i motivi per cui l’Aeronautica
Militare non fu in grado di ritrovare, l’8-8-1997, un aereo caduto a
pochi chilometri da Roma.
2)in relazione all’inefficienza e
all’omissione di soccorso del Soccorso Aereo di Ciampino, direttamente
responsabile del mancato ritrovamento dell’aereo SIAI 208 e della conseguente morte del Cap.Poggiali
Maurizio;
3) per verificare le responsabilità dei superiori del Cap.Pozzoli, che
erano a conoscenza dei suoi gravi precedenti ed indiscipline, e che,
nonostante ciò, lo hanno sempre “coperto”.
Quando un pilota commette un errore ci si deve ricordare che: qualcuno lo
ha selezionato; qualcuno lo ha addestrato; qualcuno ne ha stabilito l’impiego;
qualcuno lo ha messo in programma. La capacità di comando, di
supervisione di questi “qualcuno”
può prevenire errori che conducono a disastri. Prescindendo da ogni
considerazione circa l’opportunità di conferire l’incarico al Ct
Francesco Martone, nonché dalla validità tecnica dell’elaborato e limitandoci ad una normale osservazione di
merito, appaiono evidenti, nella sua consulenza, una serie di
macroscopiche lacune, contraddizioni, errori, inesattezze, etc., frutto
forse di impreparazione e di ignoranza della materia.
Il prof. Ing. Claudio Scarponi, del Dipartimento Aerospaziale dell’Università “La
Sapienza” di Roma sottolinea nella sua consulenza che
la relazione del Martone descrive “soccorsi efficienti, ove invece sono
stati commessi errori ed omissioni di ogni tipo e ci sono
stati ritardi incredibili, che sono costati la vita di un uomo.” E precisa che “la relazione tecnica dei Consulenti
d’Ufficio è stata redatta senza il rispetto dei principi fondamentali di
cui tener conto nell’adempimento del compito assegnato dal giudice. La
relazione, infatti, è piena di errori, omissioni, travisazioni della
realtà, e quant’altro.” Circa i
precedenti del pilota Pozzoli, Martone scrive che non ve ne sono; ma lo
stesso Pozzoli ne cita almeno uno ai Carabinieri che lo interrogano proprio alla
presenza di Martone.
Tra le altre inesattezze, falsità, omissioni, etc., della relazione
segnalo:
- DEFINIZIONE DELL’EQUIPAGGIO (sul SIAI
l’equipaggio è composto dal solo pilota, più tre eventuali passeggeri)
-MANCANZA DI SEGNALAZIONI DEI SOPRAVVISSUTI (I carabinieri hanno sequestrato
fumogeni, utilizzati e non, nei pressi dell’aereo. Esiste il verbale ed i razzi sono nell’ufficio corpo
di reato al Tribunale di Latina).
-MORTE ISTANTANEA DEL CAPITANO POGGIALI (vedasi dichiarazione del
Maresciallo Franzoni che dichiarava che, dopo l’incidente, e dopo essersi risvegliato, il Cap.Poggiali
respirava ed era ancora vivo. Nel primo referto autoptico si legge che la
morte è sopravvenuta “nelle ore pomeridiane” dell’8-8-97, a cui farà seguito l’inquietante
post-scriptum del dott.Lazzaro.)
-NUMERO ORE DI VOLO DEL MOTORE (diverso da quello riportato sul libretto)
-NUMERO DI ORE DI VOLO DELL’AEREO
(errato) -MANCANZA DEL CASCO (Il casco non è previsto a bordo del SIAI
208)
-RICOSTRUZIONE ROTTA (imprecisa e contraddittoria)
-PAGINE DEL MANUALE DEL SOCCORSO AEREO (Sono state scelte con l’espediente di non inserire quelle da cui risulta
l’inefficienza e la negligenza del Soccorso Aereo).
-INDISCIPLINE DEL PILOTA POZZOLI (Martone le nega, ma Pozzoli in
precedenza fu sospeso per le sue reiterate indiscipline di volo. E’ altresì falso che le autorità di P.S. non abbiano mai
segnalato alla base le bravate del Pozzoli, come scrive Martone).
