Lettera di fine anno all’Italia (…..che affonda).

 

Cara Italia, anche questo 2007 è al capolinea, la speranza d’ognuno di noi è che il nuovo anno che si appresta ad arrivare, possa essere migliore.

Paradossalmente anche il 2006 si concluse con la stessa speranza, ma alla resa dei conti ci si è accorti che qualcosa non è andata per il verso giusto.

Troppe cose sono successe, tante sono negative. Basta guardarsi attorno, scorrere gli eventi che ci hanno accompagnato per ben 12 mesi e scoprire che tante lacrime sono state versate. Non saprei da dove incominciare, anzi è imbarazzante per me ammettere che in quest’epoca straordinariamente tecnologica, Tu Italia, stai andando alla deriva proprio come una barca che investita da una tempesta, si appresta ad affondare.

Non posso declamare in ordine cronologico tutti i fatti che da Gennaio a Dicembre hanno accompagnato la nostra quotidianità, anche perché non basterebbe questa misera lettera a dare spazio a tutto. Lascio libero arbitrio alla mente di spaziare, cercando con questo mio scritto di ricercare le cause di questo tuo possibile naufragio. Il 2006 si era concluso con il delitto efferato d’Erba e ancora più sconcertante è la notizia dei primi giorni del 2007 che informa sull’arresto dei coniugi Romano, i vicini di casa . L’anno è proseguito, sconvolto di volta in volta da notizie che parlano sempre più di delitti assurdi o avvenuti per futili motivi, violenze gratuite, chiaro segno di un disagio generale che sta diffondendosi sempre più. La vita vale sempre meno e chiunque si arroga il potere di toglierla quando e come gli pare. Dato pauroso è quello che indica tra le vittime, un numero elevato di donne. Cara Italia dove è andata a finire la ragione?

Ho sempre pensato che la scuola potesse essere uno strumento più forte di una qualsiasi arma, e potere così formare le coscienze di tanti ragazzi e ragazze. La cultura e la conoscenza possono dare un contributo fondamentale affinché i giovani possano distinguere tra il bene e il male e far parte di questo mondo globalizzato, partorendo giustizia e verità. Ma cara Italia anche qui il caos è totale e i nostri ragazzi sembrano aver perduto il già sottile filo della ragione (sottile perché ancora non è formata del tutto), lasciandosi trasportare dalle tendenze goliardiche che a volte travalicano superando i limiti della decenza. Secondo la mia modesta visione, la televisione con i suoi modelli molto spesso falsi, contribuisce alla confusione mentale dei nostri ragazzi.

Siamo stati giovani anche noi, non siamo stati dei Santi ma il livello di violenza e menefreghismo che si registra oggi, supera ogni razionale ragione. La cronaca mette in risalto il proliferare disarmante del bullismo adolescenziale, invadendo luoghi un tempo considerati sicuri come le scuole. Crescendo i nostri giovani cercano di sfogare la loro cosiddetta rabbia (verso che cosa poi non lo so), regalandosi giornate di pura violenza negli stadi di calcio. Anche lo sport nazionale per eccellenza deve subire i colpi di frange organizzate che spesso non hanno il coraggio di mostrare la faccia. La morte dell’ispettore di polizia Raciti a Catania, evidenzia il fatto che ormai si è andati oltre.

Vedi cara Italia, la tua barca già da qualche anno fa acqua e il processo che porterà al tuo affondo sembra sempre più inesorabile.

Il primo articolo della nostra Costituzione recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Quel lavoro che ogni anno, compreso quello che ci sta lasciando, miete tante vittime. Purtroppo altri simboli si aggiungono e nel caso della materia trattata, come non ricordare le vittime della ThyssenKrupp di Torino, morti mentre svolgevano il loro dovere di lavoratori per negligenza di chi, si vuole sempre più arricchire badando solo ai profitti delle aziende a discapito della sicurezza. Anche in questo caso mi accorgo come la vita umana per tante persone prive di scrupoli, valga pochissimo. Di chi è la colpa ?

