Ludwig Von Beck
Generale tedesco (Biebrich, Wiesbaden, 1880 - Berlino 1944). Membro di una
famiglia di grandi industriali, ufficiale d'artiglieria, poi dello Stato
Maggiore, fu nella prima guerra mondiale addetto allo SM del Kronprinz.
Colonnello nel 1927, nel 1933 fu posto a capo del Truppenamt (SM
dell'esercito). Promosso generale di corpo d'armata e capo di SM generale
nel 1938, Beck ebbe una parte decisiva nella trasformazione della
Reichswehr nella Wehrmacht, ma, ostile a Hitler, nell'agosto 1938 diede le
dimissioni. Tenuto in disparte per tutta la seconda guerra mondiale, prese
contatto con gli oppositori del regime nazista e fu, insieme con Carl
Friedrich Goerdeler, a capo del complotto militare che tentò di sopprimere
Hitler e di rovesciare il nazionalsocialismo nell'estate del 1944: egli
stesso avrebbe dovuto essere nominato "presidente ad interim del Reich".
Arrestato in seguito al fallimento dell'attentato del 20 luglio, tentò
invano di uccidersi e fu giustiziato la sera del medesimo giorno.
Fedor Von Bock
Feldmaresciallo tedesco (Küstrin 1880 - Lehnsahn, Holstein, 1945). Membro
di una famiglia di militari, nipote del generale E. Falkenhayn, fu un
tipico ufficiale di SM prussiano; amico del Kronprinz, monarchico
convinto, divenne generale nel 1929 e fu posto da Hitler nel 1938 a capo
delle truppe destinate a invadere l'Austria e a realizzare l'Anschluss.
Comandante di un gruppo di armate in Polonia (settembre 1939), comandò nel
maggio 1940 l'ala destra del dispositivo tedesco che invase la Francia
attraverso il Belgio e l'Olanda. Promosso feldmaresciallo, nel 1941 in
Russia era a capo del gruppo di armate del centro, ma, fermato e battuto
alle porte di Mosca, venne da Hitler esonerato dal comando. Reintegrato,
nell'estate del 1942 diresse l'offensiva verso il Caucaso, ma, in
disaccordo col Führer circa il dislocamento delle truppe contro
Stalingrado, fu definitivamente messo a riposo nel novembre dello stesso
anno; morì durante un bombardamento aereo.
Werner Von Blomberg
Feldmaresciallo tedesco (Stargard 1878 - Norimberga 1946). Ufficiale di
SM, diresse dal 1927 al 1929 il Truppenamt, ufficio di istruzione e di
perfezionamento dell'esercito. Membro della delegazione tedesca alla
Società delle Nazioni (1927), poi alla conferenza per il disarmo (1932),
nel 1933 fu il primo ministro hitleriano della Reichswehr. Nonostante le
resistenze dello SM, ridusse l'esercito da "associato" a "subordinato" al
partito nazista; in cambio poté organizzare l'intensivo riarmo delle forze
armate, di cui fu promosso comandante in capo (1934). Feldmaresciallo nel
1936, in seguito a una serie di intrighi originati da un suo matrimonio
non gradito a Hitler, fu messo da parte nel 1938 in occasione della
riorganizzazione della Wehrmacht, e non ricevette più alcun comando. Morì
in carcere durante il processo di Norimberga.
Martin Bormann
Uomo politico tedesco (Halberstadt 1900 - Berlino 1945). Antisemita
dal 1921, condannato per assassinio politico (1924) e poi liberato, entrò
nel partito nazista (1925). Generale delle SS e capo di SM di Rudolf Hess
(1933), lo sostituì nel 1941, come capo della Cancelleria, divenendo
l'uomo di fiducia di Hitler, che ne fece il suo esecutore testamentario.
In questa veste, egli firmò la nomina di Dönitz a cancelliere (1945). Si
perdettero sue notizie nel corso della battaglia di Berlino e perciò fu
condannato a morte in contumacia come criminale di guerra dal tribunale di
Norimberga; il rinvenimento dei suoi resti a Berlino nel 1972 ha permesso
di confermare che la sua morte avvenne effettivamente nel 1945.
Walter Von Brauchitsch
Feldmaresciallo tedesco (Berlino 1881 - Amburgo 1948).
Tipico rappresentante dell'aristocrazia militare prussiana (era figlio di
un generale di cavalleria), servì nel corpo di SM durante la prima guerra
mondiale. Comandante d'artiglieria della Reichswehr nel 1932, si avvicinò
al nazismo, convinto che esso potesse porre fine alle coercizioni di
Versailles, e venne da Hitler posto a capo delle forze terrestri nel 1938.
Fece della Wehrmacht un potente strumento di guerra e diresse le
vittoriose campagne di Polonia e di Francia (1939-1940), dopo le quali
ricevette il bastone di maresciallo. Nell'estate 1941 contribuì ai
fulminei successi iniziali in Russia, ma all'avvicinarsi dell'inverno
sostenne, contro il parere di Hitler, la necessità di ritirarsi su linee
più sicure. Per tali contrasti, e in seguito allo scacco subito dai
Tedeschi davanti a Mosca, venne esonerato dalla carica nel dicembre 1941.
Prigioniero degli Inglesi nel 1945, morì all'ospedale di Amburgo.
Wilhelm Canaris
Ammiraglio tedesco (Aplerbeck, Dortmund, 1887 - Flossenbürg, Baviera,
1945). Allievo nella marina imperiale tedesca nel 1905, prese parte, come
tenente di vascello a bordo dell'incrociatore Dresden, allo scontro delle
Falkland (8 dicembre 1914). Dopo l'affondamento dell'incrociatore presso
le Juan Fernández (14 marzo 1915), si rifugiò dapprima in Spagna, poi in
Italia da dove dovette fuggire perché accusato di spionaggio e condannato
a morte. Tornato in patria, fu agente segreto in Spagna e comandante di un
sommergibile nel Mediterraneo (1918). Posto a capo del servizio segreto
(Abwehr) delle forze armate nel 1935, tenne l'incarico fino al 1944,
tentando di evitare dapprima l'entrata in guerra della Germania e poi
cercando di contrastare cautamente l'opera del nazismo. Portò a un alto
grado di efficienza il servizio d'informazioni e tenne segreti contatti
con l'estero, sperando di arrivare a una soluzione pacifica. Ostile a
Hitler e a Keitel, fu arrestato dalla polizia nazista dopo il complotto
del 20 luglio 1944, di cui fu uno degli ispiratori, e impiccato il 9
aprile 1945.
Kurt Daluege
Generale tedesco (Kreuzburg, od. Kluczbork, Slesia, 1897 - Praga
1946).
Organizzatore delle formazioni militarizzate di polizia
istituite dalla repubblica di Weimar negli anni 1929-1930, si accostò poi
a Hitler, che lo nominò generale e ne fece il capo della polizia tedesca.
Nel 1934 ebbe l'incarico di liquidare gli esponenti delle SA di
Roehm.
Dopo l'assassinio di Heydrich, nel 1942, Hitler lo mandò per
qualche mese, col titolo di "protettore della Boemia", a Praga, ove si
abbandonò a feroci rappresaglie. Arrestato nel 1945, fu condannato a morte
e giustiziato l'anno successivo.
Karl Donitz
Ammiraglio tedesco (Grünau, presso Berlino, 1891 - Amburgo 1980). Allievo
della marina imperiale nel 1910, partecipò alla prima guerra mondiale come
comandante di sommergibile e nel 1918 fu preso prigioniero dagli Inglesi
nelle acque di Malta. Dal 1935, quale capitano di vascello, comandò la
flotta di sommergibili che la Germania aveva ricostituito. Promosso
contrammiraglio nel 1939 e viceammiraglio nel 1940, organizzò la guerra
sottomarina contro la Gran Bretagna sino alla fine dell'estate 1942,
succedendo poi a Raeder come comandante supremo della marina da guerra
(1943). Alla morte di Hitler, designato nel testamento del dittatore quale
suo successore, Dönitz cercò di concludere la pace all'Ovest, per
proseguire la lotta contro l'Unione Sovietica; ma dopo pochi giorni fu
costretto ad accettare la resa senza condizioni, l'8 maggio 1945. Nel
processo di Norimberga (ottobre 1946), fu condannato a dieci anni di
carcere e imprigionato a Spandau presso Berlino. Liberato nel 1956,
pubblicò nel 1959 un libro di memorie, edito anche in Italia (1960) col
titolo Dieci anni e venti giorni.
Adolf Eichmann
Ufficiale tedesco delle SS (Solingen 1906 - Tel Aviv 1962). Trasferitosi
da giovane con la famiglia in Austria ed entrato nel partito
nazionalsocialista, divenne ufficiale delle SS dopo l'Anschluss (1938).
Capo dell'ufficio per l'emigrazione ebraica di Vienna, fu nel 1941
nominato direttore di quello che fu poi chiamato dipartimento Eichmann,
costituito dall'unione dell'ufficio di ripartizione ebraica della Gestapo
con il centro dell'emigrazione ebraica di Berlino e incaricato
dell'organizzazione dello sterminio degli Ebrei in tutti i paesi occupati
dai nazisti e in quelli di futura occupazione. Terminata la guerra, si
rifugiò in Siria (1948) e in Argentina (1950), ove visse sotto falso nome
sino al 1960, quando fu rapito da alcuni agenti israeliani che lo
trasportarono a Tel Aviv, dove venne processato, condannato a morte e
impiccato.
Theodor Eicke
Comandante di Dachau, fanatico ufficiale delle SS, conosciuto per i
metodi violenti ma anche per la sua abilità di reclutatore e
organizzatore. Himmler ed Eicke crearono un nuovo corpo delle SS, l'unità
Totenkopf-Verbände, Testa di Morto, i cui membri portavano un teschio con
le tibie incrociate sulle mostrine.
Hermann Frank
Uomo politico tedesco (Carlsbad [Karlovy Vary] 1898 - Praga 1946).
Deputato dei Tedeschi dei Sudeti al parlamento cecoslovacco (1935-1938),
lottò per l'annessione dei Sudeti alla Germania. Dopo Monaco, venne
nominato segretario di Stato di Reinhard Heydrich, Reichsprotektor
di Boemia e Moravia; quando quest'ultimo venne ucciso dai partigiani cèchi
nel 1942, Frank ordinò il massacro della popolazione di Lidice e di
Lezaky, crimine per il quale fu condannato a morte dal tribunale del
popolo, a Praga, nel maggio 1946.
Wilhelm Frick
Uomo politico tedesco (Alsenz, Palatinato, 1877 - Norimberga 1946).