-OPERAZIONI DI SOCCORSO SECONDO NORMATIVE (In realtà si interruppero alle
ore 21 del giorno 8-8-1997 e furono effettuate esclusivamente con
elicotteri, nonostante si preveda, per un caso del genere, l’utilizzo di squadre di terra. Si vedano “Norme per il
Soccorso Aeroterrestre adottate dal Ministero della Difesa”)
-AEREO RITROVATO (Martone,scrive che l’aereo fu ritrovato dai soccorritori. In realtà, l’aereo fu
ritrovato, per caso, da un gruppo di gitanti occasionali)
-AVVISTAMENTO DELL’AEREO La circostanza,
fondamentale per l’inchiesta, che l’aereo precipitato SIAI 208 fosse
stato avvistato pochi minuti prima dell’incidente, risulta (oltre che per quanto già dichiarato),
dalle numerose telefonate del soccorso aereo presenti nel fascicolo
allegato alla relazione tecnica di Francesco Martone. La stessa
circostanza è stata confermata dal cap.Lorenzo Villi, il quale era
a bordo del primo elicottero (SPERA 7), con una dichiarazione a verbale
alla DIGOS di Latina (ispettore Odorico). Il Villi ha confermato di aver
immediatamente informato il Soccorso Aereo della quota, direzione e
coordinate (risultate poi esatte) del probabile impatto. Del resto, le
registrazioni delle telefonate del Soccorso Aereo sono leggibili nei
fascicoli che egli stesso (Martone) ha allegato alla relazione e non è
pensabile che sia il consulente, sia il PM non abbiano letto quanto riportato.
La Digos di
Latina, a seguito di una denuncia della famiglia Poggiali sull’operato dei due consulenti d’Ufficio, avvia, nel 2001,una
seria, minuziosa indagine che porterà a delle risultanze discordanti da
quanto asserito da Martone e Tartamella. Difatti, per esempio,
riguardo l’avvistamento negato da Martone,
la Digos
scrive: “Le testimonianze raccolte fanno desumere invece che
l’avvistamento vi è stato e che le ricerche aeree avviate successive alle
testimonianze ricevute, sono state svolte in un’area di sorvolo ben determinata, la stessa area in cui il
giorno seguente è stato ritrovato il velivolo ed i suoi occupati.Le prove
testimoniali acquisite danno ai fatti una ricostruzione diversa da quella
del consulente”. Un ennesimo,
sconcertante abuso, evidenziato dalle successive indagini espletate dalla
Digos di Latina riguarda la nomina degli ausiliari tecnici dei due
Consulenti Martone e Tartamella. La Digos evidenzia che: “In data 14 agosto
1997, alle ore 13,05, presso codesta Procura della Repubblica
è stato stilato il verbale di consulenza tecnica e di conferimento degli
incarichi ai consulenti tecnici nominati. Dallo stesso si evince che i
citati consulenti hanno chiesto di essere autorizzati ad avvalersi del
mezzo proprio della collaborazione di un ausiliario tecnico, oltre all’acquisizione di copia degli atti del procedimento nonché
ogni atto utile all’indagine presso qualsiasi ente pubblico o privato.
Dalla disamina della relazione in argomento oltre che degli allegati, si
può notare che i consulenti si sono avvalsi della collaborazione di
diversi ausiliari tecnici i quali discostandosi dagli artt.359 in
relazione al 228 C.p.p
(consulenti tecnici del Pubblico Ministero – attività del perito) hanno non solo espresso
considerazioni ma altresì si sono portati sul luogo dell’incidente ancorché prima della rimozione del velivolo
incidentato eseguendo gli accertamenti agli stessi richiesti senza il
dovuto preavviso alla parte offesa nel procedimento penale instaurato.” La Digos
si chiede: “il citato ausiliario poteva essere nominato? Ed ancor più, l’effettuazione
del sopralluogo doveva essere comunicato al Pubblico Ministero, il quale
avrebbe dovuto rendere edotta la parte offesa affinché la stessa potesse
avvalersi del consulente di parte per presenziare all’atto? Gli interrogativi rimangono ancora senza risposta.
