Alessandro Fogliati é stato il  presidente delle associazioni di azionisti 

 di  Telecom Italia (ADAS) nata nel 1995  e di  ACEA (ACEA.As.A.), che hanno cessato la loro attività.

Dirigente Stet fino al 1995.

 Vice presidente del comitato TISP (politiche su telecomunicazioni e informazioni) dell'OCSE (a Parigi) fino al 1998.

Dal luglio 2012 è vice presidente di ASATI.  

                                      e.mail: alessandro.fogliati@alice.it   pgqffo@tin.it    tel  335.6527795

 

Resoconto avvenimenti:    Telecom  Italia: (gennaio 2002-marzo 2008)  ACEA: (da aprile 2002) 

                                                   L'ADAS nelle assemblee di Stet/Telecom dal 1995.    L'ADAS sulla stampa.

Telecom Italia:  aggiornamento al   9 Novembre 2012                              (glossario)

(9/11/2012) Risultati primi nove mesi del 2012  (valori in mldi euro): utile netto  1,946; Ebitda  8,86,Ebit 4,9. Free Cash Flow operativo  4,14; indebitamento finanziario netto rettificato  29,5. Ricavi  22,2; domestico 13,4.  Disponibilità "liquide" 6,1.  Dipendenti 85.183 unità di cui 56742 in Italia. Investimenti industriali ....... Brasile (dati in moneta locale, real/euro 2,455, 2,28 fine 2011:  ricavi  11%; Ebitda  +9%). Dipendenti  11309 (10539 a fine 2011). Linee mobili ...., quota di mercato ..... Argentina (dati in peso/euro 5,7146 (5,489 a fine 2011): ricavi  + 18%; Ebitda +6,5%. Dipendenti  16774 (16350 a fine 2011).

Come ampiamente "scontato", l'assemblea ha approvato il patteggiamento. ASATI ha contrastato tale decisione con grande determinazione.

(21/9/2012) L'assemblea Telecom Italia si terrà il 18 ottobre, alle ore 15, a Rozzano. Si deciderà se accettare il "chip" proposto dai legali di Buora (1 milione) e di Ruggiero (1,5 milioni), cosi come proposto dal CdA, oppure chiedere un risarcimento più significativo considerati i danni subiti dalla società, dai suoi azionisti e, soprattutto dai suoi dipendenti.

Per scongiurare il patteggiamentofare occorre un voto pari ad almeno il 5% del capitale "presente"  in assemblea. Non potremo contare sui voti di Telco (abbiamo chiesto di astenersi dal voto, informando Consob), gli altri come voteranno? Noi piccoli azionisti, soprattutto i dipendenti azionisti (sono oltre 10 mila) dovremmo    1) partecipare di persona o dare delega all'ASATI  (Franco Lombardi) 2) far sentire la nostra voce con tutti gli strumenti possibili 3) convincersi che è venuto il momento di impegnarsi per svolgere realmente il doppio ruolo di azionista e dipendente 4) chiedersi se quanto è accaduto in Telecom, negli ultimi 15 anni, non sia anche colpa del disinteresse di larga parte dei dipendenti stessi, ai vari livelli. I 97 mila dipendenti azionisti all'epoca della privatizzazione che cosa hanno fatto: certamente non si sono impegnati, hanno preferito "monetizzare" e...........

Gli altri azionisti, se voteranno si alla proposta del CdA, mi auguro che abbiano il coraggio in assemblea di motivare un siffatto comportamento.

(3/8/2012) Risultati primo semestre (rispetto all'anno scorso) valori in mldi euro: utile netto  1,245 + 9,2 (escluso svalutazioni); Ebitda  5,86, -1%; Ebit 3,2,+2,4%, Free Cash Flow operativo  2,24 (2,5 l'anno scorso); indebitamento finanziario netto rettificato  30,36 (30,4 a fine 2011). Ricavi  14,79, +3,1% di cui 37,5%. l'anno scorso il 34,5%; domestico 9,05, -3,1%.  Disponibilità "liquide" 6 (6,67 a fine 2011).  Dipendenti 84.889 unità di cui 56815 in Italia. Investimenti industriali 2,23 (di cui 898 estero). Brasile (dati in moneta locale, real/euro 2,415, 2,28 fine 2011:  ricavi 9,01, + 12,6%; Ebitda 2,385, +10%). Dipendenti  10922 (10539 a fine 2011). Linee mobili 68,9, quota di mercato 26,9% (ex 25,1%). Argentina (dati in peso/euro 5,692: 5,489 a fine 2011): ricavi 10,379, + 21%; Ebitda 3,13 (+8,9%). Dipendenti  16785 (16350 a fine 2011).

CdA conferma target di fine 2012, indebitamento netto rettificato a 27,5 miliardi di euro (-2,8 mldi su giugno 2012). Assemblea straordinaria in ottobre: nei confronti di Buora (composizione controversia) e di Ruggiero (azione di responsabilità). Chiesto di ampliare l'OdG: in particolare modifica statutaria per l'elezione del CdA..........

(2/8/2012) ASATI emette un primo comunicato stampa a seguito del CdA di ieri.

(27/7/2012) Ieri è stata costituita ASATI Onlus, brillante idea di Franco Lombardi. Sono uno dei soci fondatori.

(27/7/2012) ADAS è confluita in ASATI. Vorrei ricordare la mia lettera del 29/3/2004, diretta ai presidenti di Consob e di Telecom Italia, con la quale annunciavo le ragioni della sospensione dell'attività di raccolta deleghe da parte ADAS. Dicevo..... ADAS era nata spontaneamente.... poi la legge Draghi normalizzava le associazioni di azionisti...poi più nulla, permanevano le difficoltà, ancora attuali, circa la raccolta di deleghe anche presso i propri associati...chiudevo la lettera dicendo: "....mentre il voto di lista (per la nomina degli organi sociali) andrebbe esteso con criteri che assicurino anche ai piccoli azionisti e ai dipendenti azionisti la possibilità di esprimere un consigliere "indipendente" ed un rappresentante negli organi di controllo".  Non è possibile nemmeno oggi (sono passati 8 anni) nonostante le disposizioni dell'Unione Europea che hanno cercato di estendere i diritti degli azionisti. Per ora insuccesso totale: sia per il voto elettronico, sia per la delega ad un rappresentante comune, sia per le domande-risposte ante assemblea.

Con ASATI lavoreremo per trovare soluzioni volte a conseguire detti sacrosanti obiettivi, oggi che i nostri risparmi in azioni si solo ridotti all'osso.

(20/7/2012) L'ADAS cessa definitivamente la sua attività, sospesa nel 2004 come, a suo tempo, comunicato a Consob e a Telecom Italia. Come noto, da allora, ho comunque partecipato alle assemblee della società quale azionista e in rappresentanza di altri azionisti che mi hanno dato delega. Il mio impegno a tutela dei "piccoli" azionista proseguirà tramite l'ASATI. L'iscrizione ad ASATI è oggi ancora più indispensabile considerata la gravità delle situazioni che Telecom Italia deve affrontare sia in Italia che all'estero, sul versante dei mercati finanziari e degli assetti regolamentari, aggravati da congiunture negative che si riflettono anche sulle quotazioni di borsa. Vi invito a collegarvi al sito ASATI per l'iscrizione e per potervi tenere informati sulle attività svolte dall'associazione.

Mi fa piacere comunicarvi che l'assemblea dei soci  ASATI ha, tra l'altro, nominato il nuovo consiglio direttivo, confermando alla presidenza Franco Lombardi (vice presidente colui che vi sta scrivendo). Ringrazio per la fiducia che mi è stata data che ricambierò con il mio consueto impegno.

 

(12/7/2012) Sul passato Stet-Telecom la Giustizia ha avviato indagini da anni. Oggi, alcuni alti dirigenti sono inquisiti: Telecom paga una penale in denaro  e chiede a loro di risarcire il danno.

Chi pagherà i danni subiti dai risparmiatori/azionisti e quelli subiti dai dipendenti, moltissimi dei quali messi fuori dall'azienda? Importante è stata e sarà l'azione di Asati sul versante dello stimolo giudiziario e aziendale. ADAS ha fatto dal 1995 quanto gli è stato possibile, non farà mancare ad Asati il suo sostegno. 

Sembra che la Giustizia si stia soffermando su alcune punte dell'iceberg, forse non quelle più sostanziali. Il disatro Stet-Telecom  ha un inizio e fasi successive "pilotate" dai governi, dalle banche e da una legislazione carente. In sintesi ricordo alcuni eventi mostruosi:   anno 1996: viene decisa la privatizzazione e come inizio si trasferisce la Seat da Stet al Tesoro che la cederà tramite un veicolo a dir poco "criminoso"; anni 1997-1998: 2 milioni di risparmiatori partecipano alla privatizzazione, 100 mila dipendenti, con il 3,3% del capitale non entrano nel nuovo CdA voluto dal Tesoro, cosicché Telecom sarà guidata per poco da Rossignolo (Fiat: 0,6% del capitale); Guido Rossi lascia insoddisfatto... 1999: OPA Olivetti favorita dal Governo, inutile il contrasto di Bernabé sostenuto unicamente dalle associazioni di azionisti; l'assemblea va deserta per volere del Governo che influenza i "grandi azionisti". Colaninno presidente. anno 2000: Telecom vale in borsa 125 mldi di euro, Seat+Tin.it vale.... 72 mldi. Inizio del secondo atto della tragedia. Meie assicurazioni viene ceduta a Unipol... Cessione quota Italtel, Sirti e immobili. Esborsi esagerati per acquisto licenze UMTS. Il debito sale da 9 a 18 mldi, nel 2001 a 23 mldi. anno 2001: caso Telekom Serbia, nasce Brasil Telecom. Indagini su Colaninno, Gnutti, Pelliccioli, Erede. Tronchetti Provera subentra a Colaninno (minaccia "forse" 30 mila esuberi). Entrano sulla scena: Bondi per poco, Buora, Ruggiero, .... Le azioni Olivetti scendono da 4 a 1 euro, quelle di Pirelli da 3 a 1,5 euro. Quelle Telecom e Seat in picchiata. N.B. l'11 settembre cambia il mondo, dopo l'attentato alle torri gemelle di Manhattan ecc.; anno anni 2002-2003: Agenzia Entrate avvia indagini su società "estere" ex Seat...  Proseguono le "dismissioni" anche degli immobili, inutili le nostre denuncie. Cessione di Telespazio e pertecipazioni satellitarie; anno 2004: fusione Telecom con Olivetti, fusione Tim-Telecom (a 5,6 euro); anno 2005: One global company (Tim in Telecom) poi la"media company"; anno 2006: le intercettazioni, il suicidio di Bove, Prodi al governo, il piano Rovati per la cessione della rete. Rossi subentra a Tronchetti Provera; anno 2007: Telecom vale in borsa 38 mldi, Pistorio subentra a Rossi, anno 2008: caso Sparkle, carosello IVA....., dal 1997 al 2007 bruciati 60 mldi di Telecom che sarà governata da Telco (22,5% del capitale): Galateri e Bernabé. Pirelli cede le azioni Telecom a Telco a oltre 2,7 euro, oggi sono a 0,75........

Questa è la storia di una grande azienda ridotta a brandelli da una scellerata privatizzazione e liberalizzazione, certamente necessaria, ma condotta da istituzioni e persone incapaci, imprudenti, poco serie, senza reali valori, senza lungimiranza che hanno calpestato i diritti dei risparmiatori, dei lavoratori e quindi hanno danneggiato il nostro Paese.  Alcune persone sono sotto inchiesta, alcune sono in galera... Ritengo che ciò che è stato finora fatto è troppo poco. 

La storia Telecom prosegue come potete leggere nel seguito.

(20/6/2012) E' disponibile, via web, il verbale assembleare. Leggerete la mia relazione e quella di Lombardi (ASATI).

La partecipazione alle assemblee di persona o dando delega, ad altro azionista o al rappresentante delle associazioni di azionisti (di ASATI nel caso Telecom), è l'unica possibilità di intervento per l'azionista individuale. Ne è conferma il "fallimento" del voto per corrispondenza (una sola scheda, 12250 azioni), del voto via web (3027 azioni) e del voto tramite il rappresentante indicato dalla società (nessuna delega). Inoltre non sono state poste "domande" tramite web.  Sono innovazioni recenti che vanno meditate affinché trovino adeguate positive risposte già per le prossime adunanze assembleari. Ovviamente Telecom deve impegnarsi, cosi come lo faremo noi azionisti che partecipiamo alle assemblee. Occorre fare più "cultura": è forse impensabile pretendere che si leggano centinaia di pagine sugli argomenti all'ordine del giorno, a volte di difficile comprensione, scritte per gli "addetti ai lavori" cosi come è altrettanto impensabile che siano espressi "voti a distanza" alla cieca! Sono state introdotte, per legge le associazioni di azionisti che, tra l'altro, svolgono un ruolo basilare nei confronti delle società, in quanto sono il loro anello di congiunzione con migliaia di azionisti individuali che altrimenti sarebbero lasciati nel "limbo". Pochi di loro però hanno capito questo ruolo essenziale delle associazioni a tutela si delle società ma anche dei loro risparmi investiti in tali società.  Purtroppo non l'ha capito nemmeno la maggioranza dei dipendenti azionisti..... Quindi non si perda il coraggio, ritorni l'entusiasmo, specie oggi che le quotazioni, anche della nostra società, sono su livelli assolutamente ingiustificabili. Il tutto sia di stimolo per il vertice Telecom, per ASATI, per me stesso e per tutti gli azionisti che non partecipano alle assemblee.

(15/5/2012) Si è tenuta l'assemblea. Partecipa il 53% del capitale, oltre 1600 azionisti rappresentati, per oltre il 90% da ASATI (Lombardi). Le tre proposte di ASATI, per l'avvio di  azioni di responsabilità nei confronti di un maggior numero di persone rispetto a quelle evidenziate dalla società (Buora e Ruggiero),  sono state poste in votazione e non approvate, come era prevedibile. Gli azionisti che hanno votato contro (il 90% dei voti) si assumono di fatto responsabilità ben precise, considerato quanto finora emerso dalle indagini della magistratura e dalle informazioni oggi disponibili sul "progetto Greenfield" e sulle decisioni assunte dal CdA della Società del 16/12/2010. E' una altra chiara dimostrazione del fallimento della governance societaria conseguente a norme statutarie inerenti la nomina del CdA e del Collegio Sindacale. E' un tema che ho nuovamente affrontato in assemblea e che mi ha portato a votare "contro" le proposte all'OdG dell'assemblea straordinaria.

Fogliati è intervenuto sia nella parte ordinaria che straordinaria (si legga il testo). Voto di astensione sul bilancio, voto favorevole sulla nomina di due amministratori, voto contrario sugli altri argomenti: in particolare, no alla politica remunerativa del top management. Sulla nomina del Collegio Sindacale, voto sulla lista Findim.  