Avvocato a Kaiserslautern, aderente al movimento nazionalsocialista fin
dal suo sorgere, partecipò al putsch di Monaco del 1923; condannato
per questo l'anno seguente, fu amnistiato nel 1925. Ministro dell'interno
nel primo gabinetto formato da Hitler (1933), mantenne tale carica fino al
1943, quando fu nominato Reichsprotektor della Boemia e Moravia. Direttore
dell'Ufficio centrale per tutti i territori occupati, emanò varie leggi
contro gli Ebrei. Condannato dal tribunale di Norimberga come criminale di
guerra, venne giustiziato.
Werner Von Fritsch
Generale tedesco (Benrath, Düsseldorf, 1880 - Varsavia 1939). Discendente
da un'antica famiglia sassone, ufficiale d'artiglieria del corpo di SM,
terminò la prima guerra mondiale come capo di SM di un corpo d'armata.
Discepolo del generale H. von Seeckt, occupò in seguito importanti
incarichi al ministero della Reichswehr. Nel 1934 ebbe da Hitler
l'incarico di comandante in capo delle forze terrestri, e si dedicò alla
trasformazione della Reichswehr in esercito nazionale. Circondato da uno
scelto stato maggiore, Fritsch fu l'animatore della rinascita militare
tedesca, fino al momento in cui Hitler, ritenendosi minacciato dal suo
prestigio, gli tolse improvvisamente il comando nel 1938, tentando, senza
riuscirvi, di colpirne la reputazione. Allontanato dagli incarichi
importanti, morì al comando di un reggimento d'artiglieria durante
l'attacco su Varsavia.
Paul Joseph Goebbels
Uomo politico tedesco (Rheydt, Renania, 1897 - Berlino 1945). Di origine
cattolica, affetto da un'infermità a una gamba sin dalla nascita, si diede
agli studi letterari e al giornalismo, rivelando doti di polemista. Fu
guadagnato alla causa del nazionalsocialismo nel 1922 da Gregor Strasser,
che ne fece il suo segretario. Nominato capo del partito a Berlino nel
1926, riuscì a conquistare la capitale al nazionalsocialismo e diresse il
periodicoDer Angriff (1927- 1933). Massimo organizzatore della
propaganda del partito nel 1928, fu incaricato da Hitler di condurre
un'intensa azione politica e psicologica sul popolo tedesco, e nel 1933 fu
nominato a tale scopo ministro della propaganda e dell'informazione
(Volksaufklärung und Propaganda), funzioni che conservò sino alla
morte. Nel 1938 diresse l'incendio delle sinagoghe e il saccheggio delle
case degli ebrei. Legato a Hitler da una fedeltà assoluta, riuscì a far
della propaganda una vera tecnica e a esercitare sui Tedeschi una notevole
influenza. Nell'agosto 1944, poco dopo l'attentato a Hitler, fu nominato
commissario del Reich per la guerra totale. Allorché la Germania
affrontava prove terribili, tentò di sollevarne il morale con informazioni
esaltanti su armi segrete che avrebbero mutato il corso degli eventi.
Rimasto fino alla fine vicino al Führer, che nel suo testamento l'aveva
designato cancelliere del Reich, si uccise con tutta la famiglia nel corso
degli ultimi combattimenti a Berlino, subito dopo la morte di Hitler (30
aprile 1945). I suoi principali scritti sono: Dal Kaiserhof alla
cancelleria del Reich (1934) e il Giornale degli anni 1942-1943
(pubblicato postumo nel 1948).
Hermann Goering
Maresciallo del Reich tedesco (Rosenheim 1893 - Norimberga 1946).
Sottotenente di fanteria nel 1914, passò nel 1915 all'aviazione e, con
ventidue vittorie all'attivo, succedette nel 1918 a von Richthofen nel
comando della sua famosa squadriglia di caccia. Dopo aver lasciato, nel
1920, la vita militare, aderì nel 1922 al partito nazista e divenne uno
dei principali collaboratori di Hitler. Ferito durante il fallito putsch
di Monaco, nel 1923, allorché era a capo delle SA (i "reparti d'assalto"
del partito), visse per qualche tempo fuori della Germania, viaggiando in
Italia e in Svizzera. Eletto deputato nazionalsocialista nel 1928, fu a
Berlino l'uomo di fiducia di Hitler. Presidente del Reichstag nel 1932,
divenne nel 1933 ministro dell'aviazione, ministro degli interni di
Prussia e generale di corpo d'armata; poi ebbe una parte importante
nell'eliminazione di Röhm e nel massacro delle SA (1934). A partire dal
1935, si dedicò alla rinascita della Luftwaffe (l'arma aerea), della quale
fu nominato comandante in capo e che considerò sempre, in seguito, quasi
sua proprietà personale e segno tangibile del suo prestigio presso il
Führer. Nel 1936 Hitler lo incaricò dell'esecuzione del piano economico
quadriennale; alla testa di un importante gruppo di fabbriche, Göring
acquisì immense ricchezze. Feldmaresciallo nel 1938, maresciallo del Reich
dopo la campagna di Francia del 1940, capo supremo dell'economia di
guerra, successore designato del Führer, dal 1939 al 1945 egli godette in
Germania di un'indubbia popolarità. Vanitoso, senza scrupoli, amante del
fasto e di ogni esteriorità, costituì notevoli collezioni di oggetti
d'arte, requisiti per lui nei territori occupati dall'esercito tedesco, e
nella sua proprietà di Romintern (Prussia Orientale) poté offrire sontuosi
ricevimenti destinati ad abbagliare gli ospiti del III Reich. Il suo
prestigio, al fianco di Hitler, assai alto nei primi tempi della guerra
allorché l'aviazione tedesca costituì un elemento determinante delle
fulminee vittorie germaniche, venne però gravemente intaccato dal
progressivo indebolimento della Luftwaffe, la cui impotenza di fronte ai
terribili bombardamenti alleati contrastava con le incaute affermazioni
iniziali di Göring, secondo cui gli aerei angloamericani non sarebbero
riusciti a violare il cielo tedesco; per questo, poco prima della
conclusione della guerra, ebbe scontri con Hitler e con i capi militari e
fu persino sospettato di tradimento. Rifugiatosi in Baviera nell'aprile
1945, cercò infatti di prendere il potere, ma venne sconfessato da Hitler.
Arrestato dagli Americani, fu giudicato come criminale dal tribunale
internazionale di Norimberga. Condannato a morte, si avvelenò in prigione
poche ore prima dell'esecuzione della sentenza (notte del 15- 16 ottobre
1946).
Heinz Guderian
Generale tedesco (Kulm an der Weichsel, oggi Chelmno, 1888 - Schwangau,
presso Füssen, Baviera, 1954). Ufficiale dei collegamenti nella truppa e
negli stati maggiori durante la prima guerra mondiale, passò nel 1922 al
servizio dei trasporti e si specializzò nello studio degli autocarri
blindati, e poi dei carri armati. Sin dal 1929 preconizzò la creazione di
un'armata corazzata (Panzerwaffe) indipendente. Sostenuto da
Hitler, dopo il 1935 ottenne la creazione di tre divisioni corazzate e
sviluppò le sue idee sulla collaborazione dei carri armati con le altre
armi in due libri: Le truppe corazzate in collaborazione con le altre
armi e Attenzione, Panzer (Achtung, Panzer!, 1936). Ispettore
delle truppe celeri nel 1938, ebbe una parte di primo piano nella
determinazione della strategia tedesca nel corso della seconda guerra
mondiale. Comandante del 19º corpo d'armata corazzato in Polonia (1939) e
nelle Ardenne (1940), poi di un Panzergruppe sull'Aisne (1940) e in
Russia (1941), fu messo in disparte da Hitler in seguito allo scacco
subito davanti a Mosca (dicembre 1941). Richiamato nel marzo 1943 come
ispettore delle truppe corazzate, fu scelto dallo stesso Führer per
esercitare le funzioni di capo di SM dell'esercito nell'ultimo periodo
della guerra (luglio 1944 - marzo 1945). Prigioniero degli Alleati, venne
presto liberato e si ritirò in Baviera, da dove continuò a esercitare una
grande influenza su alcuni elementi dirigenti tedeschi. Oltre alle sue
memorie, Ricordi di un soldato (1951), Guderian pubblicò due studi
notevoli sulla difesa dell'Europa e sulle condizioni del riarmo tedesco:
L'Europa occidentale può essere difesa? (1950) e Così non va
(1951). Per la genialità e la lungimiranza delle sue concezioni
strategiche (non sempre potute tradurre in atto per gelosie, diffidenze o
difficoltà pratica di applicazione), Guderian dev'essere considerato uno
dei migliori condottieri rivelati dalla seconda guerra mondiale: si devono
alla sua abilità nell'impiego delle forze corazzate le maggiori vittorie
tedesche durante la prima parte del conflitto.
Franz Halder
Generale tedesco (Würzburg 1884 - Aschau, Baviera, 1972). Uscito da una
vecchia famiglia di militari bavarese, fu il primo cattolico a esercitare
le più alte funzioni dello SM tedesco. Ufficiale d'artiglieria, durante la
prima guerra mondiale fu allo SM del principe Ruprecht di Baviera, poi, al
termine del conflitto, allo SM bavarese di Monaco dove fece la conoscenza
di Hitler, agli inizi della carriera politica. Primo addetto di L. Beck a
Berlino, gli succedette, alcuni giorni dopo la conferenza di Monaco
(1938), come capo dello SM generale dell'esercito. Ebbe anch'egli, come
Beck, frequenti contatti con gli ambienti dell'opposizione al regime, e si
scontrò spesso con Hitler sulla condotta delle operazioni in Francia e
Russia (1940-1941). Direttamente subordinato al Führer, dopo che questi
aveva preso il comando dell'esercito (dicembre 1941), Halder, che
impersonava la tradizione dello SM, fu infine congedato nel settembre
1942. Arrestato dopo il putsch del 1944, tentò invano il suicidio; radiato
dall'esercito, riuscì a sfuggire alla vendetta nazista. Autore di uno
studio sull'azione militare di Hitler (Hitler come generale, 1949).
Konrad Henlein
Uomo politico tedesco (Maffersdorf, Liberec, 1898 - Plzen 1945). Già
impiegato di banca, quindi insegnante di ginnastica, fu il fondatore del
Fronte patriottico, successivamente partito tedesco dei Sudeti (1933), che
ottenne un grande successo nelle elezioni del 1935. Mediante una serie di
agitazioni e di incidenti provocatori, portò a un acuto grado di tensione
la questione della minoranza tedesca ed ebbe quindi una parte di rilievo
nella riunione alla Germania dei Tedeschi Sudeti di Boemia. Gauleiter
nazista dei Sudeti (1938), divenne, durante la seconda guerra mondiale,
Reichsstatthalter(commissario civile) del Protettorato di Boemia e Moravia
istituito da Hitler il 16 marzo 1939. Catturato dagli Alleati, si uccise.
