“LA METAMORFOSI”
di Mario Sire Spigariol
“Secondo me,
qualunque cosa facessi, una natura morta, un volo di donna, un paesaggio,
un grappolo d’uva, dei fiori, dipingevo sempre l’amore”.
Questo pensiero di Mario Sire Spigariol sintetizza il
rapporto che egli intrattiene col proprio mestiere di pittore. Un mestiere,
che infatti, esercita sempre con una profonda partecipazione emozionale,
la stessa che i suoi quadri, in un complesso gioco proporzionale, esprimono
nei confronti del fruitore.
Vale a dire che il suo amore per la materia, densa, ruvida, corposa, svolge
in una proporzione diretta, un racconto estetico delicato, raffinato,
cromatico, che parrebbe concettualmente irrealizzabile, ma che, per contro,
nel talento delle sue manie nel sapere della sua cultura formale prendono
corpo e immagine davanti ai nostri occhi divenendo entità che evocano
un passato lontanissimo e un presente che, peraltro, è già
futuro.
Dalle tele di Spigariol sembrano infatti riaffiorare
come memoria di passato-presente, le sensazioni oniriche delle vaste superfici
rocciose di Altamira e delle pietre del Sahara in cui sono racchiusi il
colore e i segni degli sciamani preistorici, i quali hanno così
suscitato la magia della forma del Creato come essi percepivano, dagli
animali agli uomini: dalla caccia alla guerra che si volevano magicamente
esorcizzare.
Il segno di Spigariol, immediato, funzionale, costruisce
proprio ciò che egli, stregone-artista moderno, evoca col suo pensiero
che si fa immagine, l’amore per ciò che conosce: una “natura
morta”, un “volo di donna”, un “paesaggio”,
un “grappolo d’uva”, dei “fiori”.
Un’analisi più approfondita permette, però, di mettere
meglio a fuoco le sue idee. Quell’apparente immediatezza cela un’immagine
visiva che si può raggiungere solo dopo molti, elaborati, esercizi.
La medesima disinvoltura pratica nell’uso dell’acquarello
ne è spia felice ed efficace. Cavalli,
rose, stelle di Natale si diluiscono fino a espandersi su tutta la superficie
cartacea, finchè gli schizzi colorati, per forza d’evocazione
poetica, diventano fuochi d’artificio, costellazioni, lentiggini
sublimi, scintillio di acque, rifrazioni cristalline, facendoci di nuovo
dimenticare che, in fondo, si tratta di segni e luce riflessi da un foglio
bianco, ma che, proprio in virtù di ciò, siamo di fronte
all’eterna metamorfosi della creazione artistica.
Maurizio
Marini
Note Biografiche
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Mario
Sire Spigariol nasce a Biancade (TV) nel mese di Aprile.
Trasferitosi in giovane età a Cisterna di Latina, dopo le
scuole medie, sotto la guida di importanti maestri, inizia l’attività
di ceramista, completandola con dei corsi e studi sussidiari.
E’ stato responsabile artistico di una nota industria ceramica
di interesse internazionale.
Il suo talento artistico lo trasferisce nel campo della pittura
(olio-affresco-acquerello-tempera e tecniche miste).
Numerose sono le sue esposizioni personali e collettive, dove riscuote
un notevole successo di pubblico e di critica in Italia e all’estero.
Ha fatto parte del gruppo artistico (Arte Roma) di via Cavour.
Attualmente responsabile artistico del gruppo “La Mimosa”
di Cisterna di Latina. |
Innumerevoli sono le sue opere in collezioni private e pubbliche fra le
quali ricordiamo:
- Opera pittorica
250x150 per il comune di Roma - Due opere per la
pinacoteca del comune di Castel del Piano
- Lunette affrescate per la chiesa di Santa Maria Assunta di Cisterna
di Latina
- Rose dipinte per un abito da sposa (sfilata di moda Ted Lapidus, Milano
1997)
- Opera Pittorica pinacoteca di Cisterna di Latina
- Opera pittorica su tela – dono del comune di Cisterna di Latina
a Sua Santità Giovanni Paolo II
- Opera pittorica per il noto cantante Ray Charles
- Opera pittorica per la Swaroski International – Milano 2002
- 41° Premio Nazionale di Arti Figurative – Legnano Cerea (VR)
2004 “Premio speciale della critica”
- Biennale Reggia di Caserta 2004 – 2005
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