(9/5/2012) Risultati primo trimestre (rispetto all'anno scorso) valori in mldi euro: utile netto  0,6, +10,6%, Ebitda  2,9, +1.2%; Ebit 1,6,+7,6%, Free Cash Flow operativo  0,6 (1,07 l'anno scorso); indebitamento fin.netto rettificato  30,12 (30,4 a fine 2011). Ricavi  7,4, +4,5% di cui 38% estero; domestico 4,5, -2,4%.  Disponibilità "liquide" 5,42 (6,67 a fine 2011).  Dipendenti 84.625 unità di cui 56919 in Italia. Investimenti industriali 0,954 (meno Italia, più estero). Brasile (dati in moneta locale, real/euro 2,318 ex 2,28:  ricavi 4,47, + 19%; Ebitda 1,17, +13,5%). Dipendenti  10737 (ex 9991). Linee mobili 67,2, quota di mercato 26,8% (ex 25,1%). Argentina (dati in peso/euro 5,6875 ex 5,48989): ricavi 5,13, + 24%; Ebitda 1,64 (+16,6%). Dipendenti  16591.

Il CdA mette sul mercato La7, per ridurre il debito (nel 2011 ha perso 83 milioni; sulla stampa si legge un valore di TI media pari a 160 milioni....).

(4/5/2012) Prosegue l'impegno per una partecipazione significativa di ASATI alla ormai prossima assemblea azionisti Telecom Italia.

Ci sarò anche io per testimoniare ancora una volta l'esigenza che le minoranze siano realmente rappresentate negli organi sociali e che si riconosca al dipendente azionista un ruolo ben diverso da quello attuale. Non vanno assolutamente sottovalutati i risultati raggiunti dalla società, in un contesto economico estremamente difficile e ancora molto incerto.  Vanno però tenute ben presenti le attese sia degli azionisti e sia dei dipendenti. I primi sono estremamente delusi, sfiduciati, mortificati da quotazioni azionarie in progressivo calo: dagli oltre 2 euro del 2007; a 1,08 nel 2009; 0,98 del 2010 e 0,83 a fine 2011. Il risparmiatore ha subito enormi perdite, solo in parte compensate dai dividendi riscossi. D'altra ha dovuto prendere atto che il patrimonio netto della società, a fine 2011, si è ridotto a 20,5 miliardi (-5 miliardi), per effetto delle svalutazioni che è stato necessario operare. I dipendenti in Italia sono ancora diminuiti, la loro retribuzione si è ridotta per effetto della "solidarietà" in atto dal novembre 2010 (durata biennale). Il potenziale delle suddette risorse è molto elevato, può e deve essere valorizzato.  In assemblea chiederò, ad esempio, che venga rafforzata l'attività di ricerca quale fattore indispensabile per sostenere la crescita del nostro Paese   vanno colte tutte le opportunità offerte da un contesto nazionale ed europeo favorevole e disposto a impegni finanziari di grande portata. L'Unione Europea sta per varare un nuovo piano di sostegno alla ricerca, Horizon2020, con un impegno dell'ordine di 100 miliardi di euro.  

(18/4/2012) Convocata assemblea azionisti: 15/5/2012, ore 10, a Rozzano. Si potrà votare: via elettronica, per corrispondenza, dando delega al  "Rappresentante Delegato" o ad altro azionista: suggerisco Franco Lombardi, presidente ASATI, associazione con circa 3 mila soci.

Detta associazione va sostenuta affinché raggiunga una consistenza idonea a consentire la presentazione di una lista di candidati per la nomina del collegio sindacale (all'OdG dell'assemblea) e  per concorrere alla nomina del CdA, nel 2014. L'obiettivo potrebbe essere raggiunto se l'azionista individuale, essi sono oltre 500 mila, si impegnasse di più iscrivendosi all'ASATI, per l'appunto. Purtroppo la CONSOB ha raddoppiato la quota azionaria necessaria per la presentazione delle "liste" dallo 0,5% all'1%: decisione che non possiamo che biasimare, non risponde alle direttive dell'UE inerenti i diritti degli azionisti, con una siffatta quota detti azionisti non saranno mai rappresentati direttamente negli organi sociali! In Telecom poi vengono confermate regole di nomina del CdA che prevedono che 4/5  dei consiglieri siano estratti dalla lista presentata dall'azionista di maggioranza, oggi TELCO (22,39% del capitale....): avevamo chiesto di modificare lo statuto a tali fini. Lo statuto verrà modificato in assemblea, solo per recepire le norme inerenti le "quote rosa": anche qui non siamo d'accordo. si inizia con 1/5 per poi arrivare a 1/3 (per il CdA nel 2018...). La quota di 1/3 va da subito applicata.

Su altre questioni dirò in seguito. Come ho fatto dal 1995 sarò presente in assemblea. Nel 2004, quale presidente ADAS, scrissi alla CONSOB e ai vertici della società, che non esistevano le condizioni per il proseguimento "costruttivo" dell'attività associativa: per le ragioni che ho detto sopra, le condizioni non sussistono nemmeno oggi! Ragione di più per affiancare con convinzione l'azione dell'ASATI.

(29/3/2012) CdA conti finali 2011. (Dati in miliardi di euro).  Confermati i dati provvisori del 24/2/2012. Le novità: a) una svalutazione delle attività "immateriali" pari a 7,3 mldi a livello di gruppo e a 5,7 mldi per TI SpA;  b) quindi l'evidenza di una perdita rispettivamente pari a 4,73 mldi e 3,57 mldi;         c)  senza tali svalutazioni il risultato netto sarebbe stato di 2,6 mldi e 1,76 mldi;  d) ebit rispettivamente -0,603 (+6,76) e -5,15 (-0,182); e)  free cash flow operativo di gruppo: 5,767 mldi; f) riserve disponibile a fine 2011, post perdita, di oltre 7 mldi quindi.......  g) proposta di dividendi per 0,9 mldi: 0,043 az.ord. e 0,054 az.risp.  h) viene proposto un piano di incentivazione per la dirigenza.

Le mie considerazioni: svalutazioni necessarie (l'esigenza è da tempo da me sollecitata in assemblea), perplessità sul dividendo ancorché ridotto, che fine ha fatto l'auspicata seconda tranche di azioni ai dipendenti "tutti".degli

(24/2/2012) CdA conti preliminari 2011. (Dati in miliardi di euro). TI spa: riduzione monte dividendi:  a 0,9 mldi (ex 1,183); ricavi 18,045 (-5%); ebitda 9 mldi (-1%); debiti netti rettificati 34,883 (-1,8%); investimenti 4,12 (di cui frequenze LTE 1,223); dipendenti 47801 (-1835). Utile netto: nd.  Acquisto azioni di risparmio: nd. Ricavi domestic: 19,033 (-5,2%) di cui tlc fisse 13,542 (-4,1%), mobili 7,114 (-7,5%).

Gruppo: utile netto nd .....(ex 3,12);  debiti netti rettificati  30,414 (- 1,064 mldi); investimenti 6,095: di cui frequenze LTE 1,223; dipendenti 84154 di cui Italia 56878 (-1167); generato cassa per 5,767 (-0,446); margine di liquidità 14,7 mldi (di cui cash 7,7); margine operativo lordo (ebitda) 12,246, +7,3% di cui in %: domestic 63,6 (ex 72,8, Brasile 24,5 (ex 22,5), Argentina 10,7 (ex 2,9); ricavi 29,958, +8,7% (+2,7% organico) di cui in %: domestic 75,5 (ex 82,3), Brasile 16,3 (ex 15,8), Argentina 8,5 (ex 2,1).

Brasile: acquisto AES (Tim Fiber Rje e Tim Fiber SP).  Dati in mldi di real ( vs euro 2,32669). Ricavi 17,86 mldi (+18,2%), ARPU real 21,4 (-9,7%); ebitda 4,631 (+10,2%). Linee 64,1 milioni, quota di mercato 26,5%. Dipendenti 10539 (+425). Argentina: dati in peso (vs euro 5,74419). Ricavi 18,496 (+26,5%) di cui dal mobile il 71% (che registra un incremento del 32%). Ebitda 5,947 (+24,1%); investimenti industriali 3,192 8+24,8%). Dipendenti 16350 (+700). Linee fisse nd.... (ex 4,1 milioni),  quota di mercato nd.

Aggiornato piano industriale 2012-2014. Gruppo: debiti netti rettificati a fine 2012 27,5 mldi (- 2,9 mldi su fine 2011), a fine 2013 25 mldi; ricavi ed ebitda 2012 in linea con il 2011; nel triennio: generazione cassa per 22 mldi; investimenti industriali 15 mldi.

Bernabè: il Gruppo ha raggiunto tutti gli obiettivi del 2011. La proposta di riduzione del dividendo "contribuisce alla conferma del percorso di riduzione dell'indebitamento delineato nel precedente piano. Al raggiungimento di tale obiettivo la shareholder remuneration potrà tornare a crescere".

(22/2/2012) Il Governo riaffronta il "ritardo" del Paese nei confronti anche delle reti di telecomunicazioni e determina l'Agenda Digitale, riferita agli obiettivi della CE al 2020. Telecom Italia, in audizione alla camera, risponde che entro il 2014, saranno collegati 6 milioni di unità immobiliari, grazie alla tecnica FTTC (Fiber-to-the-cab), cioè fino all'armadio di distribuzione, che potranno servire utenze nel raggio di 400 metri. A Telecom mancherebbero le risorse per fare di più.... da sola. Quindi, si riaccendono i fari su uno "spezzatino"( rete... mobile) e sul coinvolgimento di altri "attori" anche pubblici. Si chiede alla Società un maggiore impegno, da dimostrare con un piano industriale ambizioso. Vedremo cosa verrà deciso dai prossimi CdA (di domani e del 29/3): poi se ne discuterà nell'assemblea del 15 maggio.  Rimane l'incognita di come ridurre l'elevato indebitamento, vero macigno che pregiudica il futuro. Occorre anche rafforzare le attività di ricerca e innovazione, sia autonomamente e sia attraverso una più incisiva partecipazione ai progetti europei: l'Europa sta per definire un nuovo piano di evoluzione del settore ICT, con un orizzonte al 2020 e con la destinazione di elevate risorse, che troppe volte l'Italia ha dimostrato di non sapere "sfruttare" pienamente. Vorrei anche ricordare che la partecipazione a detti progetti, con il ruolo di coordinamento, comporterà per le persone incaricate una particolare "gratificazione": saranno ad esempio "parificati" ai professori universitari (vedi DM del MIUR, novembre 2011).  

(25/1/2012) In base a indiscrezioni di stampa, la quotazione delle azioni ordinarie di Telecom Italia si riduce del 6% (da 0,8175 a 0,769, le azioni di risparmio da 0,708 a 0,648). La Società precisa che la decisione sui dividendi sarà presa dall'assemblea dei soci il 15 maggio p.v., sulla base delle proposte del CdA del 29 marzo. Giustamente viene però ribadito che il CdA del 19 c.m. ha espresso, "a tutela della Società e dei suoi azionisti, il proprio orientamento a dare assoluta priorità all'obiettivo di deleverage e di mantenimento del rating, anche alla luce del recente downgrade del merito di credito della Repubblica Italiana".

Orientamento che più volte ho sostenuto, anche in occasione dalla mia partecipazione all'assemblea dei soci dello scorso anno. Anzi, ho chiesto una diversa politica dei dividendi e cioè l'assegnazione di azioni al posto del dividendo: uscite di cassa dell'ammontare ipotizzato (dell'ordine del miliardo di euro) è una decisione decisamente da sconsigliare in presenza di un debito enorme, di un mercato domestico in sofferenza, anche per una congiuntura negativa, di continuare a ridurre i costi, che ha tra l'altro comportato il ricorso all'istituto della solidarietà per decine di migliaia di dipendenti. Per troppi anni la Società ha dovuto pagare alti dividendi, per dare sollievo agli "azionisti" che di fatto controllavano l'azienda. Anche oggi, l'azionista TELCO avrebbe bisogno di alti dividendi stante l'elevato ammontare degli oneri finanziari che deve erogare. E' un bisogno che è stato finora soddisfatto con effetti chiaramente calcolabili e che oggi potrebbe rendere "vulnerabile" l'azienda.  

La borsa risponde con comportamenti irrazionali e irragionevoli: si confronti il rendimento ottenuto dagli azionisti Telecom, negli ultimi anni, e lo si confronti con i rendimenti forniti da altri strumenti quali i titoli di stato, ecc. Vorrei anche ricordare che da tempo le associazioni degli azionisti della Società hanno rilevato ed espresso la fondamentale esigenza di un aumento del capitale: si è sempre temuto un drastico ridimensionamento delle quotazioni di borsa (che è avvenuto lo stesso). La vera ragione è proprio nella composizione azionaria della società: un azionista, Telco per l'appunto, con il 22,4%, detiene di fatto il controllo del CdA (grazie ad uno statuto che da tempo doveva essere modificato). La Telco naviga in cattive acque? I suoi azionisti: Telefonica, Mediobanca, Intesa, Generali  sono in difficoltà?  Dovrebbero ripensare al perché hanno"liquidato" la precedente gestione con un elevato "gettone". Siamo certamente noi piccoli azionisti ad avere patito le maggiori "perdite", cosi come sono i dipendenti ad avere risentito del drastico rimaneggiamento che il nuovo vertice è stato "costretto" ad attuare. 

(12/11/2011)  Risultati dei primi nove mesi del 2011,  per il Gruppo: considerando la svalutazione dei cespiti immateriale di 3,18 mldieu, la perdita per i soci è di 1,2 mldieuro (valore analogo alle imposte sul reddito); il patrimonio netto si riduce di 2,55 mldieu (da 32,5  a 29,8 mldieu). Ebitda 9175 milionieu, +8,3%: peso %, domestico 76,2 Brasile 15,7%, Argentina 8,3.  Ebit 1847 milioni (-2457 milioni), Free Cash Flow operativo  4524 milioni, +1073; indebitamento fin.netto rettificato 29,9 mldieu -1,52 su fine 2010. Ricavi  22 mldieu, +10,9%, 35% estero di cui 24,5% Brasile e 10,5% Argentina; l'incidenza del domestico scende dal 75,5% al 63,9%.  Dipendenti 85126 di cui 10,2 mila in Brasile e 16 mila in Argentina. Investimenti industriali 3190 milioni, +252 milioni (Brasile 807 milioni, Argentina 331 milioni). Brasile (dati in moneta locale, real/euro 2,29395):  ricavi 12375 milioni, + 17,5%; Ebitda 3313 milioni  (+10,5%), Ebit 1567  (+789 milioni).  Linee mobili 59,2 milioni, + 26%, quota di mercato 26%. Argentina (dati in peso/euro 5,74763): ricavi 13357 milioni, + 2872; Ebitda 4363         (+23,8%).   Linee fisse: 4,1 milioni (idem fine 2010). Clienti broadband 1,5 milioni di accessi. Linee mobili 17,8 milioni, + 1453 mila (Paraguay 2,08 milioni di linee, +11%).