Rudolf Hess
Uomo
politico tedesco (Alessandria d'Egitto 1894 - Spandau 1987). Dopo aver
combattuto nella prima guerra mondiale divenne un attivo militante nel
partito nazista fin dal 1920; ebbe una parte decisiva nel putsch di
Monaco (1923), venendo arrestato e incarcerato per alcuni mesi insieme con
Hitler a Landsberg. Segretario particolare del Führer (1925), divenne
ufficialmente suo vice nel 1933, e fu poi designato (nel 1939) secondo
candidato alla sua successione, dopo Göring. Esercitò una particolare
influenza sulla politica tedesca fino al maggio 1941, quando, per ragioni
ancora non molto chiare, fuggì da solo a bordo di un aereo raggiungendo la
Scozia. Una delle ipotesi prospettate indica come causa del volo un
tentativo di trovare un accordo tra Germania e Inghilterra per la
cessazione delle ostilità o per trascinare il governo di Londra contro la
Russia. Internato fino alla fine del conflitto, fu trasferito a Norimberga
nel 1945 per essere giudicato come criminale di guerra: benché la sua
sanità mentale fosse stata messa in dubbio, fu condannato all'ergastolo e
incarcerato a Spandau (1946). Dal 1966 fu il solo prigioniero rinchiuso in
questo carcere dove nel 1987 fu trovato morente, forse suicida.
Reinhard Heydrich
Funzionario di polizia tedesco (Halle 1904 - Praga 1942). Aderì nel 1932
al partito nazista, divenendo aiutante di Himmler. Capo della polizia
politica di Monaco (1933), presiedette alla purga del giugno 1934 contro
le SA (la cosiddetta "notte dei lunghi coltelli"). Capo generale della
polizia tedesca (1934), divenne nel 1940 commissario generale della
Gestapo per i territori occupati. Nel 1941 succedette a von Neurath come
"protettore del Reich" in Boemia e in Moravia, dove, resosi inviso per la
brutalità delle sue azioni repressive, venne ferito mortalmente da
patrioti cèchi nel corso di un attentato. La sua morte scatenò una serie
di feroci rappresaglie da parte dei Tedeschi.
Heinrich Himmler
Politico tedesco.(Monaco 1900 - Lüneburg 1945). Nacque a Monaco il 7
ottobre 1900. Figlio di un insegnante molto legato alla famiglia reale
bavarese, Himmler fu educato in modo da acquisire alla perfezione le
maniere di gentiluomo di corte, in particolare l'abilità di trattare con
persone aristocratiche e identificarsi con loro. Heinrich ebbe però un
handicap: il fisico goffo e malaticcio. Da giovanissimo contrasse una
grave infezione alle vie respiratorie e una serie di altre malattie che
lasciarono un marchio indelebile per la sua salute. La sua carriera
scolastica fu ottima, ma non altrettanto nelle discipline sportive in
quanto a causa di alcuni difetti fisici era deriso dai compagni. Al
compimento del diciassettesimo anno di età, Himmler entrò nell'esercito
per mezzo di suo padre e, all'inizio del gennaio 1918, si arruolò come
aspirante ufficiale nell'Undicesimo Reggimento della Fanteria Bavarese.
Alla fine della Prima Guerra Mondiale la Germania si trasformò in una
repubblica democratica; il governo di Weimar si dimostrò impotente e
l'inflazione divorò il potere d'acquisto e i risparmi dei tedeschi. Nel
1919 s'iscrisse all'Istituto Tecnico Superiore di Monaco come studente di
chimica agraria; suo padre ebbe gravi difficoltà per mantenerlo agli
studi. Dopo aver superato l'ennesima malattia, nel 1922 conseguì il
diploma in chimica agraria e più tardi trovò un modesto impiego in una
ditta di fertilizzanti. L'inflazione sempre più galoppante aggravò la
situazione tanto che l'anno dopo aderì al nazionalsocialismo. L'8 e il 9
novembre dello stesso anno, Himmler prese parte al disastroso tentativo di
colpo di stato: il Putsch di Monaco. In questo periodo fu in preda a idee
paradossali, cercò di trovare un colpevole per la sua attuale situazione;
soltanto la retorica piena di rabbia del partito nazista, con i suoi due
capisaldi dell'ultranazionalismo e dell'antisemitismo, riuscì a soddisfare
quel suo bisogno. Ben presto Himmler divenne attivista del partito e per
tutto 1924 viaggiò attraverso il sud della Baviera tenendo discorsi di
vario genere. Nel 1928 sposò Margarete Boden, ex-infermiera dell'esercito.
Il 6 gennaio 1929 Hitler lo nominò Reichsführer (Comandante in Capo) delle
SS di cui fece un corpo di élite di stirpe ariana che, alla vittoria del
nazionalsocialismo, avrebbe dovuto assumere la guida del Terzo Reich. Dopo
l'avvento al potere, Hitler gli affidò, nel 1933, la guida della polizia
politica. Il 20 aprile 1934 fu nominato da Göring sovrintendente della
Gestapo prussiana. Nel febbraio 1936 si pronunciò a favore di una legge
che subordinava i vari dipartimenti della Gestapo ai Governi dei singoli
Stati, e il 17 giugno dello stesso anno fu nominato Comandante in Capo di
tutte le forze della Polizia tedesca; da quel momento procedette ad una
fusione tra l'apparato poliziesco (SD, Gestapo) e le SS, instaurando un
regime d'illegalità e di terrore dapprima in Germania e poi nei territori
occupati dopo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Fautore di una
politica razziale radicale, intrisa di elementi mitologici, realizzò lo
sterminio degli ebrei e lo sfruttamento spietato delle popolazioni civili
in tutta Europa. Durante la guerra Himmler accentuò anche il carattere
militare delle SS, istituendo le cosiddette Waffen-SS, formate da
centinaia di migliaia di soldati, anche volontari, provenienti da numerosi
paesi europei. Dopo avere invano tentato, negli ultimi mesi di guerra, di
intavolare trattative con gli alleati, Himmler si tolse la vita per non
essere sottoposto a processo .
Paul Ludwig Von Hindenburg
Feldmaresciallo e uomo politico tedesco (Posen, od. Poznán,
1847 - Neudeck, presso Danzica [Prussia Orientale], od. Podzamek
[Polonia], 1934). Dopo aver partecipato alle campagne del 1866 (Sadowa) e
del 1870-1871 in un reggimento di fanteria della guardia prussiana, fu
ammesso all'Accademia di guerra; prestò servizio presso lo SM generale
sotto von Moltke e von Schlieffen, e poi nel ministero della guerra, con
il generale Verdy du Vernois. Generale di divisione nel 1900, comandò il
IV corpo d'armata a Magdeburgo (1903), ritirandosi poi dal servizio attivo
nel 1911, a Hannover. Ma quando nell'agosto 1914 il generale von
Prittwitz, comandante l'8ª armata in Prussia Orientale, si rivelò incapace
d'arrestare l'invasione russa Hindenburg fu richiamato in servizio. Sembra
che l'idea sia partita personalmente da Guglielmo II, che si era ricordato
del vecchio generale di cui aveva sempre avuto molta stima. Al fianco gli
fu messo, come capo di SM, il generale Ludendorff, che già si era distinto
sul fronte occidentale guidando di persona la conquista dei forti di
Liegi. Hindenburg giunse a Marienburg, sede del comando dell'8ª armata, il
23 agosto a mezzogiorno, trovandovi una situazione difficilissima: ma
subito si pose all'opera per modificare le sorti della lotta, facilitato
dalla circostanza che egli conosceva bene la zona in cui si svolgevano i
combattimenti. Con una manovra concepita e attuata con grande genialità
strategica, accerchiò una delle due armate russe che lo fronteggiavano (la
2ª comandata dal generale Samsonov) e la distrusse completamente dal 26 al
29 agosto. La grande vittoria prese il nome dal villaggio di Tannenberg e
allontanò la minaccia russa dalla Prussia Orientale. Poco dopo, sul
difficile terreno dei Laghi Masuri o Masuriani (settembre) Hindenburg,
sempre coadiuvato da Ludendorff, ottenne un nuovo successo, anche se non
così clamoroso. Nominato feldmaresciallo e comandante in capo del fronte
orientale (novembre), durante l'inverno batté un'altra volta i Russi ai
Laghi Masuri. Il suo obiettivo strategico, perseguito durante tutta la
campagna di Polonia del 1915, fu l'aggiramento dell'ala destra russa a
nord, per gettarsi poi a sud sulle retrovie: qui, nel settore di
Gorlice-Tarnów, le sue truppe, insieme con quelle austriache, ottennero
dal maggio all'agosto una grande vittoria, obbligando i Russi a evacuare
la Polonia. Nei primi mesi del 1916 Hindenburg dovette limitarsi a
resistere agli attacchi russi, fino a quando sostituì al comando supremo
Falkenhayn (29 agosto). Al comando supremo si ricompose così il binomio
Hindenburg-Ludendorff, che doveva guidare le sorti dell'esercito tedesco
fino al termine della guerra: mentre Hindenburg (che godeva di maggior
prestigio fra le truppe e nel paese) aveva la parte rappresentativa,
Ludendorff era il vero ideatore delle varie mosse strategiche: per queste
ultime Ludendorff proponeva una soluzione, Hindenburg la decideva e
Ludendorff l'eseguiva. Fra i due, comunque, non sorsero mai screzi
(secondo le loro stesse parole la loro collaborazione fu "una felice
unione"), sicché è difficile attribuire con esattezza all'uno o all'altro
meriti o demeriti nelle alterne vicende del conflitto. Si può dire
soltanto che di fatto, e di fronte all'opinione pubblica, la
responsabilità morale fu sempre totalmente di Hindenburg. Liquidata
rapidamente la Romania nel 1917, deciso a finirla con il fronte orientale,
Hindenburg accettò deliberatamente di subire i ripetuti attacchi degli
Alleati sul fronte ovest, per soccorrere gli Austriaci in Galizia,
aiutarli a Caporetto e poi sul Piave e concludere infine un armistizio con
la Romania, avviando sul fronte russo le trattative di pace concluse a
Brest-Litovsk nel marzo 1918. Durante l'inverno 1917-1918 ricondusse la
massa principale delle sue divisioni sul fronte occidentale, e poi dal 21
marzo al 15 luglio 1918 lanciò successivamente quattro offensive contro il
fronte alleato, senza riuscire però a spezzarlo. Attaccato a sua volta da
Foch in Francia e da Franchet d'Esperey nei Balcani, dovette pregare il
suo governo di chiedere l'armistizio (settembre) e appoggiò più tardi
l'abdicazione di Guglielmo II: in quest'ultima fase, dopo le dimissioni di
Ludendorff, ebbe a fianco per breve tempo, come capo di SM, il generale
Groener. Rimase al suo posto al comando supremo fino alla firma del
trattato di Versailles (1919) e quindi andò in congedo ritirandosi a
Hannover ed estraniandosi dalla vita pubblica, fino alla sua elezione a
presidente della repubblica (1925). Nelle elezioni per la successione del
socialista Ebert, i partiti di destra avevano infatti formato un blocco
del Reich che chiese a Hindenburg di essere il suo candidato: questi, che
era rimasto profondamente monarchico, dapprima declinò l'invito, ma
l'accettò invece più tardi, anche per l'insistenza dell'ammiraglio von
Tirpitz e per sbarrare la strada al candidato del blocco delle sinistre,
il cattolico Marx. Eletto il 26 aprile, entrato in carica il 12 maggio
1925, permise ai cancellieri che si susseguirono in carica un largo uso
dei decreti presidenziali, limitando in tal modo l'attività del Reichstag.
