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ALCUNE PREGHIERE E CANTI DEI PIGMEI

(da: PADRE NOSTRO CHE SEI NEI CIELI - Le più grandi preghiere di tutti i tempi e di tutti i paesi, a cura di Gabriele Burrini e Alda Gallerano, prefazione di Giovanni Filoramo; Tascabili Bompiani 1998)

I Pigmei, a causa della loro dispersione per tutta l'Africa equatoriale, danno diversi nomi all'essere supremo. I Pigmei del Gabon lo chiamano Kmvum e credono che egli entri in rapporto con gli uomini attraverso l'arcobaleno che compare ad est dopo un forte temporale; perciò, quando esso appare in cielo, volgono gli archi nella sua direzione e ringraziano Kmvum perché, attraverso l'arcobaleno, ha messo in fuga i tuoni. Gli Efe sud-orientali lo chiamano invece Epilipili e lo considerano un dio che vede e ode tutto, giorno e notte, e punisce con il fulmine, il tuono e l'uragano. Gli Ogiri sono spiriti maligni, anime erranti di stregoni ed esseri malvagi.

Fonte: J.S. Mbiti, The Prayers of African Religion, Londra 1975



INVOCAZIONI DEI PIGMEI DEL GABON

      Narra un mito dei Pigmei del Gabon: "A certe epoche Dio si mette in cammino e va a trovare il Sole per rianimarlo e ridargli vigore. Ciò avviene quando le nubi invadono il cielo da ogni parte, accumulandosi a poco a poco fino a coprirlo del tutto. E' quello il segno annunciatore della stagione delle piogge. Allora il Sole sembra che si veli e quasi scompare del tutto: il Cielo, dice un proverbio, ha mangiato il sole. Ma, come il cacciatore, quando vede il fuoco prossimo a spegnersi, va in cerca di legna secca e la getta sul focolare per riattizzarlo, così il creatore, quando vede il Sole che si oscura, si affretta a venirgli in aiuto".

All'essere supremo

Il fuoco si oscura, la legna diventa nera,
la fiamma sta per spegnersi: poveri noi!
Poveri noi, o Kmvum!
Kmvum si mette in cammino,
in cammino verso il Sole.
Nella sua mano splende l'arca,
l'arco del caccxiatore che dimora lassù.
Egli ha ascoltato la voce dei suoi figli.


Kmvum, o Kmvum, tu sei il signore, o creatore, il signore di tutto,
signore della foresta, signore delle cose, signore degli uomini,
o Kmvum, e noi piccoli uomini, noi siamo i tuoi sudditi.
Signore degli uomini, o Kmvum, comanda,
o signore della vita e della morte, e noi ubbidiremo.



All'arcobaleno

Arcobaleno, olà! Arcobaleno, tu che risplendi così in alto,
al di sopra della grande foresta, tra le nuvole nere,
squarciando il cupo cielo, su di te, vittorioso nella battaglia,
tu hai sconfitto il tuono che ruggiva, che rombava cosi forte,
adirato. Era arrabbiato con noi? In mezzo alle scure nuvole,
squarciando il cupo cuelo,
come la lama che taglia il frutto troppo maturo.
Arcobaleno, o Arcobaleno. Arco potente del Cacciatore
Che è alto nei cieli, del Cacciatore che insegue le mandrie di nubi,
come un branco di elefanti atterriti, Arcobaleno,
porgi il nostro ringraziamento.
Diglielo! E che non sia adirato. Diglielo! E che l'ira non esploda.
Diglielo! E che non uccida.
Perché noi siamo terrorizzati, o Arcobaleno. Diglielo.


(Quando l'arcobaleno compare durante una partita di caccia è considerato di buon auspicio; catturata la preda, il cacciatore ne preleva un pezzo e lo offre al dio con queste parole)

Per te prelevo questo pezzo,
a te appartiene,
a te solo.
Per te prelevo questo pezzo:
non volgere altrove il capo!
Si abbassino i tuoi occhi verso di me!
Questa è la mia offerta.