La consulenza di Martone e Tartamella sarà rigettata dal nuovo giudice
nel processo Pozzoli-Franzoni. Il giudice affiderà all’ing. Aeronautico Riccardo Perrone, non
appartenente all’Aeronautica Militare,
la nuova consulenza, che confuterà la relazione tecnica dei Ct. Martone e
Tartamella, in seguito indagati dalla Procura di Latina per
favoreggiamento. Tuttavia, nonostante le evidenti negligenze e responsabilità dell’Aeronautica Militare e del Soccorso Aereo di Ciampino, il Pm
incaricato chiede, esclusivamente, il rinvio a giudizio del pilota Cap.
Pozzoli per omicidio colposo, disastro aereo colposo, delitto colposo di
danno. Il Gip chiederà il rinvio a giudizio anche del Maresciallo
Franzoni, per concorso in omicidio colposo (non indossava le prescritte
cinture di sicurezza).
Il processo di primo grado Pozzoli-Franzoni inizierà a marzo 2001 e si
concluderà nell’ottobre 2003, con
l’assoluzione del Maresciallo Franzoni e la condanna del pilota Pozzoli
ad un anno per omicidio colposo. Per l’Aeronautica Militare, nonostante tali gravi capi d’imputazioni
relativi ad un proprio sottoposto, e nonostante che l’inchiesta della
Procura di Latina abbia evidenziato che lo stesso pilota si era
distinto in precedenza per esibizioni a bassa quota, il caso è da coprire
ed insabbiare prima possibile. Il Cap. Pozzoli, dopo pochi mesi dall’incidente, viene riammesso al volo con jet militari come se
niente fosse accaduto e nel 1998 viene addirittura promosso a Maggiore
e successivamente Tenente Colonnello, durante il processo a suo carico
per omicidio!
Sarà poi condannato in Appello ed in Cassazione per omicidio colposo e
disastro aereo colposo.
*****************************************************************************************************************************
PRECEDENTI PILOTA POZZOLI
Il Ct Martone è a conoscenza delle indiscipline di volo del pilota
Pozzoli. Difatti, Nell’interrogatorio
dei Carabinieri a Pozzoli, il 26-11-97, il pilota dichiara: “Mi è capitato di effettuare un passaggio (radente) con
velivolo AMX sull’abitato di Gavignano per salutare un amico ivi
residente. Venivano interessati i C.C. locali i quali notificarono alla
torre di controllo di Pratica. Provvedevo personalmente a contattare il
sindaco a cui facevo le scuse. Non ci fu alcun seguito alla vicenda”. Nell’interrogatorio del Comandante di Pozzoli, Col.
