I servizi segreti USA
la C.I.A

L'ingresso del quartier generale della CIA

Il siluro lanciato da un'unità di superficie della marina militare americana si è armato automaticamente al momento del contatto con l'acqua e la sua testata "intelligente" ha subito individuato il bersaglio, un sottomarino nucleare sovietico di nuovissima concezione, munito di un rivoluzionario propulsore silenzioso che gli consente di sfuggire ai più sofisticati intercettatori sonar rendendolo praticamente imprendibile. Ormai le sorti del gigantesco sommergibile in avaria e del suo equipaggio sono segnate, ma quando mancano pochissimi metri al fatale impatto una mano misteriosa modifica l'ordine di distruzione impartito dal segretario alla Difesa su disposizione del presidente in persona e aziona il meccanismo di autodistruzione del siluro. L'episodio fino a un certo punto immaginario è una scena del film "Caccia a Ottobre Rosso" ambientato negli ultimi sprazzi della guerra fredda fra Stati Uniti e Unione Sovietica e, al di là di ogni finzione, dimostra un fatto inoppugnabile, l'ingerenza spesso incontrollabile e autonoma dei servizi segreti americani negli "affari di Stato". Quella mano appartiene infatti a un ammiraglio che occupa un posto di primo piano nella CIA, l'Agenzia di controspionaggio preposta alla sicurezza nazionale con poteri pressochè illimitati e un teatro operativo esteso in ogni parte del mondo.
Oggi, a quasi sessant'anni dalla nascita decretata il 26 luglio 1947 con una firma del presidente Truman la CIA, entrata ufficialmente in funzione, come si direbbe da noi, dopo la pausa estiva, il 18 settembre più di mezzo secolo fa, è scossa da una profonda crisi d'identità che ne minaccia addirittura la sopravvivenza. La sua seconda vita è legata all'impegno formale del nuovo direttore George Tenet, ex viceconsigliere della sicurezza nazionale alla Casa Bianca, che si è assunto l'ingrato compito di rinnovare dalle radici un organismo in cui tutto dev'essere cambiato, da quando, in questi ultimi anni, è venuto a mancare lo scopo principale che ha motivato e concepito la creazione stessa della CIA, la lotta senza quartiere al comunismo sovietico e alle sue zone d'influenza in ogni continente.
RADICALE CAMBIAMENTO Tenet, 44 anni, soprannominato "Il Greco" per le sue origini, è il più giovane dopo Robert Gates a ricoprire la prestigiosa carica di capo dell'Agenzia e almeno a parole ha subito dimostrato di avere le idee molto chiare. Durante il discorso inaugurale del suo insediamento alla presenza del presidente Bill Clinton, che ha tenuto proprio nella ricorrenza del cinquantenario della CIA, Tenet ha dichiarato senza mezzi termini quali carte intende giocare per poter mantenere fede alla sua promessa. La CIA, sotto la sua guida, non si limiterà a subire un'operazione superficiale di "restyling", come una signora di mezza età che si sottopone alla plastica facciale per migliorare semplicemente il suo aspetto esteriore. Il cambiamento dovrà essere globale, dalle strutture, agli uomini, agli obiettivi, agli stessi nemici. " Non siamo più alla ricerca di una missione nel contesto di operazioni scaturite dalla necessità di vincere la guerra fredda contro l'Unione Sovietica che ha ispirato la nostra azione per quarant'anni", ha dichiarato con fermezza George Tenet.
"Ora la nostra missione è quella di operare congiuntamente su vari fronti per debellare il terrorismo che recentemente si è affacciato in tutta la sua violenza anche nelle nostre metropoli, per sconfiggere la dilagante criminalità, il traffico di droga e la proliferazione atomica nel Terzo Mondo. Possediamo gli strumenti adeguati per svolgere al meglio il nostro compito. Disponiamo infatti dei mezzi più moderni e dell'esperienza più antica: saremo l'apparato spionistico migliore della storia". E per dimostrare non solo sulla carta che il suo obiettivo è fattivamente perseguibile, il paffuto e volitivo neodirettore ha messo in atto con effetto pressoché immediato la prima, rivoluzionaria mossa della nuova strategia che intende perseguire fino in fondo.