In complesso, in questa prima fase Hindenburg si limitò a esercitare le
doti del suo innato buon senso senza imporre una propria politica. Negli
anni della crisi finale della repubblica di Weimar, tra il 1930 e il 1933,
favorì tuttavia la costituzione di governi conservatori. Alla fine del
1932 (anno in cui egli fu rieletto presidente contro la candidatura di
Hitler) dinanzi alla minaccia di sommosse e ai progressi del
nazionalsocialismo, si lasciò convincere da von Papen e dagli ambienti
della grande industria a chiamare Hitler alla cancelleria. Da allora il
suo ruolo si esaurì, e quando poco dopo morì, ebbe esequie solenni dai
nazisti (fu sepolto nel mausoleo di Tannenberg), ma non fu sostituito,
essendosi ormai le funzioni di capo dello Stato confuse con quelle di capo
del governo. Lasciò interessanti Memorie (1920). Soldato in tutta
l'estensione del termine, uomo schietto, stratega acuto e geniale,
Hindenburg fu, con Ludendorff, il miglior generale rivelato dal primo
conflitto mondiale: come uomo politico, la sua fatale decisione di lasciar
via libera a Hitler può essere giustificata con l'illusione di evitare una
guerra civile e anche con la tarda età, che ormai aveva indebolito il
fisico e lo spirito del feldmaresciallo.
Alfred Jodl
Generale tedesco. (Würzburg 1890 - Norimberga 1946).Colonnello
d'artiglieria nel 1935, divenne nel 1938, col grado di generale di
brigata, capo dell'ufficio operazioni dell'OKW alle dipendenze del
feldmaresciallo Keitel e durante la seconda guerra mondiale ebbe una parte
di primo piano nella condotta delle operazioni.
Sostituito dopo
l'attentato a Hitler (luglio 1944), fu capo di SM durante l'effimero
governo Dönitz (maggio 1945) e firmò a Reims, il 7 maggio 1945, la resa
della Germania, sanzionata da Dönitz il giorno successivo.
Fu
condannato a morte dal tribunale di Norimberga come criminale di guerra e
impiccato.
Gustav Von Kahr
Uomo politico tedesco (Weissenburg, Baviera, 1862 - Monaco 1934). Alto
funzionario di tendenza nazionalista, costituì in Baviera, all'indomani
del putsch di Kapp (marzo 1920), un ministero di destra che
mantenne l'ordine pubblico mediante l'instaurazione di un regime
eccezionale; contemporaneamente lottò in favore del separatismo bavarese,
ma l'opposizione dei moderati lo costrinse a dimettersi (settembre 1921).
Nell'ottobre 1923 ottenne, con la nomina a commissario generale per la
Baviera, poteri dittatoriali. Quando, l'8 novembre di quello stesso anno,
a Monaco, Hitler tentò con un improvviso putsch di impadronirsi del
potere, Kahr finse in un primo tempo di appoggiare il colpo di Stato, ma
subito dopo fece intervenire l'esercito e Hitler finì in prigione. (Fra i
seguaci di Hitler ci furono, in quella occasione, numerosi morti.) Nel
1924 Kahr si ritirò a vita privata, ma Hitler diede più tardi sfogo alla
sua vendetta facendolo assassinare, insieme a Röhm, durante la "notte dei
lunghi coltelli" (30 giugno 1934).
Ernst Kaltenbrunner
Funzionario di polizia tedesco.(Ried, Alta Austria, 1903 -
Norimberga 1946).
Austriaco di nascita, nazista dal 1932, leader delle
SS austriache dal 1935 e arrestato due volte (1934-1935), dopo l'Anschluss
ebbe incarichi di governo.
Capo dell'Ufficio centrale per la sicurezza del Reich (Rsha) e del
controspionaggio in Germania dal gennaio 1943, in sostituzione di R.
Heydrich, organizzò l'apparato poliziesco e lo sterminio degli ebrei nella
soluzione finale.
Al Processo di Norimberga fu condannato a morte.
Wilhelm Keitel
Feldmaresciallo tedesco (Helmscherode, Harz, 1882 - Norimberga 1946).
Appartenente a una famiglia di proprietari terrieri di Brunswick,
ufficiale d'artiglieria nel 1901, partecipò al primo conflitto mondiale
occupando diverse cariche nello SM in Galizia e sul fronte francese e
divenendo poi capo di SM del corpo di marina nella Fiandra (1917-1918).
Membro della sezione organizzativa dello SM generale nel 1925, comandava
una divisione a Brema nel 1934 quando von Blomberg, comandante supremo
delle forze armate, gli affidò la direzione del Wehrmachtsamt
(servizio della difesa nazionale preposto al coordinamento dell'azione
delle forze armate). Nel 1938 Hitler, avendo rotto con i generali von
Blomberg e von Fritsch, lo nominò capo di SM generale della nuova
Wehrmacht (OKW), con le prerogative di ministro della guerra. Keitel passò
così alle dirette dipendenze del Führer, che gli affidò il compito di far
eseguire le sue direttive, spesso non ben accette agli stati maggiori. A
capo della delegazione tedesca il 22 giugno 1940 firmò l'armistizio con la
Francia a Rethondes e subito dopo fu creato feldmaresciallo. Pur senza
aver avuto alcun contatto diretto col fronte, Keitel ebbe però un peso
notevole nell'organizzazione della formidabile macchina bellica del Reich
durante la seconda guerra mondiale, anche se per le decisioni più
importanti ebbe scarsa autonomia nei confronti di Hitler, che servì
fedelmente e ciecamente fino all'ultimo. Dopo la scomparsa del Führer
sottoscrisse e convalidò la capitolazione del III Reich a Berlino (8
maggio 1945). Giudicato dal tribunale di Norimberga come uno dei
principali responsabili dei crimini di guerra nazisti, fu condannato a
morte e impiccato nell'ottobre 1946.
Robert Ley
Uomo
politico tedesco (Niederbreidenbach, presso Colonia, 1890 - Norimberga
1945). Iscritto al partito nazista dal 1925, deputato nel 1933, presidente
del Consiglio di Stato prussiano, emanò il decreto di soppressione di
tutti i sindacati nel III Reich (2 maggio 1933); li sostituì con il Fronte
del lavoro (Deutsche Arbeitsfront [DAF]) che riuniva tutti i
salariati in quattordici raggruppamenti di operai e otto di impiegati, e
che gestiva le assicurazioni e le cooperative. Fondò anche la "Forza
mediante la gioia" (Kraft durch Freude), associazione che
disciplinava il tempo libero secondo le finalità del regime, e fece
preparare la legge per l'Organizzazione nazionale del lavoro, che
istituiva i delegati d'azienda, i curatori e i tribunali del lavoro
(gennaio 1934). Capo del servizio per il lavoro obbligatorio, diresse
durante la guerra la deportazione in Germania dei lavoratori stranieri.
Catturato dagli Alleati, si uccise poco prima del processo di Norimberga.
Werner Lorenz
Tenente-generale e Comandante delle SS della zona di Amburgo, fu
prescelto da Himmler come capo del VOMI (Volksdeutsche Mittelstelle),
organizzazione nata nel 1936 con lo scopo di porre rimedio alla confusione
creata dai molti organismi che si contendevano il potere nelle comunità
all'estero. Lorenz, pilota d'aviazione della Prima Guerra Mondiale, era un
uomo prestante e molto raffinato, proprietario di una grande tenuta nei
pressi di Danzica. Nazionalsocialista prussiano, conobbe ben poco dei
problemi dei tedeschi all'estero e sdegnò le teorie razziali di Himmler,
ma il Reichsführer tollerava tali difetti perché Lorenz era un perfetto
uomo di punta, un abile diplomatico che sapeva destreggiarsi in ogni
ambiente e in ogni situazione
Erich Ludendorff
Generale tedesco (Kruszewnia, Posnania, 1864 - Tutzing,
Baviera, 1937). Figlio di un negoziante, entrò alla scuola dei cadetti di
Plön nel 1877. Ammesso all'Accademia di guerra nel 1893, servì pressoché
ininterrottamente, dal 1904 al 1913, nel grande SM tedesco sotto i
generali von Schlieffen e H. von Moltke, nipote del grande Moltke.
Colonnello nel 1911, divenne capo della sezione operazioni e in tale
qualità redasse il piano di schieramento e concentrazione (variante del
piano Schlieffen), che fu poi applicato sul fronte nordoccidentale
nell'agosto 1914. Assertore della necessità che le truppe di riserva
fossero unità pronte al combattimento e realmente efficienti, fece
continue e pressanti richieste di aumento degli effettivi (culminate nel
memorandum del 21 dicembre 1912) e, in seguito a ciò, finì per essere
allontanato dallo SM (febbraio 1913). Dopo aver comandato il 39º
reggimento a Düsseldorf e la LXXXV brigata a Strasburgo, nell'aprile 1914
fu promosso generale. Primo quartiermastro presso lo SM della 2ª armata
del generale von Bülow, allo scoppio della prima guerra mondiale, ebbe
parte determinante nel riuscito attacco fulmineamente lanciato su Liegi
(agosto), a cui partecipò personalmente. Il 22 agosto fu nominato capo di
SM dell'8ª armata, di cui von Hindenburg aveva appena assunto il comando
nella Prussia Orientale. Si costituì così fra i due generali quella
stretta collaborazione sia in fase di pianificazione, sia nell'attuazione
pratica, che diede brillanti risultati sul piano strategico, fin
dall'inizio del loro periodo di comando (vittorie di Tannenberg [agosto
1914] e dei Laghi Masuri [settembre] e successive operazioni in Polonia
nel 1915). Promosso generale di divisione, quando Hindenburg sostituì
Falkenhayn nell'agosto 1916 Ludendorff divenne di fatto vicecomandante
supremo con il grado di generale di corpo d'armata e il titolo di primo
quartiermastro generale. Sempre in accordo con Hindenburg, prese da allora
la direzione delle operazioni e guidò le sorti delle armate tedesche su
tutti i fronti di guerra, esercitando un'influenza sempre crescente sul
governo del Reich a favore del pangermanesimo e della guerra a oltranza.