Comitini Sergio, il 21-10-99, alla Procura Militare di Roma, egli
dichiara che “Pozzoli mi disse che in quel paese abitava un suo amico, il
Maresciallo A.M. Del Monte, che aveva fatto servizio a Pratica. Ritenni
di riprenderlo e di invitarlo ad evitare il ripetersi di situazioni del
genere. Tempo dopo arrivò una segnalazione dei Carabinieri del Presidente
della Repubblica, circa un sorvolo a mille piedi della battigia della
tenuta di Castel Porziano. Seppi che era stato il C.C Porro e che alcuni
giorni prima il Pozzoli aveva compiuto analoga manovra; i Carabinieri
avevano contattato Pozzoli invitandolo a rispettare il divieto di sorvolo
ed io rimproverai Pozzoli, per non averci avvisato tempestivamente Decisi
a questo punto di sospendere dai voli il Pozzoli.” Ma Martone nella sua relazione scrive che, a carico del
Pozzoli, “non risultano indiscipline”. In quel caso, così come in altri - per i
quali ci sono stati rapporti dei Carabineri e che suppongo siano a
conoscenza della Procura Militare -, l’Aeronautica non ha mai sanzionato tali indiscipline di volo
del pilota e, nel caso di Gavignano, i Comandanti di Pratica di Mare lo
hanno accompagnato dal sindaco (sig. Carlo Nicolò) a chiedere
scusa per evitare la doverosa denuncia contro chi mette a repentaglio l’incolumità dei cittadini. Quindi l’Aeronautica Militare ha
considerato una indisciplina di un proprio sottoposto come un fatto privato e non
ha mai adottato alcuna misura sanzionatoria nei suoi confronti , né
prima, né dopo. Il Pm di Latina, dal canto suo, nonostante la richiesta
di rinvio a giudizio nei confronti del pilota e nonostante i precedenti
di questi, non ha valutato l’opportunità
di emettere un provvedimento cautelativo - di richiesta d’interdizione al
volo del pilota Pozzoli -, almeno fino alla conclusione del procedimento
in corso, nell’interesse della collettività e per impedire che lo stesso
pilota abbia a ripetere comportamenti negligenti, omissivi ed
azzardati compromettenti la sua e l’altrui
incolumità. Il magistrato ha adottato un diverso comportamento rispetto a
quanto avviene in incidenti mortali dell’aviazione civile o, per esempio,
ai conducenti di automobili imputati di omicidio, ai quali, negli
stessi casi, viene ritirata la patente.
Nell’incidente dell’8-8-1997 con il
SIAI 208 (“un aereo che in trenta anni non ha mai subito un incidente
mortale” come ha dichiarato l’On. Gianni Rivera, sottosegretario alla Difesa, alla
Camera dei Deputati, il 29-4-1998, in risposta ad alcune
interrogazioni parlamentari), il pilota Pozzoli ha commesso una serie di
gravi errori professionali quali: -violazioni al piano di volo - con
deviazione dalla rotta stabilita -; -volo a quota non consentita;
-mancata pianificazione e programmazione a terra; -errato utilizzo del
selettore carburante (dopo l’incidente
dell’8-8-1997 un serbatoio è risultato pieno, l’altro vuoto); -mancato
controllo dell’equipaggiamento a bordo e della sicurezza dei
passeggeri che è un dovere del comandante-pilota (nel volo dell’ 8-8-1997 il Maresciallo Franzoni che era a bordo non aveva
le cinture di sicurezza allacciate, che sono obbligatorie, come si legge
nel “manuale di volo”; proprio per questo il Cap. Poggiali “impattava più violentemente anche perché spinto dal tecnico
di Volo (Franzoni) che gli sedeva dietro” (R.T.).
**************************************************************
NUOVA PERIZIA DEL TRIBUNALE DI LATINA
L’ing. Riccardo Perrone, incaricato dal
Tribunale di Latina, a redigere la nuova perizia sull’incidente, definisce esaustivamente il ruolo del pilota
responsabile, riprendendo la normativa ICAO (acronimo adoperato in lingua
inglese di International Civil Aviation Organisation): ”Pilota titolare di
una licenza aeronautica e delle relative abilitazioni, che ha la
responsabilità della condotta e della sicurezza dell’aeromobile durante il tempo di volo e di rullaggio. Dalla
definizione di pilota responsabile e pilot-in-command si comprende che, sia a
livello internazionale e sia a livello nazionale, su ogni aeromobile
viene individuata una sola persona che è responsabile della condotta dell’aeromobile. Ciò si applica anche per quegli aeromobili per i
quali è previsto il secondo pilota. Tale scelta è
richiamata anche dal Codice della navigazione in cui sono richiamate le
responsabilità e poteri del comandante (pilota in comando) (artt. 883,
884, 887, 889). L’art. 896 del Codice
della navigazione riguarda la Composizione dell’equipaggio che è determinata dall’esercente in relazione alle caratteristiche ed all’impiego
dell’aeromobile. In ogni caso il pilota in comando resta comunque
responsabile della sicura condotta del volo”.