Risultati soddisfacenti. Conferma dei target, compreso l'erogazione del dividendo (attingendo alle riserve.....). Nel comunicato stampa non si dà conto della Telecom Italia SpA. Ritengo che l'analisi debba essere approfondita sia sul domestico che sul Brasile e Argentina: mancano ad esempio alcuni indicatori sulla produttività, relativa e totale e sulla redditività che tengano conto dell'inflazione, della variazione dei prezzi, dei tassi di cambio, di altre variabili esterne quali l'aumento del costo del denaro.

(14/9/2011) Ho avuto la possibilità di esaminare la situazione patrimoniale di Telecom Italia SpA al 30/6/2011: è l'entità alla quale noi azionisti ci riferiamo, in particolare in assemblea, ed è l'entità che ci "remunera" con il dividendo, ricorrendo se necessario alle "riserve disponibili". E' l'entità alla quale fa riferimento il business domestico. Va data quindi importanza ai "risultati" di Gruppo. Altrettanto rilevanti sono però gli elementi di detta entità! Ecco i dati sui quali richiamo l'attenzione. I dati sono in miliardi di euro. L'attivo "non corrente": 66 mldi di cui 42,5 per le attività "immateriali": voce ridotta ma ancora critica! Il passivo: patrimonio netto 24,3 mldi di cui 10,2 quali "riserve distribuibili senza oneri fiscali"; passività "non correnti" 35,4 mldi. Il totale dello stato patrimoniale  é di 74,6 mldi. In totale le passività finanziarie sono pari a 40,7 mldi. La loro scadenza è scaglionata negli anni futuri: 6,4 nel 2012, 4,3 l'anno successivo...ecc.    Il tasso di interesse varia dal 2,5% al 10%: 19 mldi rientrano nella fascia superiore al 5%. L'indebitamento finanziario netto è di 35,74 mldi. La "cassa" e altre disponibilità liquide sono pari a 1,08 mldi: il flusso monetario generato da attività operative: 3,34 mldi è stato assorbito per 1,4 da investimenti e 2,96 dalle attività di finanziamento ( di cui 1,2 per dividendi pagati). Il conto economico: ricavi 8,9 mldi (3,4 traffico, 3,8 canoni ecc.); ebitda 4,43 mldi; ebit 1,2 mldi; utile prima imposte 0,29 mldi; imposte sul reddito   0,557 mldi. Perdita del periodo: 0,265 mldi.   Personale in servizio a fine giugno: 49.298 unità di cui 772 dirigenti, 3319 quadri.  Costo del personale: 1,355 mldi, in calo per effetto contratti di solidarietà e per il conferimento ramo di azienda alla controllata Shared Service Center. Il CdA non ha dato corso alla delibera assembleare del 8/4/2009: aumento del capitale (1,6 mldi di azioni). Non ho rilevato aggiornamenti circa l'autorizzazione di acquisto di azioni di risparmio della società (max 800 milioni di euro), dell'assemblea del 12/4/2011.

(9/9/2011) Il giorno dopo rispetto alle mie considerazioni e proposte, che vedete nel seguito, Moody's ha declassato Telecom. Bernabè risponde che la società paga gli effetti della crisi politica ed economica del Paese (dichiarazioni che leggo da una sua intervista): dice anche che Telecom riconferma pienamente tutti i suoi target di medio e lungo periodo. Nonostante l'onerosità dell'asta per le frequenze, il debito si ridurrà nel lungo termine (aumenterà quindi nel medio..). Ho informato Bernabè circa le mie proposte che leggete sotto: vi terrò informati.

(7/9/2011) Come già detto, la crisi "mondiale" si è abbattuta anche sulle quotazione delle nostre azioni. E' una causa fondamentale, ma non dobbiamo trincerarsi dietro questa "origine" della drastica perdita di valore dei nostri risparmi. Dobbiamo reagire, anche perché il decifit "paese" potrebbe danneggiarci anche sul piano del giro di affari e quindi sul risultato "industriale". Altri risparmi sul lato delle spese possono essere fatti: è in atto un "sacrificio solidale" da parte di tutto il personale, non risultano però coinvolti coerentemente i dirigenti. Molti capitoli di spesa possono essere ritoccati. Tutti devono contribuire, a partire proprio dai dirigenti, dai consulenti (voce da eliminare) e  dagli emolumenti degli organi sociali, ancorché decisi dall'assemblea. L'organizzazione va ulteriormente affinata, gli uomini "chiave" non sono inamovibili, il loro "costo" va rapportato ai "risultati", ma non deve essere "fuori" di una fascia da definire equa/giusta/accettabile (i benefit vanno ridotti, a partire dalle autovetture assegnate).

Tutti devono capire a fondo che il nostro debito è mostruoso e va ridotto con tutti i mezzi, anche con il concorso di noi azionisti. Non è mai troppo tardi, la situazione è cambiata!

Ecco la mia proposta. Aumento del capitale a pagamento (con un adeguato "chip" rispetto al valore nominale di 0,55 euro) e con assegnazione di azioni gratis (es. 1/4 delle azioni a pagamento) a valere sulle riserve disponibili. Contestuale conversione delle azioni di risparmio: 1 ord. ogni 1 risp., alla condizioni che si concorra al suddetto aumento del capitale. All'aumento potranno partecipare anche i possessori di azioni TelecomMedia (le si toglieranno quindi dal listino). Si potrebbe anche studiare il modo di coinvolgere i possessori di azioni delle controllate estere (Brasile e Argentina). L'operazione dovrebbe avere lo scopo di raccogliere risorse importanti da destinare alla contestuale riduzione del debito e quindi dei relativi oneri finanziari. I dipendenti andranno coinvolti, con un obiettivo preciso: che al termine dell'operazione dispongano di almeno il 3% del capitale sociale.

(23/8/2011) Una nuova violente crisi finanziaria si sta ripercuotendo sui risparmiatori e sugli azionisti. Le quotazioni azionarie sono in picchiata. La sfiducia è ormai generalizzata e non sembra esistere una via di uscita. Noi piccoli azionisti Telecom sapremo mantenere i nervi saldi? Unica nota positiva sono i conti del primo semestre per questi motivi: 1) si è proceduto ad una (prima?) svalutazione dei cespiti "immateriali" (dovevamo già farlo in precedenza) 2) i ricavi del gruppo  "tengono" 3) nonostante la "perdita" di bilancio, si annunciano dividendi! 3) prospettive 2011 invariate.  Commento: l'azienda dovrebbe perseguire una diversa politica di bilancio volta prioritariamente alla riduzione del debito (quindi meno oneri finanziari).  Va utilizzata a fondo la leva "fiscale", senza avere l'assillo dei dividendi da erogare. Vanno accolti i risultati a livello di Gruppo, va posta però la massima attenzione sul "bilancio" di Telecom Italia , non l'ho ancora reperito!. Vorrei anche potere esaminare il bilancio della Telecom International. Per i dividendi 2011, si ritiene di intaccare, a torto a mio parere,  le riserve disponibili, che ammontano a fine giugno a 10,2 miliardi. Il capitale netto per azione si è già ridotto (causa la suddetta svalutazione), lo ridurremo ancora causa i dividendi. La svalutazione non ha effetti sulla "cassa", i dividendi invece si! Abbiamo "dovuto" rinunciare ad un aumento del capitale, cosi come non si è proceduto alla conversione delle risparmio: si temeva l'effetto, ovvio, negativo sulle quotazioni di borsa ma soprattutto la quota Telco si sarebbe"ridotta" in %. Sono distorsioni che paghiamo amaramente!

Vediamo questi risultati del primo semestre per il Gruppo: la perdita per i soci è di 2013 milionieu (su una perdita di 1009 milioni si indicano imposte per 777 milioni; il patrimonio netto si riduce di 3256 milionieu (svalutazione di cui sopra), da 32610  a 29354 milioni). Ebitda 5977 milioni, +4,3% di cui 10,6% Brasile,  Ebit -51 milioni, Free Cash Flow operativo  2512 milioni, +360; indebitamento fin.netto rettificato 31119 milioni -349 su fine 2010. Ricavi  14543, +1% organico, 34% estero di cui 24% Brasile e 10,4% Argentina; l'incidenza del domestico scende dal 76,3% al 64,3%.  Dipendenti 84.335 di cui 10 mila in Brasile e 16 mila in Argentina. Investimenti industriali 2037 milioni (domestico 66,7%, Brasile 21%, Argentina 10%). Brasile (dati in moneta locale, real/euro 2,28778):  ricavi 8004 milioni, + 16,8%; Ebitda 2169 milioni  (+10,6%), Ebit 1007  (+614 milioni).  Linee mobili 55,5 milioni, + 25%, quota di mercato 25,5%. Argentina (dati in peso/euro 5,67941): ricavi 8533 milioni, + 1866; Ebitda 1409 (-7%).   Linee fisse: 4,1 milioni (idem fine 2010). Clienti broadband 1,457 milioni di accessi (+6% su fine 2010). Linee mobili 17,4 milioni, + 1059 mila (Paraguay 1,98 milioni di linee, +6%).

                                                    Mancano i dati di bilancio Telecom Italia Spa e di Telecom International.

(7/5/2011) Risultati primo trimestre (rispetto all'anno scorso): si riduce l'utile netto (549 milioni, - 52), cresce il  MOL/Ebitda (2.929 milioni,+3,6% di cui 15,4% Brasile, ex 13,5%),  cresce il MON/Ebit ( 1.499 milioni, +6,5%), Free Cash Flow operativo in forte aumento  (1076 milioni, +322); indebitamento fin.netto rettificato in diminuzione (-2640 milioni, 30.622 in totale; - 846 su fine 2010). Ricavi  (7073 milioni, di cui 1.646 Brasile, il 23,3%, ex 20,6%,), per il "domestico" 4.596 milioni, -7,6%.  Dipendenti 84.144 unità di cui 58.026 (ex 60.801) in Italia. Investimenti industriali 901 (di cui Italia, -89; Brasile-147; Argentina 91). Brasile (dati in moneta locale, real/euro 2,28):  ricavi 3.752 milioni, + 13,8%; MOL/Ebitda 1031 (+8,6%), MON/Ebit 418  (+256 milioni). Occupazione  9991 (ex 9517). Linee mobili 52,8 milioni, + 24,7%, quota di mercato 25,1% (ex 23,6%). Argentina (dati in peso/euro 5,48989): ricavi 4.134 milioni, + 883; dal mobile il 70%; MOL/Ebitda 1410 (+22,6%), MON/Ebit  684  (-9,5%), per maggiori ammortamenti. Occupazione  ........   Linee fisse: 4,1 milioni (idem fine 2010). Clienti broadband 1,4milioni di accessi (+2% su fine 2010). Linee mobili 16,9 milioni, + 549 mila (Paraguay 1,9 milioni di linee).

 Bernabè: si rafforza la generazione di cassa operativa (funzionale alla riduzione del debito), crescono i ricavi in America Latina.

 Commento: i ricavi "organici" sono analoghi a quelli di un anno fà: domestico -7,4%, Brasile +13,8% (e non +20,4%), Argentina +27,2%. Ebitda si riduce del 3,6%: domestico -7,6%, Brasile +8,6 (e non +18,6%), Argentina +22,5%. Ritengo sia più prudente enucleare gli effetti della variazione dei tassi di cambio. Sarebbe inoltre opportuno indicare la "produttività" a parità di prezzi e tassi di cambio per dipendente e per cliente.

Ci si augura che Bernabè incontri, al più presto,  i rappresentanti delle due associazioni di azionisti: la ripresa di sistematici incontri non potrà non produrre un miglioramento del clima complessivo di fiducia. 

(12/4/2011) Assemblea azionisti Telecom Italia: intervento di Alessandro Fogliati, azionista e con deleghe per un totale di oltre 500 mila azioni. Approva il bilancio a fine 2010, l'acquisto di azioni risparmio e le modifiche al regolamento assembleare e allo statuto societario,  si astiene sul piano di incentivazione di parte della dirigenza (in quanto ritiene che i benchmark debbano essere anche altri e inoltre che siano inopportuni sul piano temporale, in presenza di esuberi e di sacrifici chiesti al personale) e vota a favore della lista di consiglieri proposta da Telco ( dove figurano tra gli altri Bernabè, Patuano e Sentinelli). E' presente e vota  il 50% del capitale sociale: evento che non si verificava da lungo tempo. La votazione sul CdA ha generato una situazione imprevista: l'azionista Findim (5%) che era presente nel CdA con due consiglieri non ha ricevuto consensi sufficienti nemmeno per un consigliere. I tre consiglieri riservati alle "minoranze" sono stati estratti quindi dalla lista presentata da alcuni Fondi. E' un esito assurdo originato da norme statutarie che da tempo chiedo di modificare per renderle più rappresentative dell'assetto azionario. Ad oggi non sono rappresentati i 600 mila azionisti individuali (con oltre il 20% del capitale). Ho chiesto al Dr. Galateri, presidente Generali (azionista Telco) e consigliere della Telco (azionista di riferimento di Telecom Italia) e della stessa,  di farsi interprete di questa sacrosanta richiesta di modifica statutaria. E' da registrare il negativo risultato conseguito con l'introduzione del "rappresentante comune": di fatto non ha ricevuto alcuna delega. Cosi come risulta ancora una volta inefficace il voto per corrispondenza. Sono fatti che meritano di essere approfonditi affinché siano assunti i provvedimenti più opportuni. Non vorrei che questo portasse a ritenere gli azionisti individuali non ancora "maturi" proprio nel momento in cui si pensa al voto via web.  

(9/3/2011) Alessandro Fogliati, chiama a raccolta i 20mila dipendenti azionisti ed "ex" del Gruppo Telecom Italia, affinché siano "presenti"  e votino in assemblea il 12 aprile. L'invito a scendere in campo è reso pubblico oggi. E' vergognoso l'attacco all'AD della Società, Franco Bernabè, da parte del TG1 di ieri sera. Si vuole condizionare TELCO, l'azionista che con il 22,5% del capitale "ordinario", potrebbe indicare 12 consiglieri di amministrazione su 15 e vanificare l'azione intrapresa nel 2008 da Bernabè. E' questa la "vergogna". Un simile potere in mano a "pochi" dimostra il perdurante vuoto normativo, non colmato con il recepimento della direttiva europea sui diritti degli azionisti.  Ci siamo già dimenticati degli ingenti danni provocati al Gruppo Stet-Telecom con la connivenza della politica e della finanza? Scendano in campo tutti gli azionisti individuali, sono oltre 400 mila. Si riaffaccino alla ribalta le cinque associazioni di azionisti Telecom di estrazione sindacale. L'ASATI opera con vigore. l'ADAS è ancora viva!