PREGHIERE DEI PIGMEI BAMBUTI

I Pigmei Bambuti, che popolano la foresta dell'Ituri (affluente di destra del fiume Congo), fanno parte del gruppo orientale e comprendono alcuni sottogruppi conviventi con Sudanesi e Bantu: gli Akà, i Bambuti propriamente detti (o Basua), e gli Efe, che sono i rappresentanti più puri dell'etnia pigmea. I Bambuti, che credono in un "padre, padre dei nostri padri, nonno" o anche in un "bosco" creatore che abita in cielo, a questa entità si rivolgono dopo la caccia, che è la loro precipua attività. Dopo aver ucciso un elefante o un bufalo, gli tagliano la coda e tornano al campo, quindi danzano e ballano per tutta la sera e la notte; un vecchio leva una preghiera. Il giorno successivo, si procede alla divisione della preda e le donne portano i pezzi di carne a casa, in canestri; nella stessa notte si balla e si canta. Il mattino dopo, il più anziano del gruppo fa predisporre, su una larga foglia, un'offerta rituale fatta con il fegato e il cuore dell'animale e farina di banane; egli ne prende un po', mastica, poi sputa e recita la formula che riportiamo.

Fonte: A. Vorbicler, "La preghiera dei Pigmei africani Ituri", in R. Boccassino (a cura di), La preghiera, vol. I, Milano-Roma 1967, pp. 43-49.


Prima preghiera

O padre, dio del bosco, possa mai dimenticare la selvaggina!
O tu, bosco, o padre, possa la selvaggina essere sempre catturata!
Domani ti daremo la tua parte, o dio del bosco, o bosco!

Seconda preghiera

O padre, dio del bosco, o bosco, io ho avuto la mia piccola parte. Questa è la tua. Desidererei che tu mi dessi sempre cacciagione, così che il mio fegato si possa rallegrare. Possano essere sempre uccisi gli animali: amo il morire delle bestie. O padre, dio del bosco, o bosco, o dio del bosco, qui c'è quanto ti spetta, adesso vado a casa. Possa tu non deludermi! Piuttosto poni sempre il tuo sguardo su di me.
 

Canto di una madre per la nascita di un figlio

ll mio cuore è tutto gioioso,
Il mio cuore s'invola cantando,
Sotto glia alberi delle foreste,
Foresta nostra dimora e nostra madre.
Nella mia rete ho preso un piccolo uccellino.
Il mio cuore è preso nella rete,
nella rete con l'uccellino.

 

Presentazione di un bimbo al Creatore

A Te, il Creatore, a Te, il Potente,
io offro questa pianta novella,
Frutto nuovo dell'albero antico.
Tu sei il Signore, noi siamo i tuoi figli,
A Te, il Creatore, a Te, il Potente,
Kmvum,Kmvum,
io offro questa pianta novella.
 


 

INVOCAZIONE DEGLI EFE SUD-ORIENTALI

Preghiera per la pioggia

Epilipili, Epilipili, non venga la pioggia furiosa,
non scrosci la pioggia, non venga la pioggia furiosa,
con molte sofferenze. I figli sono nella foresta!
Che possa piovere piano! Che possa piovere piano.



PREGHIERA CONTRO GLI OGIRI

Ogiri, tu quando erravi sulla terra eri un divoratore di uomini,
Ogiri, stai lontano dalle nostre capanne!
Noi abbiamo scorto gli occhi tuoi brillare nella nera notte, o Ogiri!
Abbiamo udito i tuoi denti fare cra-cra, o Ogiri!
Tu che sulla terra fosti un divoratore di uomini, o Ogiri.
Noi ti abbiamo riconosciuto. Non avvicinarti alle nostre capanne!


AL SERPENTE TOTEM, CONTRO IL MORSO DEI SERPENTI

Quando nella notte il piede incespica nell'ostacolo che si contrae
E si impenna e morde, fa', o Serpente, tu, nostro padre,
il padre della tibù, a noi che siamo tuoi figli, fa' che sia un ramo,
un ramoscello che si impenna e colpisca,
e non uno dei tuoi figli dalla bocca acuminata,
padre della tribù, a noi che siamo i tuoi figli.


CANTO PER LA SEPOLTURA

L'animale nasce, passa, muore.
Ed è il grande freddo.
(Coro) E' il grande freddo della notte, è il nero.

L'uccello passa, vola muore.
E' il grande freddo.
(Coro) E' il grande freddo della notte, è il nero.

Il pesce passa, fugge, muore.
E' il grande freddo.
(Coro) E' il grande freddo della notte, è il nero.

Ed il cielo si è illuminato,
gli occhi si sono spenti,
la stella risplende.
(Coro) E' il grande freddo della notte, è il nero.

L'uomo nasce, mangia e dorme. Passa.
E' il grande freddo.
(Coro) Il freddo quaggiù. Lassù la luce.

L'uomo è passato, il prigioniero è libero.
L'ombra è scomparsa.
(Coro) L'ombra è scomparsa.

Dio, Dio, a te il nostro appello.
(Coro) Dio, Dio, a te il nostro appello.





 

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