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Carlo il Calvo
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Carlo II, detto il Calvo (823-877), quarto figlio di Ludovico I il Pio e della sua seconda moglie Giuditta dei Welf.

Alla sua nascita scatenò l'ira dei fratelli maggiori nei confronti del padre, che aveva concesso loro nell'817 ampi territori, mentre ora sembrava privilegiare il figlio appena nato, al quale, nell829 assegnò ampi territori nella Dieta di Worms.
Carlo subì le vicessitudini paterne fino all'840, quando Ludovico il Pio morì, facendo scatenare una guerra fratricida tra Carlo, Ludovico il Germanico e il fratello maggiore Lotario. Nell'841 Carlo e Lodovico stringono un alleanza contro Lotario, che viene invece appoggiato da Pipino d'Aquitania. Lotario viene sconfitto duramente il 26 giugno di quell'anno a Fontenoy, ed è costretto a ritirarsi ad Aquisgrana.
Nell'842 Carlo e Lodovico rafforzano la loro alleanza con il Giuramento di Strasburgo, per scatenare una nuova offensiva a Lotario. Il Giuramento di Strasburgo è il primo trattato redatto in due lingue: l'antico tedesco e l'antico francese; grazie a questa doppia stesura del giuramento gli etimologi moderni sono riusciti a scoprire molte cose sulle radici di queste due lingue.

Carlo nello stesso anno assedia Tolosa, poiché voleva conquistare l'Aquitania. Fa uccidere Bernardo di Settimania, ma scatenerà l'ira vendicativa del figlio Guglielmo, che lo sconfiggerà duramente ad Angouleme.

Nell'843 si giunge a un compromesso tra i tre fratelli con il cosiddetto Trattato di Verdun: questo trattato stabilisce a Carlo la parte occidentale dell'impero del padre, con l'aggiunta dell'Aquitania, sottratta a Pipino. Nasce così il nucleo dell'attuale Francia.
Nell'845 i Vichinghi, guidati da Ranieri, sbarcano alle foci della Senna dove marciano fino ad arrivare a Parigi. Temendo il peggio, Carlo si rifugia a Saint-Denis. Tuttavia i Vichinghi sono interessati alle ricchezze di Parigi, e per abbandonarla chiedono 7000 libbre d'argento. Preso il riscatto, i Vichinghi lasciano la Francia dirigendosi verso la Germania.

Nell'856 sono i Normanni a sbarcare alle foci della Senna ed a saccheggiare Parigi. La popolazione parigina per l'inettitudine di Carlo si rivolgerà senza successo al fratello Ludovico il Germanico.
Nell'863 muore Carlo, il figlio di Lotario, che alla morte del padre aveva preso nella divisione con i suoi fratelli la Provenza e la Borgogna. Carlo il Calvo tenta di impadronirsi dei territori, ma i fratelli del morto glielo impediscono e si spartiscono tra loro il regno.
Nell'869 è un altro dei figli di Lotario, Lotario II, che aveva il dominio della Lotaringia a morire. Carlo allora entra con l'esercito in Lotaringia e conquista Metz, temendo che il fratello Lodovico il Germanico faccia lo stesso. Tuttavia i due, invece di scatenare una guerra, preferiscono spartirsi il territorio con il Trattato di Mersen: a Carlo andrà la parte occidentale della Lotaringia e la Borgogna. I due fratelli ignorano nella spartizione lo zio Ludovico II, il quale si rivolge al Papa Adriano II per perorare la sua causa. Il Papa allora manda due ambasciatori nelle due rispettive capitali con la notizia di far risolvere le questioni al vescovo di Reims Incmaro. Questi ignora il volere del Papa e si mostra leale nei confronti del suo sovrano Carlo, garantendogli i territori della spartizione.

Nell'875 muore l'imperatore Lodovico II, e Carlo annette interamente i suoi territori, ovvero sia parte dell'Italia settentrionale. Tuttavia quest'operazione non viene ben gradita da Carlomanno, il figlio di Lodovico il Germanico. Inizia una disputa dove i grandi uomini d'Italia parteggeranno per l'una o l'altra fazione. In aiuto di Carlomanno giunge Berengario, duca del Friuli, che arriva fino a Bergamo distruggendo i territori di un duca che appoggiava Carlo il Calvo. Allora Lodovico il Germanico mobilita un grande esercito in Italia sotto la guida del figlio Carlo il Grosso. Tuttavia anche Carlo il Calvo mobilita un esercito che sconfigge duramente quello di Carlo il Grosso, che è costretto a cedere. Risolti i problemi militari, Carlo il Calvo scende a Roma dove viene incoronato imperatore la notte di Natale di quello stesso anno dal Papa Giovanni VIII.
È costretto però a rientrare in fretta e furia poiché il fratello Lodovico sta preparando un attacco in Francia. Ridisceso in Italia per farsi incoronare Re d'Italia, Carlo il Calvo con intenzioni bellicose arriva prima ad Aquisgrana e poi a Colonia. Il fratello Lodovico gli intimò di non superare il Reno, ma dopo il fallimento delle trattative, fu lui stesso a superarlo e ad impartire una sonora sconfitta a Carlo.
Tuttavia Lodovico morirà nell'876, lasciando ai figli il regno. Il 14 giugno 877 Carlo il Calvo proclama il cosiddetto Capitolare di Kierzy, nel quale riconosce ai grandi feudatari l'ereditarietà dei feudi, poiché questi avevano scatenato una sommossa per ottenerla. Questo capitolare segna la prima grande frattura nell'unità politica creata da Carlomagno, in quanto egli aveva concepito il proprio regno come una grande confederazione di stati. È il primo documento redatto, anche se questa pratica veniva effettuata anche prima.

Carlo il Calvo ricevette nello stesso anno la visita del Papa Giovanni VIII a Vercelli che lo incitava a continuare la guerra contro i figli di Lodovico il Germanico. Prima ancora che potesse agire, Carlomanno scese in Italia. Temendo uno scontro, Carlo abbandona l'Italia e si rifugia nella Moriana; vi arriva malato per il viaggio lungo e disagiato. Morirà poco dopo a Brides-les-Bains. Gli succederà il figlio Lodovico il Balbo

Tratto da "http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_il_Calvo"


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