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Elisabetta I (1558-1603)
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Elisabetta I (1558-1603)

Nel 1558 salì sul trono d'Inghilterra Elisabetta,figlia di Anna Bolena: essa fu la vera fondatrice della Chiesa Anglicana, una sintesi dottrinale tra liturgia cattolica e dogmatismo calvinista. Il suo regno non incominciò certo nella migliore maniera: i cattolici la consideravano un'usurpatrice e l'arcivescovo di Canterbury, Nicholas Heath (m. 1578), si rifiutò perfino di incoronarla.

Tuttavia Elisabetta fu soprattutto una abile donna politica e dissimulò con cura il suo credo religioso: non si dichiarò ufficialmente protestante per non dare lo spunto ad una possibile grande alleanza tra Spagna, Francia e Scozia, ma d'altronde adottò il protestantesimo, senza usare i toni accesi dei predecessori. I suoi primi passi furono improntati sulla diplomazia e compromesso: non si fece più chiamare, come il padre Enrico VIII, capo supremo della Chiesa d'Inghilterra, bensì più modestamente Governatore Supremo, pur negando l'autorità giuridica del papa. Nel frattempo rese obbligatorio nel 1559, con un ennesimo Atto di Uniformità, il Prayer Book, nella seconda versione di Edoardo VI, tuttavia rivisto in senso cattolico.

Eppure la rivolta degli alti prelati cattolici era stata quasi totale: 15 vescovi, 12 decani, 15 direttori di collegi religiosi e circa 200/300 preti rassegnarono le dimissioni o furono privati del titolo. Nel 1559 fu eletto il nuovo arcivescovo di Canterbury, Matthew Parker, un uomo moderato e conciliante, che aveva sofferto sotto Maria Tudor, ideale per Elisabetta in quella posizione, ma per la sua investitura si dovettero scomodare quattro ex prelati che erano stati vescovi nel periodo di Edoardo VI, stante la situazione sopra descritta.

I 42 articoli di Edoardo VI (1553) (le formule dottrinali anglicane) diventarono nel 1571, sotto Elisabetta I, i 39 articoli, compromesso fortemente voluto da Parker, tra elementi cattolici, luterani e calvinisti. L'altro grande teologo del regno elisabettiano fu Richard Hooker (1554-1600), spiritualista e apologista, che scrisse il ponderoso Treatise on the laws of ecclesiastical polity (trattato sulle leggi del governo ecclesiastico) a difesa della scelta episcopale nella struttura della Chiesa d'Inghilterra.

La reazione di Roma fu lenta: solo nel 1570 il Papa Pio V (1566-1572) si decise a scomunicare Elisabetta e a sciogliere gli inglesi dal dovere di obbedienza: errore gravissimo in un paese che non aveva certo bisogno di alimentare il fuoco della polemica anti-papale. Nel 1587, sotto la minaccia dell'invasione spagnola e in seguito all'ennesima congiura per far cadere la regina e sostituirla con Maria Stuarda (1542-1587), Elisabetta fece decapitare l'ex regina di Scozia, fuggita in Inghilterra nel 1568, dove venne detenuta in cattività fino alla sua esecuzione. La mossa aveva il preciso scopo politico di togliere di mezzo una possibile protagonista (fra l'altro diretto successore in linea gerarchica di Elisabetta) che potesse catalizzare le proteste dei cattolici inglesi.

La reazione dei spagnoli avvenne l'anno dopo, 1588, ma la disfatta della loro flotta di invasione, la famosa Invincible Armada (Invincibile Armata), mise l'Inghilterra al sicuro da ingerenze esterne.

Rimasero comunque i conflitti interni: ovviamente una politica di compromesso non poteva certo piacere agli opposti estremi. Soprattutto gli estremisti protestanti, i Puritani, benché rintuzzati spesso da Hooker, dal 1570 in avanti attaccarono le apparenze esteriori (paramenti sfarzosi, l'uso dei vescovi ecc.), secondo loro un retaggio papista, rendendo amari gli ultimi anni per l'anziana regina, che si spense nel 1603.