IL RITORNO DI JAMES BOND A differenza del suo predecessore, quel John Deutch che aveva accantonato i migliori cervelli in listino paga dell'Agenzia, mandandoli prematuramente in pensione per affidare alla tecnologia computerizzata e agli occhi impersonali dei satelliti la gestione di delicatissime operazioni di spionaggio, Tenet ha rivalutato il fattore umano richiamando in servizio numerosi James Bond relegati alla forzata inattività nell'esilio dorato di qualche isola sperduta. Una decisione, la sua, tutt'altro che avventata se si considera che negli ultimi cinque anni si sono avvicendati ai vertici della CIA tre direttori che hanno prediletto all'elemento umano i più sofisticati marchingegni della cibernetica con risultati a dir poco disastrosi. In quel periodo la CIA si è infatti giocata la reputazione per una serie interminabile di insuccessi che hanno avuto scandalose ripercussioni sul buon nome dell'Agenzia. A cominciare dal fallito golpe contro il rais iracheno Saddam Hussein e la mancata sollevazione curda, per non parlare dello scacco forse più clamoroso, la tardiva scoperta, dopo oltre dieci anni, delle due spie russe infiltrate in seno alla CIA, i famigerati Aldrich Ames e Harold Nicholson. Smascherato nel 1993, Ames confessò di aver fatto il doppiogioco per oltre nove anni contribuendo a smantellare la rete di informatori sovietici che agivano per conto dei servizi segreti americani, fornendo preziose informazioni di carattere logistico e militare.

Il presidente Clinton accanto al nuovo direttore della CIA George Tenet

Le sue delazioni provocarono la morte di nove cittadini russi eliminati dal KGB per interrompere la fuga di notizie negli anni ruggenti dell'equilibrio del terrore. Il rimedio di George Tenet per riacquistare la credibilità in troppe occasioni perduta prevede dunque il ricupero dei più accreditati agenti del passato, a cominciare dal leggendario Jack Downing, la spia più decorata d'America. Ex marine, ex eroe della guerra nel Vietnam, questo James Bond texano di 56 anni, messo a riposo nel 1995 e ora di nuovo sulla breccia, è stato per oltre un trentennio un agente di primordine. Per la sua padronanza della lingua cinese e russa, che parla alla perfezione, è stato il direttore delle sedi CIA, o stazioni come si chiamano in gergo, di Pechino e di Mosca e durante la sua militanza ha ottenuto lusinghieri successi in operazioni di spionaggio negli anni cruciali della guerra fredda.
ARRIVANO LE "MATA HARI" E' stato lui ad arginare le infiltrazioni del KGB sovietico nel tessuto sociale americano e nei posti chiave della CIA e a far catturare i killer del dittatore rumeno Ceausescu. L'agente Downing è la più lampante dimostrazione, come lui stesso sostiene da sempre, che nel grande gioco dello spionaggio l'uomo ricopre un ruolo indispensabile e che le macchine, per quanto perfette siano, non possono sostituire l'elemento umano, ma tutt'al più integrarne validamente l'operato. Una tesi che l'ultimo direttore della CIA ha fatto propria introducendo un'altra clamorosa novità nel programma di rinnovamento del colossale apparato spionistico americano, il reclutamento di un nutrito numero di spie in gonnella, che per la prima volta nella storia della CIA entrano ufficialmente in servizio con incarichi non solo marginali ma addirittura di altissimo livello. Il nuovo organigramma introdotto da George Tenet prevede infatti anche una diversa conduzione ai vertici dell'Agenzia, che sarà retta d'ora in avanti da un comitato di sette responsabili dei vari settori, composto da quattro uomini e tre donne, e che risponderà di ogni singola azione al vicedirettore, il cinquantenne generale dell'aeronautica militare John Gordon, un altro ex viceconsigliere della sicurezza nazionale alla Casa Bianca, il quale a sua volta farà da collegamento con la DIA, la rete spionistica del Pentagono, con cui d'ora in poi l'Agenzia collaborerà in stretto e perenne contatto, se non altro per assicurare una maggiore trasparenza sul suo operato nei confronti delle istituzioni, cosa che fino a qualche anno fa era di fatto impossibile nonostante le leggi del Congresso che prevedevano un severo controllo sulle segretissime iniziative che la CIA man mano decideva di prendere.