L'obiettivo è chiaro, si raccolgano deleghe per contrastare eventuali malsane iniziative di TELCO e per confermare Bernabè alla guida, sicura e seria di Telecom Italia.                                                           

(28/2/2011) Convocazione assemblea del 12/4/2011 (Rozzano, ore 10). Bilancio 2010 (pagamento dividendi: 21/4/2011), nomina del CdA ("voto di lista", occorre almeno l'1% del capitale ordinario), aggiornamento condizioni economiche incarico revisione (effetto Argentina), acquisto azioni proprie (di risparmio), modifica regolamento assembleare. Modifiche statutarie; aumento capitale per un massimo di 15,5 milioni euro (incentivazione dirigenza "selezionata"). Lo Statuto viene adeguato in funzione della direttiva (Comunità Europea) recepita dall'Italia (d.lgsn. 27/2010) sui "Diritti degli azionisti". La società ha 1) designato "Rappresentante Designato" l'Avv. Dario Trevisan: al quale "l'avente diritto di voto, legittimato nelle forme di legge, può conferire delega" e "istruzioni di voto"; 2) predisposto un modello di delega; 3) previsto la notifica preventiva della delega (il delegato dovrà attestarne la conformità all'originale e l'identità del delegante...!!!); 4) previsto la possibilità di porre domande sulle questioni all'OdG in anticipo all'assemblea (le risposte sono rese disponibili sul sito internet della società).

Gli azionisti (dipendenti ed ex dipendenti) aventi azioni in deposito presso la Società utilizzeranno, ad esempio per conferire la delega, canali telefonici e indirizzi intranet e internet: se gli stessi hanno azioni in deposito presso altri intermediari, possono trasferirle in Telecom (azioni ordinarie e di risparmio Telecom, Telecom Media).

(26/2/2011) Conference call, sono emerse due "possibilità" che ritengo significative: aumento della partecipazione in Telecom Argentina e conversione delle azioni di risparmio. Sembrano dileguarsi le "minacce" riguardanti la vendita della rete. Del rapporto Deloitte se ne parlerà in assemblea.  Il quesito che gli azionisti si dovranno porre nei prossimi giorni è il seguente: l'attuale vertice merita di essere riconfermato? Sarà indicato dall'azionista di riferimento (Telco)? Avranno, come la volta passata anche il consenso di molti altri azionisti? Il mio voto era di piena fiducia, oggi non ho motivi per cambiare idea.

(25/2/2011) Nell'assemblea di due anni fà: nel dare il benvenuto al nuovo vertice e nel dichiarare il voto sul bilancio dell'anno prima, avevo messo in evidenza alcune criticità ereditate dalle passate gestioni: oltre all'enormità del debito, il macigno rappresentato da due voci di bilancio: l'avviamento  e le immobilizzazioni immateriali. Avevo poi detto che anche se l'impairment test aveva dato esito positivo, era indispensabile non sottovalutare il rischio a cui siamo esposti. Queste criticità sono tuttora attuali:  possono avere soluzione? Ad oggi non sembra possibile pena l'evidenza di svalutazioni che deprimerebbero i bilanci di molti anni. E allora che cosa fare? Si cambino le attuali regole di contabilità (ammortamenti annuali e non svalutazioni)!

(25/2/2011) Obiettivi del triennio 2011-2013. Focus su Italia, Brasile e Argentina. Priorità: 1) generazione cassa,  22 mldi eu nel triennio; 2) indebitamento netto a fine 2013, 25 mldi; 3) aumento monte dividendi del 15%. Anno in corso: ricavi ed ebitda stabili rispetto al 2010; investimenti 4,8 mldi ; indebitamento netto 29,5 mldi. Quotazioni di borsa in rialzo alle ore 11: circa +5%.

(24/2/2011) CdA conti 2010: aumento dividendi (0,058 ord. /0,069 risp.), acquisto azioni di risparmio (max  800 mldieu), modifiche statutarie, assemblea soci 12 aprile. A fine 2010 (dati in miliardi di euro). Gruppo: utile netto 3,12, +97,4% (senza partite non ricorrenti +18,4%); indebitamento finanziario rettificato 31,47, -7,3%; generato cassa per 6,2; margine operativo lordo (ebitda) 11,8, +0,1%; ricavi 27,57, +2,5% (-3,8% organico), senza Argentina ricavi -0,4%; margine operativo netto (ebit) 5,8, +5,8%; investimenti 4,6 di cui:  Italia 3,1,  Brasile 1,2 e Argentina 0,19; personale 84,2 mila di cui Italia 58. I dati del IV trimestre sembrano favorevoli. Margine di liquidità 6,8 + 7,8 linee di credito (nel 2009: esborsi per dividendi 1,1 e per imposte, 1,4).

La partecipazione in Argentina è salita al 16,2% da ottobre 2010 (ex  8%). Telecom Italia spa: utile netto 3,5 (+2,1); ricavi circa 19, -7,3; ebitda 9,1, -4,4%; ebit circa 5, -3,7%.  Mercato domestico: fisso,  ricavi 14,1; ebitda 9,4; linee 15,4 milioni (-0,7); mobili, ricavi 7,7 (-10,5%), linee  31 milioni (+0,2). Brasile: ricavi 6,2 (22,5% del totale, era il 17,7% a fine 2009); ebitda 1,8 (15,8% contro l'11,3% del 2009), linee mobili 51 milioni (+24%). Argentina: ricavi 0,8, ebitda 0,25: linee fisse 4,1 milioni, personale 15,6 mila.    

Tra le modifiche allo statuto: espressione del voto prima dell'assemblea in via elettronica, nomina di uno o più rappresentanti al quale dare delega e istruzione di voto, per singolo argomento all'OdG (gratuitamente).

9/11/2010) Risultati primi nove mesi 2010 (rispetto all'anno scorso):  utile netto  1.819 milioni + 57%; Ebitda 8.475 milioni, -0,6% di cui 15,1% Brasile, +51%;  Ebit  4.304 milioni, +0,3%; Cash Flow netto 964 milioni; indebitamento fin.netto rettificato in diminuzione, -2.100 milioni, 32.985 in totale ( - 964 su fine 2009). Ricavi  19.899 milioni, - 7,4%, ( 4.498 Brasile, il 22,6%, per il "domestico" 15.032 milioni (di cui dal mobile: 5.022 milioni, -10,4%, 30,6 milioni di linee).  Dipendenti 70.054 unità di cui 59.903 in Italia. Investimenti industriali 2.938 milioni (-60 milioni su anno scorso) di cui 741 in Brasile.  Nota sul conto economico che motiva l'utile netto: meno costi del personale, -174 milioni; meno scorte, -88 milioni; ammortamenti costanti; proventi - oneri (finanziari) -90 milioni; imposte sul reddito -70 milioni; perdite da attività cessate/attività non correnti -557 milioni. Aumentano invece le spese per acquisti di materie e servizi esterni,  +265 milioni.

(12/11/2010) Può essere utile un succinto confronto con Telefonica. Ricavi  44,2 miliardi di euro: 2,2 volte quelli di Telecom; risultato operativo 20,37 mldi: 2,4 volte TI (se rapportato all'Ebitda); utile 8,83 mldi: 4 volte TI. Indebitamento totale 54,5 mldi....... I ricavi domestici calano del 4,2% a 14 mldi (TI 15 mldi), America Latina 18,3 mldi (TI solo Brasile 4,5mldi): crescita +10,7% (+8,3 in moneta locale per TI).

(9/11/2010) Risultati primi nove mesi 2010 (rispetto all'anno scorso):  utile netto  1.819 milioni + 57%; Ebitda 8.475 milioni, -0,6% di cui 15,1% Brasile, +51%;  Ebit  4.304 milioni, +0,3%; Cash Flow netto 964 milioni; indebitamento fin.netto rettificato in diminuzione, -2.100 milioni, 32.985 in totale ( - 964 su fine 2009). Ricavi  19.899 milioni, - 7,4%, ( 4.498 Brasile, il 22,6%, per il "domestico" 15.032 milioni (di cui dal mobile: 5.022 milioni, -10,4%, 30,6 milioni di linee).  Dipendenti 70.054 unità di cui 59.903 in Italia. Investimenti industriali 2.938 milioni (-60 milioni su anno scorso) di cui 741 in Brasile.  Nota sul conto economico che motiva l'utile netto: meno costi del personale, -174 milioni; meno scorte, -88 milioni; ammortamenti costanti; proventi - oneri (finanziari) -90 milioni; imposte sul reddito -70 milioni; perdite da attività cessate/attività non correnti -557 milioni. Aumentano invece le spese per acquisti di materie e servizi esterni,  +265 milioni.

Brasile (dati in moneta locale, real 2,34125):  ricavi 10.532 milioni, +8,3%; Ebitda 2.999 milioni, +24,4%. Ebit 778 milioni, +536 milioni, investimenti industriali 1736 milioni. Occupazione 9.445. Linee mobili 46,9 milioni, +18,5%, quota di mercato 24,5%. 

Bernabé: migliora il trend di fatturato grazie in particolare al Brasile: importanza strategica dell'America Latina. Utile in crescita. Conferma target 2010.

Questi risultati hanno determinato una brusca, prevedibile, caduta  delle quotazioni di borsa. Continua a preoccupare il calo dei ricavi in Italia, specie per i servizi mobili. La risposta in termini di riduzione dei costi (....OPEX extra savings!!!) e degli investimenti viene forse percepita quale fattore di "debolezza" sintomo di crisi, e non di "forza" Se ciò comporta la riduzione del personale in Italia  o delle retribuzioni, a fronte di una "solidale"riduzione dell'orario, se ne ha conferma.  Non ha più importanza l'offerta agli azionisti di un dividendo maggiorato. I "sacrifici" vanno chiesti anche agli altri stakeholder, in particolare ai grandi azionisti (le banche....) e al management a tutti i livelli. E' un sacrosanto principio di equità.  Telecom ha però altri fronti sui quali insistere: l'assetto concorrenziale squilibrato, la normativa nazionale ed europea che affanna la gestione anziché favorirla, la politica "Paese" piuttosto assente....,  la qualità del servizio offerto apprezzata meno del dovuto (è un fattore di successo che la pubblicità non evidenzia), il messaggio sul mobile sembra non arrivare ai giovani e agli stranieri presenti in Italia. Anche per ciò che concerne l'innovazione molto va fatto con le risorse "interne": Telecom sarà certamente protagonista nei processi di sviluppo di ampio respiro internazionale (es. iniziative/risorse  europee sulla "Future Internet"): eravamo apprezzati con lo Cselt, lo possiamo ancora essere: se ciò è vero, come penso, lo si dica al mercato finanziario e in tutte le altre sedi. Infine Telecom deve incidere ancora di più sulle potenzialità di crescita offerte dal "continente" America latina: dispone di grandi risorse, persegue traguardi ambiziosi.      

(5/8/2010) Risultati primo semestre, rispetto all'anno scorso: cresce utile netto ( 1.211 milioni + 26%), Ebitda (5.733 milioni, +3,4% di cui 14,4% Brasile),  Ebit ( 2.881 milioni, +7,3%), Cash Flow netto 370 milioni, +700 milioni; indebitamento fin.netto rettificato in diminuzione (-1.280 milioni, 33.579 in totale; - 370 su fine 2009). Ricavi  (13.223 milioni, di cui 2.875 Brasile, il 21,7%), per il "domestico" 10.091 milioni, -7,4% (ricavi dal mobile: 3.908 milioni, -9,4%, 30,5 milioni di linee).  Dipendenti 70.590 unità di cui 60.455 in Italia. Investimenti industriali 2.021 milioni (+99 milioni su anno scorso) di cui 507 in Brasile. Versati al "Fisco" 418 milioni di euro per la questione Sparkle (coperti da apposita riserva del 2009).

Brasile (dati in moneta locale, real):  ricavi 6.855 milioni, +6,8%; Ebitda 1.961 milioni, +27,3%. Ebit 393 milioni, +286 milioni, investimenti industriali 1210 milioni. Occupazione 9.415 (- 368 unità su fine 2009). Linee mobili 44,4 milioni,+17,4%, quota di mercato 24%. 

Bernabè: migliora il mix dei ricavi;  utile in crescita, risultati 2010  in linea con gli impegni assunti. Positiva evoluzione della questione Argentina: poste le basi di un rafforzamento della presenza Telecom.

L'aumento del capitale al servizio, della prima fase del piano di azionariato per i dipendenti è stato pari a 27,056 milioni di azioni (a fronte dei 31 milioni previsti): hanno aderito 9.000 dipendenti (16% degli aventi diritto). Prezzo di sottoscrizione: 0,84 euro per azione.     Risultato apprezzabile che merita di essere approfondito.

(4/6/2010) E' ripresa la "guerra" contro Telecom?  1) Si accusa la società di non volere sviluppare la rete in fibra ottica! Si dice che l'attuale struttura tecnologica (come ho ricordato, in assemblea, ci è costata oltre 70 miliardi di euro) è inadeguata e tra alcuni anni varrà ben poco...... 2) Si dichiara che "Telefonica è in conflitto e deve uscire da Telco": e  quindi?  Si vuole forse far capire al mercato che in Brasile non saremo più in grado di fare fronte alla concorrenza?  E' questa una impostazione che danneggia la nostra società e noi  azionisti! Eppure sembra condivisa da molti azionisti, sarà vero? Non certamente da me, anzi accuso apertamente di disfattismo coloro che si comportano in questa maniera! E' forse utile ricordare la crisi in atto, monetaria-finanziaria-congiunturale, e l'andamento dei mercati azionari: l'azione Telecom oggi perde il 4% (-15,4% da inizio anno): si dirà, l'indice FTSEMIB perde oggi il 3,8% (-17% da inizio anno).......  

