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1° piano: La Casa Museo 

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CASA MUSEO  Quadreria Cesarini  - Fossombrone -

 

 

Scala e Loggiato:

          Dalle scale in due rampe, arricchita solo da un artistico Ippogrifo in ferro battuto, realizzato su disegno di Angelo Biancini, si accede al Loggiato superiore, in tre grandi arcate definite da pilastri in cotto e chiuse da balaustre barocche a colonnette.

 

 

 

 

 

 

 

 

Sala Anselmo Bucci:

          Grande salone dedicato da Giuseppe Cesarini all'amico Anselmo Bucci; conteneva sia tutti i suoi quadri più impegnativi, sia una selezione dell'imponente repertorio di Bucci incisore.

Nella sistemazione attuale le stampe, già esposte in vetrina, sono state ritirate in Gabinetto Disegni e Stampe per motivi di conservazione e la sala è stata destinata a sede di conferenze e dibattiti, coerentemente con l'idea di fare del Museo un centro vivo di promozione culturale.

Nel salone sono tuttavia raccolte le opere di Bucci più significative e legate ai suoi numerosi soggiorni a Fossombrone, in casa del Notaio.

Tra le opere:  Il The; Leda moderna; Il Mercatale; La Casa di Antonio; La Quercia; Ritratto di Peppino Cesarini; Gli amanti sorpresi.

 

Dal salone si accede:

- A sinistra in due salette originariamente riservate ad un'ampia rassegna di incisioni e disegni distribuiti in un pittoresco disordine a tappezzare le pareti. Ora invece sono dedicate a ospitare Mostre a carattere temporaneo.

 

- A destra si entra nella Casa Museo, conservata come esempio di arredo di una casa "colta" della provincia italiana. La ricercatezza di dettagli e la profusione di ori, mobili antichi e in stile, vasi e tappeti denuncia la solida agiatezza e il gusto raffinato  del proprietario collezionista.          

 

 

 

Studio: 

            E' la prima stanza della casa museo ed è legata alla figura professionale di Giuseppe Cesarini, che per molti decenni fu notaio in Fossombrone: il robusto mobilio in stile Rinascimento con la grande scrivania, le credenze, le librerie, le poltrone "savonarola", restituisce l'immagine di sobria dignità che da sempre si ricollega alla figura notarile.

Tra le opere presenti, accanto al ritratto dedicato dallo stesso Cesarini alla moglie e al tradizionalissimo Acquaiolo di Gemito, anche dipinti di Anselmo Bucci.

Negli scaffali delle librerie sono disposti una campionatura di quegli oggetti preziosi (argenti, bronzetti e piccole porcellane) simbolo della passione collezionista del proprietario.

  

 

 

 

 

 
Salotto Rosa:

      Il mobilio appare realizzato in due stili diversi. Da un lato il trumeau, il divano, le sedie e alcuni arredi da muro, come la specchiera e le ventoline, sono intagliate e in stile barocchetto, nel gusto detto "Luigi XV" che danno tono all'ambiente in sintonia con la tappezzeria in seta con la minuta decorazione a stucco delle pareti ripresa da quella dipinta di porte e serramenti. Al centro della volta è inserita una tela con una riproduzione della Danae di Tiziano.

Le consoles ottocentesche, il tavolo finto-barocco, i tappeti persiani, l'abat-jour con motivi rinascimentali, i monumentali vasi istoriati riconducono ad un'atmosfera borghese fine '800. All'effetto complessivo collabora la presenza di una serie di statuine, vasi, coppe, brocche in vetro, in porcellana, in legni pregiati, in argento all'interno delle consoles.

A completare l'arredo, pochi dipinti a soggetto "leggero" raffiguranti fiori.

  

 

 

 

 
Sala da Pranzo:

          La sala da pranzo, in cui prosegue la visita alla Casa Museo, è una singolare commistione di una cultura "benpensante" di stampo ottocentesco, che a Cesarini derivava dalla tradizione famigliare e dalla sua stessa professione di notaio e di personali scelte di gusto, tipiche degli intellettuali di Provincia degli anni '30.

