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Alla reggia di Nettuno
Era una notte buia, il cielo minacciava tempesta con rombi di tuono e
dopo qualche tempo il mare iniziò a ballare una danza impetuosa
accompagnata da lampi e tuoni che parevano esserne i ballerini. Un
giovane marinaio genovese si trovava a navigare sul suo veliero. Le onde
iniziarono a scontrarsi contro l'imbarcazione; lo scontro era duro il
marinaio tentò di governare il veliero, ma inutilmente il mare impegnato
nel suo walzer era troppo forte. Durante uno dei loro scontri, su quella
pista fluida, lo scafo dell'imbarcazione fu danneggiato
irreparabilmente: si era aperta una falla di grosse dimensioni da cui
entrava una quantità d' acqua pari a un metro cubo d' acqua al minuto;
il marinaio non riuscì ad impedire a quella forza sproporzionata di
entrare nel veliero così salì sulla punta dell'albero maestro e cercò di
vedere terra, ma invano.
Passarono alcuni attimi e il giovane fu scaraventato in mare, qualche
secondo dopo il suo veliero scomparve sotto l’onda gigantesca con cui si
era scontrato fino a pochi istanti prima; il giovane cercò di
allontanarsi a nuoto, ma il mare era troppo
infuriato perchè lui
riuscisse a continuare per molto e difatti così fu: senza forze si
lasciò trasportare fino ad una piccola deserta e sperduta isoletta;
giunto sulla spiaggia si addormentò.
Fu risvegliato da un' enorme tartaruga che gli disse di scendere con lui
nella reggia di Nettuno, il dio del mare, il marinaio accettò e si mise
sul guscio di questo essere enorme che lo portò fino alla reggia in
fondo al mare.
Entrato si trovò al cospetto di re Nettuno e altri esseri importanti tra
cui la figlia del re, una ninfa molto bella della quale si innamorò
perdutamente. Restò per diverso tempo in
quella reggia e si innamorò
sempre più di quella creatura che contraccambiava il suo amore così che
un dì il re li unì in matrimonio.
Il tempo per loro trascorse felice e senza problemi fino a quando al
nostro marinaio non venne la nostalgia della sua terra: decise di
tornare nella sua patria; la moglie lo supplicò di rimanere con lei
sotto il mare, ma lui non cambiò idea, sentiva troppa nostalgia, così la
ninfa rassegnata gli diede una scatola e gli raccomandò di non perderla.
Salito in superfice, il giovane si accorse che
dal momento in cui aveva
incontrato la tartaruga gigante erano passati cent' anni così in preda
allo sconforto aprì la scatola datagli dalla moglie e..... si svegliò
sull'isola dove la tartaruga gigante l'aveva trovato solo che al posto
del baldo giovane di un tempo era c'era un vecchio con tante rughe e
malanni; cadde a terra ed emise il suo ultimo respiro.
Anna R. Filippo T. II F Andora
Ludovica R. Roberta M.
II D Arenzano
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