Personaggi del primo 900

Godwin Brumowski     Francesco Baracca     Cesare Battisti    Damiano Chiesa

     Nazario Sauro  Fabio Filzi  Albert Ball  Mata Hari   Luigi Luzzati   



Godwin Brumowki

Nato a Wadowice , in Polonia, nel Luglio 1889, veniva dalle file di forza di terra ed era ufficiale in servizio permanente effettivo presso un reggimento di artiglieria quando scoppiò la guerra nel 1914. Prestò servizio sul fronte russo fin verso la fine del 1915 quando diventò osservatore, conquistandosi in breve tempo fama di soldato coraggioso, di ottimo tiratore con la mitragliatrice e di specialista attento e scrupoloso. Fu sotto la sua guida che alcuni piloti dell'unità diventarono assi nel periodo di più intensa attività, iniziato con la cosiddetta spedizione punitiva dell'autunno 1917 e la vittoria austriaca a Caporetto. A causa dello sfondamento austriaco a Caporetto, l'attività aerea sul fronte italiano si fece più intensa. L'aviazione italiana veniva sensibilmente rafforzandosi e dall'Ottobre 1917 fino al termine del conflitto sul fronte italo-austriaco le occasioni degli scontri erano più frequenti. Per le vittorie riportate ed il coraggio dimostrato Brumowski ricevette le più ambite decorazioni e dopo la guerra rimase in servizio permanente effettivo nell'aeronautica della piccola repubblica nata dalle rovine del grande Impero austro-ungarico. Morì a bordo di un aeroplano nel 1937.


Francesco Baracca

Francesco Baracca era nato il 9 Maggio 1888 a Luogo di Romagna. Nel 1912 si recò in Francia assieme ai primi piloti per un corso di addestramento ; nel Luglio dello stesso anno rientrava in Italia col brevetto di pilota e pochi giorni dopo era al battaglione Aviatori. All'entrata in guerra dell'Italia il 24 Maggio 1915 Baracca era già un pilota da caccia già ben preparato. Nell'estate 1915 Baracca ebbe i suoi primi duelli con gli aeroplani austriaci, ma ogni combattimento si concludeva sempre a suo sfavore. Finalmente il 7 Aprile arrivò la prima vittoria : Baracca , che faceva parte della 70° Squadriglia, si impegnò in combattimento con un Aviatik e lo costrinse all'atterraggio. La sua seconda vittoria l'ottenne il 6 Maggio : quattordici aerei austriaci attaccarono le postazioni italiane e Baracca fu tra quelli che li intercettarono e la sua vittima precipitò nei pressi di Gorizia. Un altro aeroplano avversario di Baracca cadde sotto il suo tiro il 20 Agosto, un quarto il 16 Settembre, mentre il quinto fu un Albatros biposto costretto il 25 Novembre ad atterrare vicino a Tolmezzo. Fu in quest'epoca che Baracca in ricordo dei suoi anni trascorsi in cavalleria decorò il suo Nieuport con l'insegna del cavallino rampante, che diventò la più famosa di tutta l'Aeronautica italiana. La guerra aerea dell'Italia settentrionale si intensificò alla fine del 1917, anno in cui l'aereo di Baracca fu colpito e costretto ad atterrare vicino a Cividale .Il disastro di Caporetto costrinse la squadriglia di Baracca a trasferirsi a Pordenone. Ricevette in seguito la medaglia d'oro al valor militare in una speciale cerimonia alla Scala di Milano. Il 22 Maggio 1918 Baracca con il sergente d'Urso abbatte su Borgo Malanotte uno dei sei ricognitori austriaci e il 15 Giugno attacca un Albatros che stava per bombardare le truppe italiane sul Montello.E' il primo giorno della battaglia del Piave. Il 19 Giugno la 91° Squadriglia viene incaricata di compiere un pattugliamento sulle truppe nemiche, ma Baracca invano atteso non rientra. Soltanto più tardi i piloti italiani sapranno che l'asso è stato abbattuto da un oscuro cecchino austriaco : il suo aereo fu trovato dove si era infranto al suolo e il suo corpo lungo il Piave colpito in fronte da un proiettile.


 

Cesare Battisti  

Cesare Battisti nacque a Trento il 4 febbraio 1875.

