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Nascono le forme embrionali di tedesco e francese e i volgari neolatini
I Vichinghi raggiungono l'America via mare sei secoli prima di Colombo
Una congiura di palazzo rovescia Irene, Imperatrice bizantina sostenitrice dell'iconoclastia. Prende il trono Niceforo I suo tesoriere
Vengono scritti due capolavori dell'epica medioevale: La chanson de Roland, in anglo-normanno, dove Carlomagno viene investito di poteri magici e Dighenìs
Akritis, la storia di un guerriero bizantino alle prese coi saraceni e le amazzoni
A Venezia iniziano i lavori per la Basilica di San Marco
I magiari si insediano nel bacino dei Carpazi (895)
Luigi il Piccolo (Chasseneuil, 778 - Ingelheim, 20 giugno 840), Re di Francia ed Imperatore d'Occidente (814 - 840)
Carlo il Calvo, Lotario e Ludovico il Pio, successori di Carlomagno
Niceforo I, Imperatore di Bisanzio
Stefano IV, fu Papa dal 1 agosto 768 al 24 gennaio 772
Leone III Papa Nato a Roma ? - Roma, 12 giugno 816
A partire almeno dal IX secolo, fino al XII, le iscrizioni runiche documentano, nell'estremo nord europeo, la fase di sviluppo culturale più antica. Purtroppo non è possibile valutazioni letterarie della cultura di quei popoli. Solo con il progressivo, e susseguente contatto con le popolazioni di civiltà latina, nei secoli seguenti, qualcosa di quell'antica cultura è riuscita a trapassare fino a noi.
Resta comunque un fatto centrale che l'europa attraversata dalla crisi seguita alla dissoluzione dell'impero romano mentre da una parte tenta in vario modo di ricompattare una unità spirituale e/o politica (la funzione della chiesa cattolica, l'impero carolingio ecc.) dall'altra quegli stessi tentativi producono nuove lacerazioni (la spaccatura tra la chiesa occidentale e quella orientale, le rivalità tra i signori locali). Il tessuto sociale e culturale è profondamente scosso. Le stesse autorità centrali debbono alla fine venire a patti con le nuove realtà . Sono sintomatici da questo punto di vista due avvenimenti accaduti nel IX secolo: il concilio di Tours e il giuramento di Strasburgo.
Essi rappresentano due tappe dello sviluppo delle lingue post- latine all'interno dell'ufficialità delle istituzioni.
Nell'813 il concilio di Tours individua l'esistenza di due «vulgari», cioè di due lingue diverse da quella ufficiale (il latino) ma largamente diffuse e parlate dalle comunità : il tedesco e la «rustica romana lingua» cioè il linguaggio ormai parlato diffusamente nell'europa ex-romana e diffusa tra i vari ceti. L'importanza di questo documento deriva dalla sede ufficiale da cui proviene.
La chiesa cristiana occidentale ufficializzava la necessità d'uso di una lingua non tradizionale per la predicazione, cioè per la diffusione del messaggio cristiano. In altre parole, la realtà del mutamento linguistico (e dunque anche culturale) avvenuto, non era più ignorabile dalle istituzioni.
Alla metà del IX secolo è il secondo documento che testimonia lo spazio ormai conquistatosi dalle lingue post-latine. Il documento proviene dagli ambienti politici: sono i "giuramenti" di Strasburgo dell'842: i due condottieri, Carlo il Calvo e Ludovico il Germanico sottoscrivono un patto di alleanza scritto davanti ai rispettivi eserciti che debbono approvarlo per acclamazione: i testi del giuramento sono pronunciati in due lingue diverse dal latino, al fine di essere comprese da tutti giacché il latino non è più comprensibile.
Le città dell'Occidente hanno approfittato dopo l'anno mille dello sviluppo economico rurale. Ma la prima impressione che esse danno è di atonia: le città dell'anno mille hanno dovuto chiudersi entro solide mura per resistere agli invasori venuti dal nord, dall'est o dal sud. Dovunque, esse sono divenute luoghi di difesa, di rifugio per le popolazioni, più che centri di attività e di scambi. Tuttavia, anche in questo campo, i lavori recenti degli storici invitano ad attenuare l'aspetto catastrofico delle invasioni dei secoli IX e X. Vi furono certamente distruzioni, irrimediabili come quelle degli empori nordici di Quentovic o Duurstede. Ma il saccheggio, la riscossione di tributi, i diversi atti di pirateria possono essere considerati, se non proprio atti di commercio, almeno come messa in circolazione di ricchezze.
E gli interventi dei Vichinghi, dei Saraceni e anche degli Ungari hanno l'effetto di dilatare lo spazio europeo, di aprire mercati molto lontano dal cuore dei vecchi paesi carolingi. Tanto che, salvo i momenti precisi di invasione o di assedio che bloccano le attività commerciali e urbane, le città dell'anno mille partecipano allo sviluppo occidentale, iniziato già da un buon secolo.
La Storia dell'Impero Bizantino
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