(foto Francesco Di Martino "panico".)
Mi chiamo
Salvatore e sono nato nella capitale dell’arte barocca, infatti il nome
del mio paese natio è Noto in provincia di Siracusa. Da circa 13 anni
vivo a Limbiate, città a metà strada tra Milano e Como. Mi sono
diplomato nel 1988 presso l’istituto agrario di Pachino (Sr), e proprio
in quel periodo ho scoperto la mia vena poetica, trascrivendo su
carta i miei pensieri senza però esternare i miei sentimenti. Forse la
paura di essere preso in giro, o forse la mancanza di fiducia verso il
mondo, ha condizionato notevolmente i miei atteggiamenti verso il
prossimo. Sono gli anni della mia giovinezza, contornata da un mero pessimismo,
che tocca l’apice della negatività nel momento della sopravenuta
chiamata alle armi, per espletare l’obbligo della leva. A differenza di
tanti, definisco quei mesi, i più inutili della mia vita, attraversando
momenti di vera e propria solitudine. Ma se e vero che non tutti i mali
vengono per nuocere, quelli finali saranno i giorni che cambieranno la
mia vita, donandomi al contempo quella fiducia in me stesso vanamente
inseguita e mai trovata sino a quel momento. L’aver conosciuto la
persona che sarebbe diventata mia moglie, ha scatenato dentro di me, un
vortice inarrestabile, contribuendo a cancellare quel pessimismo che ha
accompagnato una parte della mia esistenza. Da quell’istante, ho vissuto
nel bene e nel male la mia massima espressione letteraria, raggiungendo
una maturità che ha trovato nella poesia lo sfogo naturale dei miei
pensieri. Questi eventi cambieranno la mia
realtà, infatti emigrerò in Lombardia sposandomi e iniziando a lavorare
presso un’azienda chimica. Così cominciano i miei anni verso una
quotidianità diversa rispetto a quella a cui ero abituato in meridione.
La nuova esperienza mi porterà a conoscere persone di diverso ceto
sociale, un modo di vivere addirittura frenetico. Da qui la nascita del
mio spirito d’osservazione, fermarmi a guardare i comportamenti delle
persone, in certi casi provare ad essere loro, cercando di parlare al
loro posto, e pensare allo stesso modo. Osservare al contempo tutto ciò
che mi sta attorno, vivere la natura così come nasce e muore, rubarne
per quanto possibile i segreti, ma soprattutto trascrivere tutto questo,
esternando i miei sentimenti di vera e propria riflessione. Mi definisco
un poeta tra i tanti, in quanto convinto che tutti siamo dei poeti,
perché dentro di noi viviamo dei sentimenti che non sempre riusciamo ad
esprimere ed esternare. Siamo piccole pedine
dell’universo, uomini e donne forti, e allo stesso tempo deboli, perché
vittime dell’egoismo, dell’arroganza, della presunzione, che noi stessi
abbiamo creato; capaci però in certi momenti della vita ad aiutare ed
essere buoni, perché dentro di noi abita la speranza di riuscire a
realizzare un mondo migliore e vivibile per tutti. Penso che la poesia
possa contribuire a combattere il male e far nascere un domani diverso
fatto d’amore e pace. Salvatore Di Martino
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