A dispetto dei recenti insuccessi che hanno infangato la fama dei servizi segreti americani, la storia della CIA è costellata di molte brillanti affermazioni quasi mai trapelate, come sempre succede quando ad agire è l'organizzazione più segreta che esista per antonomasia. La CIA dei primordi ha sicuramente contribuito in modo determinante al crollo dell'Unione Sovietica e del comunismo e ha più che validamente contrastato le trame del KGB sullo scenario europeo e in Medio Oriente ordite per sovvertire la democrazia e la libertà in diverse nazioni.
OMICIDI A CATENA Ma lungo il suo tortuoso cammino si è anche macchiata di inenarrabili nefandezze, di tanti capitoli neri in cui compaiono benché velati dal dubbio e dalla segretezza omicidi politici e tentativi di assassinio commissionati in nome dei supremi interessi dell'America o di qualche eminente privato cittadino a organizzazioni di stampo mafioso, come i ripetuti attentati alla vita di Fidel Castro nel 1961 e 1962, tutti miseramente falliti, e il sanguinoso golpe contro il governo socialista di Salvador Allende nel 1973, risoltosi con la sua uccisione. Troppo potente e di fatto incontrollabile, la CIA era stata ridimensionata e riformata una prima volta nel 1975 ad opera del suo massimo dirigente dell'epoca, William Colby, cui era succeduto l'anno seguente nientemeno che George Bush, assurto poco più di un decennio dopo ai fasti della Casa Bianca, ma quell'operazione di pulizia non era stata sufficiente. Ora lo scomodo testimone è passato al giovane e intraprendente "greco", che oltre a rinverdire i fasti dell'Agenzia con un piano organizzativo tanto efficiente da evitare i madornali e ignominiosi errori del passato, dovrà tentare anche la difficilissima opera di moralizzazione del poderoso apparato spionistico, mai come ora in balìa di un futuro tanto incerto e traballante.
Ripercorriamola dagli esordi la vicenda densa di luci e ombre della CIA, a partire da quel giorno di fine estate di cinquant'anni fa in cui il tentacolare covo di spie cominciò a condizionare governi e movimenti politici ostili agli interessi e all'affermazione della supremazia americana nel mondo occidentale e nell'America Latina, ponendosi al servizio di tutti i presidenti, sia democratici che repubblicani, senza alcuna particolare predilezione ideologica. La CIA, sigla che definisce con le sue iniziali la Central Intelligence Agency, ovvero l'Agenzia Centrale di Informazioni, ha il suo quartier generale ubicato in un fitto bosco sulle rive del Potomac a Langley, nei dintorni di Washington, un immenso edificio protetto da garitte e da una fitta rete di guardie che ne garantiscono l'inviolabilità. Unico elemento palese, un cartello sulla vicina autostrada che indica l'uscita per raggiungere la sede principale dell'Agenzia.
