Albania - ottobre 2008

Conosci tu il paese dove fioriscono i limoni?
Nel verde fogliame splendono arance d'oro
Un vento lieve spira dal cielo azzurro
Tranquillo è il mirto, sereno l'alloro
Lo conosci tu bene?
Laggiù, laggiù
Vorrei con te, o mio amato, andare!

Johann Wolfgang Goethe

Conosci tu il paese dal quale io provengo
monologo coronato da più voci

Conosci il paese dal quale io provengo?

Il suo nome è Shquiperia, che vuole dire il paese delle aquile. Voi lo conoscete col nome di Albania, ma ogni mio fratello, che non sia caduto nella brutalità delle transizioni della storia è un figlio delle aquile.

Il mio paese è il paese delle aquile che volteggiano sulle alte montagne, talvolta a precipizio sul mare Adriatico e che non si allontanano dalle loro pur dirupate scoscese. Io ho lasciato il mio paese. Io ho dovuto lasciare il mio paese.

La cittadina in cui abitavo si trova proprio in prossimità di quelle alte montagne. Posata sulle sponde pianeggianti del fiume Drini i Bardhë, che per voi è il Drin Bianco, riceve l’ombra dal Mali Korabit, la cima più alta dell’Albania. Prima ancora che il mio paese si convertisse al cristianesimo (quanti secoli, quanta storia è trascorsa) quel nome -Korab- significava “dio del mare”. Ecco cosa lega tutte le regioni del mondo. Anche la mia piccola città, così preclusa dalle montagne: il mare, il mare della navigazione, e quello dei miti, il mare dei ricordi, e quello della fantasia. Infine il mare dell’esilio per necessità.

Per voi, le montagne sono i luoghi della villeggiatura e del lavoro dell’uomo per conquistare fazzoletti di terra coltivabile. Per noi, le montagne sono una parte della nostra anima, sono la nostra anima.

Nel mio paese, ci sono villaggi che non sanno nulla del mondo. E quando l’incontrano, il passaggio è così traumatico! per tutto quel benessere mai conosciuto, nella frugalità della loro ancestrale economia.

Tribù. Ecco di cosa è fatto il mio popolo. In mezzo all’Europa antica e civilizzata, in mezzo alla nostalgia per un perduto dominio del mondo, la mia è la terra di un popolo che si è sempre difeso, anche con le sue valli come confini. Che si è difeso da tutto. Che ha difeso anche l’Europa civilizzata.

Capitava spesso che andassimo a far visita ai miei nonni, nel villaggio in cui ancora abitavano. Al tramonto, si spegnevano i rumori delle attività. Gli artigiani si ritiravano dalla loro bottega, i contadini tornavano dai campi, il muezzin spandeva la sua voce tra le mura delle case.

Io osservavo i colori dipinti sulle le montagne pietrose e non mi trattenevo dal percorrere un tratto di sentiero che portava al bosco, e sopra al bosco a quella brulla spalliera di monte coperta di arbusti, ma anche abitata da quei fiori che a differenza di noi, figli tutti di questa terra, restano aggrappati alle rocce, a questi monti impervi.

Il silenzio, a tratti, veniva squarciato dal grido acuto di un rapace mentre un’ombra attraversava rapidamente il cielo. Ma poi si alzava leggero il vento, sibilando dolcemente tra i costoni spogli che si alzano ripidi. E quel vento mi sembrava portasse le antiche canzoni della mia patria. Quelle apprese a scuola, quelle tramandate dalla memoria dei vecchi:

MEMEDHEU

La patria

Patria si chiama la terra

Dove sono nato

Dove madre e padre m’hanno amato

Dove anche le pietre mi conoscono,

Dove c’è casa mia

Dove ho conosciuto Dio,

Dove i miei nonni hanno vissuto

E le tombe hanno lasciato

Dove col pane sono cresciuto

Dove la mia lingua ha parlato

Dove ho parenti e amici

Dove ho riso e pianto,

Dove vivo con desiderio e amore

Dove ho voglia di morire

[è di ANDON ZAKO ÇAJUPI. (1866 - 1930 ) - Traduzione a cura di ELVIS PAZAJ] - http://www.geocities.com/murati_kled/cajupi.htm

Poi il vento smetteva la sua canzone.