La base del mobilio ha una dimensione e un assetto ambientale tipicamente ottocenteschi, e visualizza quei valori di agiata rispettabilità tipici dei professionisti della "Italietta": e in tale ordine di idee si collocano i quadri antichi e i ritratti di famiglia. Un tale orientamento di gusto è subito dallo stile raffinatamente levigato della paretina in legno, che inquadra la sottile ambiguità della Menade in marmo o delle sculture "Novecento" di Antonio Corsi, o dallo stesso inserimento, al centro della voltina, di un affresco neo-romantico con una ambigua allegoria.

Tra le opere che valorizzano le pareti: L'Autunno e Il Violoncellista dell'amico Anselmo Bucci. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Camera da letto:  

      La camera da letto è stata interamente rifatta da Giuseppe Cesarini dopo la morte della moglie e a parte qualche eccezione come il robusto cassettone seicentesco, l'arredo è interamente in stile vagamente settecentesco privo di un pregio se non puramente artigianale.

L'insieme risulta, comunque, abbastanza caratteristico per l'atmosfera sontuosa, ovattata e lievemente soffocante data dalla tappezzeria a damasco, dai tappeti orientali, dalle figure devozionali sotto vetro, dalla stessa tonalità dei marmi rosati che si elevano, nella parete di fondo a far da piedistallo al grande rilievo rinascimentale della Annunciazione che fa da capoletto; e nello stesso tono è la singolare camera da bagno, tutta realizzata in marmi pregiati e progettata in pieno clima razionalista degli anni '30. 

Alcuni pochi dipinti cinque/seicenteschi decorano le pareti della camera da letto e fanno da premessa alla seguente sala dell' arte antica.

    

 

 

 

 

Sala dell'arte antica: 

         Accanto al prevalente interesse per l'arte contemporanea Cesarini si occupò anche di arte antica, spaziando dall'archeologia alla pittura ottocentesca, dall'arte locale all'oggettistica "minore", porcellane, miniature, argenti: non si hanno informazioni precise sulle modalità di acquisizione delle opere, in parte forse provenienti dal patrimonio familiare e in parte esito di fortunati acquisti settoriali( ed è il caso degli oggetti di scavo).

In questa sala, ricavata con la ristrutturazione di locali di servizio, è riunita la parte più significativa della piccola raccolta.

In una vetrina sono raccolti i manufatti di pertinenza archeologica tra cui spicca un cratere apulo a figure rosse e una selezione della importante raccolta di porcellane, che include un raro nucleo di pezzi firmati dalla Manifattura Fabris di Bassano.

Sulle pareti si allinea invece una interessante serie di quadri di devozione, di provenienza locale e per ciò significativi di una cultura "povera" che importava dai vicini laboratori veneto e romano ma accoglieva anche più rari prodotti fiamminghi: e tra di essi si colloca, ben differenziata per altezza di linguaggio e di cultura, l'opera del forsempronese Giovan Francesco Guerrieri, genio di provincia precocemente e intelligentemente aperto sulla cultura caravaggesca ed ed emiliana. 

 

 

Vestibolo:

      Il piccolo andito, in origine, il vestibolo di casa Cesarini, ma dell'antico arredo esclusivamente funzionale è stato tenuto solo il cassettone seicentesco: ad indicare la funzione di ingresso è stato collocato il grande Busto di Giuseppe Cesarini. Il piccolo vano serve ora da completamento alla Sala dell'arte antica: alle pareti sono riunite le poche ma significative tele ottocentesche, tra cui spiccano il grande Ritratto di letterato e il robusto Ritratto già attribuito al Piccio.   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salotto Rosso:

               I pesanti tendaggi rossi tendono ad isolare il Salotto, rischiarato tuttavia dagli improbabili affreschi eseguiti forse dallo stesso Cesarini sulla volta settecentesca.

E' qui che Cesarini accoglieva gli amici, un tempo "facendo musica" sul monumentale pianoforte Hupfer, più spesso impegnandosi in lunghe e cortesi discussioni d'arte.

Negli ultimi anni il Salotto rosso  era il vero centro della casa: e da ciò derivava il suo assetto sovraffollato e funzionale. Sull'arredo di base settecentesca (le consoles, la specchiera, la barocca cornice della Venere di Rottenhammer), prevaleva l'irregolare comodo corredo di "savonarole" ottocentesche, di larghi divani in pelle, di comode poltrone: e il vano finiva per articolarsi in tanti spazi abitativi diversi, più o meno esposti alla luce delle vetrate aperte sul "Giardino di Narciso".

