Resoconto avvenimenti:
Telecom Italia: (gennaio 2002-marzo 2008) ACEA:
(da aprile 2002)
L'ADAS
nelle assemblee di Stet/Telecom dal 1995. L'ADAS
sulla stampa.
Telecom Italia:
aggiornamento al 9 Novembre 2012
(glossario)
(9/11/2012) Risultati primi nove mesi del 2012 (valori
in mldi euro): utile netto 1,946; Ebitda
8,86,Ebit 4,9. Free Cash Flow operativo 4,14;
indebitamento finanziario netto rettificato 29,5. Ricavi 22,2; domestico
13,4.
Disponibilità "liquide" 6,1. Dipendenti 85.183 unità di cui 56742 in Italia. Investimenti industriali
....... Brasile (dati in moneta locale, real/euro
2,455, 2,28 fine 2011:
ricavi 11%; Ebitda +9%). Dipendenti 11309 (10539 a
fine 2011). Linee mobili
...., quota di mercato ..... Argentina (dati in peso/euro
5,7146 (5,489 a fine 2011): ricavi + 18%; Ebitda +6,5%. Dipendenti
16774 (16350 a fine 2011).
Come ampiamente "scontato", l'assemblea ha approvato
il patteggiamento. ASATI ha contrastato tale decisione con grande
determinazione.
(21/9/2012) L'assemblea Telecom Italia si terrà il 18
ottobre, alle ore 15, a Rozzano. Si deciderà se accettare il "chip"
proposto dai legali di Buora (1 milione) e di Ruggiero (1,5 milioni), cosi
come proposto dal CdA, oppure chiedere un risarcimento più significativo
considerati i danni subiti dalla società, dai suoi azionisti e,
soprattutto dai suoi dipendenti.
Per scongiurare il patteggiamentofare occorre un voto
pari ad almeno il 5% del capitale "presente" in assemblea. Non potremo
contare sui voti di Telco (abbiamo chiesto di astenersi dal voto,
informando Consob), gli altri come voteranno? Noi piccoli azionisti,
soprattutto i dipendenti azionisti (sono oltre 10 mila) dovremmo 1)
partecipare di persona o dare delega all'ASATI (Franco Lombardi) 2) far
sentire la nostra voce con tutti gli strumenti possibili 3) convincersi
che è venuto il momento di impegnarsi per svolgere realmente il doppio
ruolo di azionista e dipendente 4) chiedersi se quanto è accaduto in
Telecom, negli ultimi 15 anni, non sia anche colpa del disinteresse di
larga parte dei dipendenti stessi, ai vari livelli. I 97 mila dipendenti
azionisti all'epoca della privatizzazione che cosa hanno fatto: certamente
non si sono impegnati, hanno preferito "monetizzare" e...........
Gli altri azionisti, se voteranno si alla proposta del
CdA, mi auguro che abbiano il coraggio in assemblea di motivare un
siffatto comportamento.
(3/8/2012) Risultati primo semestre (rispetto all'anno scorso) valori
in mldi euro: utile netto 1,245 + 9,2 (escluso svalutazioni); Ebitda
5,86, -1%; Ebit 3,2,+2,4%, Free Cash Flow operativo 2,24 (2,5 l'anno scorso);
indebitamento finanziario netto rettificato 30,36 (30,4 a fine
2011). Ricavi 14,79, +3,1% di cui
37,5%. l'anno scorso il 34,5%; domestico 9,05, -3,1%.
Disponibilità "liquide" 6 (6,67 a fine 2011). Dipendenti 84.889 unità di cui 56815 in Italia. Investimenti industriali
2,23 (di cui 898 estero). Brasile (dati in moneta locale, real/euro
2,415, 2,28 fine 2011:
ricavi 9,01, + 12,6%; Ebitda 2,385, +10%). Dipendenti 10922 (10539 a
fine 2011). Linee mobili
68,9, quota di mercato 26,9% (ex 25,1%). Argentina (dati in peso/euro
5,692: 5,489 a fine 2011): ricavi 10,379, + 21%; Ebitda 3,13
(+8,9%). Dipendenti
16785 (16350 a fine 2011).
CdA conferma target di fine 2012, indebitamento netto rettificato a
27,5 miliardi di euro (-2,8 mldi su giugno 2012). Assemblea straordinaria
in ottobre: nei confronti di Buora (composizione controversia) e di
Ruggiero (azione di responsabilità). Chiesto di ampliare l'OdG: in
particolare modifica statutaria per l'elezione del CdA..........
(2/8/2012) ASATI emette un primo comunicato stampa a
seguito del CdA di ieri.
(27/7/2012) Ieri è stata costituita ASATI Onlus,
brillante idea di Franco Lombardi. Sono uno dei soci fondatori.
(27/7/2012) ADAS è confluita in ASATI. Vorrei
ricordare la mia lettera del 29/3/2004, diretta ai presidenti di
Consob e di Telecom Italia, con la quale annunciavo le ragioni della
sospensione dell'attività di raccolta deleghe da parte ADAS. Dicevo.....
ADAS era nata spontaneamente.... poi la legge Draghi normalizzava le
associazioni di azionisti...poi più nulla, permanevano le difficoltà,
ancora attuali, circa la raccolta di deleghe anche presso i propri
associati...chiudevo la lettera dicendo: "....mentre il voto di lista (per
la nomina degli organi sociali) andrebbe esteso con criteri che assicurino
anche ai piccoli azionisti e ai dipendenti azionisti la possibilità di
esprimere un consigliere "indipendente" ed un rappresentante negli organi
di controllo". Non è possibile nemmeno oggi (sono passati 8 anni)
nonostante le disposizioni dell'Unione Europea che hanno cercato di
estendere i diritti degli azionisti. Per ora insuccesso totale: sia per il
voto elettronico, sia per la delega ad un rappresentante comune, sia per
le domande-risposte ante assemblea.
Con ASATI lavoreremo per trovare soluzioni volte a
conseguire detti sacrosanti obiettivi, oggi che i nostri risparmi in
azioni si solo ridotti all'osso.
(20/7/2012) L'ADAS cessa definitivamente la sua
attività, sospesa nel 2004 come, a suo tempo, comunicato a Consob e a
Telecom Italia. Come noto, da allora, ho comunque partecipato alle
assemblee della società quale azionista e in rappresentanza di altri
azionisti che mi hanno dato delega. Il mio impegno a tutela dei "piccoli"
azionista proseguirà tramite l'ASATI. L'iscrizione ad ASATI è oggi ancora
più indispensabile considerata la gravità delle situazioni che Telecom
Italia deve affrontare sia in Italia che all'estero, sul versante dei
mercati finanziari e degli assetti regolamentari, aggravati da congiunture
negative che si riflettono anche sulle quotazioni di borsa. Vi invito a
collegarvi al sito ASATI per l'iscrizione e per potervi tenere informati
sulle attività svolte dall'associazione.
Mi fa piacere comunicarvi che l'assemblea dei soci
ASATI ha, tra l'altro, nominato il nuovo consiglio direttivo, confermando
alla presidenza Franco Lombardi (vice presidente colui che vi sta
scrivendo). Ringrazio per la fiducia che mi è stata data che ricambierò
con il mio consueto impegno.
(12/7/2012) Sul passato Stet-Telecom la Giustizia ha
avviato indagini da anni. Oggi, alcuni alti dirigenti sono inquisiti:
Telecom paga una penale in denaro e chiede a loro di risarcire il
danno.
Chi pagherà i danni subiti dai
risparmiatori/azionisti e quelli subiti dai dipendenti, moltissimi dei
quali messi fuori dall'azienda? Importante è stata e sarà l'azione di
Asati sul versante dello stimolo giudiziario e aziendale. ADAS ha fatto
dal 1995 quanto gli è stato possibile, non farà mancare ad Asati il suo
sostegno.
Sembra che la Giustizia si stia soffermando su alcune
punte dell'iceberg, forse non quelle più sostanziali. Il disatro
Stet-Telecom ha un inizio e fasi successive "pilotate" dai governi,
dalle banche e da una legislazione carente. In sintesi ricordo alcuni
eventi mostruosi: anno 1996: viene decisa la privatizzazione e
come inizio si trasferisce la Seat da Stet al Tesoro che la cederà tramite
un veicolo a dir poco "criminoso"; anni 1997-1998: 2 milioni di
risparmiatori partecipano alla privatizzazione, 100 mila dipendenti, con
il 3,3% del capitale non entrano nel nuovo CdA voluto dal Tesoro, cosicché
Telecom sarà guidata per poco da Rossignolo (Fiat: 0,6% del capitale);
Guido Rossi lascia insoddisfatto... 1999: OPA Olivetti favorita dal
Governo, inutile il contrasto di Bernabé sostenuto unicamente dalle
associazioni di azionisti; l'assemblea va deserta per volere del Governo
che influenza i "grandi azionisti". Colaninno presidente. anno 2000:
Telecom vale in borsa 125 mldi di euro, Seat+Tin.it vale.... 72 mldi.
Inizio del secondo atto della tragedia. Meie assicurazioni viene ceduta a
Unipol... Cessione quota Italtel, Sirti e immobili. Esborsi esagerati per
acquisto licenze UMTS. Il debito sale da 9 a 18 mldi, nel 2001 a 23 mldi.
anno 2001: caso Telekom Serbia, nasce Brasil Telecom. Indagini su
Colaninno, Gnutti, Pelliccioli, Erede. Tronchetti Provera subentra a
Colaninno (minaccia "forse" 30 mila esuberi). Entrano sulla scena: Bondi
per poco, Buora, Ruggiero, .... Le azioni Olivetti scendono da 4 a 1 euro,
quelle di Pirelli da 3 a 1,5 euro. Quelle Telecom e Seat in picchiata.
N.B. l'11 settembre cambia il mondo, dopo l'attentato alle torri gemelle
di Manhattan ecc.; anno anni 2002-2003: Agenzia Entrate avvia indagini su
società "estere" ex Seat... Proseguono le "dismissioni" anche degli
immobili, inutili le nostre denuncie. Cessione di Telespazio e
pertecipazioni satellitarie; anno 2004: fusione Telecom con Olivetti,
fusione Tim-Telecom (a 5,6 euro); anno 2005: One global company (Tim in
Telecom) poi la"media company"; anno 2006: le intercettazioni, il suicidio
di Bove, Prodi al governo, il piano Rovati per la cessione della rete.
Rossi subentra a Tronchetti Provera; anno 2007: Telecom vale in borsa 38
mldi, Pistorio subentra a Rossi, anno 2008: caso Sparkle, carosello
IVA....., dal 1997 al 2007 bruciati 60 mldi di Telecom che sarà governata
da Telco (22,5% del capitale): Galateri e Bernabé. Pirelli cede le azioni
Telecom a Telco a oltre 2,7 euro, oggi sono a 0,75........
Questa è la storia di una grande azienda ridotta a
brandelli da una scellerata privatizzazione e liberalizzazione, certamente
necessaria, ma condotta da istituzioni e persone incapaci, imprudenti,
poco serie, senza reali valori, senza lungimiranza che hanno calpestato i
diritti dei risparmiatori, dei lavoratori e quindi hanno danneggiato il
nostro Paese. Alcune persone sono sotto inchiesta, alcune sono in
galera... Ritengo che ciò che è stato finora fatto è troppo poco.
La storia Telecom prosegue come potete leggere nel
seguito.
(20/6/2012) E' disponibile, via web, il verbale
assembleare. Leggerete la mia relazione e quella di Lombardi (ASATI).
La partecipazione alle assemblee di persona o dando
delega, ad altro azionista o al rappresentante delle associazioni di
azionisti (di ASATI nel caso Telecom), è l'unica possibilità di intervento
per l'azionista individuale. Ne è conferma il "fallimento" del voto per
corrispondenza (una sola scheda, 12250 azioni), del voto via web (3027
azioni) e del voto tramite il rappresentante indicato dalla società
(nessuna delega). Inoltre non sono state poste "domande" tramite web.
Sono innovazioni recenti che vanno meditate affinché trovino adeguate
positive risposte già per le prossime adunanze assembleari. Ovviamente
Telecom deve impegnarsi, cosi come lo faremo noi azionisti che
partecipiamo alle assemblee. Occorre fare più "cultura": è forse
impensabile pretendere che si leggano centinaia di pagine sugli argomenti
all'ordine del giorno, a volte di difficile comprensione, scritte per gli
"addetti ai lavori" cosi come è altrettanto impensabile che siano espressi
"voti a distanza" alla cieca! Sono state introdotte, per legge le
associazioni di azionisti che, tra l'altro, svolgono un ruolo basilare nei
confronti delle società, in quanto sono il loro anello di congiunzione con
migliaia di azionisti individuali che altrimenti sarebbero lasciati nel
"limbo". Pochi di loro però hanno capito questo ruolo essenziale delle
associazioni a tutela si delle società ma anche dei loro risparmi
investiti in tali società. Purtroppo non l'ha capito nemmeno la
maggioranza dei dipendenti azionisti..... Quindi non si perda il coraggio,
ritorni l'entusiasmo, specie oggi che le quotazioni, anche della nostra
società, sono su livelli assolutamente ingiustificabili. Il tutto sia di
stimolo per il vertice Telecom, per ASATI, per me stesso e per tutti gli
azionisti che non partecipano alle assemblee.
(15/5/2012)
Si è tenuta l'assemblea.
Partecipa il 53% del capitale, oltre 1600 azionisti rappresentati, per
oltre il 90% da ASATI (Lombardi). Le tre proposte di ASATI, per l'avvio di
azioni di responsabilità nei confronti di un maggior numero di persone
rispetto a quelle evidenziate dalla società (Buora e Ruggiero), sono
state poste in votazione e non approvate, come era prevedibile. Gli
azionisti che hanno votato contro (il 90% dei voti) si assumono di fatto
responsabilità ben precise, considerato quanto finora emerso dalle
indagini della magistratura e dalle informazioni oggi disponibili sul
"progetto Greenfield" e sulle decisioni assunte dal CdA della Società del
16/12/2010. E' una altra chiara dimostrazione del fallimento della
governance societaria conseguente a norme statutarie inerenti la nomina
del CdA e del Collegio Sindacale. E' un tema che ho nuovamente affrontato
in assemblea e che mi ha portato a votare "contro" le proposte all'OdG
dell'assemblea straordinaria.
Fogliati è intervenuto sia nella parte ordinaria che
straordinaria (si legga il testo). Voto di astensione sul bilancio, voto
favorevole sulla nomina di due amministratori, voto contrario sugli altri
argomenti: in particolare, no alla politica remunerativa del top
management. Sulla nomina del Collegio Sindacale, voto sulla lista Findim.