Lo stesso ing.Perrone precisa che: “Il
pilota responsabile (Pozzoli), dopo aver lasciato il lago di
Giulianello si dirigeva presumibilmente verso Cori e subito dopo, all’interno della Valle dell’Inferno seguendo una rotta non
pianificata in precedenza a terra senza i necessari dati per una sicura
separazione dagli ostacoli. Subito dopo l’ingresso nella predetta valle, il pilota impostava una
manovra di salita (…) L’inizio della manovra di salita è avvenuta ad una
distanza tale dalla cima verso cui era diretto il velivolo, non
compatibile con le prestazioni di salita richieste per il
profilo altimetrico da superare. (…)
L’avvicinamento eccessivo al rilievo montagnoso non
veniva rivelato dal pilota responsabile (…) Il pilota non effettuava il monitoraggio della separazione
dagli ostacoli ed in particolare di quello dal suolo, nella assoluta
convinzione che non vedendo ostacoli di fronte a sé il velivolo avrebbe
superato il rilievo montagnoso verso cui si stava dirigendo. (…) Lo stesso pilota non si accorgeva della ridotta
separazione dal suolo scendendo al di sotto delle condizioni minime di
separazione previste dal VFR (valore minimo di sorvolo dal suolo di 500 ft pari a 152 m).”
L’ing. Raimondo Vitulano,
funzionario del Registro Aeronautico Italiano e pilota, nella sua
relazione scrive: “,Allo scopo di determinare le cause che hanno
provocato l’incidente, sono stati indagati
tutti gli aspetti tecnici, ambientali ed umani che potenzialmente possono
aver contribuito al verificarsi dell’incidente stesso. Dalle indagini
effettuate è emerso quanto segue: - Non è stata riscontrata alcuna avaria
e/o malfunzionamento del velivolo o parte di esso preesistente all’incidente, al momento del quale il velivolo era efficiente e
funzionante; - Le condizioni meteorologiche al momento dell’incidente
erano buone. - Considerato quanto sopra le cause dell’incidente sono da attribuire esclusivamente al fattore
umano; in particolare sono da individuarsi nella errata condotta del volo
da parte del pilota. Questi impostava la salita in ritardo, valutando in
modo errato il gradiente altimetrico del suolo lungo la
rotta e/o sopravalutando le prestazioni del velivolo nelle condizioni di
quota, temperatura e peso in cui si trovava l’aere. Il pilota non ha effettuato la possibile manovra
diversiva (inversione di rotta) quando le condizioni di quota e spazio di manovra lo
permettevano”.
Il Prof. Ing. Guido De Matteis, docente di Meccanica del Volo presso l’Università La
Sapienza, conosciuto internazionalmente, conferma
quanto sopra nella sua relazione tecnica: “L’incidente è stato causato da
un errore del pilota, il quale, con l’intenzione di superare una alta barriera montuosa a partire
da una quota insufficiente, effettuava una manovra imprudente e non
compatibile con le caratteristiche di volo del velivolo. La manovra
determinava una progressiva diminuzione di velocità e distanza dal
suolo fino a causare il contatto con la vegetazione e, successivamente,
la caduta a terra dell’aeromobile.”
Tutte le perizie sull’incidente hanno escluso guasti tecnici, per cui
l’aereo è caduto per errore del pilota che sopravvaluta le sue
capacità. Egli ha provocato la morte del cap. Poggiali, il ferimento del
Maresciallo Franzoni e ha distrutto un aereo dello Stato. L’Aeronautica Militare lo promuove!
**************************************************************
QUESTI I COMPONENTI DEL GRUPPO IN GITA SU MONTE LUPONE
(Cori) il 9-8-1997 E CHE RITROVARONO l’AEREO
DOPO 24 ORE DALLA CADUTA
Sig. Angelo Tomei
Sig. Maurizio Cianfoni
Sig. Del Ferrero Leone
Sig. Vari Demetrio
Sig.ra Priori Maria Assunta
Sig.Pandolfi Mauro
Sig. Ciafrei Valerio
Sig. Ciafrei Aldo
Sig. Raniero Paoletti con la figlia M. di undici anni.
