IDENTIKIT DI UNA CONFRATERNITA

Quale contributo può fornire alla comunità cristiana una Confraternita che muove i primi passi nella realtà di Tolentino? Quale riflessione proporre circa il suo ministero nel contesto del popolo di Dio?

Se si parla di Confraternite appare –per così dire -naturale, procedere con la mente indietro nella storia, al tempo medievale, quando fiorirono simili aggregazioni laiche dedite alla trasmissione di tradizioni popolari (che tuttora permangono in alcuni riti della Settimana Santa) o di attività benefiche (carità verso i poveri o i pellegrini, finanziamenti per scuole ed ospizi). Ai nostri giorni è necessario scrollarsi di dosso questo stereotipo che riduce la specificità delle Confraternite alle devozioni, ai simboli e

alle divise di sapore medievale. Occorre riscoprire la genuinità del servizio che esse espletano nella vita della Chiesa e nel contesto sociale. Dirsi confratello nel nostro tempo esige l'instancabile testimonianza dell'insegnamento evangelico: non si richiede altra finalità, tanto semplice quanto impegnativa. Guidata dalla luce del messaggio evangelico, ciascuna Confraternita si destreggia tra tradizione e novità: tradizione nelle forme di preghiera e di opere di misericordia (che non devono di certo sconfinare nel puro devozionalismo, deleterio per una retta testimonianza di fede); novità nella scelta di "segni" evidenti e decorosi che incoraggiano una credibile sequela di Gesù Cristo, nella comunità ecclesiale prima e nella società civile dopo.

A quali "segni" alludiamo? La Confraternita deve riconoscere il ruolo storico di apostolato e missione in seno alla Chiesa, che trova una sua prima concretizzazione nella liturgia e nella vita di preghiera. Una delle preoccupazioni deve riguardare il decoro e la bellezza delle celebrazioni liturgiche, dal momento che l'estetica, come ricerca in ogni liturgia della manifestazione della Bellezza di Dio, è una delle vie che innalza lo spirito alla contemplazione del mistero divino. Del resto non siamo stanchi di celebrazioni frettolose o trascurate, che non aiutano i fedeli a distinguere un giorno di festa da uno feriale? I confratelli devono avvertire il bisogno di dare lustro alla liturgia, promuovendo il servizio all'altare, guidando l'ascolto della Parola di Dio e la celebrazione dei Sacramenti, sostenendo il canto ed offrendo all'assemblea preziose indicazioni dei momenti liturgici in atto.

La Confraternita fa' sua la voce della Chiesa universale, che prega secondo lo schema della Liturgia delle Ore. I momenti comunitari di spiritualità ravvivano la fratellanza cristiana, la coscienza di essere confratelli uniti in preghiera con e per altri fratelli.

Un'adeguata preparazione spirituale ed un'educazione pastorale, seguendo le direttive del padre spirituale, garantiscono quel salto di qualità, che ogni confratello deve realizzare, avvalendosi di validi strumenti, quali incontri di formazione, ritiri di preghiera, pellegrinaggi, condivisione di attività ricreative.

Perseguendo questo ideale di crescita nella fede la Confraternita non si presenta agli occhi della gente come un'istituzione "pittoresca", eredità di tradizioni storiche passate, ma comunica l'esperienza orante e operosa della Chiesa locale.

La verifica di una simile testimonianza si attua nell'apertura alle necessità dei poveri, promovendo l'assistenza alle famiglie bisognose oppure favorendo opere di misericordia per ammalati e persone anziane. La Confraternita non si chiude nel proprio guscio, ma si "sporca le mani" nella vita concreta, in iniziative di volontariato o in attività caritative.

Non è di secondaria importanza riconoscere alla Confraternita il titolo di "scuola di formazione religiosa", dal momento che si presenta anche come il modo concreto di comprendere e promuovere in seno alla comunità ecclesiale la propria scelta vocazionale alla vita matrimoniale, al sacerdozio, alla consacrazione religiosa o missionaria. Ciascun confratello incontra Dio e lo riconosce presente nella sua vita, proprio nella scelta vocazionale che matura.

Un'ultima indicazione: il ruolo che ogni Confraternita può e deve esercitare nel promuovere la valorizzazione del patrimonio artistico della comunità di appartenenza, nella diffusione della storia locale, conservando viva una vera pietà popolare.

Se dunque diciamo che "l'abito non fa il monaco", è ugualmente vero che "la divisa non fa il confratello". Dietro ogni insegna deve manifestarsi una tensione al perfezionamento morale e alla crescita spirituale: è l'obiettivo di ogni Confraternita.

            Fr. Pasquale Cormio O.S.A.

 

 
   
 
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