La relazione semestrale di Telecom Italia.

L'azionista si aspettava dalla Società chiare indicazioni sui risultati conseguiti e previsti per l'anno in corso e solide assicurazioni per il futuro.

L'occasione poteva essere una lettera agli azionisti di Colaninno o una "illuminata" relazione sul primo semestre dell'anno.  

                                                  Niente di tutto ciò.                    

Non rimane quindi che attendere l'assemblea del 20 Ottobre. Non ci si dovrà infatti limitare agli argomenti previsti dall'ordine del giorno:  decisioni sul riassetto delle partecipazioni internazionali e sul "rinnovato" regolamento assembleare (quando si decise di rinviarne l'approvazione era comunque esplicito che il testo andava riscritto per tenere conto delle osservazioni e proposte avanzate da numerosi azionisti).

Va ricordato che l'inutilizzato e costoso strumento del voto per corrispondenza rende di fatto impossibile qualsiasi modifica in assemblea (anche con il voto favorevole della maggioranza).

Dobbiamo chiederci per chi viene scritta la relazione semestrale? Intanto per la Consob e per l'azionista di maggioranza Olivetti/Tecnost e, poi, per il mercato e per i pochi azionisti che la richiedono!

Il mercato é soddisfatto? Assolutamente no, vista la caduta delle quotazioni.

L'azionista che ha potuto leggerla é soddisfatto? Personalmente no, cosi come non lo sono gli azionisti, soci o no di associazioni, che ho potuto contattare.

La Consob é soddisfatta? Non so.            

L'azionista Olivetti/Tecnost, disponendo di dati e informazioni ben maggiori, forse, non sente l'esigenza di leggerla. Se lo avesse fatto avrebbe avuto il dovere di rinviarla al CdA. Temo inoltre che non l'abbia pienamente "letta" nemmeno Colaninno. Certamente non ha avuto la possibilità di apprezzarne gli effetti.

Nonostante la mia conoscenza dei problemi e delle insidie che investono il Gruppo Telecom Italia, non posso trovare argomentazioni valide per giustificare un siffatto documento.

La relazione semestrale deve essere considerata un documento altrettanto importante del bilancio annuale: anzi, é ancora più importante in quanto deve fare emergere le condizioni per una positiva chiusura dell'esercizio, in sostanza l'azionista deve poter valutare se riceverà un dividendo e se l'andamento della borsa rispecchia o meno la solidità della Società.

A proposito di dividendo, perché Colaninno non accredita agli azionisti un acconto in concomitanza alla semestrale? Non é forse questa una delle misure per fidelizzare il piccolo azionista, socio della Società?.

Alcuni aspetti della relazione sui quali richiamare l'attenzione di Colaninno.

L'indebitamento del Gruppo Telecom Italia - che al 30 Giugno di quest'anno é salito a oltre 18.000 miliardi (debt ratio del 30,7) - sembra destinato a crescere di molto, nonostante le economie di gestione, le dismissioni e la vendita di immobili.   Non è ancora chiaro il perchè e comunque va detto di quanto e quando esso aumenterà.

Il personale del Gruppo é "aumentato" a 128,4 mila persone (erano 122,7 mila a fine 1999): il commento però dice che presso la Capogruppo Telecom si registra una diminuzione della consistenza del 5% su base annua e che le dismissioni determineranno una riduzione degli organici di 17.000 persone. Si capirà più avanti che l'aumento è dovuto al cambiamento del "perimetro" delle società consolidate (immesse partecipazioni all'estero).

Il discorso sulle "risorse umane" prosegue snocciolando solo gli aspetti più critici: mobilità ordinaria -5300 unità; cassa integrazione -2200, incentivazioni all'uscita -3000....... E' un discorso pesante che coinvolge tutti gli azionisti, che non si sentono rassicurati. Le Autorità preposte alla regolazione del mercato non ne sono coinvolte in quanto si sentono soddisfatte dai benefici in capo ai consumatori! Il Ministro delle Comunicazioni dichiara che il minus in Telecom é ampiamente bilanciato dalla nuova struttura dell'offerta (sono oltre 100 le licenze concesse). Una larga parte sindacale sembra condividere la situazione.

I costi esterni aumentano più dei ricavi per effetto anche di costose campagne pubblicitarie. Costi ritenuti necessari per non perdere ulteriore clientela. Giustificazione che non può essere più accettata. Telecom deve avere il coraggio di ridurre del 50% queste spese e di dirlo chiaramente a tutti. Telecom non ha bisogno di credenziali, deve limitarsi a comunicare le nuove prestazioni, i prezzi e gli standard qualitativi.

Sulle attività di ricerca e sviluppo si hanno poche informazioni, non sono certamente in crescita! E' confermato il ruolo dello Cselt: ha un organico di 1150 persone (meno di un punto percentuale dell'occupazione totale) e i "ricavi" rappresentano lo 0,5% del totale. L'utile é stato conseguito con la vendita di un "ramo d'azienda"!   Non sembrano informazioni rassicuranti per il futuro del Gruppo.

Il traffico su rete fissa è aumentato di oltre il 23% ma non si dice a quanto ammonta, non dice il perchè (elasticità della domanda al prezzo, al mutato quadro economico, al nuovo assetto dell'offerta, ecc), non dice quanto è di competenza piena di Telecom: invece si indica in 28,2 miliardi di minuti il traffico di interconnessione. Cresce la base della clientela in Italia e all'estero: difficile capire le cifre in termini di quote di mercato e di penetrazione del mercato; per la telefonia fissa non si danno dati sulla migrazione verso la concorrenza. In sostanza, non si conosce il mercato Italia e non si é in grado di indicare la quota di Telecom Italia.

Apprezzabili gli sviluppi tecnologici della rete, nessuna indicazione sui costi e sul livello di copertura da parte degli utilizzatori. Sulla Stampa però compaiono dichiarazioni problematiche di Telecom: se la rete venisse considerata unità organizzativa autonoma emergerebbe un forte deficit. La relazione parla infatti del finanziamento del Servizio Universale: l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (il cui funzionamento costa a Telecom 4 miliardi!) ha quantificato la questione in 120 miliardi, ma la relazione non indica la vera dimensione del fenomeno, perché? Allo Stato, Telecom dovrà continuare a versare un canone di concessione, oggi chiamato "contributo", fino all'anno 2003, perché? Paghiamo tutti i mesi una tassa di 10.000 lire per il telefonino. Perché?

La relazione non riporta elementi quantitativi né sulla produttività totale e per i principali fattori, né sulla redditività del capitale investito, specie per ciò che concerne l'attività all'estero. Alquanto carente l'analisi sulle telecomunicazioni satellitari

In ultimo, la relazione indica che solo lo 0,32% delle azioni ordinarie Telecom Italia sarebbe detenuta dai dipendenti del Gruppo (era di oltre il 4% a fine 1998): vengono considerate solo le azioni in deposito presso Telecom Italia o anche quelle trasferite nelle banche?

 

      

 

 
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