Prefazione all'appello contro il testo Battafarano
(Per l'appello vedi sotto)
Con la determinazione tipica dei peggiori governi
antioperai, il centrosinistra sta per chiudere definitivamente il problema
dell’amianto in Italia a tutto danno dei lavoratori. Il 10 gennaio, infatti, è
ripresa la discussione sull’ultimo testo di modifica della legge 257: il testo
Battafarano (Ds), presentato appena il 20 dicembre scorso. I tempi si
annunciano rapidi. Per espressa affermazione dei componenti la XI commissione,
che si occupa del caso, si vuole arrivare alla conclusione dei lavori entro la
scadenza della legislatura. Non c’è peggiore nemico dei falsi amici.
Il testo Battafarano sostituisce il precedente testo
Tapparo, altro esponente Ds, ma lo supera di gran lunga per negatività.
Sull’amianto, da un pò di anni era ripresa la
mobilitazione dei lavoratori. Il tentativo di accedere ai benefici
pensionistici da una parte e l’aumento delle malattie e dei morti, prime
avvisaglie dell’epidemia prevista per i prossimi anni, dall’altra, erano alla
base di innumerevoli iniziative sia sul fronte giudiziario che della
mobilitazione dei lavoratori.
Di fronte a questa situazione, il governo con
l’accordo del sindacato e delle istituzioni (INPS e INAIL), ha cercato di porre
rimedio concedendo qualcosa ad alcune categorie di lavoratori. Si è così
arrivati agli accordi nel settore dei materiali ferroviari, in alcuni
stabilimenti del settore siderurgico e della cantieristica navale.
Rappresentavano le realtà operaie più in movimento, bisognava fermarle prima
che coinvolgessero nella protesta altre categorie. A monte di due milioni di
operai esposti, si è così giunti alla concessione di una manciata di anni di
abbuono solo a poche centinaia di loro.
Bloccati i più combattivi si è passati alla seconda fase del piano: liquidare definitivamente, con una legge, il problema dell’amianto in Italia. E’ su questi presupposti che nasce il testo Battafarano.