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ANDBALL CLUB PRESSANO 

1976 da tempo un gruppo di ragazzi  giocava ad uno sport allora ancora sconosciuto: l’handball. L’idea era venuta ad uno di loro – Giorgio Chistè – che parlando con degli amici riuscì dapprima a coinvolgerli e poi a portarli alla formazione di una vera e propria squadra. E la passione con cui praticavano tale attività sportiva, la costanza e l’impegno che ci mettevano, fece decidere alcuni personaggi a costituire ufficialmente una Società. Nacque così il 16 aprile 1976 lo ”Handball Club Pressano”.

Il primo Presidente fu Flavio Weber, Cassiere Segretario Lamberto Giongo ed i primi sette Consiglieri furono Renato Franceschi, Mauro Stocchetti, Giuseppe Perli, Marco Weber, Fabrizio Pilati, Giorgio ed Ivan Chistè. Serviva innanzitutto trovare uno sponsor che potesse coprire le spese. Si offersero volentieri la Ditta Giorgio Lona e l’Impresa di Costruzioni Brandalise. Ormai tutto era pronto. Si era anche trovato un campo sportivo ove fare gli allenamenti; si doveva andare però fino a Trento in un campo all’aperto presso l’Istituto S.Cuore di Via Chini, ma nonostante la distanza la squadra non desistette  e continuò la spola tra Trento e Pressano crescendo sportivamente sotto i validi consigli dell’allenatore il primo dei quali fu il prof. Alberto Albertini.

E così si cominciò finalmente a giocare sul serio iniziando il campionato nella serie D; la prima partita si svolse contro il Povegliano, una squadra veronese, e venne persa con un punteggio di 34 a 5.(vedi racconto Biondo) Ma non ci si perse sicuramente d’animo, era solo l’inizio e non si poteva certo aspettare subito grandi risultati. Gli anni a seguire infatti la costanza fu premiata, ed i risultati migliorarono notevolmente.

Col campionato 1977-78 si poté usufruire per gli allenamenti di un campo un pò più vicino, a Mezzocorona, ma già l’anno dopo si dovette ritornare a Trento , questa volta però nella Palestra di Madonna Bianca. Si dovrà attendere il 1980 per poter finalmente evitare queste lunghe trasferte per gli allenamenti giocando e allenandosi in un campo sportivo a Pressano.

Quell’anno 1980 fu anche quello che segnò l’esordio della squadra femminile. E la stagione 1979-80 vide anche  Handball Club Pressano dalla serie D alla C nella quale resterà circa un decennio. Nella stagione 1989-90 vi fu la prima promozione in serie B vittoria mozzafiato per differenza reti contro il Merano; a Pressano è FESTA, ma fu purtroppo solo un tentativo.

 L’anno successivo vennero retrocessi ancora in C, con il nuovo mister Bellotto non riuscirono a salvarsi da notare l’assenza per obblighi militari di Fadanelli Alain e Sontacchi Mauro. Da allora la voglia di migliorare e rifarsi della sconfitta fece sì che solo una stagione agonistica bastò per riportarli in B stagione 91-92, campionato segnato dalla tragica scomparsa del CAPITANO MARCO che lascia un vuoto incolmabile. Nella stagione successiva salvezza tranquilla, da evidenziare che sono stati la migliore difesa del campionato.  

L’anno 1996 dopo un’entusiasmante, combattuta e difficile partita contro il Chiusa giocata sotto la pioggia la risalita in B. Quel giorno riempì di gioia lo staff sportivo dell’”Handball Club Pressano” .”E’ un’esplosione di gioia totale, giocatori e pubblico abbracciati in un tutt’uno e, sempre sotto la pioggia, il mister Giorgio Chistè viene portato in trionfo. E’ un tripudio, c’è già pronto lo stemma gigante della “B” deposto su di uno striscione lanciato verso il cielo. Non mancano i palloncini per fare colore e gioia spontanea, c’è anche il giro d’onore attorno a tutto il campo e tutti i giocatori al grido “Pressano, Pressano” sono subissati di applausi”. Cosi riportava il giornale “l’Adige” del 17 maggio 1996 la cronaca di quel magico incontro. Da allora come già consuetudine  da un pò di tempo gli allenamenti e la diverse partite continuarono a svolgersi nel campo sportivo di Pressano che ne 1983 è stato corredato di spogliatoi e nel 1988 dalla sistemazione del perimetro e dalla nuova asfaltatura del piazzale. 