(6/5/2010) Risultati primo trimestre (vedi glossario): rispetto all'anno scorso: cresce l'utile netto ( 601 milioni + 31%), stabile MOL/Ebitda (2.826 milioni di cui 13,5% Brasile),  cresce MON/Ebit ( 1.408 milioni, +4%), Free Cash Flow operativo (754 milioni); indebitamento fin.netto rettificato in diminuzione (-1207 milioni, 33.262 in totale; - 687 su fine 2009). Ricavi  (6.483 milioni, di cui 1.392 Brasile, il 21,5%), per il "domestico" 4.974 milioni, -7%, per il mobile in Italia (1.907 milioni, -7,4%).  Dipendenti 71.045 unità di cui 60.801 in Italia. Investimenti industriali 752 milioni (-81milioni su anno scorso). Brasile (dati in moneta locale,real):  ricavi 3.469 milioni, + 8,2%; MOL/Ebitda 179 milioni, MON/Ebit 162milioni, investimenti industriali 689 milioni. Occupazione 9.517 (-266 unità su fine 2009). Linee mobili 42,4 milioni,+17,3%, quota di mercato 23,6%.     Bernabè: migliora la dinamica dei ricavi, balzo dell'utile netto, meno debiti, siamo sulla strada giusta. Risultati 2010 saranno in linea con gli impegni assunti. L'aumento del capitale al servizio, della prima fase del piano di azionariato per i dipendenti (31 milioni di azioni ordinarie), sarà eseguito entro settembre 2010

Tutto bene? Non per la borsa italiana (ma non solo) soggetta a pressioni ingiustificate innescate da spregiudicate osservazioni (es. Moody's) e da una speculazione agevolata da meccanismi "automatici/computerizzati. Anche Telecom è investita dalla valanga e perde moltissimo. Nessuno si preoccupa dei risparmiatori, se c'è turbolenza a livello internazionale, si blocchino le borse! Quanto succede in Grecia deve fare riflettere. Le polveri di un cratere hanno bloccato i cieli........  Sono soddisfatti gli organi di stampa che riportano i commenti di personaggi che solo per caso sono azionisti di "giornata" di una grande azienda quale è Telecom Italia?

(1/5/2010)  Ho letto i resoconti giornalistici sull'assemblea Telecom.  Grande risalto a chi vuole "espiantare" gli organi di Telecom per venderli a Telefonica e a chi vuole intentare azioni di responsabilità contro le passate gestioni. Più serio criticare  "l'efficientamento dell'organico" (denota mancanza di idee e di stile, si chieda invece ai dipendenti di essere "imprenditori" di se stessi) oppure invocare "una classe di dirigenti capace di motivare i lavoratori..." (oggi si deve lavorare in gruppo, luogo ideale per fare emergere la leadership) e  sostenere che sarebbe più serio ripensare al dividendo (da anni chiedo di dare azioni anziché moneta).  Un'annotazione su Telecom Argentina: ho chiesto in assemblea di non cedere al "ricatto".

30/4/2010) Commenti  successivi all’assemblea di ieri. In sede di replica e post votazione ho espresso in sintesi questi commenti. Si sono ascoltate le voci di molti azionisti, nessuno rientrava nella categoria dei grandi e di quelli che contano in termini quantitativi: hanno però votato, senza esprimere il perché del loro voto.  Questo è il grande problema irrisolto delle assemblee: parla l’ex dipendente (che  spiega il perché della sua “uscita”), il comico che intende celebrare la sepoltura di Telecom, il politico, il sindacalista, il professionista, l’azionista individuale risparmiatore dipendente in servizio e non, i rappresentanti delle associazioni di azionisti. Tutti loro rappresentano frazioni esigue del capitale. Presenti un centinaio gli azionisti o delegati: sei di loro rappresentano il 98% del 35% del capitale sociale. Un solo azionista vota per corrispondenza. Il restante 65% del capitale non viene in assemblea. Oltre mezzo milione di azionisti individuali resta fuori. La nuova direttiva “europea” che entra in vigore a ottobre cambierà la situazione? Certamente la migliorerà tenuto anche conto dell’orientamento dell’attuale vertice e delle iniziative di rilancio dell’azionariato tra i dipendenti. Insistente da parte di molti azionisti la richiesta di avviare iniziative di “risarcimento” dei danni subiti dalla società e quindi da ognuno di noi: azionisti o dipendenti. Purtroppo non è chiaro contro chi e per che cosa. Non solo, chi ha il compito di avviare queste iniziative per altro già oggetto di procedimenti giudiziari? Si fa riferimento ovviamente alla vicenda “spionaggio” e “Sparkle”. Molti parlano dello “scandalo” collegato alla “svendita” dei nostri immobili, agli emolumenti ricevuti “ingiustamente” da molti/troppi manager. Ci si scaglia contro le precedenti gestioni, contro i politici di allora, facendo nomi e cognomi. Si parlava del bilancio: io sono preoccupato di alcune voci dell’attivo (asset immateriali) e del passivo “potenziale”. Chi chiede un risarcimento pensa invece  possibile un incremento dell’attivo “potenziale”…. Si vuole fare chiarezza sugli immobili ceduti, per i quali oggi paghiamo un affitto. Propongo di affrontare il problema in questa maniera. Individuo per iniziare uno di questi immobili, vado dall’attuale proprietario e gli dico che lo rivoglio al prezzo di allora rivalutato, lo pagherò con un canone leasing (lease-back) calcolato secondo un arco temporale prestabilito (es. 10-15 anni). Ricordo infine che il precedente capo azienda, Tronchetti Provera,  e tramite Pirelli azionista di controllo ha venduto le azioni a Telefonica e ad altri azionisti (Banche ecc.) ad 2,6 euro. Oggi il mercato quota 1,…..   Io sostengo con convinzione  che la quotazione reale è quella di allora!  E quindi a che servono i mugugni. Si potrebbe anche sostenere, con alcuni “nuovi” indicatori, che Telecom vale quanto Telefonica, al di la delle evidenti differenze di “massa critica”. Quindi ho fiducia, resterò azionista!

(29/4/2010) Si è tenuta l'assemblea degli azionisti di Telecom Italia: intervento e voto di Alessandro Fogliati.

(8/4/2010) CdA approva i conti 2009 (post vicenda Sparkle) e gli obiettivi 2010-2012. A fine 2009: utile netto 1,58 mldi euro (3,3 ante imposte e svalutazioni), indebitamento finanziario rettificato 33,95 mldi (34,5 a fine 2008); generato cassa per 6,3 mldi (+0,66; 23,2% dei ricavi); margine operativo lordo 11,3 mldi (ante imposte e finanza 5,5 mldi); ricavi 27,16 mldi (-6,3%); investimenti 4,5 mldi, fondo rischi per Sparkle 507 milioni, impatto economico sul 2009 10 milioni. Obiettivi del triennio 2010-2012: generazione di cassa pari al 26% dei ricavi; riduzione dell'indebitamento per 5 mldi; efficienze per 2,7 mldi (1,9 nel   2009-2010); investimenti 12 mldi nel triennio; completamento del piano di riduzione degli organici previsto per fine 2010. Piano sostanziale senza rischi (normativi, mercato,costi,finanza) quindi realistico!

(8/4/2010) Fogliati diffonde un messaggio diretto ai dipendenti Telecom dal titolo: Assemblea Telecom Italia:  Azioni ai dipendenti.

(25/3/2010) Il CdA di Telecom Italia conferma l'assemblea dei soci (29/4) e il dividendo (pagamento: 27/5). OdG assemblea: bilancio (sarà disponibile dopo il 12/4), azioni ai dipendenti (deleghe al CdA per l'aumento del capitale sociale, modifiche statutarie), nomina di un consigliere (Mauro Sentinelli al posto di Stefano Cao), incarico per la revisione dei bilanci.  Sarà introdotta la facoltà di assegnazione utili  ai dipendenti mediante azioni da emettere.

(21/3/2010) Siamo alla vigilia di una importantissima assemblea dei soci Telecom Italia SpA. Lo sarà tanto più la partecipazione sarà elevata e qualificata. Non si conoscono ancora gli argomenti all'OdG.  Ritengo però che non saremo chiamati a decidere su questi temi: aumento del capitale, scorporo della rete, fusione con Telefonica, richiesta di risarcimento danni nei confronti delle passate gestioni (a proposito: Colaninno ha risposto in modo eloquente, Tronchetti Provera, per ora, solo in parte). Sono però temi che hanno tenuto banco finora, senza che si potesse capirne le vere finalità. Temi che saranno ripresi a valle dell'assemblea, perdendo di vista le reali esigenze della società.     Saremo però chiamati all'esame del bilancio, del dividendo, dell'acquisto di azioni proprie al servizio dell'iniziativa di offerta di azioni ai dipendenti. Si discuterà del piano triennale: delle sue motivazioni/cause e dei suoi effetti (specie nei confronti delle risorse umane, dell'indotto ecc.). Si discuterà anche delle varianti da apportare allo Statuto per accogliere compiutamente la direttiva europea sui "diritti degli azionisti". Chi scrive, Alessandro Fogliati, sarà in assemblea: come è sempre stato presente in tutte le assemblee Stet e Telecom Italia dal 1995: quale presidente ADAS e quale azionista da... sempre! Chi vorrà potrà darmi delega!

  (26/2/2010) CdA Telecom Italia. Risultati preliminari a fine 2009: soddisfacenti, raggiunti obiettivi di profittabilità, robusta generazione di cassa. Assemblea dei soci: 29 aprile p.v. Dividendo: 27 maggio. Vicenda Sparkle: in corso l'esame dell'ordinanza notificata dalla magistratura, i fatti sono stati oggetto di interventi di audit nel luglio del 2007.

Definite due importanti iniziative azionarie destinate ai dipendenti. 1) Piano rivolto a tutti i dipendenti 2010-2014: 31 milioni di azioni, sconto del 10% sul prezzo di mercato, Una azione gratis ogni tre sottoscritte (se le stesse sono conservate per un anno). Limite di sottoscrizione per dipendente, 3000 euro, rateizzabile. 2) Piano riservato a circa 120 dirigenti: bonus in denaro con facoltà d'investimento del 50% in azioni ordinarie di nuova emissione a prezzo di mercato Una azione gratis per ogni sottoscritta (se le stesse sono conservate due anni).

(23/1/2010) L’approvazione “definitiva”, da parte del Consiglio dei Ministri, del decreto legislativo che recepisce la direttiva europea sui “diritti degli azionisti” richiede una rapida e positiva risposta da parte di tutti coloro che ne sono implicati. Le nuove norme saranno in vigore dal prossimo ottobre e quindi potrebbero non riguardare la prossima assemblea, non è cosi! Alcune innovazioni richiedono infatti altri interventi normativi: un decreto del ministero di Grazia e Giustizia per la delega telematica o di Consob, per definire i compensi agli intermediari al fine di ottenere dagli stessi informazioni sugli azionisti che il libro soci non è in grado di fornire, ciò consentirà una più agevole identificazione del socio che viene in assemblea con o senza deleghe. Per Consob non penso ci voglia tanto tempo…  Per altri aspetti occorrono modifiche statutarie, e quindi bisogna metterle all’ordine del giorno delle prossime assemblee (un dividendo maggiorato per gli azionisti “piccoli e fedeli”, il voto via internet, la delega tramite sempre uno strumento tecnologico, l’indicazione di un soggetto indipendente al quale rilasciare istruzioni di voto per singolo argomento, ecc.).

 (23/1/2010) Tutto quanto viene letto sulla stampa  sta danneggiando noi piccoli azionisti Telecom Italia, la quotazione del titolo ne risente, il piccolo azionista  è da tempo in balia di ipotesi che non è in grado di decifrare, in ultimo gli si dice, purtroppo anche da parte di coloro che dovrebbero sentire l’esigenza di “difendere” l’azienda, di covare l’illusione di una fusione con Telefonica grazie alla quale ci sarebbe per loro un plus del 100%, rispetto alle quotazioni attuali. Mi è stato nuovamente chiesto con chi si “schiera” ADAS. Non con una stampa cosi poco prudente, non con chi ipotizza scenari improbabili o comunque non rispondenti ai bisogni dell’azienda “Italia” Telecom. In particolare non con chi persegue lo scorporo/vendita della rete o la fusione con Telefonica. Da tempo vedo realizzabili interessanti maggiori sinergie con Telefonica (sono state annunciate in questi giorni), niente di più. La rete non va ceduta. Telecom è in grado di svilupparla. Non tocca alla stessa risolvere il “digital divide”. Su Telecom Argentina si proceda con cautela ma con assoluta determinazione. Infine, attendiamo con fiducia i risultati 2009.

(02/12/2009) A valle del CdA di ieri (riunione informativa) resta aperta la "ferita" con ASATI (piccoli azionisti) e con Findim (azionista con il 5% del capitale). ASATI ha inviato un esposto a Consob, cosi ha fatto la Società. ASATI ha inoltrato una denuncia al collegio sindacale (sulle dismissioni). Telecom segnala a Consob "l'insistenza di infondate critiche", "toni indebitamente e gratuitamente minacciosi.... gravemente denigratori dell'immagine della società"... (da parte del presidente ASATI)....    Leggendo sotto si vedrà che all'inizio di Ottobre ho auspicato un intervento Consob circa il tentativo in atto di destabilizzare la società           (es.la quotazione, salita a 1,25 è scesa sotto 1,10). A chi giova la situazione? Che cosa farà Consob.  Che cosa farà il CdA di Telecom? è coeso o può contare solo su Telco (azionista di riferimento con oltre il 20% del capitale). In presenza di "vision" strategiche e gestionali cosi differenti, imporrà la propria? Come? In CdA o in assemblea (prossimo aprile)?

(26/11/2009) ADAS segue con preoccupazione i diversi tentativi volti a destabilizzare Telecom, come ho scritto il 3/10 (vedi sotto). Si cerca in tutti i modi di "svuotare" l'azienda togliendogli la rete. Oggi, scende in campo anche ASATI (altra associazione di azionisti della Società) che giudica indispensabile la nascita di una società della rete a maggioranza Telecom, per due ragioni di fondo 1) Telecom non intende aumentare il capitale sociale 2) le nuove risorse finanziarie, rinvenienti dalla "cessione" della rete alla nuova società, servirebbero allo "sviluppo" del gruppo Telecom!!!   Che cosa significa? Possono servire a 1) ridurre il debito e quindi gli oneri finanziari; 2) evitare la vendita di altri cespiti; 3) fare più investimenti in nesso ai piani della nuova società della rete; 4) acquisire partecipazioni all'estero..  Tutto ciò non penso possa compensare il danno arrecato a Telecom dalla cessione della rete, anche se fatta a favore di un società a maggioranza Telecom. Non escludo però un risultato diverso, se ne parli nelle sedi opportune assumendo però ipotesi e scenari, anche regolamentari, attendibili. 

(7/11/2009) Annunciate importanti modifiche organizzative. In una intervista Bernabè dice 1) essere presenti in Francia e in Germania (nel broadband) non è una strategia di crescita internazionale; per Hansenet Vodafone ha offerto la metà di Telefonica 2) con Telefonica ci sono ulteriori spazi di collaborazione (tesi da me più volte sostenuta) 3) Telecom deve affrontare una trasformazione epocale e tornare ad essere leader (internet ha cambiato il mondo, sono entrati in campo nelle tlc player come Google eApple), 4) la rete non si scorpora. Condivido queste considerazioni: come rispondere a queste sfide? Con il nuovo piano industriale, a dicembre?