Già nel dicembre 1916 aveva sostenuto la lotta sottomarina, che contribuì
in maniera determinante a spingere gli Stati Uniti a entrare in guerra a
fianco dell'Intesa. Dopo che la Russia si fu ritirata dal conflitto,
Ludendorff ritenne di poter ottenere la vittoria sul fronte occidentale
con le grandi offensive sferrate nel periodo marzo-luglio 1918. Bloccato e
sconfitto da Foch, il 29 settembre 1918 chiese, con Hindenburg, che
fossero intavolate trattative preliminari per l'armistizio; ma non esitò
poi a rifiutare le condizioni poste dagli Alleati per svincolare la
propria responsabilità dal crollo imminente. Esonerato dalle sue funzioni
il 26 ottobre, si trasferì in Svezia e nell'estate del 1919 ritornò in
Germania stabilendosi in Baviera. Convinto di poter svolgere nella vita
politica il ruolo che tanto brillantemente aveva svolto durante la guerra
sul piano militare si legò ai gruppi pangermanisti e nazionalisti,
contrari alla repubblica di Weimar, e partecipò al putsch di Kapp
(marzo 1920); dopo il suo fallimento fu fortunosamente prosciolto
dall'accusa di partecipazione al complotto. Nel 1923 si unì a Hitler, con
cui aveva in comune l'acceso antisemitismo e l'odio per il comunismo
(Hitler se ne servì per accattivarsi le simpatie dei circoli militari) e
nel novembre dello stesso anno partecipò al putsch di Monaco, ma fu subito
arrestato. Nel corso del successivo processo, Ludendorff con alcuni
infelici interventi si alienò quasi del tutto la simpatia dei suoi
sostenitori. Deputato nel partito nazionalsocialista nel 1924, fu
candidato all'elezione presidenziale l'anno seguente, raccogliendo
tuttavia una minima percentuale di voti. In seguito il suo ruolo politico
decadde ed egli svolse fino alla morte una certa attività solo nelle
associazioni combattentistiche. Tipico rappresentante dell'imperialismo
tedesco, abilissimo generale, dotato di un intuito non comune e di grande
decisione, ma privo di capacità politiche, difese il suo operato in due
interessanti opere, Memorie di guerra (1919) e La guerra
totale (1935). In collaborazione con la sua seconda moglie, Mathilde
Spiess, pubblicò numerosi scritti in cui preconizzò la rigenerazione della
Germania attraverso lo sterminio degli Ebrei e dei massoni e l'avvento di
una religione fondata su un neopaganesimo germanico.
Erich Von Manstein
Feldmaresciallo tedesco (Berlino 1887 - Irschenhausen, Baviera, 1973).
Appartenente a una famiglia di antiche tradizioni militari della Prussia
occidentale e nipote del feldmaresciallo Hindenburg, fu adottato
giovanissimo da uno zio, il generale Georg von Manstein, e ne assunse il
cognome. Iniziò la carriera nella guardia prussiana (1906) e venne
trasferito allo SM nel 1917. Passato alla Reichswehr nel 1919, servì per
molti anni nello SM generale, dove si dedicò alla rinascita dell'esercito
tedesco. Nel 1934 divenne capo di SM del terzo distretto, nel 1935 capo
dell'ufficio operazioni dell'OKH e nel 1936 primo quartiermastro maggiore
e perciò stretto collaboratore del comandante supremo dell'esercito,
colonnello generale von Fritsch. In questo periodo ottenne di poter creare
l'artiglieria d'assalto (Sturmartillerie) corazzata, che si
dimostrò di estrema importanza come ausiliaria della fanteria nella
seconda guerra mondiale. Nel 1938 ebbe il comando di una divisione in
Slesia. All'inizio della Seconda guerra mondiale divenne capo di SM del
gruppo di armate meridionali con von Rundstedt in Polonia (settembre 1939)
e all'inizio del 1940 passò sul fronte occidentale. In tale veste studiò
il piano eleborato dai comandanti della Wehrmacht per l'invasione della
Francia ("piano giallo") e lo criticò per la sua somiglianza con il piano
von Schlieffen del 1914. Al posto di questo ideò invece un proprio piano
d'operazioni ("piano Sichelschnitt" o "piano falce") che prevedeva
un massiccio attacco corazzato attraverso le Ardenne, ritenute in generale
di difficile attraversamento. Per questo von Manstein venne violentemente
avversato, esonerato dal suo incarico e nominato comandante di un corpo
d'armata di nuova costituzione (XXXVIII). Il suo piano, tuttavia, venne a
conoscenza di Hitler, che finì per adottarlo (febbraio 1940) nonostante
ogni opposizione degli alti comandi. Il 5 giugno 1940 il XXXVIII corpo
d'armata sfondò il fronte francese a est di Amiens e per primo attraversò
la Senna (10 giugno). Comandante di un corpo corazzato sul fronte russo
(giugno 1941), von Manstein operò dapprima nel settore settentrionale
rompendo il fronte sovietico e giungendo fino al lago Il'men' (luglio): in
settembre assunse il comando dell'11ª armata, con la quale operò nel
settore meridionale sfondando dopo aspra lotta le posizioni difensive
dell'istmo di Perekop e irrompendo in Crimea, di cui completò la conquista
(luglio 1942) con la presa di Sebastopoli dopo un lungo assedio. Promosso
feldmaresciallo, diresse il gruppo d'armate del Don e, nel corso
dell'inverno 1942-1943, cercò invano di liberare Stalingrado
dall'accerchiamento russo. Dopo aver tenuto a lungo e con grande abilità
il fronte sul Dnepr, respinse i Sovietici sul Donetz. Iniziata la ritirata
generale, con una controffensiva-lampo riuscì a riprendere Charkov (marzo
1943). A partire dall'estate, però, fu gradualmente costretto dai
Sovietici a ritirarsi, sia pure sempre contrastando loro tenacemente il
passo, fino alla frontiera polacca. Fautore d'una vasta manovra di
ripiegamento, si trovò in violento disaccordo con Hitler, il quale esigeva
una resistenza a palmo a palmo e al quale, anche per motivi politici,
Manstein non era gradito. Rimosso dalle sue funzioni nel marzo 1944, fu
fatto prigioniero dagli Inglesi nel 1945. Condannato nel 1949 a diciotto
anni di prigione per presunti crimini di guerra, venne liberato nel 1953
per ragioni di salute. Pubblicò i suoi ricordi nel 1955 in un libro dal
titolo Vittorie perdute (Verlorene Siege). Venne giudicato
dal critico militare inglese Liddell Hart "probabilmente il miglior
generale tedesco della seconda guerra mondiale", e in realtà egli fu, con
Rommel, Guderian, Rundstedt e pochi altri, il vero cervello strategico
della Wehrmacht, tanto che le sue modernissime e lungimiranti concezioni
fanno ancora testo.
Franz Von Papen
Uomo politico tedesco (Werl, Vestfalia, 1879 - Obersasbach, BadenBaden,
1969). Ufficiale di cavalleria, addetto militare negli Stati Uniti
(1914-1915), combatté in Palestina durante la prima guerra mondiale.
Dedicatosi nel primo dopoguerra alla politica, venne eletto deputato per
il Centro cattolico alla camera prussiana (1921-1932). Aderì in seguito al
partito nazionale popolare tedesco di Hugenberg e divenne collaboratore di
Hindenburg, che pensava di servirsi di von Papen come elemento moderatore
in quel periodo di grave tensione che stava attraversando la Germania. Nel
giugno 1932 succedette a Brüning in qualità di cancelliere del Reich,
formando il cosiddetto gabinetto dei baroni conservatori. Fronteggiò le
agitazioni in Prussia, facendo cadere il ministero di Otto Braun, accordò
a Hitler lo scioglimento del parlamento (Reichstag) e revocò la messa al
bando delle SA e delle SS; favorì in tal modo l'ascesa del
nazionalsocialismo e, quando dopo le elezioni del novembre 1932 fu
sostituito da von Schleicher, s'incontrò segretamente con Hitler a Colonia
per accordarsi sull'eventuale divisione della cancelleria (4 gennaio
1933). Il 30 dello stesso mese divenne vicecancelliere e nell'aprile 1933
cedette a Göring il governo della Prussia; poco dopo negoziò il concordato
con Roma (luglio), ma i suoi contrasti con Hitler (nei confronti del quale
manteneva un atteggiamento poco chiaro) si acuirono e venne arrestato
durante l'epurazione del 30 giugno 1934 (la "notte dei lunghi coltelli").
Nominato poco dopo ambasciatore in Austria (1934-1938), svolse un'intensa
attività diplomatica preparando l'Anschluss Fu poi ambasciatore in Turchia
(aprile 1939 - agosto 1944), e firmò il patto di non aggressione
turco-tedesco (giugno 1941), ma la sua missione fallì nel 1944 quando
Ankara ruppe con Berlino. Arrestato al termine della seconda guerra
mondiale e accusato di crimini di guerra, venne assolto al processo di
Norimberga (1946). L'anno seguente fu condannato a nove anni di lavori
forzati da un tribunale tedesco, ma venne rimesso in libertà nel 1949. Le
sue memorie (Una vita per la verità) sono state pubblicate nel
1952.
Friedrick Von Paulus
Feldmaresciallo tedesco (Breitenau, Assia, 1890 - Dresda 1957). Ufficiale
di fanteria, partecipò alla prima guerra mondiale. Colonnello e capo di SM
delle forze corazzate nel 1935, generale nel 1939, fu capo di SM della 6ª
armata di Reichenau in Polonia e in Francia e, dal settembre 1940, vice di
Halder allo SM generale, dove fu incaricato di studiare e mettere a punto
il piano d'attacco contro la Russia (operazione Barbarossa). Alla testa
della 6ª armata (gennaio 1942), contribuì a bloccare la controffensiva di
Timošenko su Charkov nel maggio 1942. Ricevuto poco dopo da Hitler
l'ordine di impadronirsi di Stalingrado, nel settembre riuscì a
conquistare gran parte della città, ma nel novembre 1942 fu accerchiato
con la sua armata dalle truppe sovietiche e il 31 gennaio 1943, poco dopo
essere stato nominato feldmaresciallo da Hitler, si arrese. Prigioniero in
URSS, Paulus nell'agosto 1944 indirizzò al popolo tedesco un appello, nel
quale prese violenta posizione contro Hitler, aderendo all'Unione
democratica degli ufficiali tedeschi costituita da von Seydlitz, anch'esso
prigioniero. Dopo aver testimoniato al processo di Norimberga contro i
capi del III Reich, fu confinato presso Mosca fino al 1953, quando venne
rimesso in libertà. Si trasferì poi a Dresda, nella Germania Orientale,
dove però la sua attività non fu mai chiaramente definita. Le sue memorie
sulla battaglia di Stalingrado sono state pubblicate dal figlio nel 1961.