STELLE SENZA NOME Ma è la sola concessione alla formale trasparenza di un'organizzazione avvolta da una densa nube di segretezza. All'ingresso del monumentale complesso di Langley vi è una parete di marmo con incise 70 stelle, ognuna delle quali commemora altrettanti agenti caduti in servizio per il bene della Patria. Ma su quel "Muro del Pianto" soltanto 29 stelle sono accompagnate dal nome dello 007 che ha sacrificato la propria vita per il Paese, le altre 41 sono rigorosamente anonime. La causa di tanta riservatezza è stata motivata dalla CIA con l'invocazione di superiori ragioni di sicurezza che impediscono di rivelare l'identità e il luogo in cui perirono quegli ignoti eroi. Solo recentemente l'Agenzia ha reso pubbliche le generalità di un trentesimo James Bond, in seguito alle pressioni di un quotidiano che ha dedicato l'inserto domenicale al marmoreo "Libro d'onore" della CIA. La trentesima vittima è l'agente Mike Maloney, morto nel Laos 32 anni fa, poche settimane dopo aver saputo che la moglie era in attesa del secondo bambino. Gli altri nomi, ha perentoriamente precisato un portavoce dell'Agenzia, non saranno mai resi pubblici per non rischiare di compromettere gli interessi nazionali.
La CIA è sorta dalle radici dei due più efficienti modelli spionistici del mondo, quello inglese e quello tedesco. Il ramo inglese non è altro che il trasferimento dell'esperienza dell'Intelligence Service, i servizi segreti britannici, all'OSS, l'Office of Strategic Services creato dal generale americano William Donovan durante la seconda guerra mondiale e che divenne gli occhi e le orecchie delle forze di liberazione USA in Europa, carpendo importantissime informazioni militari ai nazisti. L'OSS è ritenuto il progenitore della CIA, ideata da Allen Dulles, che ne rimase a capo per lungo tempo. Dulles si era fatto le ossa di agente segreto sotto le spoglie di addetto all'ambasciata americana in Svizzera e successivamente anche nella Germania di Hitler. E quando divenne il massimo responsabile della CIA non esitò ad avvalersi della straordinaria abilità dei grandi maestri dello spionaggio nazista, come il discutibilissimo Reinhard Gehlen, che volle a capo della stazione tedesca nel dopoguerra per spiare i russi della Germania dell'Est. Quanti sono, o meglio quanti erano i dipendenti al soldo della CIA? Un esercito di circa quattrocentomila uomini, di cui 16.500 "funzionari" che svolgono le loro mansioni nella sede centrale di Langley.
FIUMI DI DOLLARI Gli agenti veri e propri, ovvero le spie, all'inizio erano oltre centomila, sparsi in altre sedi a Washington, in tutta l'America e in ogni parte del mondo. Ad ogni agente fanno capo, in media, tre subagenti e una rete di informatori e quell'immenso spiegamento di forze succhiava ogni anno per il suo mantenimento tre miliardi di dollari dell'epoca, che oggi con la svalutazione della moneta americana operata sotto la presidenza di Nixon corrispondono a dieci volte tanto. I fondi ufficialmente stanziati superano a malapena il terzo della somma globale, il resto arriva sottobanco da una schiera di sostenitori, capitani d'industria e magnati ferventi anticomunisti per i quali la CIA si è esposta al fine di proteggerne gli interessi. L'impero della CIA è suddiviso in quattro settori chiave, comunicanti fra di loro ma al tempo stesso rigorosamente separati. Si chiamano Intelligence, Plans, Research e Support. La divisione Support è preposta all'incarico di reperire i mezzi e gli equipaggiamenti necessari a ciascuna missione, un vero e proprio reparto logistico che garantisce le comunicazioni e la segretezza di ogni singola impresa.
