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IL TESORO DI OLEASTRA

Era ormai da molti anni che a partire dalla primavera gli abitanti delle Cinque Terre entravano in uno stato di massimo timore per l’arrivo della bella stagione.
Questo avveniva perché con il passare degli anni le difese naturali che proteggevano le isole erano man mano scomparse agevolando così le invasioni estive dei turchi.
Proprio per questo motivo una serata sui primi di luglio del 1560 ad Oleastra, un paese sopra Manarola abbastanza sicuro e protetto dalle invasioni, si era svolto un consiglio cittadino perché gli abitanti di questo paese temevano per i loro ingenti tesori costituiti da monete, gioielli e arredi sacri della chiesa.
Alla fine del consiglio si decise di seguire una strategia già utilizzata dagli antenati: scavare una buca ben spartita per le varie famiglie per nasconderci il tesoro. E così fecero.
Ogni volta che si avvertiva l’allarme proveniente dalla costa, tutti i paesani correvano a mettere ai ripari i loro ori e talvolta quando scampavano al pericolo donavano una piccola parte dei loro beni alla Madonna portandoli alla chiesa.
Dopo qualche tempo la ricchezza della chiesa divenne tale che decisero di comprare tre nuove campane di bronzo e argento; queste giunsero ad Oleastra in primavera.
Nella notte del due di luglio un enorme fuoco d’allarme svegliò i paesani che si sbrigarono a mettere ai ripari le loro ricchezze nella buca e proprio mentre ebbero finito di ricoprirla un uomo arrivo correndo…
Era Pietro Borbone, che viveva a Manarola, giunto fino ad Oleastra per avvertire che i Turchi erano arrivati muniti di decine di navi.
Intanto che gli uomini ascoltavano Pietro e le donne piangevano, una ragazza si fece sentire e propose di tirare giù le campane per proteggerle o in seguito usarle come riscatto in caso di prigionieri.
Dopo qualche minuto decisero di affidarsi al consiglio della ragazza: la mattina seguente scavarono una seconda buca e portarono giù le campane che vennero sotterrate. Finirono il lavoro che era mezzanotte, nominarono le guardie e andarono a dormire.
Proprio durante il loro sonno i turchi attaccarono Oleastra e dato che non vi trovarono alcun tesoro si infuriarono: distrussero il paese e uccisero tutti o quasi perché quelli sopravissuti li vendettero come schiavi.
D’Oleastra non rimaneva più nulla ma a poco a poco delle persone la ripopolarono e la ricostruirono.
Un giorno giunse in paese un signore anziano che nessuno del posto







 

conosceva e che diceva: << Io un tempo abitavo in questo paese che si chiamava Oleastra, sono tornato per riprendermi il tesoro di questa città nascosto nei dintorni della chiesa vecchia, ma purtroppo non ricordo più dove.>>.

Passarono anni e il signore morì senza
rammentare il luogo esatto in cui si trovava il tesoro di Oleastra.
La leggenda narra anche che ancora oggi nelle notti tempestose si odono le tre campane suonare una dopo l’altra e che insieme al tesoro nessuno le ha ancora trovate.



Ilaria B. Riccardo A. II F. Andora
Angelo C.Giorgio R.
Michael P.
II D Arenzano




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