(9/5/2012) Risultati primo trimestre (rispetto all'anno scorso) valori
in mldi euro: utile netto 0,6, +10,6%, Ebitda 2,9, +1.2%; Ebit
1,6,+7,6%, Free Cash Flow operativo 0,6 (1,07 l'anno scorso);
indebitamento fin.netto rettificato 30,12 (30,4 a fine
2011). Ricavi 7,4, +4,5% di cui
38% estero; domestico 4,5, -2,4%.
Disponibilità "liquide" 5,42 (6,67 a fine 2011). Dipendenti 84.625 unità di cui 56919 in Italia. Investimenti industriali
0,954 (meno Italia, più estero). Brasile (dati in moneta locale, real/euro
2,318 ex 2,28:
ricavi 4,47, + 19%; Ebitda 1,17, +13,5%). Dipendenti 10737 (ex 9991). Linee mobili
67,2, quota di mercato 26,8% (ex 25,1%). Argentina (dati in peso/euro
5,6875 ex 5,48989): ricavi 5,13, + 24%; Ebitda 1,64
(+16,6%). Dipendenti
16591.
Il CdA mette sul mercato La7, per ridurre il debito (nel 2011 ha
perso 83 milioni; sulla stampa si legge un valore di TI media pari a 160
milioni....).
(4/5/2012) Prosegue l'impegno per una partecipazione significativa di
ASATI alla ormai prossima assemblea azionisti Telecom Italia.
Ci sarò anche io per testimoniare ancora una volta l'esigenza che le
minoranze siano realmente rappresentate negli organi sociali e che si
riconosca al dipendente azionista un ruolo ben diverso da quello attuale.
Non vanno assolutamente sottovalutati i risultati raggiunti dalla società,
in un contesto economico estremamente difficile e ancora molto incerto.
Vanno però tenute ben presenti le attese sia degli azionisti e sia dei
dipendenti. I primi sono estremamente delusi, sfiduciati, mortificati da
quotazioni azionarie in progressivo calo: dagli oltre 2 euro del 2007; a
1,08 nel 2009; 0,98 del 2010 e 0,83 a fine 2011. Il risparmiatore ha
subito enormi perdite, solo in parte compensate dai dividendi riscossi.
D'altra ha dovuto prendere atto che il patrimonio netto della società, a
fine 2011, si è ridotto a 20,5 miliardi (-5 miliardi), per effetto delle
svalutazioni che è stato necessario operare. I dipendenti in Italia sono
ancora diminuiti, la loro retribuzione si è ridotta per effetto della
"solidarietà" in atto dal novembre 2010 (durata biennale). Il potenziale
delle suddette risorse è molto elevato, può e deve essere valorizzato.
In assemblea chiederò, ad esempio, che venga rafforzata l'attività di
ricerca quale fattore indispensabile per sostenere la crescita del nostro
Paese vanno colte tutte le opportunità offerte da un contesto
nazionale ed europeo favorevole e disposto a impegni finanziari di grande
portata. L'Unione Europea sta per varare un nuovo piano di sostegno alla
ricerca, Horizon2020, con un impegno dell'ordine di 100 miliardi di euro.
(18/4/2012) Convocata assemblea azionisti: 15/5/2012, ore 10, a Rozzano.
Si potrà votare: via elettronica, per corrispondenza, dando delega al
"Rappresentante Delegato" o ad altro azionista: suggerisco Franco
Lombardi, presidente ASATI, associazione con circa 3 mila soci.
Detta associazione va sostenuta affinché raggiunga una consistenza
idonea a consentire la presentazione di una lista di candidati per la
nomina del collegio sindacale (all'OdG dell'assemblea) e per
concorrere alla nomina del CdA, nel 2014. L'obiettivo potrebbe essere
raggiunto se l'azionista individuale, essi sono oltre 500 mila, si
impegnasse di più iscrivendosi all'ASATI, per l'appunto. Purtroppo la
CONSOB ha raddoppiato la quota azionaria necessaria per la presentazione
delle "liste" dallo 0,5% all'1%: decisione che non possiamo che biasimare,
non risponde alle direttive dell'UE inerenti i diritti degli azionisti,
con una siffatta quota detti azionisti non saranno mai rappresentati
direttamente negli organi sociali! In Telecom poi vengono confermate
regole di nomina del CdA che prevedono che 4/5 dei consiglieri siano
estratti dalla lista presentata dall'azionista di maggioranza, oggi TELCO
(22,39% del capitale....): avevamo chiesto di modificare lo statuto a tali
fini. Lo statuto verrà modificato in assemblea, solo per recepire le norme
inerenti le "quote rosa": anche qui non siamo d'accordo. si inizia con 1/5
per poi arrivare a 1/3 (per il CdA nel 2018...). La quota di 1/3 va da
subito applicata.
Su altre questioni dirò in seguito. Come ho fatto dal 1995 sarò
presente in assemblea. Nel 2004, quale presidente ADAS, scrissi alla
CONSOB e ai vertici della società, che non esistevano le condizioni per il
proseguimento "costruttivo" dell'attività associativa: per le ragioni che
ho detto sopra, le condizioni non sussistono nemmeno oggi! Ragione di più
per affiancare con convinzione l'azione dell'ASATI.
(29/3/2012) CdA conti finali 2011. (Dati in miliardi di
euro). Confermati i dati provvisori del 24/2/2012. Le novità: a) una
svalutazione delle attività "immateriali" pari a 7,3 mldi a livello di
gruppo e a 5,7 mldi per TI SpA; b) quindi l'evidenza di una perdita
rispettivamente pari a 4,73 mldi e 3,57 mldi;
c) senza tali svalutazioni il risultato netto sarebbe stato di 2,6
mldi e 1,76 mldi; d) ebit rispettivamente -0,603 (+6,76) e -5,15
(-0,182); e) free cash flow operativo di gruppo: 5,767 mldi; f)
riserve disponibile a fine 2011, post perdita, di oltre 7 mldi
quindi....... g) proposta di dividendi per 0,9 mldi: 0,043
az.ord. e 0,054 az.risp. h) viene proposto un piano di
incentivazione per la dirigenza.
Le mie considerazioni: svalutazioni necessarie (l'esigenza è da
tempo da me sollecitata in assemblea), perplessità sul dividendo ancorché
ridotto, che fine ha fatto l'auspicata seconda tranche di azioni ai
dipendenti "tutti".degli
(24/2/2012) CdA conti preliminari 2011. (Dati in miliardi di
euro). TI spa: riduzione monte dividendi: a 0,9 mldi
(ex 1,183); ricavi 18,045 (-5%); ebitda 9 mldi (-1%); debiti netti
rettificati 34,883 (-1,8%); investimenti 4,12 (di cui frequenze LTE
1,223); dipendenti 47801 (-1835). Utile netto: nd. Acquisto azioni di risparmio:
nd. Ricavi domestic: 19,033 (-5,2%) di cui tlc fisse 13,542 (-4,1%),
mobili 7,114 (-7,5%).
Gruppo: utile netto nd .....(ex 3,12); debiti netti
rettificati 30,414 (- 1,064 mldi); investimenti 6,095: di cui
frequenze LTE 1,223; dipendenti 84154 di cui Italia 56878 (-1167); generato cassa per
5,767 (-0,446); margine di liquidità 14,7 mldi (di cui cash 7,7); margine
operativo lordo (ebitda) 12,246, +7,3% di cui in %: domestic
63,6 (ex 72,8, Brasile 24,5 (ex 22,5), Argentina 10,7 (ex 2,9); ricavi 29,958, +8,7% (+2,7%
organico) di cui in %: domestic 75,5 (ex 82,3), Brasile 16,3 (ex 15,8),
Argentina 8,5 (ex 2,1).
Brasile: acquisto AES (Tim Fiber Rje e Tim Fiber SP).
Dati in mldi di real ( vs euro 2,32669). Ricavi 17,86 mldi (+18,2%), ARPU
real 21,4 (-9,7%); ebitda 4,631 (+10,2%). Linee 64,1 milioni, quota di
mercato 26,5%. Dipendenti 10539 (+425). Argentina: dati in
peso (vs euro 5,74419). Ricavi 18,496 (+26,5%) di cui dal mobile il 71%
(che registra un incremento del 32%). Ebitda 5,947 (+24,1%); investimenti
industriali 3,192 8+24,8%). Dipendenti 16350 (+700). Linee fisse nd....
(ex 4,1 milioni), quota di mercato nd.
Aggiornato piano industriale 2012-2014. Gruppo: debiti netti
rettificati a fine 2012 27,5 mldi (- 2,9 mldi su fine 2011), a fine 2013
25 mldi; ricavi ed ebitda 2012 in linea con il 2011; nel triennio:
generazione cassa per 22 mldi; investimenti industriali 15 mldi.
Bernabè: il Gruppo ha raggiunto tutti gli obiettivi del 2011. La
proposta di riduzione del dividendo "contribuisce alla conferma del
percorso di riduzione dell'indebitamento delineato nel precedente piano.
Al raggiungimento di tale obiettivo la shareholder remuneration potrà
tornare a crescere".
(22/2/2012) Il Governo riaffronta il "ritardo" del Paese nei confronti
anche delle reti di telecomunicazioni e determina l'Agenda Digitale,
riferita agli obiettivi della CE al 2020. Telecom Italia, in audizione
alla camera, risponde che entro il 2014, saranno collegati 6 milioni di
unità immobiliari, grazie alla tecnica FTTC (Fiber-to-the-cab), cioè fino
all'armadio di distribuzione, che potranno servire utenze nel raggio di
400 metri. A Telecom mancherebbero le risorse per fare di più.... da sola.
Quindi, si riaccendono i fari su uno "spezzatino"( rete... mobile) e sul
coinvolgimento di altri "attori" anche pubblici. Si chiede alla Società un
maggiore impegno, da dimostrare con un piano industriale ambizioso.
Vedremo cosa verrà deciso dai prossimi CdA (di domani e del 29/3): poi se
ne discuterà nell'assemblea del 15 maggio. Rimane l'incognita di
come ridurre l'elevato indebitamento, vero macigno che pregiudica il
futuro. Occorre anche rafforzare le attività di ricerca e innovazione, sia
autonomamente e sia attraverso una più incisiva partecipazione ai progetti
europei: l'Europa sta per definire un nuovo piano di evoluzione del
settore ICT, con un orizzonte al 2020 e con la destinazione di elevate
risorse, che troppe volte l'Italia ha dimostrato di non sapere "sfruttare"
pienamente. Vorrei anche ricordare che la partecipazione a detti progetti,
con il ruolo di coordinamento, comporterà per le persone incaricate una
particolare "gratificazione": saranno ad esempio "parificati" ai
professori universitari (vedi DM del MIUR, novembre 2011).
(25/1/2012) In base a indiscrezioni di stampa, la quotazione delle
azioni ordinarie di Telecom Italia si riduce del 6% (da 0,8175 a 0,769, le
azioni di risparmio da 0,708 a 0,648). La Società precisa che la decisione
sui dividendi sarà presa dall'assemblea dei soci il 15 maggio p.v., sulla
base delle proposte del CdA del 29 marzo. Giustamente viene però ribadito
che il CdA del 19 c.m. ha espresso, "a tutela della Società e
dei suoi azionisti, il proprio orientamento a dare assoluta priorità
all'obiettivo di deleverage e di mantenimento del rating, anche alla luce
del recente downgrade del merito di credito della Repubblica Italiana".
Orientamento che più volte ho sostenuto, anche in occasione dalla mia
partecipazione all'assemblea dei soci dello scorso anno. Anzi, ho chiesto una
diversa politica dei dividendi e cioè l'assegnazione di azioni al posto
del dividendo: uscite di cassa dell'ammontare ipotizzato (dell'ordine del
miliardo di euro) è una decisione decisamente da sconsigliare in presenza
di un debito enorme, di un mercato domestico in sofferenza, anche per una
congiuntura negativa, di continuare a ridurre i costi, che ha tra
l'altro comportato il ricorso all'istituto della solidarietà per decine di
migliaia di dipendenti. Per troppi anni la Società ha dovuto pagare alti
dividendi, per dare sollievo agli "azionisti" che di fatto controllavano
l'azienda. Anche oggi, l'azionista TELCO avrebbe bisogno di alti dividendi
stante l'elevato ammontare degli oneri finanziari che deve erogare. E' un
bisogno che è stato finora soddisfatto con effetti chiaramente calcolabili
e che oggi potrebbe rendere "vulnerabile" l'azienda.
La borsa risponde con comportamenti irrazionali e irragionevoli: si
confronti il rendimento ottenuto dagli azionisti Telecom, negli ultimi
anni, e lo si confronti con i rendimenti forniti da altri strumenti quali
i titoli di stato, ecc. Vorrei anche ricordare che da tempo le
associazioni degli azionisti della Società hanno rilevato ed espresso la
fondamentale esigenza di un aumento del capitale: si è sempre temuto un
drastico ridimensionamento delle quotazioni di borsa (che è avvenuto lo
stesso). La vera ragione è proprio nella composizione azionaria della
società: un azionista, Telco per l'appunto, con il 22,4%, detiene di fatto
il controllo del CdA (grazie ad uno statuto che da tempo doveva essere
modificato). La Telco naviga in cattive acque? I suoi azionisti:
Telefonica, Mediobanca, Intesa, Generali sono in
difficoltà? Dovrebbero ripensare al perché hanno"liquidato" la
precedente gestione con un elevato "gettone". Siamo certamente noi piccoli
azionisti ad avere patito le maggiori "perdite", cosi come sono i
dipendenti ad avere risentito del drastico rimaneggiamento che il nuovo
vertice è stato "costretto" ad attuare.
(12/11/2011) Risultati dei primi nove mesi del 2011, per il Gruppo:
considerando la svalutazione dei cespiti immateriale di 3,18 mldieu, la perdita
per i soci è di 1,2 mldieuro (valore analogo alle imposte sul reddito); il patrimonio netto si riduce di
2,55 mldieu (da 32,5 a 29,8 mldieu). Ebitda 9175 milionieu, +8,3%:
peso %, domestico 76,2 Brasile 15,7%, Argentina 8,3. Ebit 1847 milioni
(-2457 milioni), Free Cash Flow operativo
4524 milioni, +1073;
indebitamento fin.netto rettificato 29,9 mldieu -1,52 su fine 2010. Ricavi
22 mldieu, +10,9%, 35% estero di cui 24,5% Brasile e 10,5% Argentina;
l'incidenza del domestico scende dal 75,5% al 63,9%.
Dipendenti 85126 di cui 10,2 mila in Brasile e 16 mila in Argentina. Investimenti industriali
3190 milioni, +252 milioni (Brasile 807 milioni, Argentina 331 milioni). Brasile (dati in moneta locale, real/euro
2,29395):
ricavi 12375 milioni, + 17,5%; Ebitda 3313 milioni (+10,5%), Ebit
1567
(+789 milioni). Linee mobili 59,2 milioni, +
26%, quota di mercato 26%. Argentina (dati in peso/euro
5,74763): ricavi 13357 milioni, + 2872; Ebitda 4363
(+23,8%). Linee fisse: 4,1 milioni (idem fine 2010). Clienti
broadband 1,5 milioni di accessi. Linee mobili 17,8 milioni, +
1453 mila (Paraguay 2,08 milioni di linee, +11%).
