Simon, un
ragazzo di diciannove anni, alto e ben costruito, con la faccia
abbronzata illuminata da un simpatico sorriso, aveva occhi
azzurri ed espressivi e l'aria calma e risoluta di chi è
abituato ad affrontare i pericoli.
Un giorno ricevette dal fratello maggiore, di nome Ryan,
l'invito ad andare in crociera con lui nelle isole dei Carabi.
Simon, senza aspettare neanche un minuto, prese il telefono e
chiamò Ryan per avere qualche informazione più precisa e
prendere accordi per la partenza.
La settimana seguente, all'ora stabilita, i due ragazzi si
imbarcarono sulla splendida nave.
Una volta all'interno, andarono nella loro cabina, posarono i
bagagli ed esplorarono l'imbarcazione lussuosa ed elegante.
Passarono alcuni giorni molto piacevoli e divertenti; al settimo
giorno, quando Simon si svegliò, ebbe una sgradevole sensazione,
ma non ci badò.
Subito dopo colazione, si sentì la voce calma e sicura del
capitano: “ Si avvisano i signori passeggeri che nella sala
motori si è verificato un guasto meccanico, che sarà presto
riparato. Non ci sono motivi di preoccupazione perché la
situazione e sotto controllo ma, per motivi di sicurezza, è
opportuno che tutte le persone a bordo della nave indossino i
giubbotti di salvataggio seguendo le indicazioni del personale
di servizio”
Si cominciarono a seguire le raccomandazioni del capitano ma, ad
un certo punto, la nave si fermò e cominciò ad ondeggiare in
maniera innaturale e Simon e Ryan capirono che l'imbarcazione
stava per affondare. Molti passeggeri, in preda al panico, si
buttarono a mare.
Dopo qualche minuto la nave cominciò a piegarsi sul lato
sinistro e tutti i passeggeri che si trovavano ancora
sull'imbarcazione corsero dal lato opposto. Il capitano gridò
che la nave stava imbarcando acqua per cause misteriose. Il
panico si diffuse tra la folla e tutti cominciarono a urlare e a
piangere disperati. La nave si stava rovesciando e tutti i
passeggeri, con o senza giubbotti di salvataggio, si buttarono
in acqua poiché le scialuppe erano inutilizzabili data
l'inclinazione della nave. Ryan e Simon afferrarono una cassa di
legno e si buttarono con essa. La nave era ormai sommersa dalle
acque e i passeggeri gridavano nell'acqua gelida. Uno ad uno i
naufraghi perdevano i sensi e morivano dal freddo. Ryan e Simon
però si salvarono miracolosamente e si spinsero in una qualsiasi
direzione in cerca di terra. Dopo quasi due giorni erano in
vista di un'isola e vi arrivarono "sani e salvi". Erano proprio
le isole dei Carabi ! Ryan e Simon non potevano dire di non
essere giunti a destinazione... l'unica cosa diversa era il modo
in cui vi erano giunti.
Presi dallo sconforto i due fratelli decisero di esplorare
l'isola : appariva ricca di fronzuti alberi e vari tipi di
piante che arrivavano sino alla spiaggia, rovente ; il bosco era
attraversato da un lungo corso d'acqua nel quale varie specie di
animali si dissetavano, si lavavano e si divertivano ad
acchiappare i pochi pesci che vi guizzavano.
Alcuni sentieri tracciati nel profondo cuore dell'isola facevano
pensare alla presenza di uomini; l'isola appariva tuttavia
deserta.
Dalla spiaggia, guardando verso il mare, si poteva osservare
all'orizzonte la grande palla di fuoco ardente del sole.
Prima del calare del sole, Simon, che era un bravo nuotatore,
decise di tuffarsi in mare in cerca di cibo. Nel frattempo,
lungo la riva Ryan cercava della legna per
costruire un riparo dove passare la notte, per accendere il
fuoco, che sarebbe servito a scaldarli e a cuocere i pesci che
avrebbe dovuto pescare Simon.
Arrivò la sera e tutto il paesaggio, che fino a qualche ora
prima era meraviglioso, si fece buio e pauroso .I due sentirono
delle voci… passarono secondi, minuti, ore in preda al terrore e
Ryan, che non riusciva più a stare zitto, lanciò uno urlo
spaventoso, ma prontamente Simon gli tappò la bocca.
Apparve un'ombra misteriosa dietro un albero, ne seguirono
altre: la paura salì a più non posso; Simon e Ryan tremavano
abbracciati, erano terrorizzati; pensarono che quella
meravigliosa isola sarebbe diventata la loro tomba! Le ombre
caute si avvicinavano al rifugio. Sempre più spaventati Simon e
Ryan scapparono e durante la loro sfrenata corsa Ryan
distrattamente inciampò in una radice d'albero sporgente e per
il dolore imprecò per quasi dieci minuti:” Ahi! Che male! Che
dolore! …”.
Simon che non poteva più sopportare le lamentele del fratello,
decise di farlo fermare sotto ad un arbusto, mentre lui sarebbe
andato a cercare da mangiare.
Dopo una lunga ricerca di cibo, Simon vide un albero carico di
frutti appetitosi si arrampicò e, arrivato in cima, ne prese una
manciata. Al suo ritorno incastrata fra le rocce vide spuntare
un pezzo di pergamena, la raccolse e la portò al fratello.
Ryan e Simon, molto curiosi, quando la videro decisero di
seguire le indicazioni della mappa che secondo loro portava ad
un tesoro; dopo aver trovato il punto d'arrivo che sulla mappa
era segnato con una “X” rimasero stupiti perché il tesoro, che
secondo loro consisteva in un sfarzoso forziere pieno d'oro, era
in realtà una bellissima vista dell'oceano.
Valentina P. Sara C. Fabio e Filippo S. &
Alessandro R. Jacopo P.
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