Resta il fatto che le decisioni del CdA, su Hansenet,  hanno creato sconcerto e vivaci reazioni: si ha l'impressione che non si siano tenute presenti le attese di molti azionisti, anche con quote importanti. Il vertice dovrà ricucire lo strappo. E' auspicabile un tempestivo incontro con le associazioni di azionisti. Inoltre, Telecom favorisca  la nomina di un rappresentante indipendente a cui tutti gli azionisti possano rivolgersi perchè li rappresenti e voti in assemblea: si tratta di una delle innovazioni previste dal decreto sulla direttiva europea sui diritti degli azionisti. Direttiva che avrà effetto a partire da fine ottobre 2010. Nulla impedisce a Telecom di anticipare tutte o parte delle innovazioni previste, es. voto via internet, maggiorazione del dividendo per gli azionisti fedeli, ecc.            

(5/11/2009) Il CdA approva la gestione a fine settembre e la vendita a Telefonica di Hansenet, per 900 milioni di euro. Vendita (nel I° trimestre 2010) non condivisa dalle associazioni di azionisti: non rientra nel core business!! serve per ridurre il debito.  I dati di gestione vengono di seguito esposti senza "consolidare" Hansenet. Rispetto all'anno scorso: utile netto di 1165 milioni, diminuisce di 578 milioni causa svalutazione dell'avviamento di Hansenet (540 milioni); diminuiscono EBIT (-0,5%) ed EBITDA (-0,4%); diminuiscono anche i ricavi (20188 milioni, -4,4%, "organico",-8,3% per i servizi mobili).  Indebitamento netto: 35506 milioni, +1467 su fine 2008. Con il consolidamento di Hansenet cambierebbero i dati: l'utile netto 1705 contro 1743 di un anno fà....

(3/10/2009) ADAS auspica un intervento Consob: la quotazione delle azioni Telecom Italia ha subito una sensibile diminuzione che è difficile non attribuire alle recenti notizie di stampa. Hanno un unico scopo: destabilizzare la società togliendo di mezzo Telefonica e punire il vertice Telecom. Come? Sostituendo Telefonica (azionista di rilievo di Telco) con le Poste! Mediaset! lo Stato! Il vertice verrebbe punito in quanto: alleato "industriale" di Telefonica; contrario allo scorporo della rete; contrario ad un aumento di capitale finalizzato ad una maggiore proiezione internazionale. Il governo non deve influire sull'assetto societario e neppure sulle politiche industriali della società. Telefonica, tramite Telco è azionista Telecom (8%): è in grado di influire sulla governance di Telco e di Telecom? Che ci sta a fare il restante 75% del capitale? Quale continua ad essere il ruolo delle centinaia di migliaia di azionisti individuali: non sono messi in condizione di votare. E le associazioni di azionisti? ho segnalato al Tesoro di averle dimenticate nel disposto legislativo che recepirà l'orientamento ben più lungimirante dell'UE. Riassumo la posizione di ADAS: 1) Telefonica: vanno ricercate nuove forme di collaborazione sinergiche a livello internazionale; 2) la rete non deve essere scorporata 3) l'aumento del capitale potrebbe essere ipotizzato solo a fronte di concrete esigenze finanziarie, con adeguati e "sicuri" ritorni nel m/l termine: non si dimentichi che le azioni vanno remunerate (dividendo + imposte!); per il momento si dia attuazione a quanto deciso in assemblea, le nuove azioni siano l'oggetto di una offerta diretta a tutti i dipendenti;  4) l'assetto e la governance di Telco non sono problemi di Telecom; 5) le problematiche sorte in Argentina sono il frutto di interpretazioni "locali" ancora in itinere. 

(10/8/2009) Risultati primo semestre: il secondo trimestre consente di chiudere il semestre in positivo, anche se permangono luci e ombre. Rispetto all'anno scorso: cresce l'utile lordo (1588 milioni + 192), diminuisce quello netto, per maggiori imposte (964 milioni -153); crescono EBIT (+4%) ed EBITDA (+3%); diminuiscono i ricavi (13953 milioni, -5,8%) specie il mobile (-7% in Italia).  Indebitamento netto: 35180 milioni, +1100 su fine 2008. Meno costi, meno dipendenti (5000). Punti critici: la qualità del servizio; il modello organizzativo (tre linee di clienti?, il mobile che perde terreno in Italia); il clima aziendale, i rapporti con il regolatore, la concorrenza, i prezzi..., le dismissioni, l'Argentina...   Confermati gli obiettivi 2009. La quotazione delle azioni è in moderata ripresa.

(20/5/2009) Leggo le oltre 100 "slides" sulle strategie di sviluppo della  rete di nuova generazione. 1) creare una struttura "istituzionale" sorretta da un team misto (gestori, professionisti, consulenti) per tradurre la "strategia" in un progetto esecutivo; 2) costituire una nuova società, la net.co, partendo dalla rete di Telecom Italia; 3) "lo Stato" (?) investe, in 5 anni 10, miliardi di euro. Proposte che considero inappropriate ed eccessive. Si vuole tornare agli anni '90 quando il Ministero PT, d'intesa con IRI/Stet, formulava il piano decennale ecc..........? Propongo: con una accorta ripartizione di attività con Telefonica, Telecom Italia è in grado di realizzare un adeguato sviluppo della rete. Se poi, si volesse considerare il digital divide, un ostacolo da rimuovere, considerandolo alla stregua di "servizio universale", allora il discorso va esteso agli altri operatori e al Governo affinché siano messe a disposizione risorse finanziarie aggiuntive, che i gestori implicati dovrebbero rimborsare nell'arco di 15 anni, una volta estesa la rete (con un onere finanziario allineato all'inflazione). Quindi nessun aiuto di Stato ma solo una anticipazione di risorse ben finalizzate. Per realizzare questi obiettivi non servono sovrastrutture, non servono professionisti esterni e tanto meno consulenti. Le risorse umane ci sono, bisogna saperle utilizzare.   

(14/5/2009) Risultati primo trimestre: le attese sottostanti al recupero del IV trimestre 2008, non sembrano confermate. Il previsto calo del PIL non poteva non riflettersi sui ricavi, diminuiti del 6,7% (3,8% a parità di perimetro). Meno 4,9% il margine (ante interessi e imposte), meno 4,5% l'utile netto. In leggero aumento (su fine 2008), il debito netto: 34,5 miliardi. Siamo relativamente delusi!  Non ci si deve stupire se si riparla di dismissioni e di ipotetiche unioni con Telefonica. Cosi come non viene escluso l'acquisto (imposto???) di parte della rete da parte dello Stato!

(30/4/2009) Dopo una serie di iniziative, il Parlamento Europeo (luglio 2007) ha emanato una direttiva per il rafforzamento dei diritti degli azionisti. I Paesi membri dovranno "conformarsi" entro il 3 agosto 2009. Il ministro del Tesoro conosce i pareri di diverse istituzioni: non sempre di pieno sostegno alla direttiva. ADAS invita formalmente il ministro ad accogliere la direttiva, quale obiettivo "minimale" ancorché importante: le società poi potranno innovare, attraverso la loro "autonomia statutaria". 

(16/4/2009) Sono membro di Facebook. Un amico mi ha posto alcuni quesiti su Telecom. 1) Telecom è solida? La crisi mondiale, iniziata a metà 2007, ha messo in luce la debolezza di interi settori, di filiere di attività, di grandi e e medie imprese: colpa delle regole? dell'ingordigia di pochi? dell'incapacità di molti? Come si misura la solidità? E' solido il sistema TLC in Italia? Dal bilancio Telecom di fine 2008 emerge, ad esempio, un assorbimento eccessivo dei ricavi da parte dei "costi esterni" (44%) e degli oneri finanziari (19%). Poco resta al rafforzamento patrimoniale (dopo avere remunerato gli azionisti e il fisco):  l'attuale 3-4% dovrebbe essere raddoppiato nel periodo di piano. Piano che si dice essere prudente, conservativo: conferma del giro di affari, meno costi, più esuberi, margini in grado di sostenere il debito e l'avviamento, non si vende la rete, non si chiedono soldi agli azionisti. 2) Telecom è leader? Lo è in Italia e in Brasile. Infrastrutture adeguate da aggiornare, non può farsi carico da sola al "digital divide" (si ripresenta il fenomeno del "servizio universale"). Dovrebbe però allargare i propri confini al mondo ICT: verso l'Internet del futuro per le persone e le "cose" (dispositivi, sensori), con Telefonica? 3) Il personale è motivato?  Cambiata l'organizzazione e scelti gli uomini "guida", va dato slancio a tutti i dipendenti. Nel proporre la loro partecipazione duratura e consapevole al capitale, ho inteso contribuire a tale scopo.  4) Ruolo dei grandi azionisti:  vengono in assemblea ma non parlano, non si confrontano con i "piccoli azionisti" e nemmeno con le istituzioni che li rappresentano (es. le associazioni). In assemblea votano per gli organi sociali da loro proposti, con il voto di lista e le storture dello Statuto: risultato, il 60% del capitale non viene rappresentato. 

(14/4/2009) Gli obiettivi di ADAS: 1) migliorare il "governo dell'impresa" a) portare in assemblea migliaia di azionisti, semplificare la raccolta delle deleghe, nuove modalità di voto, un diverso regolamento assembleare, rendere "attraente"  la lettura del bilancio (poche pagine, tascabile, leggibile) b) dare voce e rappresentanza a tutte le componenti dell'azionariato, "eliminando" il voto di lista per la nomina degli organi sociali;  2) riattivare l'azionariato tra i dipendenti (si seguiranno i lavori parlamentari, si pungolerà Telecom), 3) seguire passo passo le iniziative Telecom, con il consueto spirito costruttivo e propositivo, guardando al futuro e non al passato. Concordo con Bernabè, Telecom non è da rottamare... il mondo ICT dischiude grandiose opportunità alle aziende sane e con solide basi reddituali. 

(9/4/2009) Assemblea Telecom Italia di ieri: si sono registrati oltre 1000 azionisti, 125 di persona, prendono la parola oltre 60 azionisti (inizialmente viene concesso ad ognuno 15', poi ridotti a 10' su mia specifica richiesta). Rappresentato quasi il 40% del capitale, il 33% in mano a 10 azionisti.     Fogliati è presente con 36 deleghe (661.877 azioni): prende la parola per meno di 10', esprime il voto sui quattro argomenti all'ordine del giorno con le relative motivazioni, lascia una nota al presidente (le domande mi saranno date in seguito).                 Oggi Fogliati rilascia alcune considerazioni ex post. 

(13/3/2009) Fogliati scrive ai dipendenti azionisti di Telecom Italia.

(6/3/2009) Alessandro Fogliati sarà presente all'assemblea dei soci del 8 Aprile p.v.  Si veda la nota preliminare. Alcune considerazioni sul bilancio 2008. Indebitamento netto di Gruppo: 34 miliardi di euro, pari ai ricavi dell'anno. Utile netto:   2,2 miliardi (beneficia di minori imposte per 1 miliardo). Per Telecom SpA l'utile è di 1,5 miliardi: dividendo 0,05/0,061 euro, sarà pagato il 23 aprile. ADAS individua due obiettivi di fondo: ridurre il debito, riportare la quotazione azionaria su valori conformi alle potenzialità aziendali. A questi fini ADAS sta valutando le azioni avviate dal vertice: focus su Italia e Brasile, riduzione dei costi senza pregiudicare sviluppo, innovazione, qualità; sinergie con Telefonica; vendità di residue attività non core; implementazione delle nuove regole di governo della rete. La resistenza del vertice sugli emblematici progetti di scorporo della rete è da me consapevolmente condivisa. In assemblea verrà data facoltà al CdA di aumentare a pagamento il capitale (max  880 milioni di euro)  da offrire anche ai dipendenti ... e di emettere obbligazioni convertibili in azioni ordinarie (max un miliardo di euro). E' una proposta da noi avanzata da tempo e quindi ampiamente positiva.  Speriamo che i lavori parlamentari  sull'azionariato dei dipendenti si concludano al più presto.

(27/2/2009) CdA approva il bilancio 2008. Assemblea soci l'8 aprile per: bilancio, dividendi (0,05/0,061 euro per azione ordinaria/risparmio), nomina collegio sindacale (voto di lista), rinnovo delega ad emettere azioni (880 milioni di euro) e obbligazioni convertibili (un miliardo di euro).  Dati significativi bilancio di Gruppo (in milioni di euro): utile netto 2214 di cui 444 nel IV trimestre, in ripresa; indebitamento netto 34039 (-1700 su fine 2007), liquidità 5100+ 6500 linee di credito; ricavi 30153 (-2,3%; -0,3% IV trimestre); EBIT 5463 (-8,3%). L'analisi del bilancio prosegue...  Il miglioramento registrato nel IV trimestre lascia ben sperare per il 2009 e, potrebbe, essere un primo segnale di ripresa della congiuntura a livello paese.

(13/2/2009) Dopo una serie di passi falsi da parte di esponenti politici, una secca e da me condivisa reazione di Telecom, poi un più meditato messaggio " ....occorre il pieno consenso della società" e cioè di noi azionisti! Qualcuno dice: fare per Telecom quanto si è fatto per Alitalia....  Idea malsana, pericolosa, assurda. Intanto la quotazione "traballa", vogliamo per piacere parlare di meno.....  La rete è di proprietà degli azionisti Telecom, e quindi è nostra: sappiamo che ad essa si contrappone un debito ingente. Sappiamo anche che occorre svilupparla: significativi investimenti sono già previsti dal piano Telecom. Si può e si deve discutere sugli ulteriori sviluppi: 1) dare a ... tutti l'accesso a internet  (ricorrendo anche al satellite), 2) garantire una connettività adeguata, veloce, sicura, 3) evitare ridondanze ed eccessi di capacità di offerta rispetto alla domanda/bisogni,  4) fornire servizi di comunicazioni a prezzi sostenibili e nel contempo redditizi per chi investe e per chi li gestisce (price-cap...).    

(5/2/2009) Penso che occorra maggiore serietà nel trattare argomenti di grande importanza. Come si può immaginare di       1) portare in borsa il 70% della rete di Telecom dopo avere "liquidato" Telefonica (riducendo la presenza di Telecom in Brasile),  2) fondere, poi,  Mediaset con Telecom.....  Inoltre, quali sono le reali intenzioni del Governo su questi temi? Il destino di una azienda dovrebbe essere deciso dagli azionisti, pur nell'interesse di tutte le parti in causa (specie dei lavoratori e dei clienti): i vincoli imposti a Telecom e le ingerenze del passato hanno già prodotto vistosi danni, si vorrebbe oggi proporre modifiche alla Costituzione per dare allo Stato competenze a dire poco preoccupanti... Noi piccoli azionisti diciamo basta, date fiducia a noi e a chi sta lavorando, in assemblea discuteremo eventuali altre soluzioni.  