Risultati soddisfacenti. Conferma dei target, compreso l'erogazione del
dividendo (attingendo alle riserve.....). Nel comunicato stampa non si dà
conto della Telecom Italia SpA. Ritengo che l'analisi debba essere
approfondita sia sul domestico che sul Brasile e Argentina: mancano ad
esempio alcuni indicatori sulla produttività, relativa e totale e sulla
redditività che tengano conto dell'inflazione, della variazione dei
prezzi, dei tassi di cambio, di altre variabili esterne quali l'aumento
del costo del denaro.
(14/9/2011) Ho avuto la possibilità di esaminare la situazione
patrimoniale di Telecom Italia SpA al 30/6/2011: è l'entità alla quale noi
azionisti ci riferiamo, in particolare in assemblea, ed è l'entità che ci
"remunera" con il dividendo, ricorrendo se necessario alle "riserve
disponibili". E' l'entità alla quale fa riferimento il business domestico.
Va data quindi importanza ai "risultati" di Gruppo. Altrettanto rilevanti
sono però gli elementi di detta entità! Ecco i dati sui quali richiamo
l'attenzione. I dati sono in miliardi di euro. L'attivo "non corrente": 66
mldi di cui 42,5 per le attività "immateriali": voce ridotta ma ancora
critica! Il passivo: patrimonio netto 24,3 mldi di cui 10,2 quali "riserve
distribuibili senza oneri fiscali"; passività "non correnti" 35,4 mldi. Il
totale dello stato patrimoniale é di 74,6 mldi. In totale le
passività finanziarie sono pari a 40,7 mldi. La loro scadenza è
scaglionata negli anni futuri: 6,4 nel 2012, 4,3 l'anno successivo...ecc.
Il tasso di interesse varia dal 2,5% al 10%: 19 mldi rientrano nella
fascia superiore al 5%. L'indebitamento finanziario netto è di 35,74 mldi.
La "cassa" e altre disponibilità liquide sono pari a 1,08 mldi: il flusso
monetario generato da attività operative: 3,34 mldi è stato assorbito per
1,4 da investimenti e 2,96 dalle attività di finanziamento ( di cui 1,2
per dividendi pagati). Il conto economico: ricavi 8,9 mldi (3,4 traffico,
3,8 canoni ecc.); ebitda 4,43 mldi; ebit 1,2 mldi; utile prima imposte
0,29 mldi; imposte sul reddito 0,557 mldi. Perdita del
periodo: 0,265 mldi. Personale in servizio a fine giugno:
49.298 unità di cui 772 dirigenti, 3319 quadri. Costo del personale:
1,355 mldi, in calo per effetto contratti di solidarietà e per il
conferimento ramo di azienda alla controllata Shared Service Center. Il
CdA non ha dato corso alla delibera assembleare del 8/4/2009: aumento del
capitale (1,6 mldi di azioni). Non ho rilevato aggiornamenti circa
l'autorizzazione di acquisto di azioni di risparmio della società (max 800
milioni di euro), dell'assemblea del 12/4/2011.
(9/9/2011) Il giorno dopo rispetto alle mie considerazioni e proposte,
che vedete nel seguito, Moody's ha declassato Telecom. Bernabè risponde
che la società paga gli effetti della crisi politica ed economica del
Paese (dichiarazioni che leggo da una sua intervista): dice anche che
Telecom riconferma pienamente tutti i suoi target di medio e lungo
periodo. Nonostante l'onerosità dell'asta per le frequenze, il debito si
ridurrà nel lungo termine (aumenterà quindi nel medio..). Ho informato
Bernabè circa le mie proposte che leggete sotto: vi terrò informati.
(7/9/2011) Come già detto, la crisi "mondiale" si è abbattuta anche
sulle quotazione delle nostre azioni. E' una causa fondamentale, ma non
dobbiamo trincerarsi dietro questa "origine" della drastica perdita di
valore dei nostri risparmi. Dobbiamo reagire, anche perché il decifit
"paese" potrebbe danneggiarci anche sul piano del giro di affari e quindi
sul risultato "industriale". Altri risparmi sul lato delle spese possono
essere fatti: è in atto un "sacrificio solidale" da parte di tutto il
personale, non risultano però coinvolti coerentemente i dirigenti. Molti
capitoli di spesa possono essere ritoccati. Tutti devono contribuire, a
partire proprio dai dirigenti, dai consulenti (voce da eliminare) e dagli
emolumenti degli organi sociali, ancorché decisi dall'assemblea.
L'organizzazione va ulteriormente affinata, gli uomini "chiave" non sono
inamovibili, il loro "costo" va rapportato ai "risultati", ma non deve
essere "fuori" di una fascia da definire equa/giusta/accettabile (i
benefit vanno ridotti, a partire dalle autovetture assegnate).
Tutti devono capire a fondo che il nostro debito è mostruoso e va
ridotto con tutti i mezzi, anche con il concorso di noi azionisti. Non è
mai troppo tardi, la situazione è cambiata!
Ecco la mia proposta. Aumento del capitale a pagamento (con un adeguato
"chip" rispetto al valore nominale di 0,55 euro) e con assegnazione di
azioni gratis (es. 1/4 delle azioni a pagamento) a valere sulle riserve
disponibili. Contestuale conversione delle azioni di risparmio: 1 ord.
ogni 1 risp., alla condizioni che si concorra al suddetto aumento del
capitale. All'aumento potranno partecipare anche i possessori di azioni
TelecomMedia (le si toglieranno quindi dal listino). Si potrebbe anche
studiare il modo di coinvolgere i possessori di azioni delle controllate
estere (Brasile e Argentina). L'operazione dovrebbe avere lo scopo di
raccogliere risorse importanti da destinare alla contestuale riduzione del
debito e quindi dei relativi oneri finanziari. I dipendenti andranno
coinvolti, con un obiettivo preciso: che al termine dell'operazione
dispongano di almeno il 3% del capitale sociale.
(23/8/2011) Una nuova violente crisi finanziaria si sta ripercuotendo
sui risparmiatori e sugli azionisti. Le quotazioni azionarie sono in
picchiata. La sfiducia è ormai generalizzata e non sembra esistere una via
di uscita. Noi piccoli azionisti Telecom sapremo mantenere i nervi saldi?
Unica nota positiva sono i conti del primo semestre per questi motivi: 1)
si è proceduto ad una (prima?) svalutazione dei cespiti "immateriali"
(dovevamo già farlo in precedenza) 2) i ricavi del gruppo "tengono"
3) nonostante la "perdita" di bilancio, si annunciano dividendi! 3)
prospettive 2011 invariate. Commento: l'azienda dovrebbe perseguire
una diversa politica di bilancio volta prioritariamente alla riduzione del
debito (quindi meno oneri finanziari). Va utilizzata a fondo la
leva "fiscale", senza avere l'assillo dei dividendi da erogare. Vanno accolti i risultati a livello di Gruppo, va posta
però la massima attenzione sul "bilancio" di Telecom Italia ,
non l'ho ancora reperito!. Vorrei anche potere esaminare il bilancio della
Telecom International. Per i dividendi 2011, si ritiene di intaccare, a
torto a mio parere, le riserve disponibili, che ammontano a fine
giugno a 10,2 miliardi. Il capitale netto per azione si è già ridotto
(causa la suddetta svalutazione), lo ridurremo ancora causa i dividendi.
La svalutazione non ha effetti sulla "cassa", i dividendi invece si!
Abbiamo "dovuto" rinunciare ad un aumento del capitale, cosi come non si è
proceduto alla conversione delle risparmio: si temeva l'effetto, ovvio,
negativo sulle quotazioni di borsa ma soprattutto la quota Telco si
sarebbe"ridotta" in %. Sono distorsioni che paghiamo amaramente!
Vediamo questi risultati del primo semestre per il Gruppo: la perdita
per i soci è di 2013 milionieu (su una perdita di 1009 milioni si indicano
imposte per 777 milioni; il patrimonio netto si riduce di 3256 milionieu
(svalutazione di cui sopra), da 32610 a 29354 milioni). Ebitda 5977 milioni, +4,3% di
cui 10,6% Brasile, Ebit -51 milioni, Free Cash Flow operativo
2512 milioni, +360;
indebitamento fin.netto rettificato 31119 milioni -349 su fine 2010. Ricavi
14543, +1% organico, 34% estero di cui 24% Brasile e 10,4% Argentina;
l'incidenza del domestico scende dal 76,3% al 64,3%.
Dipendenti 84.335 di cui 10 mila in Brasile e 16 mila in Argentina. Investimenti industriali
2037 milioni (domestico 66,7%, Brasile 21%, Argentina 10%). Brasile (dati in moneta locale, real/euro
2,28778):
ricavi 8004 milioni, + 16,8%; Ebitda 2169 milioni (+10,6%), Ebit
1007
(+614 milioni). Linee mobili 55,5 milioni, +
25%, quota di mercato 25,5%. Argentina (dati in peso/euro
5,67941): ricavi 8533 milioni, + 1866; Ebitda 1409
(-7%). Linee fisse: 4,1 milioni (idem fine 2010). Clienti
broadband 1,457 milioni di accessi (+6% su fine 2010). Linee mobili 17,4 milioni, +
1059 mila (Paraguay 1,98 milioni di linee, +6%).
Mancano i dati di bilancio Telecom Italia Spa e di Telecom
International.
(7/5/2011) Risultati primo trimestre (rispetto all'anno scorso): si
riduce
l'utile netto (549 milioni, - 52), cresce il MOL/Ebitda (2.929 milioni,+3,6% di
cui 15,4% Brasile, ex 13,5%),
cresce il MON/Ebit ( 1.499 milioni, +6,5%), Free Cash Flow operativo in
forte aumento (1076 milioni, +322);
indebitamento fin.netto rettificato in diminuzione (-2640 milioni, 30.622
in totale; - 846 su fine 2010). Ricavi (7073 milioni, di cui
1.646 Brasile, il 23,3%, ex 20,6%,), per il "domestico" 4.596 milioni, -7,6%.
Dipendenti 84.144 unità di cui 58.026 (ex 60.801) in Italia. Investimenti industriali
901 (di cui Italia, -89; Brasile-147; Argentina 91). Brasile (dati in moneta locale, real/euro
2,28):
ricavi 3.752 milioni, + 13,8%; MOL/Ebitda 1031 (+8,6%), MON/Ebit 418
(+256 milioni). Occupazione 9991 (ex 9517). Linee mobili 52,8 milioni, +
24,7%, quota di mercato 25,1% (ex 23,6%). Argentina (dati in peso/euro
5,48989): ricavi 4.134 milioni, + 883; dal mobile il 70%; MOL/Ebitda 1410
(+22,6%), MON/Ebit 684 (-9,5%), per maggiori ammortamenti. Occupazione
........ Linee fisse: 4,1 milioni (idem fine 2010). Clienti
broadband 1,4milioni di accessi (+2% su fine 2010). Linee mobili 16,9 milioni, +
549 mila (Paraguay 1,9 milioni di linee).
Bernabè: si rafforza la generazione di cassa operativa
(funzionale alla riduzione del debito), crescono i ricavi in America
Latina.
Commento: i ricavi "organici" sono analoghi a quelli di un anno
fà: domestico -7,4%, Brasile +13,8% (e non +20,4%), Argentina +27,2%.
Ebitda si riduce del 3,6%: domestico -7,6%, Brasile +8,6 (e non +18,6%),
Argentina +22,5%. Ritengo sia più prudente enucleare gli effetti della
variazione dei tassi di cambio. Sarebbe inoltre opportuno indicare la
"produttività" a parità di prezzi e tassi di cambio per dipendente e per
cliente.
Ci si augura che Bernabè incontri, al più presto, i
rappresentanti delle due associazioni di azionisti: la ripresa di
sistematici incontri non potrà non produrre un miglioramento del clima
complessivo di fiducia.
(12/4/2011) Assemblea azionisti Telecom
Italia: intervento di
Alessandro Fogliati, azionista e con deleghe per un totale di oltre 500
mila azioni. Approva il bilancio a fine 2010, l'acquisto di azioni
risparmio e le modifiche al regolamento assembleare e allo statuto
societario, si astiene sul piano di incentivazione di parte della
dirigenza (in quanto ritiene che i benchmark debbano essere anche altri e
inoltre che siano inopportuni sul piano temporale, in presenza di esuberi
e di sacrifici chiesti al personale) e vota a favore della lista di
consiglieri proposta da Telco ( dove figurano tra gli altri Bernabè,
Patuano e Sentinelli). E' presente e vota il 50% del capitale
sociale: evento che non si verificava da lungo tempo. La votazione sul CdA
ha generato una situazione imprevista: l'azionista Findim (5%) che era
presente nel CdA con due consiglieri non ha ricevuto consensi sufficienti
nemmeno per un consigliere. I tre consiglieri riservati alle "minoranze"
sono stati estratti quindi dalla lista presentata da alcuni Fondi. E' un
esito assurdo originato da norme statutarie che da tempo chiedo di
modificare per renderle più rappresentative dell'assetto azionario. Ad
oggi non sono rappresentati i 600 mila azionisti individuali (con oltre il
20% del capitale). Ho chiesto al Dr. Galateri, presidente Generali
(azionista Telco) e consigliere della Telco (azionista di riferimento di
Telecom Italia) e della stessa, di farsi interprete di questa
sacrosanta richiesta di modifica statutaria. E' da registrare il negativo
risultato conseguito con l'introduzione del "rappresentante comune": di
fatto non ha ricevuto alcuna delega. Cosi come risulta ancora una volta
inefficace il voto per corrispondenza. Sono fatti che meritano di essere
approfonditi affinché siano assunti i provvedimenti più opportuni. Non
vorrei che questo portasse a ritenere gli azionisti individuali non ancora
"maturi" proprio nel momento in cui si pensa al voto via web.
(9/3/2011)
Alessandro Fogliati, chiama a
raccolta i 20mila dipendenti azionisti ed "ex" del Gruppo Telecom Italia,
affinché siano "presenti" e votino in assemblea il 12 aprile.
L'invito a scendere in campo è reso pubblico oggi. E' vergognoso l'attacco
all'AD della Società, Franco Bernabè, da parte del TG1 di ieri sera. Si
vuole condizionare TELCO, l'azionista che con il 22,5% del capitale
"ordinario", potrebbe indicare 12 consiglieri di amministrazione su 15 e
vanificare l'azione intrapresa nel 2008 da Bernabè. E'
questa la "vergogna". Un
simile potere in mano a "pochi" dimostra il perdurante vuoto normativo,
non colmato con il recepimento della direttiva europea sui diritti degli
azionisti. Ci siamo già dimenticati degli ingenti danni
provocati al Gruppo Stet-Telecom con la connivenza della politica e della
finanza? Scendano in campo tutti gli azionisti individuali, sono
oltre 400 mila. Si riaffaccino alla ribalta le cinque associazioni di
azionisti Telecom di estrazione sindacale. L'ASATI opera con vigore. l'ADAS
è ancora viva!