Il padre era un agiato commerciante, la madre discendeva da una nobile famiglia Roveretana.

Compiuti i primi studi nella città natia, aveva frequentato l'istituto superiore di Firenze, uscendo laureato in lettere nel 1897.

Battagliero campione dell'Irredentismo, con il sacrificio quotidiano di se stesso, con la parola con l'esempio.

Dal momento della dichiarazione di guerra all'Austria e all' Ungheria Cesare Battisti, con altri grandi esponenti dell'Interventismo come Corridoni e Fauro, ritenne che la sua lotta poteva avere una sola palestra: il campo di battaglia.

Il 29 maggio 1915, non appena il ministro della guerra concesse agli Irredenti di entrare nell'Esercito Italiano, egli si arruolò a Milano nel 5° Reggimento Alpini, come semplice soldato.

Il 30 maggio partì per Edole con i volontari del Battaglione ''NEGROTTO''.

Con la 50° compagnia partecipò alla ricognizione della Forcella del Montozzo.

Poi Battisti chiese di essere trasferito per recarsi nei luoghi dove imperversava la battaglia anche se li' sul Tonale gli scontri cominciarono ad essere più cruenti.

In autunno venne trasferito sull'Adamello, con la nomina di sottotenente appena conferitagli. Nel 1° Novembre 1915 venne trasferito sul Monte Baldo.

C. Battisti ricevette l'ordine di recarsi sul fronte della Vallarsa dove partecipò ad innumerevoli spedizioni quando era in pieno sviluppo la controffensiva Italiana, diretta non solo a riconquistare le posizioni perdute con la Strafexpedition, ma anche a proiettare le truppe Italiane fin nel cure del Trentino. Poche ore prima la sua cattura, Cesare Battisti, e le sue penne nere del Battaglione ''Vicenza'' erano stati protagonisti di una grande vittoria sul Monte Corno, ma nella stessa notte del 10 luglio 1916 un contrattacco Austriaco violentissimo segnò la fine di questo grande Irredentista, nonostante i suoi soldati lo avessero accerchiato per coprirlo egli volle consegnarsi con grande coraggio ai nemici. Dopo un veloce processo tenutosi il 12 luglio , Cesare Battisti fu condannato a morte mediante impiccaggione.

 

L'esecuzione ebbe luogo nel cortile del Castello del Buon Consiglio all'alba del mattino seguente. Alla memoria di Battisti venne concessa la medaglia d'oro al valore militare con questa motivazione: Esempio costante di fulgido valore militare, il 10 luglio1916, dopo aver condotto all'attacco con mirabile slancio la propria compagnia, soprafatta dal nemico soverchiante, resistette con pochi Alpini fino all'estremo, finché tra l'incerto tentativo di salvarsi volgendo il tergo al nemico ed il sicuro martirio, scelse il martirio. Affrontò il capestro Austriaco con dignità e fierezza, gridando prima di esalare l'ultimo respiro: ''VIVA L'ITALIA'' e infondendo con quel grido e col proprio Sacrificio Santo, nuove energie ai combattenti d'ITALIA.


Damiano Chiesa

Nato il 24 Maggio 1894 a Rovereto (allora in territorio austriaco), fucilato a Trento il 16 Maggio 1916. Nel 1913 si recò a Torino dove frequentò il primo corso di ingegneria. Nel 1914 la sua squadra fu chiamata alle armi, ritornò così a Torino durante il periodo della neutralità partecipando attivamente alla proposta per l'intervento. Il 28 Maggio 1915 si arruolò nel sesto reggimento artiglieria da fortezza ed in seguito si aggregò ad un reparto addetto alla costruzione di una strada di guerra in Vallarsa. Il 6 Gennaio 1916 fu nominato sottotenente, a Maggio dello stesso anno allo scoppio della offensiva austriaca si trovava in Val Logarina, a Costa Violina. Invitato ad allontanarsi dalla prima linea non volle abbandonare il suo posto e combattè fino all'ultimo. Fu però fatto prigioniero e condotto a Rovereto. Riconosciuto e denunciato da un orologiaio di Rovereto fu condotto al castello di Trento davanti al tribunale militare dell'undicesima Armata, dove confessò con fierezza la sua fede italiana, fu quindi condannato e fucilato. La sua salma

sepolta di nascosto presso gli scali delle fogne nelle fosse del castello fu recuperata nel 1918 e riesumata insieme con quella del Battisti.