(23/1/2009) Flash dell'AGI (Agenzia Giornalistica Italia) su come intende agire ADAS:              1) "avanzare critiche e formulare proposte nelle sedi deputate e finalizzate al miglioramento dei conti aziendali e alla valorizzazione del titolo...." 2) "...tutelare i piccoli azionisti Telecom.... pungolare il management .... focus sulla riduzione del  debito e sulla quotazione di borsa...."       3) "non ci interessa rivangare episodi del passato...., né improvvisare show mediatici in assemblea..." 4) "il dibattito va tenuto nelle sedi istituzionali, rispettando i ruoli: ai piccoli azionisti interessa il valore dell'azienda e la tutela dell'investitore/risparmiatore" 5) "all'azionista, infine, spetta anche decidere se il management è all'altezza di tale compito".   

(13/1/2009) ADAS auspica che venga rapidamente varata una legge che rinvigorisca l'azionariato dei dipendenti. La commissione Lavoro del Senato sta esaminando interessanti proposte di legge ( es. il DL 964). Seguiremo gli sviluppi con la massima attenzione. Bisogna ricordare che nel 1997, quasi 100 mila dipendenti del gruppo STET-Telecom Italia acquisirono oltre il 3% del capitale.... il seguito lo conosciamo. Perchè non ritentare ...è nell'interesse della Società e dei lavoratori.

(31/12/2008) Notizie importanti.  La riorganizzazione: focus sul cliente e non sul servizio, accentramento funzioni finalizzate alle dismissioni. Canone di concessione 1998 (pagati ingiustamente ben 529 milioni di Euro): ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR del Lazio. Sulle questioni legate alle intercettazioni telefoniche che cosa si potrà fare? Quali i possibili danni per gli azionisti?

(17/12/2008) Piano Telecom: non conosco le ipotesi assunte dal nuovo "Piano" in tema di prezzi/tariffe. L'aumento del canone per le linee residenziali scatta da febbraio, quello che dovrebbero pagare i concorrenti, aumenterebbe di 91 centesimi/mese, contro 1,75 richiesto, da marzo: dopo però una "consultazione pubblica" e una notifica alla CE. I concorrenti sono contrari, un professore della Bicocca (Milano) invita addirittura gli utenti Telecom ad andarsene!  Siamo all'assurdo: si vuole continuare a recitare un copione che ha già prodotto danni ingenti al sistema Paese.

(11/12/2008) Chiuso il contenzioso con AgCom, accordo soddisfacente sulla rete (saranno resi operativi ben 17 gruppi di impegni insiti alla soluzione ,"Open Access", proposta da Telecom). Possibili sviluppi per la realizzazione di nuove reti: intervento della Cassa Depositi Prestiti, stanziamenti pubblici (1 mldo di euro) per la larga banda. Sviluppi positivi che possono avere risvolti sugli esuberi? Notizia negativa: Fitch riduce il rating Telecom da BBB+ a BBB.

(10/12/2008)  I sindacati bocciano il nuovo piano: tagli occupazionali inaccettabili! Dei 9000 previsti, 2000 lavoratori hanno accettato di lasciare il lavoro: quali soluzioni per gli altri? E' quanto mai necessario concordare una via di uscita. A mio avviso, la risposta dipende 1) dal quadro regolamentare 2) dalla congiuntura 3) dalla politica economica "industriale" del Governo. E Telecom: dovrà modificare il piano? ricercare nuove risorse finanziarie capaci, a) di ridurre il debito b) di imprimere un maggiore vigore allo sviluppo internazionale? Sulle nuove dismissioni: cedere le infrastrutture di Sparkle (quasi 100 mila km di fibra ottica in Europa, nel Mediterraneo e in America Latina) potrebbe causare un danno paragonabile a quello subito cedendo le capacità spaziali (da parte delle precedenti gestioni).

(3/12/2008) Il tanto atteso "nuovo piano" è stato annunciato. Molti saranno delusi: io no! Semmai ancora più preoccupato per la quotazione in borsa della Società e per l'occupazione, prevista in riduzione (9000 esuberi in totale, in Italia entro il 2010). L'enfasi è posta: sull'ingente debito, sulla riduzione dei costi (2 miliardi entro il 2011), sulla dismissioni di altre attività "non core" (3 miliardi di euro), focus sul mercato domestico e sul Brasile (nel triennio, ricavi + 2% l'anno; AL 2011: EBITDA (39%, Investimenti pari al 13-13,5% dei ricavi, debito netto/EBITDA circa 2,3%). Una prima osservazione: quali sono state le ipotesi assunte in tema di normativa regolamentare, di politica dei prezzi, di politica economica (costo del denaro, PIL, inflazione, ecc.), di assetto societario (quale "destino" per la Rete)?   

(28/11/2008) Si riparla nuovamente della rete Telecom: quale? quella attuale, una parte di quella attuale, la futura rete!!! Come? costituendo una nuova società!!! Con chi? organismi pubblici + altri operatori + "mercato"..... A quali condizioni regolamentari? quelle attuali...... Certamente preoccupa l'entità del debito, preoccupano anche gli ingenti investimenti richiesti dalla nuova rete, soprattutto se persistono queste regole del mercato. A proposito, a chi andrebbero queste commesse: abbiamo ancora una industria italiana? Inoltre, abbiamo ancora una capacità innovativa interna ed esterna a Telecom? Siamo presenti negli organismi internazionali dove si formulano le politiche e si decidono le iniziative di sviluppo e le risorse finanziarie? Come si nota, parlare solo di "scorporo" è poca cosa.

(8/11/2008)  Risultati primi nove mesi 2008: Utile netto di 1,77 miliardi ( -20%), migliorato rispetto al primo semestre.  Ricavi: 22,4 miliardi, -3%. Ebit: 4,2 miliardi, -14,7%. Obiettivi confermati per il 2008. Dividendi: dipendono dai risultati a fine anno. Tre motivi a sostegno di un congruo dividendo: azienda in utile, dispone di liquidità, trend in miglioramento. Il fattore negativo: l'indebitamento netto, 35,7 miliardi di euro. "Enorme" se rapportato alla capitalizzazione di borsa: 18,2 miliardi. D'altra parte, gli azionisti, in primis Telco, accetterebbero un dividendo in azioni? 

(21/10/2008) Torna il sereno? La quotazione, rispetto ai minimi "assurdi", recupera oltre il 30%: resta un pesante  meno 55% da inizio anno. Si attendono i risultati dei primi 9 mesi e indicazioni sul dividendo. Entrata di un fondo sovrano? se comprano le azioni sul mercato, non entrano soldi in Telecom! Un piano industriale "innovativo sostenibile"?, non mi sembra che ci siano ancora le condizioni. Il nostra secondo grande azionista (Findim) ha cambiato idea: appoggerà il vertice, anche con idee che indicherà al CdA del 2 dicembre. Bene! Meno bene quando insiste sulla fusione con Telefonica: se le due società decidono che il loro mercato (della comunicazione, dell'informazione, della tecnologia ecc.) è su base mondiale, allora se ne potrebbe parlare...   Intanto prosegue la riorganizzazione e la riduzione dell'occupazione: sulle scelte non possiamo esprimere giudizi a priore! Il focus è sulla professionalità e sul merito? Poli di attività: Roma, Milano...., Torino....?

(30/9/2008) Progetto Telecom sulla "apertura" della rete. Bocciato dai concorrenti. Progetto da integrare entro un mese (imposizione dell'Authority)? Noi azionisti chiediamo di resistere, il progetto andrà cambiato solo a precise condizioni: 1) una redditività adeguata sia per la nuova eventuale società per la rete, sia per la Telecom "amputata" 2) la società per la rete dovrà disporre delle risorse finanziarie compatibili con gli investimenti richiesti (10-15 miliardi di euro). E' comunque assurda la vicenda in corso che continua a danneggiare Telecom: i suoi azionisti, i dipendenti, l'indotto ecc. Urge l'unione delle due Authority e una regulation più attenta agli interessi del paese, sempre che si voglia rafforzare Telecom e non affossarla

(26/9/2008)  Il CdA di Telecom conferma che 1) il piano sarà aggiornato a dicembre, 2) l'eventuale cessione di una quota di minoranza della rete è ancora in fase di "esame" 3) sono pervenute manifestazioni di interesse, non proposte, a investire nel capitale della Società,  4) è migliorato il margine operativo lordo. Di che parla la Stampa? L'entrata di un "fondo sovrano" nel capitale con una quota del 10%. Come? Un aumento di capitale riservato. A quale prezzo?: visti i prezzi pagati dai soci Telco: da 2,50  a 2,8 per azione. Secondo me l'aumento non deve essere riservato ma "aperto" ai soci attuali: grandi, medi e piccoli. La maggioranza di noi ha le azioni a prezzi molto più alti di quelli attuali e quindi non sarebbe corretto che un solo azionista potesse beneficiare di un prezzo  "favorevole". L'aumento del capitale dovrebbe anche consentire la conversione  (non imposta) delle azioni di risparmio, con il pagamento di un equo corrispettivo. Infine, l'aumento del capitale dovrebbe anche permettere il rilancio dell'azionariato tra i propri dipendenti, con il beneficio fiscale previsto dalla legge, a condizione che le azioni non siano cedute per 3-5 anni.   

(18/9/2008) Bene ha fatto Telecom 1) a smentire le diverse illazioni di stampa 2) a ribadire che il piano ci sarà a fine anno.  Altra "perla" : ieri, le due Authorities che si occupano di Telecom, si schierano con coloro che vogliono la cessione della rete ad una newco, con controllo Telecom, anziché fare un esame di coscienza sui danni provocati al settore dalla attuale normativa regolamentare! Le risorse, dovrebbero contribuire alla realizzazione della nuova "rete", con un investimento di 10-15 miliardi di Euro. Nella newco, entrerebbero azionisti "diversi" ma non concorrenti della Telecom, dicono loro! Lo scorporo della rete in Europa non lo vuole nessuno, cosi sostiene anche l'UE. Vodafone, dichiara l'urgenza di questa operazione, nel presupposto che si tratti di investimenti pubblici......  Anni fà abbiamo ceduto le risorse satellitari (vicenda Telespazio). Abbiamo fatto poca strada su internet. Che cosa vale Telecom senza la rete e le torri?  Perchè la newco dovrebbe fare un simile investimento? Dove prenderebbe le risorse? E il know-how dove si trova?  E a chi andranno queste risorse: abbiamo ancora una industria? Il nostro ritardo tecnologico lo dobbiamo: ad una privatizzazione/liberalizzazione senza criterio, ad una regulation altrettanto suicida, a cambiamenti di assetti azionari e di "comando" (pilotati o meno dalla politica) che hanno impoverito l'azienda. Resta il fatto che oggi Telecom è quotata a poco più di un euro; e si attende fantomatici "salvatori". Anche queste sono fantasie della stampa? è la risposta alle smentite di Telecom di due giorni fà?

(12/9/2008)  Si legge: Telecom, al consiglio lo scorporo delle torri! Assurdità che merita una severa smentita.

E' ormai giunta l'ora che Telecom rialzi la testa: come? Presenti un idea strategica basata sull'innovazione tecnologica che ponga l'azienda tra i dieci/quindici attori mondiali e che la veda impegnata nel rispondere alle esigenze di un mercato "enorme" (basti moltiplicare la popolazione mondiale per il numero di servizi da fornire). L'innovazione passa attraverso internet che grazie anche ai satelliti raggiunge miliardi di persone/servizi. Questa idea strategica giustificherebbe un maggiore sostegno finanziario da parte di tutti gli azionisti.   Se Telefonica vuole anch'essa perseguire questo obiettivo, e lo sta facendo bene per il suo Paese, lo faccia, ma non soffochi Telecom. L'Italia deve dotarsi, finalmente, di una politica per il settore ICT (Tecnologia per l'informazione e la comunicazione), partendo dalla "convergenza" (servizi e tecnologie) e dalla "media company" si deve andare oltre, pena l'esclusione del nostro Paese da questo importante settore. Noi piccoli azionisti faremo la nostra parte!

(9/9/2008) Calata nuovamente la fiducia? Sembrerebbe di si!!! Le quotazioni sono sui minimi storici. Telecom è ormai un "caso aziendale" da affrontare con grande senso di responsabilità: da chi? Anche dal Governo? Si riparla di "cessione" della rete o parte di essa, di aumento del capitale: sarebbero risorse finanziarie importanti per quali fini? La riduzione del debito porta ovviamente a ridurre i costi, sempre che questi risultino maggiori del  fabbisogno per dividendi + imposte. Altri fini: la difesa delle quotazioni con un ingente buy-back? maggiori investimenti in infrastrutture e servizi? aumento penetrazione sull'estero? Telefonica che farà? Telco ha le risorse per sopportare il peso di una azienda che la borsa valuta molto meno del debito....  Il CdA di Telecom anticiperà la revisione del piano? Per intanto ci vuol dire se ci sono le condizioni per dare nel 2009 un dividendo nella misura del 2008? Ho chiesto di incontrate l'AD, attendo notizie in merito!

(9/8/2008) Ritorna la fiducia su Telecom? Direi proprio di si, i risultati del primo semestre "meglio  del previsto....": La stampa finora non è stata dalla parte dei piccoli azionisti, il giorno prima "Profit warning sul Brasile, Telecom al... tappeto", il giorno dopo "confermati i target in Italia ecc.). Tutto il CdA sembra compatto. Confermo quindi il mio pensiero, sotto riportato. Il piano dovrà essere aggiornato  quando ci saranno le condizioni, in particolare dopo la revisione della regulation e dei prezzi! Risultati del semestre: Utile netto di 1,14 miliardi, -24%. Aumentano: investimenti e indebitamento netto (confermati in proposito i target a fine anno). Ricavi: 14,8 miliardi, -3,3%. Ebit: 2,6 miliardi, -26,6%.  Prosegue la collaborazione con Telefonica. Esclusa una OPA ostile della stessa: certamente chiunque, a queste quotazioni, potrebbe "mediare" le posizioni. Chi ha idee nuove, sul piano industriale-finanziario-organizzativo, si faccia avanti. A proposito dell'organizzazione e della scelta dei manager, è indispensabile semplificare, eliminando almeno un anello della catena, (chi lavora non deve essere "soffocato" e privato delle conoscenze necessarie), cosi come è bene che vengano esclusivamente privilegiati i comportamenti seri e produttivi, va dissuaso qualunque tentativo che danneggi la Società. 

(17/7/2008) Alcuni azionisti forti di Telecom intendono presentare un piano alternativo a quello della Società, se.. i dati del primo semestre risultassero deludenti. Io toglierei il se!! Lo si faccia, l'importante che siano chiare le ipotesi sottostanti. Anche noi piccoli azionisti siamo in grado di contribuire. Bernabé dice: niente fuochi d'artificio, ok! Il Presidente: no aumento del capitale.....  