L'obiettivo è chiaro, si raccolgano
deleghe per contrastare eventuali malsane iniziative di TELCO e per
confermare Bernabè alla guida, sicura e seria di Telecom Italia.
(28/2/2011) Convocazione assemblea del 12/4/2011 (Rozzano, ore 10).
Bilancio 2010 (pagamento dividendi: 21/4/2011), nomina del CdA ("voto di
lista", occorre almeno l'1% del capitale ordinario), aggiornamento
condizioni economiche incarico revisione (effetto Argentina), acquisto
azioni proprie (di risparmio), modifica regolamento assembleare. Modifiche
statutarie; aumento capitale per un massimo di 15,5 milioni euro (incentivazione
dirigenza "selezionata"). Lo Statuto viene adeguato in funzione della
direttiva (Comunità Europea) recepita dall'Italia (d.lgsn. 27/2010) sui
"Diritti degli azionisti". La società ha 1) designato "Rappresentante
Designato" l'Avv. Dario Trevisan: al quale "l'avente diritto di voto,
legittimato nelle forme di legge, può conferire delega" e "istruzioni di
voto"; 2) predisposto un modello di delega; 3) previsto la notifica
preventiva della delega (il delegato dovrà attestarne la conformità
all'originale e l'identità del delegante...!!!); 4) previsto la
possibilità di porre domande sulle questioni all'OdG in anticipo
all'assemblea (le risposte sono rese disponibili sul sito internet della
società).
Gli azionisti (dipendenti ed ex dipendenti) aventi azioni in deposito
presso la Società utilizzeranno, ad esempio per conferire la delega,
canali telefonici e indirizzi intranet e internet: se
gli stessi hanno azioni in deposito presso altri intermediari, possono
trasferirle in Telecom (azioni ordinarie e di risparmio Telecom, Telecom
Media).
(26/2/2011) Conference call, sono emerse due "possibilità" che ritengo
significative: aumento della partecipazione in Telecom Argentina e
conversione delle azioni di risparmio. Sembrano dileguarsi le "minacce" riguardanti la vendita della rete. Del rapporto Deloitte
se ne parlerà in assemblea. Il quesito che gli azionisti si dovranno
porre nei prossimi giorni è il seguente: l'attuale vertice merita di
essere riconfermato? Sarà indicato dall'azionista di riferimento (Telco)?
Avranno, come la volta passata anche il consenso di molti altri azionisti?
Il mio voto era di piena fiducia, oggi non ho motivi per cambiare idea.
(25/2/2011) Nell'assemblea di due anni fà: nel dare il benvenuto al nuovo
vertice e nel dichiarare il voto sul bilancio dell'anno prima, avevo messo
in evidenza alcune criticità ereditate dalle passate gestioni: oltre
all'enormità del debito, il macigno rappresentato da due voci di bilancio:
l'avviamento e le immobilizzazioni immateriali. Avevo poi detto che
anche se l'impairment test aveva dato esito positivo, era indispensabile
non sottovalutare il rischio a cui siamo esposti. Queste criticità sono
tuttora attuali: possono avere soluzione? Ad oggi non sembra
possibile pena l'evidenza di svalutazioni che deprimerebbero i bilanci di
molti anni. E allora che cosa fare? Si cambino le attuali regole di
contabilità (ammortamenti annuali e non svalutazioni)!
(25/2/2011) Obiettivi del triennio 2011-2013. Focus su
Italia, Brasile e Argentina. Priorità: 1) generazione cassa, 22 mldi eu nel
triennio; 2) indebitamento netto a fine 2013, 25 mldi; 3) aumento monte
dividendi del 15%. Anno in corso: ricavi ed ebitda stabili rispetto al
2010; investimenti 4,8 mldi ; indebitamento netto 29,5 mldi. Quotazioni
di borsa in rialzo alle ore 11: circa +5%.
(24/2/2011) CdA conti 2010: aumento dividendi (0,058 ord. /0,069
risp.),
acquisto azioni di risparmio (max 800 mldieu), modifiche statutarie,
assemblea soci 12 aprile. A fine 2010
(dati in miliardi di euro). Gruppo: utile netto 3,12, +97,4% (senza
partite non ricorrenti +18,4%); indebitamento finanziario rettificato 31,47,
-7,3%; generato cassa per 6,2; margine
operativo lordo (ebitda) 11,8, +0,1%; ricavi 27,57, +2,5% (-3,8%
organico), senza Argentina ricavi -0,4%; margine operativo netto (ebit)
5,8, +5,8%; investimenti 4,6 di cui: Italia 3,1, Brasile 1,2
e Argentina 0,19; personale 84,2 mila di cui Italia 58. I dati del IV
trimestre sembrano favorevoli.
Margine di liquidità 6,8 + 7,8 linee di credito (nel 2009: esborsi
per dividendi 1,1 e per imposte, 1,4).
La partecipazione in Argentina è salita al 16,2% da ottobre 2010 (ex 8%).
Telecom Italia spa: utile netto 3,5 (+2,1); ricavi circa 19, -7,3; ebitda
9,1, -4,4%; ebit circa 5, -3,7%. Mercato domestico: fisso,
ricavi 14,1; ebitda 9,4; linee 15,4 milioni (-0,7); mobili, ricavi 7,7
(-10,5%), linee 31 milioni (+0,2). Brasile: ricavi 6,2 (22,5% del
totale, era il 17,7% a fine 2009); ebitda 1,8 (15,8% contro l'11,3% del
2009), linee
mobili 51 milioni (+24%). Argentina: ricavi 0,8, ebitda 0,25: linee fisse 4,1
milioni, personale 15,6 mila.
Tra le modifiche allo statuto: espressione del voto prima
dell'assemblea in via elettronica, nomina di uno o più rappresentanti al
quale dare delega e istruzione di voto, per singolo argomento all'OdG
(gratuitamente).
9/11/2010) Risultati primi nove mesi 2010 (rispetto all'anno scorso):
utile netto 1.819 milioni + 57%; Ebitda 8.475 milioni,
-0,6% di
cui 15,1% Brasile, +51%; Ebit 4.304 milioni, +0,3%; Cash Flow netto
964 milioni;
indebitamento fin.netto rettificato in diminuzione, -2.100 milioni, 32.985
in totale ( - 964 su fine 2009). Ricavi 19.899 milioni, - 7,4%, (
4.498 Brasile, il 22,6%, per il "domestico" 15.032 milioni
(di cui dal mobile: 5.022 milioni, -10,4%, 30,6 milioni di linee).
Dipendenti 70.054 unità di cui 59.903 in Italia. Investimenti industriali
2.938 milioni
(-60 milioni su anno scorso) di cui 741 in Brasile. Nota sul conto
economico che motiva l'utile netto: meno costi del personale, -174
milioni; meno scorte, -88 milioni; ammortamenti costanti; proventi -
oneri (finanziari) -90 milioni; imposte sul reddito -70 milioni; perdite
da attività cessate/attività non correnti -557 milioni. Aumentano invece
le spese per
acquisti di materie e servizi esterni, +265 milioni.
(12/11/2010) Può essere utile un succinto confronto con Telefonica.
Ricavi 44,2 miliardi di euro: 2,2 volte quelli di Telecom; risultato
operativo 20,37 mldi: 2,4 volte TI (se rapportato all'Ebitda); utile 8,83
mldi: 4 volte TI. Indebitamento totale 54,5 mldi....... I ricavi domestici
calano del 4,2% a 14 mldi (TI 15 mldi), America Latina 18,3 mldi (TI solo
Brasile 4,5mldi): crescita +10,7% (+8,3 in moneta locale per TI).
(9/11/2010) Risultati primi nove mesi 2010 (rispetto all'anno
scorso): utile netto 1.819 milioni + 57%; Ebitda 8.475 milioni,
-0,6% di
cui 15,1% Brasile, +51%; Ebit 4.304 milioni, +0,3%; Cash Flow netto
964 milioni;
indebitamento fin.netto rettificato in diminuzione, -2.100 milioni, 32.985
in totale ( - 964 su fine 2009). Ricavi 19.899 milioni, - 7,4%, (
4.498 Brasile, il 22,6%, per il "domestico" 15.032 milioni
(di cui dal mobile: 5.022 milioni, -10,4%, 30,6 milioni di linee).
Dipendenti 70.054 unità di cui 59.903 in Italia. Investimenti industriali
2.938 milioni
(-60 milioni su anno scorso) di cui 741 in Brasile. Nota sul conto
economico che motiva l'utile netto: meno costi del personale, -174
milioni; meno scorte, -88 milioni; ammortamenti costanti; proventi -
oneri (finanziari) -90 milioni; imposte sul reddito -70 milioni; perdite
da attività cessate/attività non correnti -557 milioni. Aumentano invece
le spese per
acquisti di materie e servizi esterni, +265 milioni.
Brasile (dati in moneta locale, real 2,34125):
ricavi 10.532 milioni, +8,3%; Ebitda 2.999 milioni, +24,4%. Ebit 778 milioni,
+536 milioni,
investimenti industriali 1736 milioni. Occupazione 9.445. Linee mobili 46,9 milioni, +18,5%, quota di mercato 24,5%.
Bernabé: migliora
il trend di fatturato grazie in particolare al Brasile: importanza
strategica dell'America Latina. Utile in crescita. Conferma target 2010.
Questi risultati hanno determinato una brusca, prevedibile, caduta delle quotazioni
di borsa. Continua a preoccupare il calo dei ricavi in Italia, specie per
i servizi mobili. La risposta in termini di riduzione dei costi (....OPEX extra savings!!!) e degli investimenti viene forse percepita quale fattore
di "debolezza" sintomo di crisi, e non di "forza" Se ciò comporta la
riduzione del personale in Italia o delle retribuzioni, a fronte di
una "solidale"riduzione dell'orario, se ne ha conferma. Non ha più
importanza l'offerta agli azionisti di un dividendo maggiorato. I
"sacrifici" vanno chiesti anche agli altri stakeholder, in particolare ai
grandi azionisti (le banche....) e al management a tutti i livelli. E' un
sacrosanto principio di equità. Telecom ha però altri fronti sui quali
insistere: l'assetto concorrenziale squilibrato, la normativa nazionale ed
europea che affanna la gestione anziché favorirla, la politica "Paese"
piuttosto assente...., la qualità del servizio offerto apprezzata
meno del dovuto (è un fattore di successo che la pubblicità non
evidenzia), il messaggio sul mobile sembra non arrivare ai giovani e agli
stranieri presenti in Italia. Anche per ciò che concerne l'innovazione molto va fatto con le risorse
"interne": Telecom sarà certamente protagonista nei processi di sviluppo
di ampio respiro internazionale (es. iniziative/risorse europee sulla "Future
Internet"): eravamo apprezzati con lo Cselt, lo possiamo ancora essere: se ciò
è vero, come penso, lo si dica al mercato finanziario e in tutte le altre sedi.
Infine Telecom deve incidere ancora di più sulle potenzialità di crescita
offerte dal "continente" America latina: dispone di grandi risorse,
persegue traguardi ambiziosi.
(5/8/2010) Risultati primo semestre, rispetto all'anno
scorso: cresce utile netto ( 1.211 milioni + 26%), Ebitda (5.733 milioni,
+3,4% di
cui 14,4% Brasile),
Ebit ( 2.881 milioni, +7,3%), Cash Flow netto 370 milioni, +700 milioni;
indebitamento fin.netto rettificato in diminuzione (-1.280 milioni, 33.579
in totale; - 370 su fine 2009). Ricavi (13.223 milioni, di cui
2.875 Brasile, il 21,7%), per il "domestico" 10.091 milioni, -7,4%
(ricavi dal mobile: 3.908 milioni, -9,4%, 30,5 milioni di linee).
Dipendenti 70.590 unità di cui 60.455 in Italia. Investimenti industriali
2.021 milioni
(+99 milioni su anno scorso) di cui 507 in Brasile. Versati al "Fisco" 418
milioni di euro per la questione Sparkle (coperti da apposita riserva del
2009).
Brasile (dati in moneta locale, real):
ricavi 6.855 milioni, +6,8%; Ebitda 1.961 milioni, +27,3%. Ebit 393 milioni,
+286 milioni,
investimenti industriali 1210 milioni. Occupazione 9.415 (- 368 unità su
fine 2009). Linee mobili 44,4 milioni,+17,4%, quota di mercato 24%.
Bernabè: migliora
il mix dei ricavi; utile in crescita, risultati 2010 in linea con gli impegni assunti.
Positiva evoluzione della questione Argentina: poste le basi di un
rafforzamento della presenza Telecom.
L'aumento del capitale al
servizio, della prima fase del piano di azionariato per i dipendenti è
stato pari a 27,056 milioni di azioni (a fronte dei 31
milioni previsti): hanno aderito 9.000 dipendenti (16% degli aventi
diritto). Prezzo di
sottoscrizione: 0,84 euro per azione. Risultato
apprezzabile che merita di essere approfondito.
(4/6/2010) E' ripresa la "guerra" contro Telecom? 1) Si accusa la
società di non volere sviluppare la rete in fibra ottica! Si dice che
l'attuale struttura tecnologica (come ho ricordato, in assemblea, ci è
costata oltre 70 miliardi di euro) è inadeguata e tra alcuni anni varrà
ben poco...... 2) Si dichiara che "Telefonica è in conflitto e deve uscire
da Telco": e quindi? Si vuole forse far capire al mercato che
in Brasile non saremo più in grado di fare fronte alla concorrenza?
E' questa una impostazione che danneggia la nostra società e noi
azionisti! Eppure sembra condivisa da molti azionisti, sarà vero? Non
certamente da me, anzi accuso apertamente di disfattismo coloro che si
comportano in questa maniera! E' forse utile ricordare la crisi in atto,
monetaria-finanziaria-congiunturale, e l'andamento dei mercati azionari:
l'azione Telecom oggi perde il 4% (-15,4% da inizio anno): si dirà,
l'indice FTSEMIB perde oggi il 3,8% (-17% da inizio anno).......
