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La tastiera: un po' di storia

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Quando si parla di tastiere, ci si riferisce a quel tipo di strumento generalmente suonato come solista o all'interno di un gruppo musicale che non è un pianoforte e che, grazie alla moderna tecnica elettronica, è in grado di emulare suoni di altri strumenti acustici tradizionali e perfino... la voce umana!!!!

Ma vediamo un po' come si arriva, navigando a ritroso nel tempo, alla nostra moderna tastiera.

Percorrendo la storia della musica e degli strumenti musicali, è possibile vedere che l'uomo ha creato ognuno di essi sfruttando un elemento (ad esempio una corda, una membrana tesa, un corpo metallico, un cilindro di legno svuotato del suo interno ecc.) che, producendo vibrazioni, dasse vita ad un suono.

L'associazione di tale elemento con altri oggetti (quelli che oggi vengono definiti casse di risonanza) opportunamente ricercati o creati dallo studio, consentiva anche di potenziare il suono prodotto dal corpo che vibrava permettendo di far udire lo stesso molto meglio fino, addirittura, a distanze molto considerevoli.

Ecco che quindi, dall'intelligenza umana, nascono, prendono forma e si perfezionano strumenti a fiato, a corda, a percussione ecc. che via via, divengono sempre più curati nella realizzazione e nella forma.

In ogni caso si tratta comunque di strumenti musicali "semplici" per quello che riguarda la produzione meccanica del suono: infatti esso scaturisce dalla vibrazione dell'elemento sonoro tramite la sua percussione (naturalmente con intensità diversa a seconda dello strumento) diretta (con le mani, le dita delle stesse, con l'aria contenuta nei polmoni) o indiretta (con l'ausilio di piccoli accessori metallici, di legno o di altro materiale).

Oltre a questo, il fatto di possedere un "sistema meccanico semplificato" per la produzione del suono, fa si che le loro dimensioni ed il loro peso siano quasi sempre contenuti: ciò vuol dire che non è richiesta una grande necessità di ingombro per il loro uso ed al medesimo tempo, questo garantisce una estrema facilità di trasporto.

Queste "regole generali" incontrano, però via via, delle eccezioni; l'uomo, infatti nella sua continua ricerca della conoscenza e nello sviluppo di nuove idee, comincia a progettare e costruire nuovi "apparecchi in grado di emettere suoni", anche "complicando" alcuni di quelli già inventati in precedenza o a cambiare il loro modo di utilizzo anche se questo, talvolta, può andare a discapito della semplicità d'uso, di "stazionamento" o di trasporto.

"Perchè invece di usare un solo flauto che produce più suoni (note), non se ne utilizzano tanti per quanti suoni si vogliono produrre?

E se le sue dimensioni venissero raddoppiate, triplicate od addirittura quadruplicate, il suono prodotto non sarebbe più potente?

Se non è possibile utilizzare i polmoni e l'aria contenuta dentro di essi per produrre il suono, perchè non inventare un sistema che oltre a produrre una fonte d'aria non la faccia utilizzare a piacimento per produrre il suono?"

Queste, e probabilmente altre, sono le domande che si sono posti coloro che intorno al III secolo a.C. costruirono l' Hidraulos ossia il primo organo a canne progenitore di tutti gli organi e delle tastiere di oggi.

Il suo funzionamento prevedeva l'uso dei principi sotto indicati utilizzati poi per la costruzione di tutti gli altri organi e cioè:

- un sistema meccanico di produzione dell'aria;
- un sistema di immagazzinamento della stessa a pressione;
- un sistema di distribuzione dell'aria con il mantenimento della pressione necessaria alla produzione del suono;
- un sistema di meccanica per il controllo ed il comando dell'aria e la produzione dei suoni;
- un sistema per la produzione dei suoni.

Se da un lato, le sue grandi dimensioni ed il sistema meccanico di produzione del suono piuttosto complicato non permettono di poterlo "spostare" molto facilmente, le sue potenzialità lo renderanno, in breve tempo, il re di tutte le manifestazioni pubbliche e religiose dell'antichità.

Intorno al XIV / XV secolo d.C. in sostituzione del sistema meccanico per il controllo ed il comnando dell'aria e la produzione dei suoni, compaiono la tastiera (simile a quella odierna) ed i registri.

Viene inoltre inventato un organo di dimensioni molto contenute che potremmo definire portatile le cui caratteristiche sono costituite appunto dalle contenute dimensioni e dal fatto che può essere suonato con la mano destra mentre con la sinistra si può produrre l'aria necessaria azionando un mantice.

Con il passare dei secoli, lo studio e l'evoluzione tecnologica, hanno portato agli organi tradizionali attuali fino ad arrivare, con l'avvento e lo sviluppo dell'elettronica, a quelli elettrici ed elettronici il cui capostipite è considerato l'organo di Hammond.

