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Pontefici che regnarono in epoca sveva
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Celestino III, nato Giacinto Bobone Orsini (ca. 1106 - 8 gennaio 1198), fu Papa dal 1191 al 1198.
Celestino nacque nella nobile famiglia degli Orsini, e venne eletto Papa il 30 marzo 1191, quando era solo un diacono.
Ricevette l'ordine sacerdotale il 13 aprile e governò la Chiesa per sei anni, nove mesi e nove giorni (anche se si ritiene che avesse 90 anni al momento dell'elezione) e morì l'8 gennaio 1198. Venne seppellito in Laterano.
Il giorno seguente la sua elezione Celestino incoronò l'imperatore Enrico VI, con una cerimonia che simboleggiava la supremazia assoluta di quest'ultimo. Questo secondo quanto descritto da Roger Hoveden, cui da credito Baronius, ma non Natalis Alexander. Quando Enrico VI fece uccidere il vescovo di Liegi Alberto di Lovanio il papa non osò protestare e quando, sempre Enrico VI, fece prigioniero Riccardo Cuor di Leone, costringendolo a sborsare un favoloso riscatto, Celestino III non utilizzò l'arma della scomunica nei confronti dell'imperatore, si dice per paura, mentre scomunicò il duca Leopoldo d'Austria, che aveva in custodia il Cuor di Leone. Nel 1192 Celestino III confermò lo statuto dell'Ordine dei Cavalieri Teutonici. Poco prima di morire espresse l'intenzione di abdicare indicando un successore ma i cardinali non glielo permisero.



Innocenzo III, Lotario dei conti di Segni, nato a Gavignano nel 1160, papa dall’8 gennaio 1198 al 16 luglio 1216.
Fu autore di diversi trattati di teologia morale e ascetica e di filosofia, nei quali cercò di dare un ordine sistematico alla dottrina del dominio del papato nelle cose spirituali e temporali, in un periodo di forti contrasti tra i due poteri.
Egli mirò a rafforzare l’autorità pontificia nel mondo cattolico, realizzando una riforma morale e disciplinare della Chiesa. Fu il tutore di Federico II di Svevia nei suoi primi anni di vita, dopo la morte della madre Costanza d’Altavilla. A lui si devono la quarta e la quinta crociata contro i musulmani. Animato da rispetto per l'ortodossia, combatté gli albigesi in Francia e scatenò una vera e propria caccia al cristiano eretico. La morte lo colse a Perugia per un attacco di febbre e fu sepolto nella cattedrale.

Onorio III, Cencio Savelli, Romano, la sua elezione fu accolta con gioia dai romani che avevano finalmente come papa un loro concittadino. Papa dal 18 luglio 1216 al 18 marzo 1227. Continuò la crociata contro gli albigesi e approvò ufficialmente la regola dei francescani e dei domenicani. Scrittore fecondo, redasse una raccolta di decretali, la Compilano quinta, considerata il primo testo ufficiale di diritto canonico, e il Liber censuum. Nel 1217 consacrò l'imperatore d'Oriente, cosa che nessun papa aveva mai fatto. Nel 1219 il Comune di Roma tentò di riconquistare la libertà, ma Federico II intervenne immediatamente in favore del papa. Nel 1220 conferì la corona del Sacro Romano Impero a Federico II, che aveva promesso di organizzare una crociata in Terra Santa.
Si dedicò all’evangelizzazione dei paesi scandinavi e slavi e approvò l’Ordine Domenicano e l’Ordine Francescano. Onorio III morì prima di veder realizzata la tanto attesa crociata. Fu sepolto in S. Maria Maggiore.


Gregorio IX, Ugolino dei conti di Segni, papa dal 19 marzo 1227 al 22 agosto 1241, appartenente alla stessa famiglia di Innocenzo III.
Da cardinale ebbe grandi meriti nella protezione e nella direzione del nuovo Ordine Francescano, mirando a disciplinarlo secondo le tradizioni e gli scopi della Chiesa.
Divenuto papa, le sue premure per l’Ordine Francescano culminarono nella canonizzazione di Francesco d’Assisi il 16 luglio 1228 e la posa della prima pietra per la costruzione della chiesa di San Francesco in Assisi. A differenza del suo predecessore, assunse subito un atteggiamento fermo e risoluto nei confronti di Federico II, spingendosi fino allo scontro in armi, conclusosi con la pace di San Germano del 23 luglio 1230.


Celestino IV, Goffredo Castiglioni di Milano, figlio di una sorella di Urbano III, venne eletto il 25 ottobre 1241, dopo che il collegio dei cardinali, solo dodici membri dei quali due ancora prigionieri di Federico II, si era riunito all'indomani della morte di Gregorio IX il 22 agosto 1241.
Una elezione travagliata da profonde discussioni, al punto da costringere il senatore Matteo Rosso, capo del Comune di Roma, a rinchiudere nel Monastero del Septizionio, i porporati ed a dare vita così al primo conclave della storia. La scelta cadde su un vecchio malandato, il cardinal Castiglioni appunto, che si insediò in Laterano il 28 ottobre, ma che morì diciassette giorni dopo l'elezione, il 10 novembre 1241, senza neppure essere stato consacrato. Dopo di lui la Cattedra di Pietro resterà vacante per oltre un anno e mezzo.


Innocenzo IV papa dal 25 giugno 1243 al 7 dicembre 1254. Sinibaldo Fieschi dei conti di Lavagna, esperto di diritto, fu essenzialmente un politico. Contrastò tenacemente Federico II di Svevia e i suoi figli, Corrado e Manfredi. Celebre canonista, scrisse un importante Aparatus in quinque libros decretalium e intervenne nel conflitto tra papato e impero con un Apologeticus de irrisolutione imperii et auctoritate romani pontificis.
Nel 1244 fuggì a Lione, dove tenne la corte papale fino al 1251, quando si trasferì a Perugia. Presa la tutela di Corradino di Svevia, divenne sovrano dell'Italia meridionale e, anche se per breve tempo, lo Stato della Chiesa andò dalla Toscana alla Sicilia. Nel 1252, con la bolla Ad extirpanda, giustificò l'uso della tortura da parte dell'Inquisizione. La notizia della sconfitta dell'esercito pontificio per mano di Manfredi lo raggiunse a Napoli, facendolo morire di crepacuore. Fu sepolto nella chiesa di S. Restituta e in seguito la sua salma fu traslata nella cattedrale di S. Germano.


Alessandro IV (1254-1261) (Rinaldo del Sannio dei conti di Segni) Nato a Jenne, presso Anagni, nipote di papa Gregorio IX, si oppose agli Svevi scomunicando Manfredi (1259). Giusto, timorato di Dio, ma debole, dimostrò fin dai primi giorni del suo pontificato di non essere all'altezza del ruolo. Promosse l'Inquisizione e assistette alla perdita di vasti territori della Chiesa e della stessa Roma, incapace di porvi rimedio. Nella lotta aperta tra guelfi e ghibellini, dimostrò la sua inettitudine rifugiandosi a Viterbo, dove morì. Fu sepolto nella chiesa di S. Lorenzo.


Vedi il Dodicesimo Secolo