(6/5/2010) Risultati primo trimestre (vedi glossario): rispetto all'anno scorso: cresce
l'utile netto ( 601 milioni + 31%), stabile MOL/Ebitda (2.826 milioni di
cui 13,5% Brasile),
cresce MON/Ebit ( 1.408 milioni, +4%), Free Cash Flow operativo (754 milioni);
indebitamento fin.netto rettificato in diminuzione (-1207 milioni, 33.262
in totale; - 687 su fine 2009). Ricavi (6.483 milioni, di cui
1.392 Brasile, il 21,5%), per il "domestico" 4.974 milioni, -7%, per il mobile in Italia (1.907 milioni, -7,4%).
Dipendenti 71.045 unità di cui 60.801 in Italia. Investimenti industriali 752 milioni
(-81milioni su anno scorso). Brasile (dati in moneta locale,real):
ricavi 3.469 milioni, + 8,2%; MOL/Ebitda 179 milioni, MON/Ebit 162milioni,
investimenti industriali 689 milioni. Occupazione 9.517 (-266 unità su
fine 2009). Linee mobili 42,4 milioni,+17,3%, quota di mercato 23,6%. Bernabè: migliora la dinamica dei ricavi, balzo
dell'utile netto, meno debiti, siamo sulla strada giusta. Risultati 2010
saranno in linea con gli impegni assunti. L'aumento del capitale al
servizio, della prima fase del piano di azionariato per i dipendenti (31
milioni di azioni ordinarie), sarà eseguito entro settembre 2010
Tutto bene? Non per la borsa italiana (ma non solo) soggetta a
pressioni ingiustificate innescate da spregiudicate osservazioni (es.
Moody's) e da una
speculazione agevolata da meccanismi "automatici/computerizzati. Anche Telecom è investita dalla valanga e perde moltissimo. Nessuno si preoccupa
dei risparmiatori, se c'è turbolenza a livello internazionale, si
blocchino le borse! Quanto succede in Grecia deve fare riflettere. Le
polveri di un cratere hanno bloccato i cieli........ Sono
soddisfatti gli organi di stampa che riportano i commenti di personaggi
che solo per caso sono azionisti di "giornata" di una grande azienda quale
è Telecom Italia?
(1/5/2010) Ho letto i resoconti giornalistici sull'assemblea Telecom. Grande risalto a chi vuole "espiantare" gli organi di
Telecom per venderli a Telefonica e a chi vuole intentare azioni di
responsabilità contro le passate gestioni. Più serio criticare
"l'efficientamento dell'organico" (denota mancanza di idee e di
stile, si chieda invece ai dipendenti di essere "imprenditori" di se
stessi) oppure invocare "una classe di dirigenti
capace di motivare i lavoratori..." (oggi si deve lavorare in gruppo,
luogo ideale per fare emergere la leadership) e sostenere che sarebbe
più serio ripensare al dividendo (da anni chiedo di dare azioni anziché
moneta). Un'annotazione su Telecom Argentina: ho chiesto in assemblea di non
cedere al "ricatto".
30/4/2010) Commenti successivi all’assemblea di ieri. In sede di replica e post
votazione ho espresso in sintesi questi commenti. Si sono ascoltate le
voci di molti azionisti, nessuno rientrava nella categoria dei grandi e di
quelli che contano in termini quantitativi: hanno però votato, senza
esprimere il perché del loro voto. Questo è il grande problema
irrisolto delle assemblee: parla l’ex dipendente (che spiega il perché
della sua “uscita”), il comico che intende celebrare la sepoltura di Telecom, il politico, il sindacalista, il professionista, l’azionista
individuale risparmiatore dipendente in servizio e non, i rappresentanti
delle associazioni di azionisti. Tutti loro rappresentano frazioni esigue
del capitale. Presenti un centinaio gli azionisti o delegati: sei di loro
rappresentano il 98% del 35% del capitale sociale. Un solo azionista vota
per corrispondenza. Il restante 65% del capitale non viene in assemblea.
Oltre mezzo milione di azionisti individuali resta fuori. La nuova
direttiva “europea” che entra in vigore a ottobre cambierà la situazione?
Certamente la migliorerà tenuto anche conto dell’orientamento dell’attuale
vertice e delle iniziative di rilancio dell’azionariato tra i dipendenti.
Insistente da parte di molti azionisti la richiesta di avviare iniziative
di “risarcimento” dei danni subiti dalla società e quindi da ognuno di
noi: azionisti o dipendenti. Purtroppo non è chiaro contro chi e per che
cosa. Non solo, chi ha il compito di avviare queste iniziative per altro
già oggetto di procedimenti giudiziari? Si fa riferimento ovviamente alla
vicenda “spionaggio” e “Sparkle”. Molti parlano dello “scandalo” collegato
alla “svendita” dei nostri immobili, agli emolumenti ricevuti
“ingiustamente” da molti/troppi manager. Ci si scaglia contro le
precedenti gestioni, contro i politici di allora, facendo nomi e cognomi.
Si parlava del bilancio: io sono preoccupato di alcune voci dell’attivo (asset
immateriali) e del passivo “potenziale”. Chi chiede un risarcimento pensa
invece possibile un incremento dell’attivo “potenziale”…. Si vuole fare
chiarezza sugli immobili ceduti, per i quali oggi paghiamo un affitto.
Propongo di affrontare il problema in questa maniera. Individuo per
iniziare uno di questi immobili, vado dall’attuale proprietario e gli dico
che lo rivoglio al prezzo di allora rivalutato, lo pagherò con un canone
leasing (lease-back) calcolato secondo un arco temporale prestabilito (es.
10-15 anni). Ricordo infine che il precedente capo azienda, Tronchetti
Provera, e tramite Pirelli azionista di controllo ha venduto le azioni a
Telefonica e ad altri azionisti (Banche ecc.) ad 2,6 euro. Oggi il mercato
quota 1,….. Io sostengo con convinzione che la quotazione reale è
quella di allora! E quindi a che servono i mugugni. Si potrebbe anche
sostenere, con alcuni “nuovi” indicatori, che Telecom vale quanto
Telefonica, al di la delle evidenti differenze di “massa critica”. Quindi
ho fiducia, resterò azionista!
(29/4/2010) Si è tenuta
l'assemblea degli azionisti di Telecom Italia: intervento e voto di
Alessandro Fogliati.
(8/4/2010) CdA approva i conti 2009 (post vicenda Sparkle) e gli obiettivi
2010-2012. A fine 2009: utile netto 1,58 mldi euro (3,3 ante imposte e
svalutazioni), indebitamento finanziario rettificato 33,95 mldi (34,5 a
fine 2008); generato cassa per 6,3 mldi (+0,66; 23,2% dei ricavi); margine
operativo lordo 11,3 mldi (ante imposte e finanza 5,5 mldi); ricavi 27,16
mldi (-6,3%); investimenti 4,5 mldi, fondo rischi per Sparkle 507 milioni,
impatto economico sul 2009 10 milioni. Obiettivi del triennio 2010-2012:
generazione di cassa pari al 26% dei ricavi; riduzione dell'indebitamento
per 5 mldi; efficienze per 2,7 mldi (1,9 nel 2009-2010);
investimenti 12 mldi nel triennio; completamento del piano di riduzione
degli organici previsto per fine 2010. Piano sostanziale senza rischi
(normativi, mercato,costi,finanza) quindi realistico!
(8/4/2010)
Fogliati diffonde un messaggio diretto ai dipendenti Telecom dal titolo:
Assemblea Telecom Italia: Azioni ai dipendenti.
(25/3/2010) Il CdA di Telecom Italia conferma l'assemblea dei soci (29/4)
e il dividendo (pagamento: 27/5). OdG assemblea: bilancio (sarà
disponibile dopo il 12/4), azioni ai dipendenti (deleghe al CdA per
l'aumento del capitale sociale, modifiche statutarie), nomina di un
consigliere (Mauro Sentinelli al posto di Stefano Cao), incarico per la
revisione dei bilanci. Sarà introdotta la facoltà di assegnazione
utili ai dipendenti mediante azioni da emettere.
(21/3/2010) Siamo alla vigilia di una importantissima assemblea dei soci
Telecom Italia SpA. Lo sarà tanto più la partecipazione sarà elevata e
qualificata. Non si conoscono ancora gli argomenti all'OdG. Ritengo
però che non saremo chiamati a decidere su questi temi: aumento del
capitale, scorporo della rete, fusione con Telefonica, richiesta di
risarcimento danni nei confronti delle passate gestioni (a proposito:
Colaninno ha risposto in modo eloquente, Tronchetti Provera, per ora, solo
in parte). Sono però temi che hanno tenuto banco finora, senza che si
potesse capirne le vere finalità. Temi che saranno ripresi a valle
dell'assemblea, perdendo di vista le reali esigenze della società.
Saremo però chiamati all'esame del bilancio, del dividendo, dell'acquisto
di azioni proprie al servizio dell'iniziativa di offerta di azioni ai
dipendenti. Si discuterà del piano triennale: delle sue motivazioni/cause
e dei suoi effetti (specie nei confronti delle risorse umane, dell'indotto
ecc.). Si discuterà anche delle varianti da apportare allo Statuto per
accogliere compiutamente la direttiva europea sui "diritti degli
azionisti". Chi scrive, Alessandro Fogliati, sarà in assemblea: come
è sempre stato presente in tutte le assemblee Stet e Telecom Italia dal
1995: quale presidente ADAS e quale azionista da... sempre! Chi vorrà
potrà darmi delega!
(26/2/2010) CdA Telecom Italia. Risultati preliminari a fine 2009:
soddisfacenti, raggiunti obiettivi di profittabilità, robusta generazione
di cassa. Assemblea dei soci: 29 aprile p.v. Dividendo: 27 maggio. Vicenda
Sparkle: in corso l'esame dell'ordinanza notificata dalla magistratura, i
fatti sono stati oggetto di interventi di audit nel luglio del 2007.
Definite due importanti iniziative azionarie destinate ai
dipendenti. 1) Piano rivolto a tutti i dipendenti 2010-2014: 31 milioni di
azioni, sconto del 10% sul prezzo di mercato, Una azione gratis ogni tre
sottoscritte (se le stesse sono conservate per un anno). Limite di
sottoscrizione per dipendente, 3000 euro, rateizzabile. 2) Piano riservato
a circa 120 dirigenti: bonus in denaro con facoltà d'investimento del 50%
in azioni ordinarie di nuova emissione a prezzo di mercato Una azione
gratis per ogni sottoscritta (se le stesse sono conservate due anni).
(23/1/2010) L’approvazione “definitiva”, da parte del Consiglio dei
Ministri, del decreto legislativo che recepisce la direttiva europea sui
“diritti degli azionisti” richiede una rapida e positiva risposta da parte
di tutti coloro che ne sono implicati. Le nuove norme saranno in vigore
dal prossimo ottobre e quindi potrebbero non riguardare la prossima
assemblea, non è cosi! Alcune innovazioni richiedono infatti altri
interventi normativi: un decreto del ministero di Grazia e Giustizia per
la delega telematica o di Consob, per definire i compensi agli
intermediari al fine di ottenere dagli stessi informazioni sugli azionisti
che il libro soci non è in grado di fornire, ciò consentirà una più
agevole identificazione del socio che viene in assemblea con o senza
deleghe. Per Consob non penso ci voglia tanto tempo… Per altri aspetti
occorrono modifiche statutarie, e quindi bisogna metterle all’ordine del
giorno delle prossime assemblee (un dividendo maggiorato per gli azionisti
“piccoli e fedeli”, il voto via internet, la delega tramite sempre uno
strumento tecnologico, l’indicazione di un soggetto indipendente al quale
rilasciare istruzioni di voto per singolo argomento, ecc.).
(23/1/2010) Tutto quanto viene letto sulla stampa sta danneggiando noi
piccoli azionisti Telecom Italia, la quotazione del titolo ne risente, il
piccolo azionista è da tempo in balia di ipotesi che non è in grado di
decifrare, in ultimo gli si dice, purtroppo anche da parte di coloro che
dovrebbero sentire l’esigenza di “difendere” l’azienda, di covare
l’illusione di una fusione con Telefonica grazie alla quale ci sarebbe per
loro un plus del 100%, rispetto alle quotazioni attuali. Mi è stato
nuovamente chiesto con chi si “schiera” ADAS. Non con una stampa cosi poco
prudente, non con chi ipotizza scenari improbabili o comunque non
rispondenti ai bisogni dell’azienda “Italia” Telecom. In particolare non
con chi persegue lo scorporo/vendita della rete o la fusione con
Telefonica. Da tempo vedo realizzabili interessanti maggiori sinergie con
Telefonica (sono state annunciate in questi giorni), niente di più. La
rete non va ceduta. Telecom è in grado di svilupparla. Non tocca alla
stessa risolvere il “digital divide”. Su Telecom Argentina si proceda con
cautela ma con assoluta determinazione. Infine, attendiamo con fiducia i
risultati 2009.
(02/12/2009) A valle del CdA di ieri (riunione informativa) resta
aperta la "ferita" con ASATI (piccoli azionisti) e con Findim (azionista
con il 5% del capitale). ASATI ha inviato un esposto a Consob, cosi ha
fatto la Società. ASATI ha inoltrato una denuncia al collegio sindacale
(sulle dismissioni). Telecom segnala a Consob "l'insistenza di infondate
critiche", "toni indebitamente e gratuitamente minacciosi.... gravemente
denigratori dell'immagine della società"... (da parte del presidente ASATI)....
Leggendo sotto si vedrà che all'inizio di Ottobre ho auspicato un
intervento Consob circa il tentativo in atto di destabilizzare la società
(es.la quotazione, salita a 1,25 è scesa sotto 1,10). A chi giova la
situazione? Che cosa farà Consob. Che cosa farà il CdA di Telecom? è
coeso o può contare solo su Telco (azionista di riferimento con oltre il
20% del capitale). In presenza di "vision" strategiche e gestionali cosi
differenti, imporrà la propria? Come? In CdA o in assemblea (prossimo
aprile)?
(26/11/2009) ADAS segue con preoccupazione i diversi tentativi volti a
destabilizzare Telecom, come ho scritto il 3/10 (vedi sotto). Si cerca in
tutti i modi di "svuotare" l'azienda togliendogli la rete. Oggi, scende in
campo anche ASATI (altra associazione di azionisti della Società) che
giudica indispensabile la nascita di una società della rete a maggioranza
Telecom, per due ragioni di fondo 1) Telecom non intende aumentare il
capitale sociale 2) le nuove risorse finanziarie, rinvenienti dalla
"cessione" della rete alla nuova società, servirebbero allo "sviluppo" del
gruppo Telecom!!! Che cosa significa? Possono servire a 1) ridurre il
debito e quindi gli oneri finanziari; 2) evitare la vendita di altri
cespiti; 3) fare più investimenti in nesso ai piani della nuova società
della rete; 4) acquisire partecipazioni all'estero.. Tutto ciò non penso
possa compensare il danno arrecato a Telecom dalla cessione della rete,
anche se fatta a favore di un società a maggioranza Telecom. Non escludo
però un risultato diverso, se ne parli nelle sedi opportune assumendo però
ipotesi e scenari, anche regolamentari, attendibili.