Nazario Sauro

Ufficiale della marina militare, era nato a Capodistria nel 1880( questa città allora in provincia di Trieste, oggi fa parte della Slovenia) ed è morto a Pola nel 1916. Nazario Sauro era capitano di lungo corso ed esperto pilota di navi.

Ufficiale della marina mercantile, allo scoppio della prima guerra mondiale, per non servire l'Austria, emigrò in Italia e si arruolò nel 1915 come volontario della marina da guerra. Promosso ufficiale, diventò prezioso nocchiere delle nostre navi. La profonda conoscenza delle coste istriane e dalmate, gli consentì di condurre a termine numerose ardite imprese in acque nemiche. In una di queste, il30 luglio 1916 era a bordo del sommergibile Pullino in missione verso il porto austriaco di Pola, che si incagliò sull'isolotto della Gabiola, all'ingresso del golfo del Quanaro. Fatto prigioniero con tutto l'equipaggio, Nazario Sauro venne riconosciuto e fu trattato da disertore, malgrado l'eroico contegno della madre e della sorella che portate al suo cospetto, dichiararono di non conoscerlo.

Processato da una corte marziale, il10 agosto 1916 venne impiccato a Pola. Prima di morire, disse ai giudici:-Io morirò, ma voi altri, andrete a sicura rovina-. Le parole che lui disse, divennero realtà; fu poi riconosciuto che l'impiccagione di questi martiri dell'italianità (oltre a Nazario Sauro ricordiamo: Cesare Battisti; Damiano Chiesa; Fabio Filzi; Enrico Toti.), per l'impressione che suscitò, equivalse per l'Austria ad una battaglia persa. Alla memoria di Nazario Sauro fu concessa la medaglia d'oro al valore militare.

 

E' molto importante rilevare che Nazario Sauro, è ricordato nella Canzone del Piave, precisamente al punto della quarta strofa, che così racconta:

 

-"Indietreggiò il nemico fino a Trieste e fino a Trento

-e la vittoria sciolse le ali al vento.

-Si sciolse un patto antico e fra le schiere alpine furon visti risorgere Oberdan, Sauro e Battisti."

(Rifulse dei figli l'eroico valore, a morte le armi dell'impiccatore!)

 

La Canzone del Piave (canzone patriottica), scritta da A.E. Mario, originariamente era intitolata la Leggenda del Piave. Composta nel 1918 a esaltazione della resistenza italiana sulla linea del Piave, assunse il significato quasi di un inno nazionale specialmente nel periodo antecedente alla seconda guerra mondiale.


Fabio Filzi

Martire dell'irredentismo, nato a Pisimo il 20 novembre 1884, impiccato a Trento il 12 luglio 1916. Partecipò alle associazione irredentiste come la Lega Nazionale e poi conseguì la laurea in giurisprudenza. Scoppiata la guerra mondiale, fu inviato come semplice milite a Innsbruck nel 1914. Riuscì a fuggire in Italia il 15 novembre.
Qui partecipò alle manifestazioni irredentiste in favore della guerra contro l'Austria. Arruolatosi con il nome di guerra di Mario Brusaroseo e nominato sottotenente nel 6° Alpini,fu istruttore di reclute fino a quando fu inviato in Vallarsa al battaglione Vicenza, insieme a Cesare Battisti, vennero fatti prigionieri e inviati a Trento.
Dopo un processo furono impiccati nelle fosse del Castello del Buon Consiglio. Prima del martirio di Filzi scrisse una commovente lettera ai genitori. Morì eroicamente gridando "Viva Trento italiana, viva l'Italia". Alla sua memoria fu concessa la medaglia d'oro al valor militare.