Non si sa, ma di certo esistono regole, leggi, strumenti, per rendere il posto di lavoro sicuro; ma spesso le regole sono aggirate, gli strumenti accantonati, le leggi non applicate. Ancora più grave è la complicità di chi dovrebbe controllare affinché tutto sia a posto, ma che si lascia corrompere facilmente non svolgendo il compito per cui sono profumatamente pagati.

Il punto sta proprio qui, la corruzione (che è sempre esistita) dilaga in maniera impressionante coinvolgendo anche certe Cariche Istituzionali dello Stato che dovrebbero garantire l’imparzialità ed applicazione delle leggi. Niente mi meraviglia oggi, e così nel nostro paese può succedere che, giudici che fanno il loro lavoro applicando i codici, siano attaccati, sopratutto quando nelle loro indagini fanno comparsa personaggi politici che alla faccia della trasparenza e del ruolo che occupano sono attori primari di situazioni che vanno contro ogni codice penale, e, aggiungo io… morale. Anche qui cara Italia, per questo 2007 esistono simboli che magari, quando tutto sarà passato non saranno ricordati. Mi riferisco ai giudici Forleo e De Magistris il cui impegno esemplare dovrebbe essere l’esempio e l’orgoglio d’ogni Italiano.

Carissima Italia vorrei infine ricordare dei personaggi che questo anno ci hanno lasciato, persone che hanno portato il Tuo nome in tutto il mondo: Luciano Pavarotti ed Enzo Biagi.

Il primo c’è stato invidiato da tante nazioni e la sua voce ammorbidito tante coscienze; un male incurabile ha posto fine ai suoi giorni, quel male che colpisce migliaia di persone nel nostro paese il “cancro “.Il secondo invece è stato un maestro di vita, sicuramente uno dei più grandi giornalisti del nostro tempo e un narratore di fatti ed eventi che hanno segnato la storia del nostro paese. Ho letto tanti dei suoi libri e avrei voluto conoscerlo, parlargli anche per un solo attimo. Le sue parole hanno sempre toccato il mio cuore creando ogni volta un vortice inarrestabile nel profondo della mia coscienza.

Mi avvio alla fine, e leggendo tra queste righe, forse penserai che la tua barca sia sprofondata in fondo al mare senza che sia stato fatto niente per salvarla.

Ti sbagli cara mia Italia, la tua barca e ancora a galla anche se sta imbarcando un po’ d’acqua mettendola in pericolo; tante persone si stanno adoperando per salvare il salvabile e raggiungere così la riva per una nuova rinascita. E’ mia abitudine non fare di tutta l’erba un fascio, perché per ogni cosa, conservo la speranza che tutto possa migliorare. Ho parlato dei giovani che vivono un momento un po’ così….ma non dimentico i tanti che si propongono, studiano e lavorano, cercando di dare un segnale positivo per cambiare questa nostra società..

Esistono tante persone il cui impegno è di buon auspicio per far sì che tutto funzioni, gente che lotta quotidianamente senza arrendersi nei momenti di difficoltà.

Non dimentico neanche quelle persone che con il loro altruismo contribuiscono a rendere meno sofferente l’esistenza di coloro che devono affrontare gravi malattie o chi con il loro impegno, cercano di rendere più sicura la nostra vita.

C’è sempre una speranza, va coltivata, e con l’impegno di tutti potremo alla fine del prossimo anno, renderci conto che qualcosa è cambiato e Tu cara Italia, essere un paese dove giustizia è verità non siano solamente parole. Forse il segreto potrebbe essere nel ritrovare da parte di tutti, una virtù che oggi sta scomparendo, “l’umiltà” nelle proprie azioni; legandosi a valori che sono stati accantonati inesorabilmente e il cui punto di riferimento rimane la famiglia. 

 

                                                                                                                                                                                  Cordiali saluti.

                                                                                                                                                                              Salvatore Di Martino

 

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