(7/11/2009) Annunciate importanti modifiche organizzative. In una
intervista Bernabè dice 1) essere presenti in Francia e in Germania (nel
broadband) non è una strategia di crescita internazionale; per Hansenet
Vodafone ha offerto la metà di Telefonica 2) con Telefonica ci sono
ulteriori spazi di collaborazione (tesi da me più volte sostenuta) 3)
Telecom deve affrontare una trasformazione epocale e tornare ad essere
leader (internet ha cambiato il mondo, sono entrati in campo nelle tlc
player come Google eApple), 4) la rete non si scorpora. Condivido queste
considerazioni: come rispondere a queste sfide? Con il nuovo piano
industriale, a dicembre?
Resta il fatto che le decisioni del CdA, su Hansenet, hanno
creato sconcerto e vivaci reazioni: si ha l'impressione che non si siano
tenute presenti le attese di molti azionisti, anche con quote importanti.
Il vertice dovrà ricucire lo strappo. E' auspicabile un tempestivo
incontro con le associazioni di azionisti. Inoltre, Telecom favorisca
la nomina di un rappresentante indipendente a cui tutti gli azionisti
possano rivolgersi perchè li rappresenti e voti in assemblea: si tratta di
una delle innovazioni previste dal decreto sulla direttiva europea sui
diritti degli azionisti. Direttiva che avrà effetto a partire da fine
ottobre 2010. Nulla impedisce a Telecom di anticipare tutte o parte delle
innovazioni previste, es. voto via internet, maggiorazione del dividendo
per gli azionisti fedeli, ecc.
(5/11/2009) Il CdA approva la gestione a fine settembre e la vendita a
Telefonica di Hansenet, per 900 milioni di euro. Vendita (nel I° trimestre
2010) non condivisa dalle associazioni di azionisti: non rientra nel core
business!! serve per ridurre il debito. I dati di gestione vengono
di seguito esposti senza "consolidare" Hansenet. Rispetto all'anno scorso:
utile netto di 1165 milioni, diminuisce di 578 milioni causa svalutazione
dell'avviamento di Hansenet (540 milioni); diminuiscono EBIT (-0,5%) ed EBITDA (-0,4%); diminuiscono
anche i ricavi (20188 milioni, -4,4%, "organico",-8,3% per i
servizi mobili). Indebitamento netto: 35506
milioni, +1467 su fine 2008. Con il consolidamento di Hansenet
cambierebbero i dati: l'utile netto 1705 contro 1743 di un anno fà....
(3/10/2009) ADAS auspica un intervento Consob: la quotazione delle azioni
Telecom Italia ha subito una sensibile diminuzione che è difficile non
attribuire alle recenti notizie di stampa. Hanno un unico scopo:
destabilizzare la società togliendo di mezzo Telefonica e punire il
vertice Telecom. Come? Sostituendo Telefonica (azionista di rilievo di
Telco) con le Poste! Mediaset! lo Stato! Il vertice verrebbe punito in
quanto: alleato "industriale" di Telefonica; contrario allo scorporo della
rete; contrario ad un aumento di capitale finalizzato ad una maggiore
proiezione internazionale. Il governo non deve influire sull'assetto
societario e neppure sulle politiche industriali della società.
Telefonica, tramite Telco è azionista Telecom (8%): è in grado di influire
sulla governance di Telco e di Telecom? Che ci sta a fare il restante 75%
del capitale? Quale continua ad essere il ruolo delle centinaia di
migliaia di azionisti individuali: non sono messi in condizione di votare.
E le associazioni di azionisti? ho segnalato al Tesoro di averle
dimenticate nel disposto legislativo che recepirà l'orientamento ben più
lungimirante dell'UE. Riassumo la posizione di ADAS: 1) Telefonica:
vanno ricercate nuove forme di collaborazione sinergiche a livello
internazionale; 2) la rete non deve essere scorporata 3) l'aumento del
capitale potrebbe essere ipotizzato solo a fronte di concrete esigenze
finanziarie, con adeguati e "sicuri" ritorni nel m/l termine: non si
dimentichi che le azioni vanno remunerate (dividendo + imposte!); per il
momento si dia attuazione a quanto deciso in assemblea, le nuove azioni
siano l'oggetto di una offerta diretta a tutti i dipendenti; 4)
l'assetto e la governance di Telco non sono problemi di Telecom; 5) le
problematiche sorte in Argentina sono il frutto di interpretazioni
"locali" ancora in itinere.
(10/8/2009) Risultati primo semestre: il secondo trimestre consente di
chiudere il semestre in positivo, anche se permangono luci e ombre.
Rispetto all'anno scorso: cresce l'utile lordo (1588 milioni + 192),
diminuisce quello netto, per maggiori imposte (964 milioni -153); crescono
EBIT (+4%) ed EBITDA (+3%); diminuiscono i ricavi (13953 milioni, -5,8%)
specie il mobile (-7% in Italia). Indebitamento netto: 35180
milioni, +1100 su fine 2008. Meno costi, meno dipendenti (5000). Punti
critici: la qualità del servizio; il modello organizzativo (tre linee di
clienti?, il mobile che perde terreno in Italia); il clima aziendale, i
rapporti con il regolatore, la concorrenza, i prezzi..., le dismissioni,
l'Argentina... Confermati gli obiettivi 2009. La quotazione
delle azioni è in moderata ripresa.
(20/5/2009) Leggo le oltre 100 "slides" sulle strategie di sviluppo della
rete di nuova generazione. 1) creare una struttura "istituzionale"
sorretta da un team misto (gestori, professionisti, consulenti) per
tradurre la "strategia" in un progetto esecutivo; 2) costituire una nuova
società, la net.co, partendo dalla rete di Telecom Italia; 3) "lo Stato"
(?) investe, in 5 anni 10, miliardi di euro. Proposte che considero
inappropriate ed eccessive. Si vuole tornare agli anni '90 quando il
Ministero PT, d'intesa con IRI/Stet, formulava il piano decennale
ecc..........? Propongo: con una accorta ripartizione di attività con
Telefonica, Telecom Italia è in grado di realizzare un adeguato sviluppo
della rete. Se poi, si volesse considerare il digital divide, un ostacolo
da rimuovere, considerandolo alla stregua di "servizio universale", allora
il discorso va esteso agli altri operatori e al Governo affinché siano
messe a disposizione risorse finanziarie aggiuntive, che i gestori
implicati dovrebbero rimborsare nell'arco di 15 anni, una volta estesa la
rete (con un onere finanziario allineato all'inflazione). Quindi nessun
aiuto di Stato ma solo una anticipazione di risorse ben finalizzate. Per
realizzare questi obiettivi non servono sovrastrutture, non servono
professionisti esterni e tanto meno consulenti. Le risorse umane ci sono,
bisogna saperle utilizzare.
(14/5/2009) Risultati primo trimestre: le attese sottostanti al recupero
del IV trimestre 2008, non sembrano confermate. Il previsto calo del PIL
non poteva non riflettersi sui ricavi, diminuiti del 6,7% (3,8% a parità
di perimetro). Meno 4,9% il margine (ante interessi e imposte), meno 4,5%
l'utile netto. In leggero aumento (su fine 2008), il debito netto: 34,5
miliardi. Siamo relativamente delusi! Non ci si deve stupire se si
riparla di dismissioni e di ipotetiche unioni con Telefonica. Cosi come
non viene escluso l'acquisto (imposto???) di parte della rete da parte
dello Stato!
(30/4/2009) Dopo una serie di iniziative, il Parlamento Europeo (luglio
2007) ha emanato una direttiva per il rafforzamento dei diritti degli
azionisti. I Paesi membri dovranno "conformarsi" entro il 3 agosto 2009.
Il ministro del Tesoro conosce i pareri di diverse istituzioni: non sempre
di pieno sostegno alla direttiva.
ADAS invita formalmente il ministro
ad accogliere la direttiva, quale obiettivo "minimale" ancorché
importante: le società poi potranno innovare, attraverso la loro
"autonomia statutaria".
(16/4/2009) Sono membro di Facebook. Un amico mi ha posto alcuni quesiti
su Telecom. 1) Telecom è solida? La crisi mondiale, iniziata a metà
2007, ha messo in luce la debolezza di interi settori, di filiere di
attività, di grandi e e medie imprese: colpa delle regole? dell'ingordigia
di pochi? dell'incapacità di molti? Come si misura la solidità? E' solido
il sistema TLC in Italia? Dal bilancio Telecom di fine 2008 emerge, ad
esempio, un assorbimento eccessivo dei ricavi da parte dei "costi esterni"
(44%) e degli oneri finanziari (19%). Poco resta al rafforzamento
patrimoniale (dopo avere remunerato gli azionisti e il fisco):
l'attuale 3-4% dovrebbe essere raddoppiato nel periodo di piano. Piano che
si dice essere prudente, conservativo: conferma del giro di affari, meno
costi, più esuberi, margini in grado di sostenere il debito e
l'avviamento, non si vende la rete, non si chiedono soldi agli azionisti.
2) Telecom è leader? Lo è in Italia e in Brasile. Infrastrutture
adeguate da aggiornare, non può farsi carico da sola al "digital divide"
(si ripresenta il fenomeno del "servizio universale"). Dovrebbe però
allargare i propri confini al mondo ICT: verso l'Internet del futuro per
le persone e le "cose" (dispositivi, sensori), con Telefonica? 3) Il
personale è motivato? Cambiata l'organizzazione e scelti gli
uomini "guida", va dato slancio a tutti i dipendenti. Nel proporre la loro
partecipazione duratura e consapevole al capitale, ho inteso contribuire a
tale scopo. 4) Ruolo dei grandi azionisti: vengono in
assemblea ma non parlano, non si confrontano con i "piccoli azionisti" e
nemmeno con le istituzioni che li rappresentano (es. le associazioni). In
assemblea votano per gli organi sociali da loro proposti, con il voto di
lista e le storture dello Statuto: risultato, il 60% del capitale non
viene rappresentato.
(14/4/2009) Gli obiettivi di ADAS: 1) migliorare il "governo
dell'impresa" a) portare in assemblea migliaia di azionisti,
semplificare la raccolta delle deleghe, nuove modalità di voto, un diverso
regolamento assembleare, rendere "attraente" la lettura del bilancio
(poche pagine, tascabile, leggibile) b) dare voce e rappresentanza a tutte
le componenti dell'azionariato, "eliminando" il voto di lista per la
nomina degli organi sociali; 2) riattivare l'azionariato tra i
dipendenti (si seguiranno i lavori parlamentari, si pungolerà Telecom),
3) seguire passo passo le iniziative Telecom, con il consueto
spirito costruttivo e propositivo, guardando al futuro e non al passato.
Concordo con Bernabè, Telecom non è da rottamare... il mondo ICT dischiude
grandiose opportunità alle aziende sane e con solide basi reddituali.
(9/4/2009) Assemblea Telecom Italia di ieri: si sono registrati oltre
1000 azionisti, 125 di persona, prendono la parola oltre 60 azionisti
(inizialmente viene concesso ad ognuno 15', poi ridotti a 10' su mia
specifica richiesta). Rappresentato quasi il 40% del capitale, il 33% in
mano a 10 azionisti.
Fogliati è presente con 36 deleghe (661.877 azioni):
prende la parola per meno di 10', esprime il voto sui quattro argomenti
all'ordine del giorno con le relative motivazioni, lascia una nota al
presidente (le domande mi saranno date in seguito).
Oggi Fogliati rilascia alcune considerazioni ex post.
(13/3/2009)
Fogliati scrive ai dipendenti azionisti di Telecom Italia.
(6/3/2009) Alessandro Fogliati sarà presente all'assemblea dei soci del 8 Aprile p.v.
Si veda la nota preliminare. Alcune considerazioni sul bilancio 2008.
Indebitamento netto di Gruppo: 34 miliardi di euro, pari ai ricavi
dell'anno. Utile netto: 2,2 miliardi (beneficia di minori
imposte per 1 miliardo). Per Telecom SpA l'utile è di 1,5 miliardi:
dividendo 0,05/0,061 euro, sarà pagato il 23 aprile. ADAS individua due
obiettivi di fondo: ridurre il debito, riportare la quotazione azionaria
su valori conformi alle potenzialità aziendali. A questi fini ADAS sta
valutando le azioni avviate dal vertice: focus su Italia e Brasile,
riduzione dei costi senza pregiudicare sviluppo, innovazione, qualità;
sinergie con Telefonica; vendità di residue attività non core;
implementazione delle nuove regole di governo della rete. La resistenza
del vertice sugli emblematici progetti di scorporo della rete è da me
consapevolmente condivisa. In assemblea verrà data facoltà al CdA di
aumentare a pagamento il capitale (max 880 milioni di euro) da
offrire anche ai dipendenti ... e di emettere obbligazioni convertibili in
azioni ordinarie (max un miliardo di euro). E' una proposta da noi
avanzata da tempo e quindi ampiamente positiva. Speriamo che i
lavori parlamentari sull'azionariato dei dipendenti si concludano al
più presto.
(27/2/2009) CdA approva il bilancio 2008. Assemblea soci l'8 aprile
per: bilancio, dividendi (0,05/0,061 euro per azione ordinaria/risparmio),
nomina collegio sindacale (voto di lista), rinnovo delega ad emettere
azioni (880 milioni di euro) e obbligazioni convertibili (un miliardo di
euro). Dati significativi bilancio di Gruppo (in milioni di euro):
utile netto 2214 di cui 444 nel IV trimestre, in ripresa; indebitamento
netto 34039 (-1700 su fine 2007), liquidità 5100+ 6500 linee di credito;
ricavi 30153 (-2,3%; -0,3% IV trimestre); EBIT 5463 (-8,3%). L'analisi del
bilancio prosegue... Il miglioramento registrato nel IV trimestre
lascia ben sperare per il 2009 e, potrebbe, essere un primo segnale di
ripresa della congiuntura a livello paese.
(13/2/2009) Dopo una serie di passi falsi da parte di esponenti
politici, una secca e da me condivisa reazione di Telecom, poi un più
meditato messaggio " ....occorre il pieno consenso della società" e cioè
di noi azionisti! Qualcuno dice: fare per Telecom quanto si è fatto per
Alitalia.... Idea malsana, pericolosa, assurda. Intanto la
quotazione "traballa", vogliamo per piacere parlare di meno..... La
rete è di proprietà degli azionisti Telecom, e quindi è nostra: sappiamo
che ad essa si contrappone un debito ingente. Sappiamo anche che occorre
svilupparla: significativi investimenti sono già previsti dal piano
Telecom. Si può e si deve discutere sugli ulteriori sviluppi: 1) dare a
... tutti l'accesso a internet (ricorrendo anche al satellite), 2)
garantire una connettività adeguata, veloce, sicura, 3) evitare ridondanze
ed eccessi di capacità di offerta rispetto alla domanda/bisogni, 4)
fornire servizi di comunicazioni a prezzi sostenibili e nel contempo
redditizi per chi investe e per chi li gestisce (price-cap...).