La stagione 1996-97 vede battuto il record di punti fatti in un campionato di serie B dal ”Handball Club Pressano” (22), nel  finale di campionato, graziamo i cugini del Mezzocorona. Il campionato successivo è dominato dal Mezzocorona  per il Pressano ultimi senza scusanti.

Con il  nuovo mister Luca Cotellessa e l’inserimento di diversi giovani nella stagione 1998-99 disputando un buon campionato secondi e nuova promozione in serie B.

 
 
PILLOLE DI STORIA

La mia mente ritorna tante volte a pensare indietro nel tempo e parecchie volte ritornano momenti e aneddoti di vita dimenticati, passati bene o male come questo che vi voglio raccontare, per aprire una pagina di storia nella nostra amata società di pallamano. Correva l’anno 1976 e come squadra ci preparavamo a partecipare al 1°campionato di serie “D”, ancora molto inesperti non si capiva bene ancora come si svolgesse questo gioco che a molti di noi era nuovo. Arrivò ben presto il primo turno di campionato con la trasferta a  Povegliano Veneto (VR).                         Quel  sabato  si  organizzarono delle  macchine  per

partire alla volta della cittadina Veronese. Era un bel giorno d’autunno ricordo e ad aspettarci in autostrada c’era il nostro allenatore e giocatore prof. Albero Albertini con la so morosa! Penso che non arrivammo a Povegliano in orario, probabilmente come il solito, mancavamo 15-20 minuti all’inizio partita.Tra noi c’era   molto smarrimento e curiosità eravamo alla prima partita ufficiale. Ci cambiammo molto velocemente e andammo in campo, era all’aperto, per il riscaldamento la gente tutta in torno che emozione!!!. Non ricordo bene la formazione ma penso sia stata questa; portieri Ivan Chistè, e Franchino o Chistè Renato, ala Dario Rigotti, Romano Clementi, Diego Chistè (Balic’), terzino Gottardi Claudio (Mc.kei), Chistè Giancarlo (Biondo), Gianluigi Sala (Lopez), Brandalise Andrea (Branda), Stochetti Nino (Alfonso), Danilo Chistè (Scossa), Mario Chistè (Bubù), Giorgio Chistè (Jochele) centrale Alberto       Albertini. Ancor prima de far en tiro en la porta per il riscaldamento, sentimmo l’arbitro fischiare, per incominciare la partita. Il capitano, era il nostro allenatore Albertini, che el continuava a ripeter, forza putei dai!!! Che ghè la fen!. A qualchedun dei nosi i aveva dit che l’avversario dall’ala non doveva passare e ogni volta i lo tirava en terra, logicamente causando un rigore. Avevamo appena  cominciato la partita da 10 minuti circa quando in una fase molto concitata recupero palla a meta campo avviandomi verso la porta avversaria. Vedevo gia la rete che s’ingrossava,   ma mentre correvo, mi si affianca un avversario e poi uno dietro. Tutto di un tratto mi ritrovai con la faccia a terra a grattare il morbido cemento.   Qualcuno mi aiuto a sollevarmi e subito esclamò! ”che sbrecc” avevo un taglio profondo sotto il mento; mi passai la lingua  fra i denti e mi accorsi che ne mancavano due allora pensai, ma dove cacchio sono finito!!!!.        Si avvicinò il Pitto (Giorgio Paolat) e la sorella del Branda, e li sentii dire che bisognava, andare all’ospedale mi misero sullo “squalo Citròen” la macchina del Pitto che mi portò al pronto soccorso. Lì mi cucirono sette punti sotto il mento e mi medicarono alcune escoriazioni, escluso i denti!!!!. Ritornai poi al campo esibendo una vistosa mentoniera. Ricordo che qualcuno dal pubblico mi domandò come stavo ed io a sua volta domandai a quanto stavamo, e uno mi disse 35 a 5!! e io per noi? Lui non mi rispose pensando che forse ero ancora sotto skok. Arrivai a vedermi gli ultimi 5 minuti di partita con il morale sotto i tacchi. E mentre ci si cambiava negli spogliatoi, qualcuno riusciva sempre a far qualche scherzo o intonare canzoni e ben presto la delusione passava lasciando posto alla spensieratezza  e allegria. Quella era l’inizio di una serie di sconfitte che però ha maturato questa bella avventura che dura da 25 anni e che spero prosegua per la gioia di giocatori, allenatori,  direzione e  tifosi.