Erich Raeder
Ammiraglio tedesco (Wandsbek, Amburgo, 1876 - Kiel 1960). Capitano di
corvetta nel 1912, agli inizi della prima guerra mondiale capo di SM del
comandante le forze d'esplorazione ammiraglio Bachmann, cui succedette
l'ammiraglio Hipper. Partecipò alle scorrerie degli incrociatori da
battaglia contro le coste della Gran Bretagna, da una delle quali derivò
il combattimento del Dogger Bank (24 gennaio 1915), e fu al fianco di
Hipper nella battaglia dello Jütland (31 maggio 1916), dimostrando freddo
giudizio ed elevate capacità. Capitano di fregata (1917), ebbe il comando
del nuovissimo incrociatore protetto Köln (1918) e fu poi destinato
al ministero, dove, oltre a partecipare all'organizzazione della nuova
marina germanica, scrisse opere storiche sull'attività della marina
tedesca nella guerra 1914-1918 che gli valsero la laurea ad honorem
dell'università di Kiel. Contrammiraglio (1922), nell'autunno del 1924
ebbe il comando delle forze leggere del mare del Nord e in seguito il
comando marittimo del Baltico. Con il ritiro di Zenker (1935) divenne capo
della marina tedesca, carica che ricoprì fino al 1943. A Raeder si devono
le "corazzate tascabili" e l'eccellente preparazione della flotta tedesca,
nella quale raggiunse (1939) il grado di grande ammiraglio. Pur
considerando la marina non ancora pronta per l'entrata in guerra, diresse
con decisione ed efficacia le operazioni belliche dopo lo scoppio del
secondo conflitto mondiale, in particolare l'invasione della Norvegia
(aprile 1940). Ma le sue concezioni (si dimostrò contrario al progetto
d'invasione della Gran Bretagna, la cosiddetta operazione "Leone Marino")
urtarono la mentalità e le idee strategiche di Hitler e nel gennaio 1943
fu sostituito da Dönitz. Nel processo di Norimberga (1945) fu condannato
al carcere a vita e rinchiuso nella fortezza di Spandau, ove scrisse un
libro di memorie, La mia vita. Fu graziato nel 1955. Altre sue
opere: La squadra di crociera (edito in Italia nel 1927) e
L'attività degli incrociatori leggeri "Emden", "Königsberg" e
"Karlsruhe" (1928).
Walter Von Reichenau
Feldmaresciallo tedesco (Karlsruhe 1884 - in volo 1942). Figlio di un
diplomatico, partecipò alla prima guerra mondiale. Capo di SM di Blomberg
a Königsberg nel 1930, fu poi chiamato al ministero della Reichswehr, di
cui diresse il Wehrmachtsamt (incaricato del coordinamento
dell'azione delle forze armate). Sostituito da Keitel nel 1934, ebbe in
seguito alcuni comandi territoriali. Ambizioso e fervido sostenitore del
regime nazista, mantenne ottimi rapporti con Hitler che gli affidò il
comando della 10ª armata durante la campagna di Polonia (settembre 1939).
Con questa armata, che faceva parte del gruppo sud al comando di von
Rundstedt, operando dalla Slesia verso la media Vistola Reichenau
raggiunse i sobborghi di Varsavia dopo aver spezzato la resistenza
polacca. Fu poi, sul fronte occidentale, alla testa della 6ª armata,
compresa nel gruppo di armate B del generale von Bock, e condusse le
vittoriose operazioni nella zona di Maastricht e di Eben- Emael, entrando
per primo a Bruxelles. Dopo essere stato promosso feldmaresciallo nel
luglio 1940 comandò la stessa grande unità sul fronte orientale nel 1941
(settore meridionale), partecipando alla battaglia che portò alla presa di
Kiev e più tardi alla conquista di Charkov. Nel dicembre dello stesso anno
sostituì von Rundstedt al comando del gruppo di armate sud; colpito da
paralisi a Poltava nel gennaio 1942, morì mentre veniva trasportato in
volo in Germania.
Joachim Von Ribbentrop
Uomo politico e diplomatico tedesco (Wesel, Renania
Settentrionale-Vestfalia, 1893 - Norimberga 1946). Figlio di un ufficiale,
lavorò negli Stati Uniti e in Canada e rientrò nel 1914 in Germania per
partecipare alla prima guerra mondiale. Rappresentante di una grossa
industria di vini nel 1919, effettuò numerosi viaggi all'estero nel corso
dei quali strinse contatti con importanti esponenti politici, e nel 1932
si iscrisse al partito nazista. Dopo aver svolto varie missioni
diplomatiche, nell'agosto 1936 fu nominato ambasciatore a Londra, dove
difese l'operato della Germania nel corso della crisi per la guerra di
Spagna assumendo una posizione più intransigente di quella voluta da von
Neurath. Succeduto a quest'ultimo nella carica di ministro degli esteri
(febbraio 1938), diede pieno appoggio alla politica espansionistica di
Hitler, divenendone un efficace strumento. Fu uno dei promotori della
politica d'avvicinamento con il Giappone (con cui aveva firmato il Patto
anticomintern il 25 novembre 1936) e con l'Italia (firma del "Patto
d'acciaio" a Berlino con Ciano, 22 maggio 1939). In previsione
dell'attacco contro la Polonia, firmò a Mosca il patto di non aggressione
con i Sovietici (23 agosto 1939). Tuttavia, dopo lo scoppio della seconda
guerra mondiale, la sua influenza e le sue iniziative, anche per il suo
carattere arrogante, diminuirono notevolmente. (È da notare che, dopo
l'iniziale intimità con G. Ciano, i rapporti con il ministro degli esteri
italiano divennero tesi e la sua politica nei confronti dell'Italia fu
spesso improntata a malcelata ostilità.) Processato a Norimberga come uno
dei maggiori responsabili dello scoppio del conflitto, fu condannato a
morte e impiccato.
Ernst Rohm
Röhm
(Ernst), uomo politico tedesco (Monaco 1887-1934). Ufficiale di fanteria
nella prima guerra mondiale, dopo la sconfitta entrò nel corpo franco di
von Epp (1919) e aderì al partito dei lavoratori tedeschi di Anton Drexler
e alle sezioni d'assalto naziste (SA) con le quali partecipò al putsch di
Monaco (8 novembre 1923). Deputato nazionalsocialista al Reichstag
(1924-1925), dal 1928 al 1930 fu in Bolivia come istruttore militare.
Tornato in Germania su invito di Hitler, fu nominato da lui capo di SM
delle SA (1931). Ministro senza portafoglio (1933), diede forte impulso
alle SA o "camicie brune", facendone un corpo di polizia ausiliaria che si
rese tristemente noto per la brutalità e le violenze esercitate contro gli
avversari. Le sue richieste (marzo 1934) di integrazione delle SA
nell'esercito gli attirarono l'ostilità di von Blomberg, ministro della
guerra, e della casta militare, mentre i suoi propositi di compiere una
"seconda rivoluzione" socialisteggiante allarmavano sia la destra
conservatrice sia gli stessi gerarchi nazisti, in particolare Göring e
Himmler, che avallarono le voci di un suo complotto con Gregor Strasser
contro Hitler. Questi decise di liberarsi di Röhm, e lo fece uccidere
insieme con numerosi capi delle SA nella notte del 30 giugno 1934. Scrisse
un'autobiografia: Storia di un reo di alto tradimento.
Erwin Johannes Rommel
Feldmaresciallo tedesco (Heidenheim, Württemberg, 1891 - Herrlingen, Ulma,
1944). Combatté durante la prima guerra mondiale sul fronte francese
(1914-1915) e al comando di reparti da montagna, sui fronti romeno
(1916-1917) e italiano (1917), dove si distinse a monte Mataiur durante
l'offensiva di Caporetto. Istruttore dal 1935 presso l'accademia militare
di Potsdam, nel 1937 pubblicò un trattato di tattica, La fanteria
avanza (Infanterie greift an), che richiamò l'attenzione dello stesso
Hitler. Trasferito alla scuola di Wiener Neustadt nel 1938 l'anno dopo fu
promosso generale e assegnato allo SM del comando supremo del Führer.
Comandante della 7ª Panzerdivision nel febbraio 1940, diede prova
delle sue non comuni qualità nel corso della campagna di Francia, quando
alla testa della sua divisione entrata in linea a sud di Liegi il 10
maggio, superò la Mosa, puntò su Cambrai, poi su Arras e il 12 giugno
raggiunse la Manica a Saint- Valery-en-Caux, proseguendo infine su
Cherbourg. Per tale fulminea avanzata la sua fu chiamata la "divisione
fantasma". Quando Hitler decise di inviare reparti tedeschi in aiuto alle
forze italiane costrette a ritirarsi in Africa settentrionale fino a
El-Agheila, dopo la prima offensiva britannica (iniziata nel dicembre
1940), nominò Rommel comandante del corpo di spedizione, denominato
Afrikakorps Raggiunto il fronte (febbraio 1941), il 24 marzo Rommel passò
all'attacco portando le truppe dell'Asse fino al settore del passo
Halfaya, oltre Bardia (aprile). Durante due anni di lotta accanita nel
Deserto Libico, in difficili condizioni climatiche e logistiche, Rommel
dimostrò di possedere doti di comando superiori, audacia, genialità
tattica, eccezionale resistenza fisica. Sempre presente in linea in mezzo
ai suoi soldati, pronto a cogliere la minima occasione favorevole,
esercitò l'azione di comando con un'immediatezza fino allora sconosciuta,
basandosi sulla sorpresa. Posto nominalmente alle dipendenze del
comandante superiore italiano in Africa settentrionale, prima Italo
Gariboldi e nel luglio 1941 Ettore Bastico, ebbe soprattutto con
quest'ultimo numerosi contrasti. In realtà Rommel, che aveva alle sue
dirette dipendenze anche unità italiane (dall'estate 1941 era comandante
di un'armata corazzata, di cui l'Afrikakorps faceva parte), agì
sempre indipendentemente. Passato nuovamente all'offensiva nel maggio 1942
nel settore Ain el-Gazala - Bir Hakeim, travolse il fronte avversario,
prese Tobruk (21 giugno) e alla fine del mese si attestò nel settore di
El-Alamein, venendo promosso feldmaresciallo. La fulminea avanzata aveva
però creato gravi difficoltà logistiche e l'offensiva si esaurì. Rientrato
in settembre in Germania per un periodo di riposo, fu sostituito dal
generale Stumme, ma subito dopo l'inizio degli attacchi inglesi (24
ottobre) rientrò al fronte. Dopo
aver cercato inutilmente di arginare l'8ª armata di Montgomery iniziò ai
primi di novembre la ritirata generale fino in Tunisia, dove, assunto nel
febbraio 1943 il comando di tutte le forze dell'Asse, fronteggiò abilmente
gli Alleati. Richiamato in Germania nel marzo, dopo il 25 luglio 1943
assunse il comando del gruppo d'armate che era sceso in Italia
settentrionale e nel novembre dello stesso anno fu nominato ispettore
delle difese costiere del Vallo Atlantico sotto von Rundstedt; nel gennaio
1944 ebbe il comando del gruppo d'armate B, schierato tra i Paesi Bassi e
la Loira. Non poté impedire lo sbarco alleato in Normandia, e il 17 luglio
venne ferito da aerei inglesi mentre rientrava al suo quartier generale in
automobile. In precedenza aveva avuto contatti segreti con elementi
antinazisti, in particolare con Goerdeler, e aveva più volte espresso
giudizi negativi sulle possibilità di una vittoria tedesca. Dopo
l'attentato del 20 luglio alcuni dei congiurati sottoposti a tortura
fecero il suo nome. Rientrato nella sua casa di Herrlingen dopo una
degenza in ospedale, il 14 ottobre 1944 il feldmaresciallo ricevette la
visita di due generali del comando supremo che, su ordine di Hitler, gli
offrirono l'alternativa del suicidio o dell'affrontare un processo davanti
al tribunale del popolo. Poco dopo, salito sull'auto con i due inviati, si
avvelenò in un bosco poco lontano. Ufficialmente la sua morte fu
attribuita ai postumi delle gravi ferite riportate in Normandia e gli
furono tributati solenni funerali di Stato. Erwin Rommel è considerato da
vari esperti militari il miglior generale tedesco della seconda guerra
mondiale: soprannominato LA VOLPE DEL DESERTO, divenne una figura
leggendaria anche tra gli avversari. I suoi appunti personali sono stati
pubblicati da Liddell Hart nel 1953, con il titolo Guerra senza
odio (1959).