(5/2/2009) Penso che occorra maggiore serietà nel trattare argomenti di
grande importanza. Come si può immaginare di
1) portare in borsa il 70% della rete di Telecom dopo avere "liquidato"
Telefonica (riducendo la presenza di Telecom in Brasile), 2)
fondere, poi, Mediaset con Telecom..... Inoltre, quali sono le
reali intenzioni del Governo su questi temi? Il destino di una azienda
dovrebbe essere deciso dagli azionisti, pur nell'interesse di tutte le
parti in causa (specie dei lavoratori e dei clienti): i vincoli imposti a
Telecom e le ingerenze del passato hanno già prodotto vistosi danni, si
vorrebbe oggi proporre modifiche alla Costituzione per dare allo Stato
competenze a dire poco preoccupanti... Noi piccoli azionisti diciamo
basta, date fiducia a noi e a chi sta lavorando, in assemblea discuteremo
eventuali altre soluzioni.
(23/1/2009) Flash dell'AGI (Agenzia Giornalistica Italia) su come
intende agire ADAS:
1) "avanzare critiche e formulare proposte nelle sedi deputate e
finalizzate al miglioramento dei conti aziendali e alla valorizzazione del
titolo...." 2) "...tutelare i piccoli azionisti Telecom.... pungolare il
management .... focus sulla riduzione del debito e sulla quotazione
di borsa...." 3) "non ci interessa
rivangare episodi del passato...., né improvvisare show mediatici in
assemblea..." 4) "il dibattito va tenuto nelle sedi istituzionali,
rispettando i ruoli: ai piccoli azionisti interessa il valore dell'azienda
e la tutela dell'investitore/risparmiatore" 5) "all'azionista, infine,
spetta anche decidere se il management è all'altezza di tale compito".
(13/1/2009) ADAS auspica che venga rapidamente varata una legge che
rinvigorisca l'azionariato dei dipendenti. La commissione Lavoro del
Senato sta esaminando interessanti proposte di legge ( es. il DL 964).
Seguiremo gli sviluppi con la massima attenzione. Bisogna ricordare che
nel 1997, quasi 100 mila dipendenti del gruppo STET-Telecom Italia
acquisirono oltre il 3% del capitale.... il seguito lo conosciamo. Perchè
non ritentare ...è nell'interesse della Società e dei lavoratori.
(31/12/2008) Notizie importanti. La riorganizzazione: focus sul
cliente e non sul servizio, accentramento funzioni finalizzate alle
dismissioni. Canone di concessione 1998 (pagati ingiustamente ben 529
milioni di Euro): ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR
del Lazio. Sulle questioni legate alle intercettazioni telefoniche che
cosa si potrà fare? Quali i possibili danni per gli azionisti?
(17/12/2008) Piano Telecom: non conosco le ipotesi assunte dal nuovo
"Piano" in tema di prezzi/tariffe. L'aumento del canone per le linee
residenziali scatta da febbraio, quello che dovrebbero pagare i
concorrenti, aumenterebbe di 91 centesimi/mese, contro 1,75 richiesto, da
marzo: dopo però una "consultazione pubblica" e una notifica alla CE. I
concorrenti sono contrari, un professore della Bicocca (Milano) invita
addirittura gli utenti Telecom ad andarsene! Siamo all'assurdo: si
vuole continuare a recitare un copione che ha già prodotto danni ingenti
al sistema Paese.
(11/12/2008) Chiuso il contenzioso con AgCom, accordo soddisfacente
sulla rete (saranno resi operativi ben 17 gruppi di impegni insiti alla
soluzione ,"Open Access", proposta da Telecom). Possibili sviluppi per la
realizzazione di nuove reti: intervento della Cassa Depositi Prestiti,
stanziamenti pubblici (1 mldo di euro) per la larga banda. Sviluppi
positivi che possono avere risvolti sugli esuberi? Notizia negativa: Fitch
riduce il rating Telecom da BBB+ a BBB.
(10/12/2008) I sindacati bocciano il nuovo piano: tagli
occupazionali inaccettabili! Dei 9000 previsti, 2000 lavoratori hanno
accettato di lasciare il lavoro: quali soluzioni per gli altri? E' quanto
mai necessario concordare una via di uscita. A mio avviso, la risposta
dipende 1) dal quadro regolamentare 2) dalla congiuntura 3) dalla politica
economica "industriale" del Governo. E Telecom: dovrà modificare il piano?
ricercare nuove risorse finanziarie capaci, a) di ridurre il debito b) di
imprimere un maggiore vigore allo sviluppo internazionale? Sulle nuove
dismissioni: cedere le infrastrutture di Sparkle (quasi 100 mila km di
fibra ottica in Europa, nel Mediterraneo e in America Latina) potrebbe
causare un danno paragonabile a quello subito cedendo le capacità spaziali
(da parte delle precedenti gestioni).
(3/12/2008) Il tanto atteso "nuovo piano" è stato annunciato. Molti
saranno delusi: io no! Semmai ancora più preoccupato per la quotazione in
borsa della Società e per l'occupazione, prevista in riduzione (9000
esuberi in totale, in Italia entro il 2010). L'enfasi è posta:
sull'ingente debito, sulla riduzione dei costi (2 miliardi entro il 2011),
sulla dismissioni di altre attività "non core" (3 miliardi di euro), focus
sul mercato domestico e sul Brasile (nel triennio, ricavi + 2% l'anno; AL
2011: EBITDA (39%, Investimenti pari al 13-13,5% dei ricavi, debito netto/EBITDA
circa 2,3%). Una prima osservazione: quali sono state le ipotesi assunte
in tema di normativa regolamentare, di politica dei prezzi, di politica
economica (costo del denaro, PIL, inflazione, ecc.), di assetto societario
(quale "destino" per la Rete)?
(28/11/2008) Si riparla nuovamente della rete Telecom: quale? quella
attuale, una parte di quella attuale, la futura rete!!! Come? costituendo
una nuova società!!! Con chi? organismi pubblici + altri operatori +
"mercato"..... A quali condizioni regolamentari? quelle attuali......
Certamente preoccupa l'entità del debito, preoccupano anche gli ingenti
investimenti richiesti dalla nuova rete, soprattutto se persistono queste
regole del mercato. A proposito, a chi andrebbero queste commesse: abbiamo
ancora una industria italiana? Inoltre, abbiamo ancora una capacità
innovativa interna ed esterna a Telecom? Siamo presenti negli organismi
internazionali dove si formulano le politiche e si decidono le iniziative
di sviluppo e le risorse finanziarie? Come si nota, parlare solo di
"scorporo" è poca cosa.
(8/11/2008) Risultati primi nove mesi 2008: Utile netto di 1,77
miliardi ( -20%), migliorato rispetto al primo semestre. Ricavi:
22,4 miliardi, -3%. Ebit: 4,2 miliardi, -14,7%. Obiettivi confermati per
il 2008. Dividendi: dipendono dai risultati a fine anno. Tre motivi a
sostegno di un congruo dividendo: azienda in utile, dispone di liquidità,
trend in miglioramento. Il fattore negativo: l'indebitamento netto, 35,7
miliardi di euro. "Enorme" se rapportato alla capitalizzazione di borsa:
18,2 miliardi. D'altra parte, gli azionisti, in primis Telco,
accetterebbero un dividendo in azioni?
(21/10/2008) Torna il sereno? La quotazione, rispetto ai minimi
"assurdi", recupera oltre il 30%: resta un pesante meno 55% da
inizio anno. Si attendono i risultati dei primi 9 mesi e indicazioni sul
dividendo. Entrata di un fondo sovrano? se comprano le azioni sul mercato,
non entrano soldi in Telecom! Un piano industriale "innovativo
sostenibile"?, non mi sembra che ci siano ancora le condizioni. Il nostra
secondo grande azionista (Findim) ha cambiato idea: appoggerà il vertice,
anche con idee che indicherà al CdA del 2 dicembre. Bene! Meno bene quando
insiste sulla fusione con Telefonica: se le due società decidono che il
loro mercato (della comunicazione, dell'informazione, della tecnologia
ecc.) è su base mondiale, allora se ne potrebbe parlare...
Intanto prosegue la riorganizzazione e la riduzione dell'occupazione:
sulle scelte non possiamo esprimere giudizi a priore! Il focus è sulla
professionalità e sul merito? Poli di attività: Roma, Milano....,
Torino....?
(30/9/2008) Progetto Telecom sulla "apertura" della rete. Bocciato dai
concorrenti. Progetto da integrare entro un mese (imposizione dell'Authority)?
Noi azionisti chiediamo di resistere, il progetto andrà cambiato solo a
precise condizioni: 1) una redditività adeguata sia per la nuova eventuale
società per la rete, sia per la Telecom "amputata" 2) la società per la
rete dovrà disporre delle risorse finanziarie compatibili con gli
investimenti richiesti (10-15 miliardi di euro). E' comunque assurda la
vicenda in corso che continua a danneggiare Telecom: i suoi azionisti, i
dipendenti, l'indotto ecc. Urge l'unione delle due Authority e una
regulation più attenta agli interessi del paese, sempre che si voglia
rafforzare Telecom e non affossarla
(26/9/2008) Il CdA di Telecom conferma che 1) il piano sarà
aggiornato a dicembre, 2) l'eventuale cessione di una quota di minoranza
della rete è ancora in fase di "esame" 3) sono pervenute manifestazioni di
interesse, non proposte, a investire nel capitale della Società, 4)
è migliorato il margine operativo lordo. Di che parla la Stampa? L'entrata
di un "fondo sovrano" nel capitale con una quota del 10%. Come? Un aumento
di capitale riservato. A quale prezzo?: visti i prezzi pagati dai soci
Telco: da 2,50 a 2,8 per azione. Secondo me l'aumento non deve
essere riservato ma "aperto" ai soci attuali: grandi, medi e piccoli. La
maggioranza di noi ha le azioni a prezzi molto più alti di quelli attuali
e quindi non sarebbe corretto che un solo azionista potesse beneficiare di
un prezzo "favorevole". L'aumento del capitale dovrebbe anche
consentire la conversione (non imposta) delle azioni di risparmio,
con il pagamento di un equo corrispettivo. Infine, l'aumento del capitale
dovrebbe anche permettere il rilancio dell'azionariato tra i propri
dipendenti, con il beneficio fiscale previsto dalla legge, a condizione
che le azioni non siano cedute per 3-5 anni.
(18/9/2008) Bene ha fatto Telecom 1) a smentire le diverse illazioni di
stampa 2) a ribadire che il piano ci sarà a fine anno. Altra "perla"
: ieri, le due Authorities che si occupano di Telecom, si schierano con
coloro che vogliono la cessione della rete ad una newco, con controllo
Telecom, anziché fare un esame di coscienza sui danni provocati al settore
dalla attuale normativa regolamentare! Le risorse, dovrebbero contribuire
alla realizzazione della nuova "rete", con un investimento di 10-15
miliardi di Euro. Nella newco, entrerebbero azionisti "diversi" ma non
concorrenti della Telecom, dicono loro! Lo scorporo della rete in Europa
non lo vuole nessuno, cosi sostiene anche l'UE. Vodafone, dichiara
l'urgenza di questa operazione, nel presupposto che si tratti di
investimenti pubblici...... Anni fà abbiamo ceduto le risorse
satellitari (vicenda Telespazio). Abbiamo fatto poca strada su internet.
Che cosa vale Telecom senza la rete e le torri? Perchè la newco
dovrebbe fare un simile investimento? Dove prenderebbe le risorse? E il
know-how dove si trova? E a chi andranno queste risorse: abbiamo
ancora una industria? Il nostro ritardo tecnologico lo dobbiamo: ad una
privatizzazione/liberalizzazione senza criterio, ad una regulation
altrettanto suicida, a cambiamenti di assetti azionari e di "comando"
(pilotati o meno dalla politica) che hanno impoverito l'azienda. Resta il
fatto che oggi Telecom è quotata a poco più di un euro; e si attende
fantomatici "salvatori". Anche queste sono fantasie della stampa? è la
risposta alle smentite di Telecom di due giorni fà?
(12/9/2008) Si legge: Telecom, al consiglio lo scorporo delle torri!
Assurdità che merita una severa smentita.
E' ormai giunta l'ora che Telecom rialzi la testa: come? Presenti un
idea strategica basata sull'innovazione tecnologica che ponga l'azienda
tra i dieci/quindici attori mondiali e che la veda impegnata nel
rispondere alle esigenze di un mercato "enorme" (basti moltiplicare la
popolazione mondiale per il numero di servizi da fornire). L'innovazione
passa attraverso internet che grazie anche ai satelliti raggiunge miliardi
di persone/servizi. Questa idea strategica giustificherebbe un maggiore
sostegno finanziario da parte di tutti gli azionisti. Se
Telefonica vuole anch'essa perseguire questo obiettivo, e lo sta facendo
bene per il suo Paese, lo faccia, ma non soffochi Telecom. L'Italia deve
dotarsi, finalmente, di una politica per il settore ICT (Tecnologia per
l'informazione e la comunicazione), partendo dalla "convergenza" (servizi
e tecnologie) e dalla "media company" si deve andare oltre, pena
l'esclusione del nostro Paese da questo importante settore. Noi piccoli
azionisti faremo la nostra parte!
(9/9/2008) Calata nuovamente la fiducia? Sembrerebbe di si!!! Le
quotazioni sono sui minimi storici. Telecom è ormai un "caso aziendale" da
affrontare con grande senso di responsabilità: da chi? Anche dal Governo?
Si riparla di "cessione" della rete o parte di essa, di aumento del
capitale: sarebbero risorse finanziarie importanti per quali fini? La
riduzione del debito porta ovviamente a ridurre i costi, sempre che questi
risultino maggiori del fabbisogno per dividendi + imposte. Altri
fini: la difesa delle quotazioni con un ingente buy-back? maggiori
investimenti in infrastrutture e servizi? aumento penetrazione
sull'estero? Telefonica che farà? Telco ha le risorse per sopportare il
peso di una azienda che la borsa valuta molto meno del debito.... Il
CdA di Telecom anticiperà la revisione del piano? Per intanto ci vuol dire
se ci sono le condizioni per dare nel 2009 un dividendo nella misura del
2008? Ho chiesto di incontrate l'AD, attendo notizie in merito!