 

 

 
 

Correva l'anno 1983 - 1984 e ci preparavamo per fare il campionato di serie C.   Noi come squadra da poco promossa dalla serie D non avevamo grosse ambizioni, sicuramente non era di questo avviso la squadra che dovevamo incontrare a casa sua e precisamente a Gorizia. Mi ricordo che la partita si svolgeva la domenica mattina e per non fare una levataccia si pensò bene di partire da Pressano il sabato pomeriggio con un pullman gran turismo. Avevamo ancora tutti il panettone sullo stomaco perché quella domenica era appena un paio di giorni dopo l'ultimo dell'anno. Con gli anni a seguire la federazione pensò bene di sospendere il campionato fino almeno dopo l'Epifania. Ma ritorniamo alla trasferta; il Gorizia si presentava una squadra molto forte e che viaggiava in classifica a punteggio pieno, che però noi teste dure volevamo vender cara la pelle, anche perché succedeva molto spesso che si giocava molto meglio in trasferta che in casa. Arrivati a Gorizia per l'ora di cena ci fermammo in una trattoria a mangiare e con grande sorpresa a fianco del bancone del bar c'era attaccato il poster della Ferilli!!!(scherzo) no della squadra del Gorizia con relativi nomi e cognomi, e noi tutti a commentare: varda quel lì el toca soto la traversa! E quel lì che facia…..l'e en slavo, ma no!!, lè en zinghen ecc.ecc. .Finita la cena ci dirigemmo verso l'albergo per dormire era una pensione diciamo discreta situata a circa duecento metri dalla rete metallica che segnava il confine da Gorizia a Nova Gorica (Iugoslavia) nella zona nord della città dove il "muro" fu costruito nel 1947. Si vedevano la guardie che camminavano avanti e indietro a pattugliare eventuali fughe.  Ci vennero assegnate le stanze e ci spedirono subito a nanna mentre alcuni dirigenti, si fermarono a chiacchierare e a bere con il padrone dell'albergo. A un certo punto il padrone disse: se avete bisogno abbiamo anche la "coperta" e qualcuno disse: no con quel che abbiamo bevuto non abbiamo sicuramente freddo!!!   Questa frase restò mitica per anni e ancora c'è chi ogni tanto la ripete, logicamente la "coperta" non era di lana ma bensì di carne ed ossa!! . Il mattino seguente ci dirigemmo alla volta del palazzetto se cosi si poteva chiamare, un ambiente freddo, col pavimento in cemento dove c'erano disegnate un'infinità di righe e tratteggi era un campo di Hockey a rotelle, alla fine mancava anche l'acqua calda!!, a mala pena si vedeva le righe del campo di pallamano. Facemmo un buon riscaldamento e iniziammo la partita nel migliore dei modi decisi di fare bella figura, e per poco non ci riuscivamo. Con una buona difesa finimmo il primo tempo in vantaggio di due gol.  Ma nella ripresa forse per mancanza di esperienza e alcune decisioni arbitrali ci portarono alla sconfitta di misura, però con le congratulazioni da parte dei più esperti giocatori del Gorizia. E anche noi contenti di aver fatto la nostra bella figura ci avviammo verso casa giocando a "sette e mezzo" e pronti per incominciare un nuova avventura.               

(alla prossima)  Biondo

 

   

 

 

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