Research è la divisione scientifica e tecnologica. I suoi addetti, tra le cui file militano ingegneri elettronici, fisici e cervelloni dell'informatica, hanno il compito di mettere a punto i satelliti-spia orbitali in grado di leggere una riga di giornale da dieci chilometri di altezza, missili esplosivi miniaturizzati della lunghezza di un fiammifero, tutti gli strumenti di intercettazione radar acustica che possono ricostruire, dalle vibrazioni del vetro di una finestra, le parole pronunciate da chi parla all'interno di una stanza chiusa. Diavolerie, insomma, che spesso superano la fantasia dei racconti di Ian Fleming, il padre letterario di James Bond, tra cui alcuni "accessori" davvero grotteschi descritti due anni fa in un libro-catalogo la cui veridicità è stata confermata dall'ex direttore della CIA Richard Helms: ad esempio una potentissima "cimice" inserita dentro una sostanza simile a sterco di cane da gettare sul marciapiede per le cosiddette intercettazioni ambientali e una limetta pieghevole contenuta all'interno di una supposta che gli agenti potevano occultare in caso di arresto per poi servirsene al momento opportuno per segare le sbarre della prigione in cui erano stati rinchiusi.
COLOSSALE APPARATO Ma il vero cuore della CIA è costituito dalle divisioni Intelligence e Plans. La sezione Intelligence, ovvero informazione, raccoglie, valuta e analizza le notizie provenienti da qualsiasi fonte attraverso il certosino lavoro di una squadra di esperti in grado di tradurre testi e messaggi scritti in 113 lingue diverse, con il supporto di analisti, storici, economisti, ingegneri, sociologi e perfino psichiatri. La sezione Plans, infine, è il centro delle operazioni segrete, dette anche "Dirty Tricks", giochetti poco puliti, la vasta gamma di missioni tra cui vanno annoverati i più leggendari successi e i più clamorosi fiaschi, oltre alle mille interferenze in odore di illegalità condotte dalla CIA spesso all'insaputa delle autorità costituite e della classe politica, presidente compreso. E' giocoforza a questo punto arguire che nonostante sulla carta le quattro sezioni abbiano la stessa importanza, in realtà a prevalere sul piano gerarchico sia la divisione operativa, i Plans, dalle cui file provengono molti capintesta della CIA. A dirigere quella sezione fu chiamato Allen Dulles, il padre fondatore dell'Agenzia, che poi ne divenne il numero uno per un decennio, dal 1951 al 1961, anno in cui fu licenziato dal presidente Kennedy, che scaricò su di lui la colpa del fallimento dell'insurrezione degli esuli cubani fatti sbarcare alla Baia dei Porci con l'intervento della CIA per destituire Fidel Castro.
Allen Dulles, morto trent'anni fa in ospedale dopo una lunga malattia, era un arcigno intellettuale che nascondeva dietro il volto puritano e la freddezza anglosassone il focoso temperamento dell'amante latino. Tra le sue conquiste amorose ci furono Wally Toscanini, l'ambasciatrice americana a Roma Claire Booth Luce e la regina Federica di Grecia, con cui fu sorpreso in ardenti effusioni tra le anguste pareti di uno spogliatoio. Altro capo dei Plans candidato alla massima carica della CIA fu Frank Wisner, che non potè ultimare la scalata al potere occulto a causa della sua prematura morte che lui stesso provocò per ragioni rimaste tuttora misteriose. Dopo di lui ci provò Richard Bissell jr., ma la sua brillante carriera fu interrotta come quella di Dulles dopo lo smacco della Baia dei Porci.
MISTERIOSA SCOMPARSA Ci riuscì Richard Helms, capo dei Plans diventato direttore della CIA dal 1966 al 1973 come pure il già citato William Colby, che occupò la massima carica in seno all'Agenzia dal 1973 agli inizi del 1976. Grande amico dell'Italia, Colby è scomparso recentemente in circostanze misteriose durante una gita in motoscafo sul fiume Potomac, il corso d'acqua che guarda caso costeggia il quartier generale della CIA. La storia cinquantenaria dell'Agenzia è d'altronde fitta di misteri solo in parte trapelati nel 1974 in seguito alle rivelazioni del rapporto del comitato senatoriale Church sull'operato della CIA, reso pubblico per far cessare gli scandali e ridimensionarne drasticamente il potere. Il quadro che ne risulta è a dir poco allarmante. La CIA è stata implicata in una lunga serie di attentati, riusciti o falliti, contro capi di Stato stranieri. Tra i delitti eccellenti figura quello ai danni di Lumumba, primo capo del Congo indipendente, eliminato nel 1961.