(9/8/2008) Ritorna la fiducia su Telecom? Direi proprio di si, i
risultati del primo semestre "meglio del previsto....": La stampa
finora non è stata dalla parte dei piccoli azionisti, il giorno prima "Profit
warning sul Brasile, Telecom al... tappeto", il giorno dopo "confermati i
target in Italia ecc.). Tutto il CdA sembra compatto. Confermo quindi il
mio pensiero, sotto riportato. Il piano dovrà essere aggiornato
quando ci saranno le condizioni, in particolare dopo la revisione della
regulation e dei prezzi! Risultati del semestre: Utile netto di 1,14
miliardi, -24%. Aumentano: investimenti e indebitamento netto (confermati
in proposito i target a fine anno). Ricavi: 14,8 miliardi, -3,3%. Ebit:
2,6 miliardi, -26,6%. Prosegue la collaborazione con Telefonica.
Esclusa una OPA ostile della stessa: certamente chiunque, a queste
quotazioni, potrebbe "mediare" le posizioni. Chi ha idee nuove, sul piano
industriale-finanziario-organizzativo, si faccia avanti. A proposito
dell'organizzazione e della scelta dei manager, è indispensabile
semplificare, eliminando almeno un anello della catena, (chi lavora non
deve essere "soffocato" e privato delle conoscenze necessarie), cosi come
è bene che vengano esclusivamente privilegiati i comportamenti seri e
produttivi, va dissuaso qualunque tentativo che danneggi la Società.
(17/7/2008) Alcuni azionisti forti di Telecom intendono presentare un
piano alternativo a quello della Società, se.. i dati del primo semestre
risultassero deludenti. Io toglierei il se!! Lo si faccia, l'importante
che siano chiare le ipotesi sottostanti. Anche noi piccoli azionisti siamo
in grado di contribuire. Bernabé dice: niente fuochi d'artificio, ok! Il
Presidente: no aumento del capitale.....
(15/7/2008) L'Autorità per le Comunicazioni non ritiene di fare
emergere i perché della crisi delle aziende del settore. E neppure indica
possibili soluzioni per il bene del Paese, per i lavoratori e le loro
famiglie, per i risparmiatori che vedono le quotazioni in fondo .... al
baratro? Ci si accontenta di dire che il consumatore ha speso meno e
che il settore ha contribuito a non fare crescere l'inflazione. Siamo di
fronte a situazioni drammatiche, irrimediabili se non vengono assunte,
rapidamente, decisioni forti, su tutti i fronti, anche aumentando i prezzi
(le tariffe!!!): il price cap funziona? se no, lo si cambi. Una regulation
che ha tarpato le ali a Telecom e che ha pensato solo a ridurre i prezzi,
ha danneggiato tutti gli operatori e l'indotto. Il Governo precedente ha
fatto la sua parte sulle ricariche dei telefonini, ha preso decisioni
senza valutare le conseguenze sugli stakeholder, decisioni forse dirette a
danneggiare solo l'azionista e quindi il risparmiatore. Il nuovo Governo
deve agire con rapidità, vogliamo altri casi Alitalia??? Dati
forniti dall'Autorità: nel 2007 occupazione del settore: -2% (-4,5% nel
mobile. Altri dati. Ricavi totali 2006: +2%; 2007: +0,4%; 2008: -.....
Prezzi: -8% (media); -14,6% (nel mobile): che cosa significa in termini di
minori ricavi? E' stata garantita una equilibrata remunerazione degli ingentissimi investimenti? io sostengo di no!!! In queste condizioni
possono essere fatti altri importanti investimenti: io dico di no! a meno....
Caduto il monopolio: concesse 238 licenze, nel 2002 erano ancora 70, oggi
crisi globale.... Risorse enormi investite nelle licenze Umts
e Wimax, anziché nelle infrastrutture. Indotto industriale mortificato.
Ricerca ridotta al lumicino. Proiezione all'estero risicata. Debiti alle
stelle. Ecco il risultato della regolamentazione e della privatizzazione
in Italia. Non basta: la Ue impone altri cali per gli sms verso l'estero.
Occorre una rapida svolta nel campo della regolamentazione.
(14/7/2008) Prosegue, forse, con eccessiva prudenza e ......lentezza,
il cammino verso la convergenza organizzativa fisso-mobile. Si
costituiscono strutture di progetto e Steering Committee..ecc..
Intanto la quotazione è allo sbando.... e su Telecom Media il
nulla!!!! I commenti sulla stampa certamente non sono di aiuto....
(21/6/2008) Il 23 u.s. Telecom Italia, tramite comunicato stampa,
"corregge" in parte quanto sotto riportato, circa il maxi accordo.
L'eventuale costo della controversia con Fastweb, è coperta dalle riserve
di bilancio. Conferma della firma di un accordo industriale, con detto
operatore, per le infrastrutture della rete di nuova generazione.
Intanto continua il travaglio in borsa: che cosa si pensa di fare per
Telecom Media ai minimi storici????
(21/6/2008) La quotazione è ritornata su livelli estremamente
penalizzanti: 1,25 euro per le azioni ordinarie, -41% dall'inizio
dell'anno! Il settore telecomunicazione mondiale registra una perdita del
24% rispetto ad un anno fa. Che cosa deve fare Telecom per recuperare la
situazione? Proseguire la politica dei piccoli passi avviata dal nuovo
vertice? Intanto è da registrare un risultato concreto: un accordo con Fastweb (controllata da Swisscom) che dovrebbe sanare il contenzioso in
corso (di 1,7 miliardi di euro!!!!!), risolvere la querelle sulle tariffe
di interconnessione e aprire una nuova stagione di intese sull'uso delle
infrastrutture comuni (riduzione dei costi evitando sovrapposizioni. La
competizione si farà sui servizi.
(19/6/2008) Come noto: sono attualmente due le Associazioni che cercano
di rappresentare nel migliore dei modi le istanze dei piccoli azionisti
Telecom. ASATI ha ripreso la sua attività con vigore. ADAS, prosegue
il suo cammino iniziato nel 1995, ben consapevole 1) delle
vicissitudini che hanno colpito il Gruppo Stet/Telecom con la
privatizzazione e la regolamentazione del settore: i risultati sono sotto
gli occhi di tutti 2) della scarsa attenzione riservata ai
risparmiatori 3) del lento ma inesorabile deterioramento dell'azionariato
fra i dipendenti (ridotti forse al 5% rispetto alla consistenza iniziale)
4) della scarsa attenzione riservata alle Associazioni di azionisti (dal
legislatore, dalle governance aziendali, dalla stampa, ecc.
ASATI mi ha informato di avere incontrato il presidente Galateri (il 9 u.s.)
e di non essere soddisfatto delle risposte avute su questi temi: cosa fare
nei prossimi sei mesi per far crescere la quotazione, come contrastare
l'influenza dell'azionista di riferimento Telco (e di Telefonica) che di
fatto "rallenta" addirittura le scelte organizzative e degli
uomini-chiave, le difficoltà in Brasile, i disservizi, il piano
industriale, le azioni di responsabilità verso gli amministratori
precedenti, ecc. Si tratta di argomenti noti, già dibattuti in
assemblea: non vedo per ora vie di uscita. Meglio privilegiare un
approccio propositivo: verso l'azienda e verso il legislatore. ADAS sta
cercando di individuare "idee" concrete che diano sollievo alle
problematiche dell'azienda. Nei confronti del "nuovo" legislatore va
ripreso il duro lavoro intrapreso (con scarso successo): per quanto
concerne il ruolo delle Associazioni, la raccolta delle deleghe, il libro
soci, l'azionariato dei dipendenti, la presenza negli organi sociali
(superando il voto di lista), il voto telematico, l'assemblea in
video-teleconferenza, ecc.
(5/6/2008) Decisioni importanti anche se "dolorose": 1)
l'organizzazione: superata la separazione fisso mobile con una
impostazione focalizzata sul cliente (varata Domestic Market Operations);
2) il piano: non può essere modificato (a mio avviso verrà "aggiornato"
dinamicamente): il business cresce poco (con queste visioni
regolamentari!!!), risparmi plasmati su più anni (300 milioni), maggiori
costi di ristrutturazione nel 2008 (+150 in più dei 100 milioni
annunciati), meno 5000 dipendenti in Italia entro il 2010 3) serve
espandersi all'estero (le risorse: accordi con partner finanziari, private
equity e fondi sovrani!!).
(23/5/2008) Prime timide reazioni positive in borsa. Premiato il
comportamento "prudente" del management. Da completare l'organizzazione e
la scelta degli uomini. Il Sole24Ore sembra scettico: cita un "profit
warning" su Tim Brasile, citando ASATI (non sono d'accordo su questo modo
di procedere.....). Se si hanno idee/proposte è bene parlarne se no....
meglio tacere. Si riparla di anticipare l'aggiornamento del "piano"
di fine anno: perchè?
(17/4/2008) Modifiche organizzative ADAS: verranno nominati i
delegati di zona (regioni, metropoli,ecc.) e per attività (associazioni:
consumatori, operatori, indotto, ecc.) per rendere più efficace l'attività
associativa. Sono gradite candidature e suggerimenti. E' tuttora al vaglio l'unione di ADAS e ASATI:
la bozza del regolamento comune, di molti anni fa, sarà
presumibilmente riformulata.
(15/4/2008) Ieri si è tenuta l'assemblea di Telecom
Italia.
L'intervento di Alessandro Fogliati,
azionista con 35 deleghe di voto, per un totale di
704278 azioni.
Risposte
alle mie domande.
Non mi è stato possibile dichiarare il voto, lo
faccio ora. Sul bilancio: voto di
astensione (criticità di bilancio, limitati accantonamenti a riserva,
poco convincente l’impairment test sull’avviamento, ecc.).
Sul CdA: voto di astensione: i
consiglieri dovevano essere ridotti a una dozzina (ci saranno meno
ministri nel governo!), dovevano rispecchiare la composizione dell’azionariato,
essere remunerati in base all’attività professionale svolta a favore della
Società. Gli azionisti devono potere comprendere, per ogni candidato, il
livello del contributo tecnico-legale-economico-strategico ecc. che sono
in grado di fornire considerate le specificità dell’attuale Telecom.
Invece Telco ha voluto rispecchiare il suo assetto azionario
(banche, assicurazioni, Telefonica, ecc.), ridondanza inutile!! La
proposta di Assogestioni, più congeniale alle minoranze, non mi ha
convinto: bene però che sia stato eletto un consigliere già presente nel
precedente CdA, che ho ascoltato con interesse. La terza lista (Findim),
poteva essere presa in considerazione in quanto ha reso noto il suo
intendimento: che comprendo ma non condivido.
Sulle stock option: la
proposta è coerente con gli impegni assunti dal Presidente e dall’AD, non
doveva però essere fatta ieri. Non era per altro stata ben compresa e
ciò ha contribuito al clima incandescente dell’assemblea: di fronte a
problematiche di enorme portata che investono la Società, l’attenzione è
stata “spostata” sulle stock option e sui scandalosi e immorali compensi
ai vertici e al management……. Il voto è quindi di contrarietà.
(13/3/2008) ADAS é pronta a scendere in campo a
tutela del patrimonio umano e tecnologico del Gruppo. Intanto non farà
mancare il proprio sostegno, serio e costruttivo, nell'assemblea del 14
aprile. Non è più tempo per le sceneggiate, anzi vanno regolate nei modi
previsti.
Come prima
iniziativa rivolge un "appello" ai dipendenti azionisti del Gruppo
Telecom: il messaggio ha piena validità non solo per gli azionisti ma
anche per le altre componenti coinvolte (indotto, clienti, risorse umane,
fisco ecc.).
ADAS sospende l'attività di raccolta deleghe, lettera a
Consob e a Telecom.
Alessandro Fogliati non partecipa, di
conseguenza, all'assemblea del 6 maggio. Le proprie osservazioni sul
bilancio 2003 e sulla revisione statutaria sono state comunicate al
presidente Telecom: la risposta contiene elementi positivi per ciò che
attiene il ruolo di Telecom nei confronti del nostro Paese.
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ACEA
ultimissime
(Maggio 2008)
L'associazione resterà in disparte fino a che non cambierà la situazione:
ci penserà la nuova compagine municipale?
(15/11/2007) Situazione al
30/9/2007. A livello di Gruppo, rispetto al 30 settembre del 2006: i ricavi
sono aumentati del 17% (1809 milioni di Euro), il reddito ante imposte e gestione finanziaria (EBIT) aumenta dello
0,8% (196,8 milioni), l'utile
netto aumenta del 11,2% (105,4 milioni). Aumenta l'indebitamento, 1419 milioni
(1198 a fine 2006). Più investimenti 252,6 milioni contro 197,6. Crescita
modesta di EBIT causa ammortamenti e accantonamenti per esodi e mobilità.
Peggiora il rapporto indebitamento netto/capitale investito dal 46,5% al
50,87%.
E' da
sottolineare l'assetto azionario: Comune di Roma 51%, Shroeder Assett Mng
9,94%, Gruppo Suez 8,61%, Pictet Assett Mng 4,01%, Gruppo Caltagirone
2,96%, altri azionisti 23,48%.
Situazione al
30/6/2007. A livello di Gruppo, rispetto al 30 giugno del 2006: i ricavi
sono aumentati del 20,4% (1193 milioni di Euro), il reddito ante imposte e
le gestione finanziaria (EBIT) aumenta del 13,30% (138,8 milioni), l'utile
netto aumenta del 18% (70 milioni). Aumenta l'indebitamento, 1343 milioni
(1198 a fine 2006) e si riduce il patrimonio netto a 1336 milioni, contro
1377 a fine 2006. Continuano le critiche sulla qualità dei servizi offerti.
Nuove offerte commerciali per contrastare la concorrenza.
(29/3/2007) Bilancio 2006: a
livello di Gruppo, i ricavi sono aumentati del 35% (2187 milioni di Euro),
il MOL aumenta del 18% (477 milioni), l'utile netto aumenta del 15% (147,4
milioni). Nonostante tutto ciò le criticità sono evidenti: aumenta
l'indebitamento, alcune acquisizioni lasciano perplessi, la vendita di
immobili ha certamente influito sui risultati di bilancio... Il 4 maggio
ci sarà l'assemblea degli azionisti. Il CdA è scaduto. ACEA è stata
oggetto di critiche sulla qualità dei servizi offerti...
(16/5/2006) Risultati
I° trimestre 2006. In crescita le principali voci (su analogo
periodo 2005): ricavi +33,6%; MOL +9,8%; risultato
operativo +10,4%; utile netto del Gruppo: +15,7% (+15,9% per azione).
Debiti in aumento su fine 2005: da 936,1 a 1063,6 milioni di Euro.
(20/4/2006) Assemblea
ACEA del 20/4/2006. Alessandro Fogliati partecipa all'assemblea.
Voto di astensione sul bilancio 2005, voto contrario sulla misura del
dividendo e sugli altri argomenti all'ordine del giorno (acquisto di
azioni proprie finalizzate a Stock Option). Erano presenti in totale
56 azionisti di persona o per delega: anziché aumentare diminuisce la
partecipazione! L'enfasi sulla Corporate Governance, a questo proposito, è
emblematica. Non è stato nominato un nuovo presidente del Collegio
Sindacale.