**************************************************************
DEPOSIZIONE ANGELO TOMEI E BAMBINA
Questo è uno stralcio delle deposizioni di Angelo Tomei e della ragazza
Mariangela che fecero parte del gruppo di escursionisti che ritrovarono l’aereo il 9- 8-97.
GIUDICE:
Risponda al pubblico ministero
PM
Allora, sig. Tomei, lei era nel gruppo degli occasionali ritrovatori dell’aereo: è stato già sentito dai carabinieri, ci
vuole dire cosa avvenne la mattina del 9-8-1997?
TOMEI:
Diciamo che noi, come tutti gli anni, è diventata una classica ormai,
facciamo una escursione, una gita su a Monte Lupone, la prima decina di
agosto. Quindi non siamo andati prettamente per trovare l’aereo, siamo andati a fare l’escursione.
PM
Ma voi sapevate che erano in corso delle ricerche?
TOMEI
Sì, lo sapevamo, i vigili urbani, il maresciallo dei Carabinieri di Cori
ci avevano detto: “Andando su, date
un’occhiata”.
PM
Quindi la gita voi l’avete fatta
proprio la mattina del ritrovamento?
TOMEI
Sì, ma era già in programma da un mese quindi…
PM
A che ora siete arrivati alle pendici del monte?
TOMEI
Intorno alle nove, nove e mezza.
PM
Che cosa successe dopo?
TOMEI
Siamo arrivati su, camminando ogni tanto guardavamo all’interno della vegetazione…sentivamo qualche
elicottero…abbiamo continuato a prepararci per cuocere un po’ di carne
alla brace. Poi ci siamo allontanati dalla punta più alta di un centinaio
di metri a ed abbiamo sentito come un “aiuto”, delle grida di aiuto…
PM:
Un richiamo?
TOMEI
Un richiamo. A quel punto ci siamo incamminati sempre verso questo
richiamo e le testuali parole del Maresciallo Franzoni che era su una
roccia erano proprio: “Siamo
quelli dell’aereo, siamo quelli dell’aereo”. A quel punto un nostro amico, che era Paoletti, con
il telefonino ha dato l’allarme. Quindi siamo scesi su questa vallata, ho
visto il Maresciallo Franzoni, era una maschera di sangue poggiato su
questa roccia.
PM
E gli altri dove erano?
TOMEI
Lui ci ha fatto capire che gli altri due stavano più giù…Quindi mi diressi verso l’aereo e vidi l’interno
dell’abitacolo con il corpo del capitano Poggiali…Io avevo un bastone in
mano, tentai il fondo schiena…
PM.
L’ha toccato?
TOMEI
L’ho toccato al
fondo schiena, poi con le mani, però era già tutto irrigidito, stava con
la testa quasi sotto l’abitacolo e
a quel punto sono ritornato subito su….però a poca distanza dall’aereo
c’era l’altro capitano. Visto che lui si muoveva quasi, sono ritornato subito su
per dare l’allarme… A quel punto sono
arrivati anche gli altri, poi sono arrivati gli elicotteri…
PM
Senta la domanda che volevo farle è relativa allo stato dei luoghi che
sulle modalità ormai chiare del ritrovamento… Se lei guardava in alto, vedeva gli elicotteri che
sorvolavano la zona?
TOMEI
Da lì si vedevano perché dove camminavamo noi era tutto prato libero, non
c’era vegetazione…
PM
E invece, dal posto del ritrovamento dove era il relitto, dove era il
cap. Poggiali? Lei è andato via in elicottero, si vedeva o non si vedeva
dall’alto?
TOMEI
Facendoci caso bene, si vedeva, passando di corsa però no…Però chiaramente uno, non sapendo dove sta, passa di corsa,
con l’elicottero…
PM
Nessuna altra domanda, grazie.
GIUDICE:
Parte civile?
AVVOCATO
Lei ha detto che quella mattina dovevate fare questa passeggiata insieme?