La soppressione del dittatore dominicano Trujillo, l'assassinio del generale cileno Schneider e successivamente del presidente Allende, l'eliminazione del presidente sudvietnamita Ngo Dinh Diem, ritenuto inaffidabile nella lotta al comunismo, gli otto tentativi, tutti falliti, di uccidere Fidel Castro. Il rapporto non menziona l'omicidio del leader marocchino Ben Barka nè il caso Mattei, benchè elementi contrastanti emersi successivamente in via ufficiosa rivelino un'implicazione della CIA se non altro a livello di collegamento nelle due vicende. Ma la lista non finisce qui. Tra le operazioni più o meno clandestine della CIA, nata per contenere il dilagare del comunismo nell'immediato dopoguerra in Italia e in Grecia, vi sono tentativi di destabilizzare l'Unione Sovietica con la guerra batteriologica, come l'episodio degli "scarafaggi del Colorado", trasportati per due anni di seguito su aerei privi di identificazione e scaricati in volo sulle coltivazioni in territorio russo e in quello dei Paesi satelliti dell'URSS per arrecare danni irreparabili alla produzione agricola e provocare torbidi e sommosse fra le popolazioni afflitte dalla carestia.
IL CASO GUEVARA Perfino la cattura di Ernesto Che Guevara in territorio boliviano nel 1967 vede implicata la CIA. Il guerrigliero che aveva contribuito all'esito positivo della rivoluzione castrista a Cuba e che stava organizzando la ribellione armata in Bolivia fu scoperto nel suo imprendibile covo tra le montagne grazie a una speciale pellicola all'infrarosso utilizzata nella ricognizione aerea da agenti della CIA. La pellicola, sensibile alla più piccola fonte di calore, riuscì a individuare il rifugio del Che attraverso il calore emanato da una piastra di cottura, il cosiddetto forno Dien Bien Phu, ritenuto sicuro perchè non emanava fumo.

L'effigie di Che Guevara in una piazza di Cuba. Il guerrigliero fu catturato in Bolivia ad opera di agenti della CIA

Tra le nefandezze della CIA vanno citate anche le pesanti ingerenze sulla politica di molti Paesi latino-americani per tutelare gli interessi delle grandi compagnie petrolifere e delle holding minerarie e alimentari statunitensi, l'appoggio ai narcotrafficanti nel Laos per finanziare la guerriglia antivietnamita, la collusione con le trame eversive in Italia durante gli anni della strategia della tensione, insomma una sequela infinita di complotti orditi spesso per ragioni "intrinseche" che vanno oltre gli interessi nazionali.
Sul piano interno, l'operato della CIA ha invaso il campo della privacy spiando a tappeto magistrati, studenti, uomini politici e perfino movimenti religiosi e minoranze etniche per stanare i simpatizzanti del comunismo. Ma il fattaccio tuttora insoluto che grava come un macigno sul buon nome dell'Agenzia è l'uccisione del presidente Kennedy. Sia Oswald, l'autore materiale dell'assassinio di Dallas, che Ruby, l'uomo che eliminò il sicario in diretta davanti alle telecamere, sarebbero appartenuti alla CIA. Adesso, dopo tanti scandali, atroci sospetti e malversazioni di ogni genere i servizi segreti voltano pagina e rientrano nella legalità. La CIA, parola di George Tenet, non sarà più la Signora delle Ombre, il Grande Fratello dai lunghi, velenosi tentacoli, ma il superpoliziotto amico, votato esclusivamente al servizio del Paese e dei cittadini e il nemico numero uno della criminalità.