VIGGIANELLO `99

L'esperienza vissuta nelle regioni dell'Italia meridionale e rappresentata nelle settimane di Viggianello, la prima dal 25 al 31 luglio e la seconda dal 1 al 7 agosto 1999, dalle c/a 20 associazioni presenti, testimonia che l'affidamento familiare segue percorsi al  plurale, nella diversità delle situazioni, nell'originalità delle risposte, nella creatività di ogni gruppo, nella capacità di rielaborazione degli interventi del passato, nell'attenzione ai bisogni nuovi.

Tutto ciò ha accentuato il significato positivo degli incontri estivi di Viggianello, piccolo paesino nel parco del Pollino, in provincia di Potenza, arrivati ormai alla sesta edizione, con la partecipazione di associazioni di volontariato provenienti dalla Calabria, Sicilia, Campania, Basilicata e Puglia, impegnate a vario titolo nel campo dell' affido familiare. Le settimane, organizzate come vacanze-studio, hanno reso possibile l'incontro ed il dialogo tra percorsi originali e articolati, dando vita, negli anni, ad un laboratorio vivo, partecipato, che via via ha aiutato tutti a leggere questi percorsi di condivisione, i1 loro evolversi, la loro crescita di consapevolezza, la loro interazione.

 Le indicazioni e gli stimoli offerti durante la seconda settimana sono stati tanti, ed il cammino fatto ha dato nuove chiavi di lettura alle esperienze di affido di ognuno, tanto che vale la pena richiamarne qualcuna. La prima di queste sollecitazioni è stato l’agire associato inteso come elemento accomunante, persino per chi comincia ora a scoprire questa prospettiva e si è appena accostato a Viggianello. L'agire associato come bisogno provocato da un modo di essere dei servizi pubblici territoriali e da una fisionomia particolare del governo locale, ma che nel tempo ha tratto la sua ragione più profonda da una esigenza di condivisione delle stesse esperienze di affidamento, e che man mano si è rafforzato nel momento in cui ha preso coscienza del valore sociale, comunitario, politico dell’agire educativo.

Tra le esperienze presenti sono state leggibili alcune tendenze, alcune costanti, che sono state valutate attentamente: rispetto ai soggetti, rispetto alla tendenza a creare sistema, rispetto alla interazione tra associazioni e congregazioni religiose, rispetto alla rottura della cultura dell'autosufficienza, rispetto al superamento della delega/dipendenza. E emersa la presenza decisiva di persone, prevalentemente coppie coniugate ma non solo, che si sono messe in gioco, sollecitate da motivazioni di condivisione, più o meno consapevoli ed esplicitate, maturate nei loro ambienti di vita quotidiana, in percorsi associativi ecclesiali o di altro tipo. Un altro elemento emerso è stata la ricorrente presenza, nelle esperienze rappresentate, di figure motivanti, che hanno messo in gioco se stesse con coraggio e costanza riuscendo a mettere insieme altre persone, a partire dal loro radicamento nei luoghi dell'esclusione, dalla fedeltà al carisma del fondatore attualizzata e reinterpretata nei grandi cambiamenti, da scelte di vita e di senso di alcuni operatori dei servizi pubblici territoriali che si sono coinvolti in reti sociali informali fuoriuscendo dall'illusione illuministica di un ruolo tecnico risolutivo ed autosufficiente. La maturazione graduale e progressiva di bisogni di consapevolezza, di competenza, di efficacia, è sfociata spesso in percorsi personali o comunitari di formazione, verifica e confronto, e in coinvolgimenti di persone che hanno messo a disposizione la loro professionalità, il loro saper fare in esperienze di accompagnamento e di sostegno dei ragazzi che vivono situazioni di disagio.

Un elemento emerso in modo molto forte è stata la tendenza dei percorsi associati di condivisione a farsi sistema: infatti spesso le esperienze di affidamento diventano anche adottive e viceversa., e le associazioni di famiglie affidatarie frequentemente promuovono comunità di accoglienza con operatori, ecc...

Sono state numerose le esperienze di impegno educativo con i ragazzi di quartiere che portano su di sé le contraddizioni sociali più esplosive dello sviluppo di questi decenni; e chi si. giocano spesso nel compito della risocializzazione alla scuola e al lavoro. Questo ha portato molti ragazzi e famiglie ad aprirsi nel tempo, all'affido o ad altri servizi, offrendo un interessante indicatore di radicamento nel valore della condivisione e nella capacità di ricercare risposte nuove a nuove domande.

In conclusione il lavoro svolto nella settimana di Viggianello 99, ha rimarcato alcuni aspetti del "pianeta affido": la rottura della cultura dell'autosufficienza, e dell’autoreferenzialità, privilegiando il lavoro di rete in cui l'esperienza associativa diventa risorsa per le istituzioni e per il cambiamento sociale. Nel confronto, nell'ascolto reciproco tendono a sciogliersi identità troppo strutturate, mettendo in relazione più funzioni, tutte vitali per 1'agire educativo, sia quella carismatica, che quella tecnica, che quella politica e sociale. Il superamento della delega ha rivelato la ricchezza di percorsi complessi ma, al tempo stesso facilitanti per il loro ruolo di mediazione e coordinamento, rendendo spesso la fatica della "decisione da prendere", per i casi di affido, meno pesante e più coinvolgente.