Alfred Rosenberg
Politico tedesco. Nato da genitori tedeschi nella provincia
russa dell'Estonia e educato a Mosca, Rosenberg fuggì a Monaco durante la
Rivoluzione Russa, portando con sé un profondo odio sia per i bolscevichi,
che per gli ebrei. Hitler lo considerò da subito un intellettuale e nel
1923 lo nominò direttore del quotidiano nazista: Völkischer Beobachter.
Rosenberg disprezzò indiscriminatamente ebrei, massoni, comunisti e
cristiani. Propugnò una nuova religione, che oppose alla dottrina fondata
sull'amore cristiano l'ideale della superiorità della razza ariana.
All'ascesa di Hitler ottenne incarichi al ministero degli Esteri
(1933-1940). Come ministro dei Territori occupati dell'Europa orientale
(1941-1944) ordinò sanguinose repressioni. Nel Processo di Norimberga fu
condannato a morte.
Karl Rudolf Gerd Von Rundstedt
Feldmaresciallo tedesco (Aschersleben, Halle, 1875 - Hannover 1953).
Discendente da una nobile famiglia prussiana, combatté su vari fronti
durante la prima guerra mondiale e nel 1918 fece parte della missione
tedesca in Turchia. Ufficiale di SM, discepolo di von Seeckt, dopo la
disfatta della Germania si dedicò all'organizzazione della Reichswehr.
Promosso generale nel 1927, fu nominato da von Papen comandante militare
di Berlino e represse le agitazioni in Prussia (1932). Nel 1936 Rundstedt
fu posto a capo del 1º gruppo di regioni militari, e nel 1938 si ritirò
dal servizio. Uomo di notevole prestigio e preparazione, nel 1939 fu
richiamato e durante la campagna di Polonia ebbe il comando del gruppo
d'armate sud, schierate nel settore centromeridionale, che egli guidò con
grande abilità avanzando rapidamente fino a Varsavia. Nel maggio 1940 fu
alla testa del gruppo d'armate A durante la campagna di Francia e operò
attaccando nel settore delle Ardenne; per la sua magistrale condotta
strategica delle operazioni ricevette il bastone di feldmaresciallo
(luglio 1940). Nella prima fase della campagna contro l'URSS, iniziata nel
giugno 1941, guidò il gruppo d'armate sud che attaccarono in Ucraina
conquistando Kiev e Charkov. Venuto in contrasto con Hitler sulla condotta
delle operazioni dopo la breve occupazione di Rostov (novembre 1941), il
mese seguente si dimise. Nell'aprile 1942 gli venne tuttavia affidato il
comando del fronte occidentale in Francia dove svolse un'abile politica
nei confronti dei rappresentanti del governo di Vichy e sovrintese
all'apprestamento delle difese del "vallo atlantico". Dopo lo sbarco
alleato in Normandia nel giugno 1944, cercò inutilmente di arrestare
l'avanzata angloamericana e il mese seguente fu sostituito da von Kluge.
La situazione per i Tedeschi era tuttavia molto difficile e Rundstedt,
godendo ancora di alto prestigio presso Hitler, riassunse in settembre il
comando del fronte occidentale, guidando nominalmente l'ultima grande
offensiva della Wehrmacht nelle Ardenne, nel dicembre 1944. (In realtà
l'offensiva fu opera di Model giacché Rundstedt era scettico sui suoi
risultati.) Ceduto il comando a Kesselring (febbraio 1945), il
feldmaresciallo venne catturato dagli Americani nel maggio e consegnato
agli Inglesi. Dopo essere stato trasferito prima a Norimberga, poi a
Londra e infine ad Amburgo, nel 1949 venne liberato per ragioni di salute.
È considerato uno dei massimi condottieri tedeschi della seconda guerra
mondiale.
Hjalmar Schacht
Finanziere tedesco (Tingleff, Schleswig, 1877 - Monaco 1970). Iniziò la
propria attività nel 1903 nella Dresdner Bank di cui divenne
amministratore dal 1908 al 1915. Presidente della Reichsbank dal 1924 al
1929 (fu rieletto nel 1933), partecipò all'elaborazione del piano Daves e
di quello Young. Ministro dell'economia (1934-1937), riassestò la bilancia
commerciale bloccando in Germania i capitali stranieri e riportò
l'equilibrio tra le importazioni e le esportazioni sviluppando il settore
industriale. In contrasto col regime nazista, nel corso della seconda
guerra mondiale fu internato (1944) in un campo di concentramento.
Liberato alla fine della guerra, fu processato e poi assolto dal tribunale
alleato di Norimberga (1946).
Kurt Von Schleicher
Generale e uomo politico tedesco
(Brandeburgo 1882 - Berlino 1934). Membro di una famiglia prussiana di
antiche tradizioni militari, entrò nell'esercito imperiale (1900)
divenendo nel 1918 ufficiale di SM e, nell'ottobre dello stesso anno,
aiutante di campo del generale Groener. Nell'inverno 1918-1919, dopo la
proclamazione della repubblica, ebbe funzioni di collegamento tra lo SM e
la cancelleria di Berlino, attività che gli permise di venire a contatto
con alte personalità dell'esercito e della vita politica, sulle quali
esercitò una notevole influenza. Distintosi attivamente
nell'organizzazione dei Freikorps e della nuova Reichswehr, divenne, come
capo della sezione politica dell'esercito, uno degli uomini di fiducia di
von Seeckt, in particolare in occasione delle trattative segrete condotte
a Mosca con lo SM dell'Armata rossa. Esercitò in seguito grande influenza
su Hindenburg al quale parve il solo generale in grado di trovare, col suo
senso della diplomazia e dell'intrigo, il mezzo per dominare il nazismo
nascente e utilizzarlo a profitto della Reichswehr. Dopo aver favorito nel
1928 la nomina di Groener al ministero delle forze armate di cui fu
nominato segretario generale, tenne relazioni con Röhm e le SA che sperò
di allontanare da Hitler. Ma in seguito si avvicinò ai nazisti, fece
nominare von Papen alla carica di cancelliere e divenne egli stesso
ministro della guerra, ufficio che ricoprì nell'intento di dominare Hitler
e farne uno strumento dei militari e della destra. Nell'agosto 1932
provocò con l'aiuto di Hitler la caduta di von Papen, al quale Schleicher
succedette, su richiesta di Hindenburg, alla carica di cancelliere (2
dicembre 1932) in un clima di guerra civile. In seguito all'ostilità
generale del Reichstag e dopo aver cercato, insieme con Gregor Strasser,
di disgregare il partito nazista, fu costretto a dimettersi (28 gennaio
1933) a causa degli intrighi di von Papen, divenuto a sua volta alleato di
Hitler al quale Hindenburg affidò il cancellierato il 30 gennaio. Venne
fatto assassinare da Hitler (che temeva la doppiezza di Schleicher e non
gli perdonava di essersi immischiato negli affari del partito nazista),
nel corso della "purga Röhm" insieme con la moglie nella villa di
Neubabelsberg sotto la falsa accusa di intesa con potenze straniere e di
collaborazione con Röhm.
Carl Schmitt
Filosofo del diritto tedesco (Plettenberg, Vestfalia, 1888-1985).
Allievo di Max Weber, docente in varie università tedesche fra cui Bonn,
Colonia e Berlino, presidente dell'associazione dei giuristi
nazionalsocialisti, fu uno dei maggiori teorici del nazionalsocialismo. È
soprattutto noto per la sua teoria della sovranità che va sotto il nome di
"decisionismo". A suo parere la sovranità dello Stato non può trovare la
propria legittimazione nelle norme poiché, producendo le norme stesse,
deve necessariamente precederle. Soltanto un atto di decisione che si
svolge fuori da un ordinamento dato, e quindi non deriva da norme
esistenti, può fondare la normalità legale. Fra gli scritti più importanti
ricordiamo: Romanticismo politico (1919), La dittatura
(1921), in cui tenta di giustificare storicamente quest'ultima,
Teologia politica (1922), Dottrina della costituzione
(1928), Legalità e legittimità (1932), Il "nomos" della terra
nel diritto internazionale dello Jus Publicum Europaeum (1950), Ex
captivitatis salus (1950), Amleto o Ecuba (1956), Le
categorie del politico (1963), Teorie del partigiano (1964).
Postumo nel 1991 è stato pubblicato in Germania Glossarium, che il
filosofo scrisse dal 1947 al 1951 dopo essere stato arrestato per
propaganda nazista, che ha suscitato molto scalpore per certe affermazioni
("il vinto scrive la storia, non il vincitore") e per le sarcastiche
frecciate rivolte a tutti i filosofi.
Hans Von Seeckt
Seeckt (Hans von), generale tedesco (Schleswig 1866 - Berlino 1936).