Tecnicamente, l'organo, viene definito come uno "strumento aerofono a tastiera nel quale il suono è prodotto da canne alimentate da aria inviata da un mantice e regolata per mezzo di tasti, le cui parti principali sono , oltre ai mantici, i somieri, la console, la trasmissione e le canne.

Un esempio di organo a canne in una Cattedrale

Schematicamente ecco come funziona un organo a canne.

Un esempio di organo a canne in una Cattedrale

Dai mantici l'aria giunge al somiere , una grande cassa rettangolare sopra la quale sono montate le canne. La console riunisce tutti i comandi che devono essere azionati dall'organista. La console può essere incorporata nello strumento o separata da esso. Il collegamento tra i tasti e i registri della console ed il somiere avviene attraverso la trasmissione. Le canne in metallo o in legno si raggruppano in due categorie: canne ad anima e canne ad ancia. Nelle prime il suono è prodotto dall'aria vibrante entro il tubo, nelle seconde da una linguetta vibrante in ottone collocata in diretto contatto con l'aria.

Come abbiamo già detto precedentemente, per arrivare alle nostre attuali tastiere, partendo dall'organo tradizionale visto sopra, dobbiamo arrivare all'organo denominato organo elettronico Hammond.

In questo organo il suono viene prodotto dalle oscillazioni di circuiti elettrici. Le sue caratteristiche principali possono essere così risassunte: dimensioni contenute, la presenza di due tastiere sovrapposte di cinque ottave ciascuna, di una pedaliera, di un pedale di espressione, di un amplificatore e di un altoparlante.

Da esso discendono tutte le tastiere che oggi vengono utilizzate, anche la nostra.

La definizione "musicale" che i dizionari danno della tastiera, è la seguente:

"...insieme dei tasti, destinati a produrre il suono mediante la pressione delle dita dell'esecutore in alcuni strumenti detti appunto "a tastiera" come " l'organo , il clavicordo, l'armonium, la celesta, il clavicembalo, il pianoforte, la fisarmonica."

Vediamo brevemente in dettaglio questi tipi di strumenti a tastiera.

L'armonium , è uno strumento a tastiera ad ance metalliche libere caratterizzato dalla mancanza di canne, presenti invece nell'organo, e che era destinato a sostituire l'organo a canne in ambienti particolarmente piccoli.

La celesta così denominata per la limpidezza del suono prodotto, è anch'esso uno strumento a tastiera. Inventato da Mustel nel XIX secolo, è caratterizzato dalla presenza di martelletti che percuotono delle lamine di acciaio; in aggiunta a questo meccanismo è presente una pedaliera ed un meccanismo per la smorzatura dei suoni. La percussione dei martelletti sulle lamine di acciaio, produce un suono "celeste" cioè, cristallino.

Il clavicordo è considerato l'antenato del pianoforte.

Il pianoforte può essere considerato insieme all'organo uno dei re degli strumenti a tastiera.

Nell'illustrazione successiva è rappresentato un pianoforte a coda con l'indicazione delle varie parti che lo compongono e dei loro nomi.

il pianoforte

Il suo funzionamento è caratterizzato da dei martelletti che, azionati dai tasti, percuotono le corde metalliche presenti nella cassa armonica.

Esistono vari tipi di pianoforte:

- verticale o a torre, le cui corde e la cassa armonica sono verticali;
- a coda, le cui corde e la cassa armonica sono orizzontali;
- a mezza coda, con le stesse caratteristiche di quello a coda ma con dimenzioni ridotte.

La sua invenzione è dovuta a Bartolomeo Cristofori (1698). Esso è costituito fontamentalmente da quattro parti:

- La cassa armonica, costruita in legno;
- la cordiera, che comprende l'insieme delle corde;
- la meccanica, costituita da un sistema di tasti e di leve che trasmette il movimento degli stessi ai martelletti;
- i pedali che generalmente sono due.

In particolare, le funzioni dei pedali sono le seguenti: quello di destra, serve a mantenere gli smorzatori staccati dalle corde, mentre quello di sinistra ha la funzione di attuire il suono.

In alcuni tipi di pianoforte, ad esempio in quelli verticali, è presente un pedale centrale detto sordina il cui scopo è quello di annullare quasi completamente la sonorità dello strumento.

La sua affermazione si ebbe nel decennio tra il 1770 ed il 1780.

Il clavicembalo (dal latino "clavis" e "cembalo" = cembalo a tastiera), caratterizzato da delle "penne" che alla pressione dei tasti, pizzicano le corde presenti nello strumento. Appartenente alla fimiglia della spinetta fù particolamente in auge fra il 1650 ed il 1780 circa.

il clavicembalo

Infine la fisarmonica, anch'essa classificata come strumento aerofono cioè, uno struemnto che produce dei suoni mediante l'aria generata dal mantice azionato dalle braccia del suonatore che fanno vibrare delle ance libere in metallo. L'apertura delle varie valvole viene ottenuta tramite la pressione delle dita sulla tastiera della stessa posta sulla parte destra dello strumento.

Per quest'ultima, potete comunque consultare l'apposita sezione.

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