E mi pareva che nelle mie orecchie si levassero, silenziosi, i canti delle coraggiose armate di Giorgio Kastrioti Skanderbeg, il principe di Kruje che unì le tribù dell'Epiro e dell'Albania.

Resistette per 25 anni alla conquista dell'Impero Ottomano, guadagnando il titoli di "difensore impavido della civiltà occidentale", sapete? e le mie tribù erano allora quegli uomini forti che combattevano con orgoglio contro l’invasore.

Quale colpa abbiamo, per una Storia impigrita che ha costretto l’orgoglio al riparo di questi monti? che ha fermato con la brutalità dei popoli civili il nostro progresso?

Dunque, conosci il paese dal quale io provengo?

Conosci i profumi che, alla sera si levano dai comignoli delle nostre case, il calore delle nostre stanze prima che la storia -economica d’Europa e del mondo, questa volta- ce ne facesse andare lontano?

Mia nonna ha preparato il Byrec, ecco, lo assaporo ancora con la memoria, e alla fine ci saranno i Llokum ad addolcire la sera, mentre gli uomini cercheranno l’oblio nel Raki, fuori dalle loro case.

Quelle case che hanno saputo proteggere.

Dice il Kanûn, il codice delle Montagne

La casa dell'Albanese è di Dio e dell'ospite.

All'ospite si deve fare onore offrendogli il pane, il sale ed il cuore. Per un ospite molto caro occorre il tabacco, il caffè con zucchero, l'acquavite, la carne. L'ospite che entra nella tua casa è prosciolto da ogni debito. All'ospite, anche se fosse l'assassino dei tuoi familiari, dovrai dirgli "sii il benvenuto!". È sentenza di legge: "Si perdona l'offesa al padre, al fratello e perfino ai cugini che non lasciano eredi, ma l'offesa fatta all'ospite non si perdona mai".

Quelle case che hanno saputo proteggere tutti gli ebrei dalla deportazione e dalle uccisioni.

Gli italiani perseguitati come partigiani ed anche i tedeschi disertori, seppero proteggere.

Quanta lontananza dal mio paese!

[alle sue spalle si avvicina un’altra persona, e poi un’alta ancora, e poi un’altra fino a circondare la prima. Le loro voci, dapprima chiare, si sovrappongono fino a diventare indistinte, un coro costituito dalle voci del mondo]

Conosci il paese dal quale io provengo? La mia terra bagnata dall’oceano, si alza rapidamente verso l’altopiano, e alle sue spalle cime elevatissime da cui nascono torrenti impetuosi. Al di là, l’altro oceano verde dell’Amazzonia…

Conosci il paese dal quale io provengo? Il mio paese è vasto come il mondo e conosce ogni luogo che -in piccolo- tu possa trovare nel tuo paese, il mio popolo è popoli interi e si estende così tanto da nord a sud da conoscere, nello stesso momento, tutte le stagioni…

Conosci il paese dal quale io provengo? la mia terra è il cuore dell’antico continente, conosce foreste fitte e sentieri incantati, dove si è rifugiata la tua fantasia quando si è allontanata dal tuo mare. Il mio paese parla la tua lingua per le antiche conquiste dei tuoi Cesari ed è patria di popoli mutevoli ed erranti…

Conosci il paese dal quale io provengo? la mia terra è deserti e cieli azzurri, oasi e palmizi che parlano al cuore del viandante, il passo della mia gente è quello lento della Storia che tutto coinvolge e trasforma senza che l’uomo si accorga di se stesso. Sepolti dalla sabbia gli antichi fasti a dimostrazione che questo mio fuggire…

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