Discendente da famiglia di illustri tradizioni militari, durante la prima
guerra mondiale fu capo di SM di diverse grandi unità sul fronte orientale
sotto A. von Mackensen e, con tale incarico, preparò la battaglia di
sfondamento condotta a Gorlice (maggio 1915) dall'11ª armata. Nello stesso
anno cooperò alla campagna di Serbia; alla fine del 1917 fu nominato capo
di SM dell'esercito turco. Dopo l'11 novembre 1918 fu a capo della
commissione incaricata di discutere le condizioni di armistizio. Nel
novembre 1919 fu nominato capo della commissione preparatoria
dell'esercito di pace, embrione del nuovo SM tedesco. A von Seeckt spettò
il compito di risollevare le sorti militari della Germania, superando le
limitazioni all'armamento imposte dal trattato di pace. Nel periodo
travagliato 1920-1923 mantenne l'esercito estraneo alla politica e
nell'inverno 1923-1924 ebbe dal governo poteri speciali divenendo arbitro
delle sorti della Germania. Ritornata la calma, si dedicò esclusivamente
al potenziamento dell'esercito, addestrandolo alla guerra di movimento,
istruendo segretamente gli ufficiali nelle mansioni di SM (mascherato con
il nome di Truppenamt), e tenne contatti con l'esercito sovietico. Nel
1926 fu costretto a dimettersi per aver invitato il figlio del Kronprinz
ad assistere alle manovre. Continuò tuttavia la sua opera a favore
dell'esercito con numerosi scritti, fra i quali si ricordano Pensieri
di un soldato(1928) e Moltke, un esempio (1931). Nel 1930 fu
eletto deputato; rieletto nel 1932, parteggiò per Hitler, in cui vedeva il
restauratore della Germania. In questo periodo fu per qualche tempo in
Cina per riorganizzarvi l'esercito, mentre in Germania non ebbe più
incarichi di rilievo.
Arthur Seyss-Inquart
Politico austriaco. Fu leader del nazionalsocialismo in Austria,
ministro degli Interni nel gabinetto Schuschnigg e nel marzo 1938
cancelliere, svolgendo un ruolo decisivo nello stesso anno nella
realizzazione dell'Anschluss. Commissario del Reich in patria (1938-1940)
e nei Paesi Bassi (1940-1945), al Processo di Norimberga fu condannato e
giustiziato.
Albert Speer
Architetto e politico tedesco. (Mannheim 1905 - Londra 1981). Nacque il
19 marzo 1905 a Mannheim in una famiglia borghese di mentalità liberale.
Seguì le orme del padre studiando architettura prima a Karlsruhe e poi a
Berlino. Qui divenne assistente di Heinrich Tessenow, uno degli innovatori
dell'architettura tedesca, ostile sia al razionalismo puro sia alla pompa
dell'architettura guglielmina. Speer dimostrò fin da subito le sue
capacità progettuali e organizzative. Da architetto, egli entrò in
contatto con il partito nazionalsocialista, aderendo ufficialmente nel
gennaio 1931. Hitler fu impressionato dallo zelo lavorativo del giovane,
tanto che gli affidò i primi incarichi politici dopo la presa del potere
(marzo 1933): la regia e la scenografia della gran parata del 1° maggio
1933, e soprattutto la scenografia del congresso di partito che si teneva
a Norimberga. Fu uno degli uomini più vicini al Führer proprio per la
passione che avevano entrambi per l'architettura. Fu inoltre il massimo
teorico dell'architettura del Terzo Reich e realizzò una serie d'opere in
stile neoclassico, in particolare la nuova cancelleria di Berlino,
l'assetto urbanistico e architettonico della capitale, rendendola adatta
ad assumere il ruolo di centro del grande impero che Hitler aveva in mente
di realizzare. Operò anche a Norimberga dove progettò la Piazza delle
Adunate e dei Congressi Nazisti. Nel settembre del 1937 progettò a
Norimberga uno stadio che avrebbe dovuto ospitare quattrocentomila
spettatori. Alcuni mesi prima Speer fu nominato "ispettore generale per
l'edilizia della capitale del Reich". Allo scoppio della guerra, Speer
assunse funzioni esclusivamente politiche. Dapprima ebbe un incarico
speciale per riordinare il sistema dei trasporti in Ucraina poi, alla
morte di Fritz Todt gli furono affidati tutti gli incarichi dell'ingegnere
deceduto. Agli inizi del 1942 diventò Ministro per gli Armamenti e guida
dell'industria tedesca. Nel 1943 il suo ministero fu denominato, più
ampiamente, "per l'armamento e la produzione bellica" e Speer riuscì ad
assumere il controllo degli uffici di pianificazione economica della
Wehrmacht e a gestire la distribuzione delle materie prime, la produzione
per la flotta (dal luglio 1943) e infine l'industria aeronautica (a
partire dall'estate del 1944). La realizzazione di questo traguardo fu
resa possibile dall'indebolimento del potere personale di Göring, la cui
Luftwaffe si dimostrò incapace di contrastare la supremazia anglo
americana. Nel 1944 cominciò a tramontare la sua ascesa al potere
soprattutto perché fu colpito da una lunga malattia, ma a Speer si
attribuisce il merito di aver potenziato in modo considerevole la
produzione bellica e di essere stato un grande organizzatore all'interno
del Reich, impartendo compiti ben precisi ai suoi collaboratori, dando
loro responsabilità e fiducia. Al processo di Norimberga fu tra i
principali accusati, anche se il tribunale lo assolse dai crimini più
gravi condannandolo a vent'anni di prigione; ma fino alla morte avvenuta
il primo ottobre 1981 in un albergo di Londra, Speer difese la sua
immagine conservando molti segreti fra cui quello della conoscenza (e
probabile partecipazione) alla politica di sterminio degli ebrei. La
successiva e parziale ammissione delle colpe personali, fu un percorso
difficile e la scrittura d'alcuni libri dopo la sua scarcerazione (1966),
ha rappresentato lo strumento con il quale Speer ha cercato di rendere
nota tutta la verità. Su quanto egli conoscesse, non si è mai espresso con
totale sincerità.
Claus Stauffenberg
Ufficiale tedesco (Jettingen, Augusta, 1907 - Berlino 1944).
Assegnato nel 1938 allo SM generale, poi (1941-1942) al gran quartier
generale, prese parte nel 1943 alla campagna di Tunisia nel corso della
quale fu gravemente ferito (perse la mano e l'avambraccio destri, due dita
della mano sinistra e l'occhio destro). Fu poi nominato capo di SM delle
forze della riserva a Berlino col grado di colonnello (inizi di luglio del
1944). Cattolico e profondamente ostile a Hitler, era entrato a far parte,
da qualche mese, della congiura, progettata da alti ufficiali
dell'esercito per eliminare il Führer, nella quale svolse una parte di
primo piano: invitato, a causa delle sue funzioni, a partecipare alla
riunione indetta da Hitler a Rastenburg, il 20 luglio 1944, portò nella
sala della riunione una bomba nascosta in una borsa. Stauffenberg,
allontanatosi dalla stanza prima dello scoppio dell'ordigno, convinto che
il Führer fosse stato ucciso (mentre era rimasto soltanto leggermente
ferito), rientrò a Berlino in aereo, cercando invano di porre in movimento
il meccanismo politico-militare della congiura. Fu arrestato la sera
stessa al ministero della guerra e fucilato.
Gregor Straber
Politico tedesco.(Geisenfeld 1892 - Berlino 1934). Nazista, partecipò
al Putsch di Monaco nel 1923; fu leader dell'ala "sinistra" del
nazionalsocialismo, rappresentata dalle SA. Contro il parere di Hitler,
trattò con Schleicher per entrare nel governo (1932). Fu assassinato dalle
SS nella "Notte dei Lunghi Coltelli", in cui il Führer si liberò delle SA
(30 giugno 1934).
Julius Streicher
Uomo politico tedesco (Fleinhausen, Svevia, 1885 - Norimberga
1946).
Insegnante, fondò a Norimberga un'associazione antisemita
(1918), si iscrisse quindi al partito nazionalsocialista (1921), partecipò
al putsch di Monaco (1923) e divenne Gauleiter della
Franconia (1924). Deputato nel 1932, diresse il settimanale antisemita
Der Stürmer. Organizzò la giornata di boicottaggio contro gli ebrei
del 1º aprile 1933 e fu l'ispiratore delle leggi antisemitiche di
Norimberga (1935). Dopo la sconfitta della Germania fu processato dal
tribunale di Norimberga e condannato a morte.
Karl-Heinrich Stulpnagel
Generale tedesco (Darmstadt 1886 - Berlino 1944), cugino di Otto.
Quartiermastro generale e sottocapo di SM dell'esercito nel 1938, comandò
il II corpo d'armata contro la Francia nel 1940 e presiedette la
commissione di armistizio franco-tedesca di Wiesbaden. Posto alla testa
della 17ª armata operante sul fronte russo meridionale nel 1941, l'anno
seguente sostituì il cugino Otto al comando delle truppe d'occupazione
tedesche in Francia. Nel 1943 aderì al gruppo di congiurati che mirava
all'eliminazione di Hitler. Convinto della riuscita dell'attentato contro
il Führer a Rastenburg (20 luglio 1944), nel pomeriggio di tale giorno
fece arrestare lo SM delle SS di Parigi. Venuto a conoscenza del
fallimento del tentativo di colpo di Stato, cercò di togliersi la vita
presso Verdun. Rimasto cieco, fu condotto a Berlino e impiccato il 30
agosto 1944. Nel comando di Parigi gli succedette il generale von
Choltitz.
Fritz Thyssen
Industriale tedesco. (Mülheim 1873 - Buenos Aires 1951).
Occupò il
posto del padre August alla guida di un grande gruppo siderurgico e
minerario. Finanziò il partito nazista e avvicinò gli industriali tedeschi
a Hitler tra il 1932 e il 1933.
Aderì al nazismo divenendo consigliere di Stato e commissario della
Renania-Vestfalia (1933) ma, in contrasto con Hitler, riparò prima in
Svizzera poi in Francia (1939). Privato della nazionalità e dei suoi beni,
fu arrestato in Francia nel 1940 e internato a Dachau.
Tornato in
libertà, si ritirò in Argentina dove morì.
Fritz Todt
Generale e ingegnere tedesco (Pforzheim, presso Stoccarda, 1891 - in un
incidente aereo 1942). Militante nel partito nazionalsocialista dal 1922,
fu incaricato da Hitler nel 1933 di presiedere l'organizzazione
paramilitare che da lui prese il nome. fece erigere la Linea Sigfrido al
confine con la Francia (1938-39).
Promosso generale nel 1939, fu nel
1940 nominato ministro degli armamenti e delle munizioni. Nel periodo
1941- 1942 ebbe la direzione delle retrovie sul fronte russo (costruzione
di strade, ponti, ferrovie, ecc.).
Erwin Von Witzleben
Feldmaresciallo tedesco (Breslavia 1881 - Berlino 1944). Durante la
seconda guerra mondiale, nel corso dell'offensiva tedesca a occidente
(maggio 1940), comandò la 1ª armata che operava fra Reno e Mosella. Al
termine di tale campagna fu promosso feldmaresciallo e, dopo qualche mese,
lasciò il servizio attivo. Ostile al regime nazista, aderì alla congiura
militare che culminò con l'attentato a Hitler a Rastenburg (20 luglio
1944): in caso di successo avrebbe assunto il comando della Wehrmacht.
Arrestato, fu processato e giustiziato.