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THE ROOTSMAN 'New
Testament'
Se
siete alla ricerca di dub music inglese di quella bella potente ed
incalzante, stile Jah Warrior o Alpha & Omega – per intenderci - NON
comprate questo disco.Se invece amate la commistione dei generi, le
sperimentazioni ed in particolare il reggae imbastardito (molto
imbastardito) da altre sonorità, allora DOVETE comprare questo album.The
Rootsman, infatti, è una specie di scienziato pazzo inglese a cui piace
molto partire dal dub come concetto per poi addentrarsi in territori
affascinanti come quelli dell’elettronica, dell’hip hop e della musica
etnica. Ma cio’ che lo diverte di più, probabilmente, è far cimentare
artisti giovani e vecchi della scena reggae giamaicana e inglese con le
sue basi musicali che di reggae hanno sempre di meno. Il risultato?
Sicuramente interessante ma il valore che darete a questo album dipenderà
molto dall’inclinazione musicale che avete, se purista o avanguardista.
Personalmente amo molto le sperimentazioni sonore (chi segue questa
webzine l’avrà capito da un pezzo) e pertanto mi sono pappato con gusto
questo bel disco di Rootsman anche se, lo ammetto, non ne sono rimasto
entusiasmato. In effetti, The Rootsman (nome poco appropriato direi) si
circonda per questo disco di un numero notevole di grossi nomi del reggae
moderno -come Jah
Mason, Determine, Daijah e Daddy Freddy - , di alcune vecchie glorie – Sandeeno
(un tempo conosciuto come Superman), U Brown, Earl Sixteen, Mike Brooks e
the electric dread’ Wiston McAnuff- e di alcuni giovani di belle
speranze (piu’ o meno giustificate) – Cudjoe Banton (copia in carta
carbone di Beenie Man), Fowlie Don, Bongo Chili e Bobby Blue (copia in
carta carbone di Luciano); e anche se sulle prime si potrebbe pensare che
le basi elettro-trip-hip hop del Dubmaster (vabbè) inglese siano meglio
adattabili allo stile dei raggamuffin deejay qui presenti, l’effetto
migliore è ottenuto invece nei brani cantati dalle vecchie glorie.
Difatti, i brani del grande Earl Sixteen, di Sandeeno e di Winston McAnuff
sono di grande impatto emotivo e d’atmosfera come pochi e le basi
velate di ambient di The Rootsman funzionano alla grande come tappeto
sonoro per le voci ‘antiche’ dei succitati interpreti. D’altro canto
pero’ i brani in classico raggamuffin stile di Daddy Freddy, Cudjoe
Banton e Bongo Chili
risultano un pochino scontati e, nonostante le interpretazioni dei singjays
Determine e Jah Mason siano all’altezza della loro fama, è il
giovane Fowlie Don a portarsi via la coppa come miglior deejay dell’album,
grazie alla sua ‘Earth Rghtful Ruler’. In complesso quindi ritengo
questo ‘New Testament’ senz’altro un buon album fiaccato un po’,
pero’, da pause creative e d’ispirazione da parte di alcuni degli
artisti chiamati a raccolta da The Rootsman.
RasWalter
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