TOMEI
Sì.
AVVOCATO
Chi eravate innanzitutto?
TOMEI
Dovevamo essere una quindicina, però ci sono state delle disdette.Eravamo
sette o otto persone.
AVVOCATO
Chi vi ha detto di andare a Monte Lupone?
TOMEI
Noi andiamo sempre lì, perché lì a Monte Lupone c’è una croce, quindi si arriva su quella croce, noi siamo
andati per questa gita di piacere…
AVVOCATO
Senta, nel vostro gruppo c’erano anche
donne e bambini?
TOMEI
Sì, c’era una ragazzina che all’epoca
aveva, non so aveva dieci o undici anni…
AVVOCATO
Quindi la strada che avete percorso per arrivare sul luogo dove c’era l‘aereo, era una strada accessibile?
TOMEI
Sì, perché queste sono gite che abbiamo fatto anche in 70-80 persone.
AVVOCATO
Quindi la strada si poteva percorrere tranquillamente?
TOMEI
Sì.
AVVOCATO
Ha avuto modo di vedere altre squadre di soccorso dell’Aeronautica militare?
TOMEI
L’Aeronautica militare… ho visto
i primi soccorsi quando sono venuti…
AVVOCATO
Dopo che avete trovato l’aereo?
TOMEI
Sì.
AVVOCATO
No, io dicevo prima, cioè durante la fase delle ricerche….
TOMEI
No, durante la fase delle ricerche no…
AVVOCATO
Grazie.
Davanti al giudice comparve anche la ragazza che era poco più che una
bambina all’epoca dei fatti…
AVVOCATO
Lei rammenta di avere partecipato, comunque di avere ritrovato insieme ad
altre persone l’aeroplano caduto il
giorno 8 agosto?
RAGAZZINA
Io ero nella scampagnata che abbiamo fatto quel giorno… eravamo andati su a Monte Lupone e avevamo sentito
le grida di queste persone.
AVVOCATO
Eravate andati su a MonteLupone per fare una scampagnata?
RAGAZZINA
Sì.
AVVOCATO:
Eravate con queste altre persone per fare una gita in montagna?
RAGAZZINA
Sì.
AVVOCATO
Quando? Ci dica cosa…?
RAGAZZINA
Si sono sentite delle grida e alcune persone sono scese a vedere dove era
questo aereo e cosa era successo.
AVVOCATO
Lei è salita sopra?
RAGAZZINA
Io sono restata con mio padre che ha chiamato i soccorsi.
AVVOCATO
La strada che avevate percorso, era una strada agevole o particolarmente
complicata da percorrere?
RAGAZZINA
Era una strada agibile, sempre accompagnati da una guida comunque.
AVVOCATO
Lei era una bambina immagino, quanti anni aveva?
RAGAZZINA
Avevo undici anni.
AVVOCATO
Quindi è una strada che può essere percorsa?
RAGAZZINA
Sì.
AVVOCATO
A piedi tranquillamente…
RAGAZZINA
Sì.
AVVOCATO
Grazie
Qualunque sarà la sentenza emessa per i responsabili del Soccorso Aereo,
resterà il fatto accaduto, il mancato ritrovamento dell’aereo e la morte di mio fratello, al quale, viceversa,
soccorsi tempestivi ed adeguati avrebbero potuto salvargli la vita.
ll Soccorso Aereo, nel tempo, cambierà nelle modalità, nelle regole, nei
mezzi e negli uomini, ma la morte di mio fratello Maurizio dovrà
rappresentare sempre un monito per le coscienze di coloro che vi lavorano
e vi lavoreranno, affinché si evitino altre analoghe tragedie.
Per informazioni inerenti i processi potete prendere contatto
con il legale della famiglia l'avv. Luca Petrucci.
Studio Avvocato Petrucci - Via Premuda, 6
00195 Roma
Tel.: 06/39731219 06/39746170 - Fax: 06/39762120
E-mail: segreteria@studioavvocatopetrucci.it
|