ALBERT BALL

Nato a Nottingham il 14 Agosto 1896, Ball aveva studiato presso il Trent College. Allo scoppio della guerra si era arruolato nella speranza di essere inviato in Francia, ma riuscì anche a prendere delle lezioni di pilotaggio a Hendon, brevettandosi nell'Ottobre 1915. Assegnato al Royal Flying Corps vide realizzato il suo desiderio di essere inviato in Franciae e raggiunse nel 1916 il 13° Squadron a Savary. Presso questo reparto cominciò la sua attività bellica sulla linea del fronte. L'11 Settembre assunse il comando del Flinght A del 60° Squadron, anche se continuò a volare da solo non appena possibile. Nel Settembre fu conferito all'infaticabile asso il Distinguished Service Order con barra e l'ordine russo di San Giorgio. Le sue vittorie continuarono il 5 Ottobre : durante la sua permanenza al fronte aveva distrutto 12 aerei tedeschi e un pallone, più un aereo probabilmente abbattuto e

costretto altri 19 ad atterrare. In Novembre fu conferita la seconda barra al suo Distinguished Service Order. In Inghilterra Ball era considerato un eroe e nel Febbraio del 1917 fu inviato a London Colney dove si stava formando il 56° Squadron che era destinato a diventare uno dei più famosi reparti da caccia della Prima Guerra Mondiale. Ball non rientrò il 7 Maggio 1917, un anno dopo che aveva raggiunto l'11 Squadron, e la sua morte è ancora avvolta nel mistero, dato che nessuno lo vide precipitare. Tutti i suoi successi erano stati conseguiti quando la guerra aerea era ancora alle prime battute e non esistevano tattiche sperimentate.


Mata Hari

15 ottobre 1917, 4 del mattino: nel bosco di Vincennes, nei pressi di Parigi, il plotone di esecuzione apre il fuoco contro Margaretha Gertruida Zelle, meglio conosciuta come Mata Hari. Nata il 7 agosto 1876 a Leeuwarden, nella Frisia olandese, Margaretha è dal 1895 al 1900 l'infelice moglie di un ufficiale che ha vent'anni più di lei. Trasferitasi a Parigi dopo il divorzio, comincia a esibirsi in un locale equivoco - il Salon Kireevsky - in una danza "sacra" a metà fra orientalismo, seduzioni, art nouveau e spettacolo osé. Il successo è immediato: mezza Europa accoglie trionfalmente la sua tournée. Col nome di Mata Hari, in lingua malese "occhio del giorno", è accolta nei salotti - e nelle camere da letto - di Parigi, Milano, Berlino.

wpe2.gif (117956 byte). La Grande guerra fornisce l'occasione alle intelligence delle varie potenze di affinare il grande e ancor rozzo gioco dello spionaggio. Gli inglesi tramano in Medio Oriente, i russi si infiltrano a Costantinopoli, gli italiani violano i segreti di Vienna, mentre sabotatori austriaci fanno saltare in porto le corazzate Benedetto Brin e Leonardo da Vinci. E il Servizio III B scatena da Berlino Anne Marie Lesser, alias Fraulein Doktor, alias 1-4GW, la donna che con Mata Hari divide la ribalta dello Spionaggio, capace di sottrarre al Deuxième Boureau la lista degli agenti francesi nei paesi neutrali. La guerra segreta instilla il tormento dell'insicurezza, di un nemico che vede tutto. Fragile, ricattabile, affascinante, amante della bella vita, confidente di molti  ufficiali poco inclini alla vita di caserma: Mata Hari è il personaggio ideale per un doppiogioco fra Francia e Germania, assoldata contemporaneamente da due servizi segreti. Ma se un  agente "doppio" è arma ideale di informazione e disinformazione, della sua fedeltà non si può mai essere sicuri. Forse nemmeno lo stesso "doppio" -Le Carré ce lo ha insegnato - sa per chi combatte e quali motivi sorreggono la passione del suo tempo". In quel terribile 1917, che vede l'esercito francese minato dalle diserzioni sullo Chemin des Dames, Mata Hari diventa il 'nemico interno" da eliminare. Poco importa discutere ancora se la Zelle fosse o no il famigerato agente H-21 di Berlino. Colpevole o meno di tradimento, il processo serve allo stato maggiore per rinsaldare il fronte interno, cancellando i dubbi sulla credibilità del servizio informazioni di Parigi. E salda i conti aperti dello spionaggio francese fin dal tempo del caso Dreyfus.

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Luigi Luzzati

Luigi Luzzati - (1841-1927) - Politico
Deputato della Destra liberale (1871-1921) ispirò le riforme doganali del 1878 e 1888. Più volte ministro del Tesoro, fu Presidente del Consiglio (1910-11).