Pesanti tappeti, vasi, soprammobili, piante esotiche, completano un'atmosfera di agio quasi ostentato, cui contribuivano i nudi di Rottenhammer, di Palazzi e di Bucci, poco sensuali e intellettualmente stilizzati.

L'antica solidità borghese si appesantiva in dettagli di lusso un po' demodé, nello spirito di quel decadentismo che in Cesarini era divenuto uno stile di vita al limite del dandysmo, temperato solo da certa rustica affezione alle sue campagne e alla sua terra: nel suo Salotto rosso il Notaio "posava" ad antico gentiluomo di campagna, tra il manieristico Nettuno del Gianbologna e la colorata e contadina Fiera di S. Carlo di Anselmo Bucci.

 

    

 

 

 

 

 

Giardino di Narciso: 

          Giardino accessibile dal Salotto rosso arricchito da piante esotiche e sculture, serrato tra il vecchio edificio rustico e la montagna stratificata  in rocce rossastre che si aprono, a sinistra, in quella grotta che Bucci chiamava romanticamente "Latomia di Fossombrone" (dipinto posto nel Salone Bucci).

Il nome del Giardino deriva dalla "Fontana di Narciso" suggerita dalle antiche pietre poste ad arco attorno alla statua bronzea di Angelo Biancini e ombreggiata dagli antichi papiri, a contrasto con il selvaggio disegno delle rocce e con la violenta coloritura azzurra dei muri: ne nasce una singolare atmosfera da idillio romantico.

 

Sulla sinistra del salotto è anche la stretta scala che costituiva l'antico ingresso all'abitazione.     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anselmo Bucci a Parigi:

         La saletta presenta alcune delle opere giovanili di Anselmo Bucci raccolte da Cesarini per garantire una piena documentazione sull'arte del suo grande concittadino consentendo di cogliere il senso della complessa formazione del pittore.

Le opere presenti:

 

-BUCCI: Funerali di un anarchico; Ritratto di Cipriano Efisio Oppo; Quattordici Luglio sulla Senna; Café Place Balnche; Tetti di Parigi; Ritratto virile; Testa di bambino; Staffetta; Intimità; Artiglieria; Rincalzi. 

 

-Leonardo DUDREVILLE: Ritratto del padre.

 

-Pio SEMEGHINI: I giardini di Palazzo Reale.

 

-Mario Natale BIAZZI: Ritratto di Leonardo Dudreville.

 

 

 

 

 

 
Anselmo Bucci 1940-1945:

          Questa sala, dedicata dall'Amministrazione Comunale al Cav. Mario Rossi, illustre concittadino, racchiude un ciclo di opere dipinte da Bucci nel periodo della seconda guerra mondiale, ciclo che si chiude nel '46/'47 con la visione del Ponte sul Metauro (Fossombrone) distrutto durante l'attacco alla Linea Gotica e subito ricostruito con una grande operosità che Bucci spiava dalla finesra della casa di Cesarini.

Le opere presenti:

 

-BUCCI: Ippopotamo nel fango; Volo di guerra; Mezzogiorno (Aviazione); I sudafricani a Monza; Cielo di Roma; A bordo del "Miraglia"(Telemetraggio aereo); L'incrociatore. "Giovanni delle Bande nere"; Tipo di marinaio di Torre del Greco; Sommergibile vittorioso; Il Ponte sul Metauro in costruzione; Il Ponte sul Metauro in costruzione; Il Ponte sul Metauro in costruzione; Rovine del ponte Metauro; Il vecchio ponte intatto. 

 

 

 

 

Via Flaminia   Il Mercatale   A.Bucci

 

 

 

 

 

Amanti sorpresi     A.Bucci

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Violoncellista      A.Bucci

 

 

 

 

 

 

 

Salomè    G. F.  Guerrieri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ritratto del Notaio Giuseppe Cesarini

Angelo Biancini

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Funerali di un anarchico    A.Bucci

 

Intimità     A.Bucci

 

 

  

 

 

 

Mezzogiorno      A.Bucci

 

Sommergibile vittorioso     A.Bucci

 

Foto: Andrea Massi andrewsccf@yahoo.it

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