(15/7/2008) L'Autorità per le Comunicazioni non ritiene di fare emergere i perché della crisi delle aziende del settore. E neppure indica possibili soluzioni per il bene del Paese, per i lavoratori e le loro famiglie, per i risparmiatori che vedono le quotazioni in fondo .... al baratro?  Ci si accontenta di dire che il consumatore ha speso meno e che il settore ha contribuito a non fare crescere l'inflazione. Siamo di fronte a situazioni drammatiche, irrimediabili se non vengono assunte, rapidamente, decisioni forti, su tutti i fronti, anche aumentando i prezzi (le tariffe!!!): il price cap funziona? se no, lo si cambi. Una regulation che ha tarpato le ali a Telecom e che ha pensato solo a ridurre i prezzi, ha danneggiato tutti gli operatori e l'indotto. Il Governo precedente ha fatto la sua parte sulle ricariche dei telefonini, ha preso decisioni senza valutare le conseguenze sugli stakeholder, decisioni forse dirette a danneggiare solo l'azionista e quindi il risparmiatore. Il nuovo Governo deve agire con rapidità, vogliamo altri casi Alitalia???  Dati forniti dall'Autorità: nel 2007 occupazione del settore: -2% (-4,5% nel mobile. Altri dati. Ricavi totali 2006: +2%; 2007: +0,4%; 2008: -..... Prezzi: -8% (media); -14,6% (nel mobile): che cosa significa in termini di minori ricavi? E' stata garantita una equilibrata remunerazione degli ingentissimi investimenti?  io sostengo di no!!!  In queste condizioni possono essere fatti altri importanti investimenti: io dico di no! a meno....  Caduto il monopolio: concesse 238 licenze, nel 2002 erano ancora 70, oggi crisi globale....   Risorse enormi investite nelle licenze Umts e Wimax, anziché nelle infrastrutture. Indotto industriale mortificato. Ricerca ridotta al lumicino. Proiezione all'estero risicata. Debiti alle stelle. Ecco il risultato della regolamentazione e della privatizzazione in Italia. Non basta: la Ue impone altri cali per gli sms verso l'estero. Occorre una  rapida svolta nel campo della regolamentazione.

(14/7/2008) Prosegue, forse, con eccessiva prudenza e ......lentezza, il cammino verso la convergenza organizzativa fisso-mobile. Si costituiscono strutture di progetto e Steering Committee..ecc..   Intanto la quotazione è allo sbando....  e su Telecom Media il nulla!!!! I commenti sulla stampa certamente non sono di aiuto....  

(21/6/2008) Il 23 u.s. Telecom Italia, tramite comunicato stampa, "corregge" in parte quanto sotto riportato, circa il maxi accordo. L'eventuale costo della controversia con Fastweb, è coperta dalle riserve di bilancio. Conferma della firma di un accordo industriale, con detto operatore, per le infrastrutture della rete di nuova generazione.      Intanto continua il travaglio in borsa: che cosa si pensa di fare per Telecom Media ai minimi storici????

(21/6/2008) La quotazione è ritornata su livelli estremamente penalizzanti: 1,25 euro per le azioni ordinarie, -41% dall'inizio dell'anno! Il settore telecomunicazione mondiale registra una perdita del 24% rispetto ad un anno fa. Che cosa deve fare Telecom per recuperare la situazione? Proseguire la politica dei piccoli passi avviata dal nuovo vertice? Intanto è da registrare un risultato concreto: un accordo con Fastweb (controllata da Swisscom) che dovrebbe sanare il contenzioso in corso (di 1,7 miliardi di euro!!!!!), risolvere la querelle sulle tariffe di interconnessione e aprire una nuova stagione di intese sull'uso delle infrastrutture comuni (riduzione dei costi evitando sovrapposizioni. La competizione si farà sui servizi.

(19/6/2008) Come noto: sono attualmente due le Associazioni che cercano di rappresentare nel migliore dei modi le istanze dei piccoli azionisti Telecom. ASATI  ha ripreso la sua attività con vigore. ADAS, prosegue il suo cammino iniziato nel 1995, ben consapevole  1) delle vicissitudini che hanno colpito il Gruppo Stet/Telecom con la privatizzazione e la regolamentazione del settore: i risultati sono sotto gli occhi di tutti  2) della scarsa attenzione riservata ai risparmiatori  3) del lento ma inesorabile deterioramento dell'azionariato fra i dipendenti (ridotti forse al 5% rispetto alla consistenza iniziale)  4) della scarsa attenzione riservata alle Associazioni di azionisti (dal legislatore, dalle governance aziendali, dalla stampa, ecc.   ASATI mi ha informato di avere incontrato il presidente Galateri (il 9 u.s.) e di non essere soddisfatto delle risposte avute su questi temi: cosa fare nei prossimi sei mesi per far crescere la quotazione, come contrastare l'influenza dell'azionista di riferimento Telco (e di Telefonica) che di fatto "rallenta" addirittura le scelte organizzative e degli uomini-chiave, le difficoltà in Brasile, i disservizi, il piano industriale, le azioni di responsabilità verso gli amministratori precedenti, ecc.   Si tratta di argomenti noti, già dibattuti in assemblea: non vedo per ora vie di uscita. Meglio privilegiare un approccio propositivo: verso l'azienda e verso il legislatore. ADAS sta cercando di individuare "idee" concrete che diano sollievo alle problematiche dell'azienda. Nei confronti del "nuovo" legislatore va ripreso il duro lavoro intrapreso (con scarso successo): per quanto concerne il ruolo delle Associazioni, la raccolta delle deleghe, il libro soci, l'azionariato dei dipendenti, la presenza negli organi sociali (superando il voto di lista), il voto telematico, l'assemblea in video-teleconferenza, ecc.

(5/6/2008) Decisioni importanti anche se "dolorose":  1) l'organizzazione: superata la separazione fisso mobile con una impostazione focalizzata sul cliente (varata Domestic Market Operations);  2) il piano: non può essere modificato (a mio avviso verrà "aggiornato" dinamicamente): il business cresce poco (con queste visioni regolamentari!!!), risparmi plasmati su più anni (300 milioni), maggiori costi di ristrutturazione nel 2008 (+150 in più dei 100 milioni annunciati),  meno 5000 dipendenti in Italia entro il 2010 3) serve espandersi all'estero (le risorse: accordi con partner finanziari, private equity e fondi sovrani!!).   

(23/5/2008) Prime timide reazioni positive in borsa. Premiato il comportamento "prudente" del management. Da completare l'organizzazione e la scelta degli uomini. Il Sole24Ore sembra scettico: cita un "profit warning" su Tim Brasile, citando ASATI (non sono d'accordo su questo modo di procedere.....). Se si hanno idee/proposte è bene parlarne se no.... meglio tacere.  Si riparla di anticipare l'aggiornamento del "piano" di fine anno: perchè?

(17/4/2008)  Modifiche organizzative ADAS: verranno nominati i delegati di zona (regioni, metropoli,ecc.) e per attività (associazioni: consumatori, operatori, indotto, ecc.) per rendere più efficace l'attività associativa.  Sono gradite candidature e suggerimenti.   E' tuttora al vaglio l'unione di ADAS e ASATI: la bozza del regolamento comune, di molti anni fa,  sarà presumibilmente riformulata.

(15/4/2008) Ieri si è tenuta l'assemblea di Telecom Italia. L'intervento di Alessandro Fogliati,  azionista con 35 deleghe di voto, per un totale di 704278 azioni.       Risposte alle mie domande.

Non mi è stato possibile dichiarare il voto, lo faccio ora.  Sul bilancio: voto di astensione (criticità di bilancio,  limitati accantonamenti a riserva, poco convincente l’impairment test sull’avviamento, ecc.).         Sul CdA:  voto di astensione: i consiglieri dovevano essere ridotti a una dozzina (ci saranno meno ministri nel governo!), dovevano rispecchiare la composizione dell’azionariato, essere remunerati in base all’attività professionale svolta a favore della Società. Gli azionisti devono potere comprendere, per ogni candidato, il livello del contributo tecnico-legale-economico-strategico ecc. che sono in grado di fornire considerate le specificità dell’attuale Telecom. Invece Telco ha voluto rispecchiare il suo assetto azionario (banche, assicurazioni, Telefonica, ecc.), ridondanza inutile!!  La proposta di Assogestioni, più congeniale alle minoranze, non mi ha convinto: bene però che sia stato eletto un consigliere già presente nel precedente CdA, che ho ascoltato con interesse. La terza lista (Findim), poteva essere presa in considerazione in quanto ha reso noto il suo intendimento: che comprendo ma non condivido.   Sulle stock option:  la proposta è coerente con gli impegni assunti dal Presidente e dall’AD, non doveva però essere fatta ieri. Non era per altro stata ben compresa e ciò ha contribuito al clima incandescente dell’assemblea: di fronte a problematiche di enorme portata che investono la Società, l’attenzione è stata “spostata” sulle  stock option e sui scandalosi e immorali compensi ai vertici e al management…….  Il voto è quindi di contrarietà.

 (13/3/2008) ADAS é pronta a scendere in campo a tutela del patrimonio umano e tecnologico del Gruppo. Intanto non farà mancare il proprio sostegno, serio e costruttivo, nell'assemblea del 14 aprile. Non è più tempo per le sceneggiate, anzi vanno regolate nei modi previsti.  Come prima iniziativa rivolge un "appello" ai dipendenti azionisti  del Gruppo Telecom: il messaggio ha piena validità non solo per gli azionisti ma anche per le altre componenti coinvolte (indotto, clienti, risorse umane, fisco ecc.).

  

ADAS sospende l'attività di raccolta deleghe, lettera a Consob e a Telecom.  Alessandro Fogliati  non partecipa, di conseguenza, all'assemblea del 6 maggio. Le proprie osservazioni sul bilancio 2003 e sulla revisione statutaria sono state comunicate al presidente Telecom: la risposta contiene elementi positivi per ciò che attiene il ruolo di Telecom nei confronti del nostro Paese. 

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ACEA   ultimissime

(Maggio 2008) L'associazione resterà in disparte fino a che non cambierà la situazione: ci penserà la nuova compagine municipale?

   (15/11/2007) Situazione al 30/9/2007. A livello di Gruppo, rispetto al 30 settembre del 2006: i ricavi sono aumentati del 17% (1809 milioni di Euro), il reddito ante imposte e  gestione finanziaria (EBIT) aumenta dello 0,8% (196,8 milioni), l'utile netto aumenta del 11,2% (105,4 milioni). Aumenta l'indebitamento, 1419 milioni (1198 a fine 2006). Più investimenti 252,6 milioni contro 197,6. Crescita modesta di EBIT causa ammortamenti e accantonamenti per esodi e mobilità. Peggiora il rapporto indebitamento netto/capitale investito dal 46,5% al 50,87%.

E' da sottolineare l'assetto azionario: Comune di Roma 51%, Shroeder Assett Mng 9,94%, Gruppo Suez 8,61%, Pictet Assett Mng 4,01%, Gruppo Caltagirone 2,96%, altri azionisti 23,48%.

Situazione al 30/6/2007. A livello di Gruppo, rispetto al 30 giugno del 2006: i ricavi sono aumentati del 20,4% (1193 milioni di Euro), il reddito ante imposte e le gestione finanziaria (EBIT) aumenta del 13,30% (138,8 milioni), l'utile netto aumenta del 18% (70 milioni). Aumenta l'indebitamento, 1343 milioni (1198 a fine 2006) e si riduce il patrimonio netto a 1336 milioni, contro 1377 a fine 2006. Continuano le critiche sulla qualità dei servizi offerti. Nuove offerte commerciali per contrastare la concorrenza.

(29/3/2007) Bilancio 2006: a livello di Gruppo, i ricavi sono aumentati del 35% (2187 milioni di Euro), il MOL aumenta del 18% (477 milioni), l'utile netto aumenta del 15% (147,4 milioni). Nonostante tutto ciò le criticità sono evidenti: aumenta l'indebitamento, alcune acquisizioni lasciano perplessi, la vendita di immobili ha certamente influito sui risultati di bilancio... Il 4 maggio ci sarà l'assemblea degli azionisti. Il CdA è scaduto. ACEA è stata oggetto di critiche sulla qualità dei servizi offerti...

(16/5/2006) Risultati I° trimestre 2006.  In crescita le principali voci (su analogo periodo 2005):  ricavi +33,6%;  MOL  +9,8%; risultato operativo +10,4%; utile netto del Gruppo: +15,7% (+15,9% per azione). Debiti in aumento su fine 2005: da 936,1 a 1063,6 milioni di Euro.

(20/4/2006) Assemblea ACEA del 20/4/2006.    Alessandro Fogliati partecipa all'assemblea. Voto di astensione sul bilancio 2005, voto contrario sulla misura del dividendo e sugli altri argomenti all'ordine del giorno (acquisto di azioni proprie finalizzate a Stock Option).  Erano presenti in totale 56 azionisti di persona o per delega: anziché aumentare diminuisce la partecipazione! L'enfasi sulla Corporate Governance, a questo proposito, è emblematica. Non è stato nominato un nuovo presidente del Collegio Sindacale.

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               OCCORRE CAMBIARE LE REGOLE DI GOVERNO DELLE IMPRESE: prime risposte da Telecom e da ACEA.    A che punto é la riforma per la tutela del risparmio?             Abbiamo chiesto sostanziali innovazioni sulla corporate governance: il rilancio delle associazioni di azionisti, la modifica del voto di lista, una più ampia partecipazione azionaria stabile dei dipendenti, misure per semplificare la partecipazione alle assemblee degli azionisti, nuove modalità di votazione nelle suddette assemblee. Per il momento nessun riscontro.      Proposte a Consob (giugno 2005) per favorire la partecipazione e il voto nelle assemblee degli azionisti e per dare maggiore affidabilità al libro soci.   Risposta Consob interlocutoria (Ottobre '05).  Nuova comunicazione al Presidente Consob stante l'importanza degli argomenti da me indicati (Novembre '05). 

Persistono le difficoltà in relazione alla richiesta del certificato per la partecipazione alle assemblee.  Ancora una volta gli azionisti diserteranno le assemblee e non potranno quindi votare.  Si è ancora in attesa dei cambiamenti necessari: se non si hanno ideee si può almeno "copiare" quanto si fà in Europa: l'azionista riceve una comunicazione personale, può andare in assemblea, può dare mandato di voto agli organi sociali o ad un rappresentante comune  o ad altro socio..... ,  D'altra parte basti sottolineare il comportamento Consob: alle mie lettere del giugno, novembre 2005 non si è data risposta.... si continua a rinviare il problema......  Scritto nuovamente a Consob (aprile 2006).  L'incontro successivo in Consob, lascia ben sperare!!! Non ha avuto l'esito auspicato: scritto nuovamente a Consob.

 

Concorrenza, mercato e impresa.   Tecnologie avanzate: larga banda, Umts

         Telecomunicazioni  italiane.    Governo dell'impresa: nostre proposte avvalorate dal caso Parmalat ecc.  

 Normative in materia di raccolta deleghe.